È in uscita il numero 11 del giornale L’Urlo della Terra

È in uscita il numero 11 del giornale L’Urlo della Terra

Care/i lettrici e lettori,

sta per essere dato alle stampe il nuovo numero de L’Urlo della Terra.

Vi chiediamo, se potete, di sostenerci con anticipo rispetto ai normali tempi di spedizione del giornale con l’invio del vostro contributo. Questo ci permetterà di far fronte alle non leggere spese tipografiche aumentate notevolmente nei costi della carta e per le spese di distribuzione in Italia, all’estero e ai non pochi prigionieri.
Contattateci inoltre per una diffusione del giornale più ampia e capillare nelle vostre zone: biblioteche, circoli, centri di documentazione… e per iniziative benefit.
Siamo disponibili per presentazioni e discussioni sui contenuti del giornale, in luoghi pubblici e aperti dove il pensiero libero si alimenta.
Se avete possibilità pubblicate e fate girare in blog, telegram, siti internet, canali…

Vi ricordiamo le Tre giornate contro le tecno-scienze il 28-29-30 Luglio, momento in cui diffonderemo anche questo nuovo numero del giornale:
Presentazione: https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/28-29-30-luglio-2023-tre-giornate-contro-le-tecno-scienze/
Programma con gli interventi: https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/biotecnologie/programma-tre-giornate-contro-le-tecno-scienze-28-29-30-luglio/

Un caro saluto e grazie a tutte e tutti voi
La redazione

In questo numero:

– Editoriale
– Il Biolaboratorio mondo – Costantino Ragusa
– Pandemie e guerra biologica: la Scilla e Cariddi della Quarta Rivoluzione industriale – Hurry Tuttle, dalla rivista greca Cyborg, n.24, Atene
– La realtà ostaggio da smontaggi e ricostruzioni artificiali – Silvia Guerini
– La realtà è diventata un’attrazione turistica – Jennifer Bilek
– Demistificare la ragion tecnica. Riflessioni attorno “Propaganda” di Jacques Ellul – Dario Stefanoni
– Inganno climatico e fanatismo (anti) ecologista. Dalla narrazione climatica all’ingegnerizzazione della Vita – Cristiana Pivetti
– L’ingegnerizzazione dell’umanità e del pianeta in essere robotizzati e megamacchina – Maria Heibel
– Il Club di Roma e l’avanzare del governo mondiale – Cristiana Pivetti
– Cosa ha detto Theodor Kaczynski delle biotecnologie – Resistenze al nanomondo
– Dialogo tra Resistenze al nanomondo e FINRRAGE (Feminist International Network of Resistance to Reproductive and Genetic Engineering)


40 pagine
5 euro a copia, più spese di spedizione 1,30 euro
Per i distributori minimo 5 copie: 3 euro a copia, più spese di spedizione 1,30 euro
Spese di spedizione per l’estero: 5,50 euro

Postepay Evolution
IBAN: IT73L3608105138236370036378
Intestata a Silvia Guerini, Specificare la causale L’Urlo della Terra

Per contatti e richieste: urlodellaterra@inventati.org, www.resistenzealnanomondo.org

Disegno di Cristiana Pivetti
http://www.cristianapivetti.org/

28 – 29 – 30 Luglio 2023 TRE GIORNATE CONTRO LE TECNO-SCIENZE

Quinto incontro internazionale:
2
829 – 30 Luglio 2023
TRE GIORNATE CONTRO LE TECNO-SCIENZE
presso Altradimora, strada Caranzano 72, Alessandria (AL), Italia

A breve seguirà il programma delle giornate

Nella scorsa edizione di queste tre giornate ci siamo soffermati sulla Grande Trasformazione in corso, su tutti i suoi principali aspetti dove questa è radicale: a volte lenta e impercettibile ai più, altre volte imposta in nome dell’urgenza di un’ennesima dichiarata emergenza che sia sanitaria o climatica. In tutto questo vi è un comune denominatore che fa da motore verso questi nuovi tumultuosi cambiamenti, che non sono fatti per aggiungersi alla realtà presente, ma per disintegrarla e polverizzare la memoria del passato. Questo denominatore è la Guerra, non da intendere solo come conflitto tra due paesi o tra più forze e poteri come assistiamo attualmente. Piuttosto Guerra come nuovo paradigma dove d’ora in poi ci toccherà vivere. Siamo completamenti immersi in una Guerra, rivolta contro i nostri corpi ridotti a cavie da manipolare geneticamente, contro la vita responsabile di avere una nascita e una morte, contro la procreazione che deve diventare artificiale, contro la natura come principale testimonianza di cos’è la vita fuori dall’artificializzazione del laboratorio, con i suoi lenti ritmi scanditi anche dai suoi tratti biologici, contro il senso stesso di essere umano, reso mera appendice scomponibile e rimontabile continuamente in mille universi fluidi. E, ovviamente, non poteva mancare la Guerra contro i portatori di pensiero critico trasformati da antagonisti al sistema a folli, a cui si frappone non più solo la mera propaganda, ma un processo inedito di annientamento del pensiero stesso. Chi era contro i sieri genetici voleva far morire le persone, chi non crede alla narrazione ufficiale sul cambiamento climatico è nemico del pianeta, chi non vuole la Guerra è nemico della pace, chi si oppone ai Biolaboratori rifiuta la “sicurezza sanitaria” e chi è contro il pacchetto gender transumano nega i nuovi “diritti”.
Le emergenze hanno un loro universo di senso che le accomuna, non prevedono critica e hanno precisi paladini che le sostengono parlando algoritmicamente di salute, ambiente, pace, diritti, procreazione, umanità… Una salute che passerà da sieri genici a mRNA, terapie geniche e nanomedicina, un ambiente che verrà salvato da tecniche di geoingegneria, nuovi OGM e carne sintetica, una pace che passerà attraverso non solo le armi atomiche, ma anche da quelle biologiche, una procreazione eugenetica che diventerà la nuova normalità. Un’umanità che non sarà più tale.
Ovviamente non manca la costruzione dei nuovi antagonisti verdi neomaltusiani nati in un clima di emergenza e necessari per mantenerlo tale e per legittimare la Grande Trasformazione tecnoscientifica, transumana e digitale che corre con la rete 5G.
La nuova neolingua ci porta altrove e le vecchie parole ricomposte non hanno più il significato originario nella realtà. In questo nuovo universo che corre veloce e che si va delineando non si vedono posizionamenti stabili di resistenza, piuttosto dei rotolamenti confusi, adattati alla corsa dell’emergenza stessa. Lo stesso significato di Libertà ancora una volta è svuotato di senso e ci ritroviamo a parlare di libertà di scelta per i sieri genici o, più recentemente, alla libertà di difendere la propria privacy magari sul modello delle nuove società di “Intelligenza Artificiale etica” di Elon Musk.
In queste tre giornate parleremo di questo nuovo paradigma di Guerra che tutto sovrasta e delle possibilità per resistervi a partire, come sempre, da lotte che partono realmente dal basso. Abbiamo visto troppi specialisti del dissenso in questi ultimi anni confondere e allontanarci dalla costruzione di vere progettualità e di percorsi di resistenza fatti per durare e crescere, troppi tecno-critici che nell’universo bionanotecnologico non hanno trovato così sconforto, ma nuove possibilità da investire nella galassia alternativa.
Tornare ad incontrarci resta punto fermo fondamentale. Dove digitale, telegram, social, whatsapp corrono veloci ribadiamo l’importanza del fermarsi, della necessità dell’ascolto, della complicità ritrovata, delle parole complesse, della bellezza e della gioia di trovarsi da persone libere, senza alcun calcolo politico da mantenere, ma unicamente per accrescere i nostri strumenti per comprendere il presente e scoprire l’impegno e il coraggio per iniziare una lotta, quella che non si può mai delegare a nessuno.

Resistenze al nanomondo, Bergamo, 25 Aprile 2023

Il luogo dove si svolgerà l’incontro, Altradimora, (www.radiodelledonne.org/altradimora) è una casa con dei posti letto e la possibilità di mettere delle tende nel prato davanti casa.
Daremo colazioni, pranzi e cene per tutte le giornate con alimenti biologici, vegani e da produttori locali. Il costo per soggiornare nella struttura che prendiamo in affitto è di 10 euro al giorno, per le tre giornate sono 30 euro a persona. Per i pasti chiediamo un offerta minima di 10 euro.
Aiutaci ad organizzare l’incontro al meglio, diffondendo il più possibile questa presentazione e il programma. Per partecipare sarà necessaria, con anticipo, la prenotazione.
Lo spazio sarà libero da wi-fi e chiederemo di spegnere i telefoni durante i dibattiti per tutelare le persone elletrosensibili (e tutti noi).

Qui il programma del precedente incontro:
https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/biotecnologie/programma-tre-giornate-contro-le-tecno-scienze-2/

Per informazioni, prenotazioni e contatti:
www.resistenzealnanomondo.org, info@resistenzealnanomondo.org
www.facebook.com/3giornatecontroletecnoscienze/ (in fase di aggiornamento)

Pandemie e guerra biologica: la Scilla e Cariddi della quarta rivoluzione industriale

Pandemie e guerra biologica: la Scilla e Cariddi della quarta rivoluzione industriale

La distanza geografica tra Wuhan e l’Ucraina orientale e il lasso di tempo tra il marzo 2020, quando è stata dichiarata la pandemia, e il febbraio 2022, quando è iniziata l’invasione russa, possono sembrare lunghi, ma il nostro mondo è diventato pericolosamente fluido. Relazioni e confluenze che normalmente resterebbero inafferrabili assumono un peso particolare e si proiettano al centro, svuotando di contenuto le ingenue certezze e le rassicuranti “verità” del recente passato. In effetti, quanti di noi erano consapevoli due anni fa che la guerra biologica – o peggio, la guerra biologica non dichiarata e invisibile – è una minaccia assolutamente reale? L’analogia più vicina era quella della guerra nucleare, ma non c’è da preoccuparsi! Le bombe atomiche sono una “vecchia storia”, della Guerra Fredda e del secolo scorso. Ma c’è una domanda: la macchina da guerra è bloccata nella tecnologia dello scenario apocalittico e gli appaltatori della sventura sono rimasti inattivi per tre decenni?

Due punti di ciò che la pandemia ha evidenziato ci interessano ai fini del presente documento. Il primo è che la morbilità ha espropriato la condizione umana naturale e i nostri corpi sono diventati il campo di battaglia della quarta rivoluzione industriale, con il dominio tecnologico di un campo o di un altro. Non esiste più la salute, ma solo la morbilità, in misura maggiore o minore, a seconda del tipo di minaccia per la salute in un determinato momento e dell’incapacità di reagire fisicamente ad essa. Il nostro corpo non ci appartiene più, l’apparato biotecnologico ha già iniziato il suo rapido processo di colonizzazione.

Per il secondo punto dobbiamo tornare indietro a prima della dichiarazione della pandemia, quando la Sars-Cov-2 era ancora un “affare cinese”. Le prime reazioni del mondo occidentale alla notizia di un nuovo virus e di un’epidemia senza precedenti che ha colpito la Cina sono state di derisione, finto sgomento e razzismo implicito o addirittura reazioni palesemente anticinesi. La Cina ha perso il controllo, aprendo forni crematori e imponendo condizioni di controllo orwelliane; queste erano le tappe fino a quando il virus non è sbarcato a Milano. Ma ciò che seguì dimostrò che queste reazioni nascondevano un’ansia generalizzata, ma anche un invidia da parte dell’Occidente che non poteva nemmeno avvicinarsi all’esempio cinese. Mentre l’Occidente calcolava che sarebbe stata un’altra “tragedia umanitaria” a colpire la periferia e il terzo mondo e si cuciva addosso un costume da salvatore pianificando “interventi umanitari”, la Cina dispiegava il suo arsenale e dimostrava le sue tecnologie, la sua organizzazione, le sue capacità e la sua efficacia. Ora che l’Occidente ha adottato la dottrina della “guerra contro il coronavirus”, dovrebbe essere in grado di realizzare in tempi brevissimi ciò per cui la Cina si è preparata tecnologicamente e socialmente per anni. Questo spiega anche, in parte, le misure draconiane dei primi tempi della pandemia, quando un Paese occidentale dopo l’altro ha iniziato a indulgere in una pletora di crudeltà.

Ma la pandemia e lo stato di emergenza non potevano nascondere un fatto innegabile. La ristrutturazione biotecnologica può essere avvenuta a velocità sostenuta, ma non ha trascinato tutti nello stesso modo uniforme; alcuni sono rimasti indietro e stanno cercando di recuperare il terreno perduto. In condizioni di acuta competizione intercapitalistica, che sta assumendo sempre più il carattere di una guerra mondiale, la prova pratica che un campo è stato scalzato, e un campo, quello della ristrutturazione bioinformatica è la chiave che può aprire le porte dell’inferno. Perché il campo che sta perdendo terreno non esiterà a ricorrere ai mezzi più perniciosi, e l’esempio della pandemia può esercitare un fascino nauseante per il tipo di mezzi che possono essere messi in atto.

Le armi biologiche non sono nuove, hanno una storia sistematica fin dalla prima guerra mondiale, ma la ristrutturazione biotecnologica ha cambiato completamente il contesto in cui possono essere utilizzate. Il paradigma non è più quello delle trincee soffocate dal gas mostarda o della diffusione incontrollata della peste, ma quello dell’ingegneria genetica e biologica. Se in passato l’uso di armi biologiche comportava il rischio di conseguenze incontrollate che avrebbero colpito ugualmente l’aggressore, oggi, grazie alle biotecnologie, questo rischio si è ridotto. Per l’ambito che progetta e sviluppa tali armi, gli agenti patogeni progettati, ci sono due vantaggi. In primo luogo, agiscono in modo invisibile e silenzioso, all’insaputa del nemico e senza il rumore della guerra convenzionale. In secondo luogo, agiscono in modo mirato e incrementale, riducendo il rischio di contraccolpi e consentendo una pianificazione a lungo termine.

Ma qual’è oggi il campo che si vede tagliato fuori in un campo dopo l’altro e che si affretta a recuperare il terreno perduto e a garantire la continuazione della sua egemonia storica?

La prima segnalazione nel cyberspazio occidentale di laboratori statunitensi per la guerra biologica in Ucraina è stata fatta il primo giorno dell’invasione russa, il 24 febbraio, da @ClandestineNot. Inutile dire che il suo account Twitter, in condizioni di controllo e censura asfissianti, è durato solo un giorno prima di scomparire, fortunatamente non prima che un numero sufficiente di persone avesse il tempo di salvare fotograficamente il post.

“Credo di aver trovato qualcosa sull’Ucraina. Zelensky ha detto che i russi stanno colpendo “installazioni militari”. Quanto è ampio questo termine? Vedo che si ipotizza che possa includere i laboratori biologici statunitensi. All’inizio pensavo che non ci fosse modo di farlo. Poi ho iniziato a cercare…”.

Il thread di @ClandestineNot continuava a citare una serie di fatti e si chiudeva con due mappe su cui erano segnati i laboratori in concomitanza con gli attacchi russi. La coincidenza era più che plausibile. “Ecco la sovrapposizione tra gli attacchi missilistici segnalati e l’ubicazione dei laboratori biologici… Sembra certo che Putin stia prendendo di mira città e località con laboratori biologici statunitensi. Sta cercando al 100% potenziali armi biologiche”.

Il primo annuncio ufficiale russo sulla questione è stato fatto l’8 marzo dal Ministero degli Affari Esteri:

Confermiamo che, durante l’operazione militare speciale in Ucraina, è stato scoperto che il regime di Kiev nascondeva tracce di un programma biologico militare finanziato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

Sono stati rinvenuti documenti relativi all’eradicazione d’emergenza di agenti patogeni altamente pericolosi come la peste, l’antrace, la febbre dei conigli, il colera e altre malattie mortali, effettuata il 24 febbraio dai dipendenti di un impianto ucraino di bioprocessamento. Questi documenti includono una direttiva del Ministero della Salute ucraino sull’eliminazione urgente delle scorte immagazzinate di agenti patogeni estremamente pericolosi, inviata a tutti gli impianti di bioprocessamento…

A questo punto, possiamo concludere che i componenti delle armi biologiche venivano sviluppati nei laboratori ucraini nelle immediate vicinanze del territorio russo. L’eliminazione urgente dei microrganismi patogeni estremamente pericolosi, avvenuta il 24 febbraio, è stata ordinata per evitare che l’Ucraina e gli Stati Uniti rivelassero una violazione dell’articolo I della Convenzione sulle armi biologiche e tossiche (BTWC). Queste informazioni dimostrano che le accuse che abbiamo ripetutamente fatto, nel contesto della BTWC, sull’attività biologica militare degli Stati Uniti e dei loro alleati nello spazio post-sovietico erano giustificate.

L’opinione pubblica occidentale ha già avuto due anni di umile conformismo ai dettami della “guerra contro il coronavirus” e di incapacità di mettere in discussione la linea ufficiale, ma anche il recente allineamento alla grottesca dottrina del “lato destro della storia”. Quindi alla domanda sui laboratori di guerra biologica in Ucraina era facile rispondere: campagna di disinformazione, teoria del complotto, cospirazione russa. Con un pubblico di questo tipo, gli Stati Uniti pensavano di poterla fare franca con annunci di grande impatto e di nuovo di livello. Il 9 marzo Jan Psaki, portavoce della Casa Bianca, ha scritto sul suo account Twitter ufficiale:

Abbiamo notato le false affermazioni della Russia su presunti laboratori statunitensi di armi biologiche e sullo sviluppo di armi chimiche in Ucraina. Anche i funzionari cinesi hanno fatto eco a queste teorie cospirative. È scandaloso. È il tipo di operazione di disinformazione che abbiamo visto ripetutamente da parte dei russi negli ultimi anni in Ucraina e in altri Paesi e che è stata sfatata, ed è un esempio del tipo di falsi pretesti che avevamo avvertito che i russi avrebbero inventato.

Per i fondamentalisti della “destra”, una risposta del genere può essere considerata sufficiente, ma una burocrazia tentacolare come quella americana ha molte teste parlanti e a volte la risposta di una di queste può minare le risposte di un’altra. Victoria “fuck the EU” Nuland non è estranea alle questioni ucraine. Attualmente è Segretario di Stato, ma nel 2013-14 è stata Sottosegretario di Stato per gli Affari Europei sotto Obama ed è stata la persona che ha organizzato (insieme all’allora ambasciatore statunitense Pyatt a Kiev) il sostegno ai fascisti ucraini, l’esproprio da parte dell’estrema destra delle proteste di piazza Maidan e tutte le conseguenze che hanno portato a una presa di potere fascista da parte di uno Stato fascista all’interno di uno Stato. È quindi per definizione un “esperto”. L’8 marzo, mentre la posizione ufficiale russa era già stata resa nota, la Nuland è stata convocata per un’audizione davanti a una commissione del Congresso. Un senatore le ha posto una domanda sulle armi chimiche o biologiche, aspettandosi apparentemente una smentita categorica da parte sua, ma la Nuland lo ha lasciato un po’ in sospeso.

Domanda: L’Ucraina possiede armi chimiche o biologiche?

Risposta: L’Ucraina dispone di strutture di ricerca biologica di cui temiamo che le forze russe possano cercare di ottenere il controllo, quindi stiamo lavorando con gli ucraini su come impedire che questi materiali di laboratorio cadano nelle mani delle forze russe se si avvicinano.

Quindi, non solo non si tratta di una “teoria del complotto” e di disinformazione smentita, ma esistono effettivamente strutture biologiche, in cui sono presenti anche “materiali” che non devono cadere nelle mani dei russi. Se si trattasse semplicemente di laboratori medico-biologici che effettuano test e ricerche di routine, qual è il motivo di preoccupazione? Per evitare che i russi scoprano l’esistenza del virus dell’influenza?

La Nuland ha risposto così perché aveva la consapevolezza elementare che era impossibile tenere segreti gli accordi che lo Stato americano aveva concluso con l’Ucraina e la Georgia a partire dagli anni Novanta. Nei giorni successivi, infatti, gli accordi (pubblici ma ignorati) di tipo coloniale che hanno permesso agli Stati Uniti di creare e gestire decine di laboratori biologici nei due Paesi vicini al confine con la Russia hanno iniziato a essere riprodotti nel cyberspazio. La giustificazione degli Stati Uniti per questi laboratori è che “gli Stati Uniti hanno avviato il programma di riduzione della minaccia biologica a partire dagli anni ’90, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, per ridurre il rischio derivante dalle armi biologiche che erano state abbandonate in vari Paesi, tra cui l’Ucraina”. Nell’ambito di questo programma, laboratori specifici hanno ricevuto finanziamenti statunitensi”; “il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti collabora con il Ministero della Salute ucraino dal 2005 per migliorare i laboratori del Paese”; “gli Stati Uniti collaborano con i Paesi contraenti per affrontare la minaccia di epidemie – naturali, intenzionali o accidentali – delle malattie infettive più pericolose”; “non vi è alcuna indicazione che questa cooperazione sia finalizzata alle armi biologiche”. Il programma statunitense fa l’opposto e di fatto mira a ridurre la minaccia di proliferazione delle armi biologiche” (tutto ciò è tratto testualmente dai media occidentali).

Per la “parte giusta” tali argomenti possono essere tranquillizzanti, ma qualcuno dalla parte sbagliata può ragionevolmente chiedersi se 40 anni dopo ci sia ancora bisogno di controllare i programmi biologici sovietici e come mai non siano stati completamente eliminati. O perché è necessario che la ricerca sul “contenimento delle minacce” da armi biologiche e da epidemie intenzionali si svolga ai confini della Russia piuttosto che nel deserto del Nevada o in qualche isola isolata del Pacifico dove gli Stati Uniti mantengono comunque delle basi. Ma l’obiezione più sostanziale nasce dal fatto che metodologicamente, tecnologicamente, praticamente, la distinzione del laboratorio tra quelli che “promuovono” le minacce biologiche e quelli che le “contengono” è vuota di contenuto. Non c’è alcuna differenza sostanziale: fanno esattamente lo stesso lavoro. Quando un laboratorio biologico studia una “minaccia”, ad esempio un virus mutato, sia che lo faccia per attuarla o per prevenirla, deve fabbricare la minaccia. Inoltre, un laboratorio di guerra biologica può svolgere due lavori allo stesso tempo: la ricerca di armi contro gli agenti patogeni da un lato e la produzione di vaccini o altre misure di contenimento contro di essi dall’altro, altrimenti il primo senza il secondo può portare a risultati suicidi. Il diagramma seguente è indicativo del processo. Prima ancora dell’inizio della produzione di massa, la distinzione tra ricerca per la prevenzione o per l’applicazione non esiste più.

La realtà proibita

Gli Stati Uniti hanno oggi circa 400 istituzioni e laboratori in tutto il mondo che portano avanti programmi segreti di ricerca biologica. Sebbene gli Stati Uniti siano tra i Paesi che hanno ratificato la Convenzione sulle armi biologiche (BTWC) del 1975, nel 2001 si sono rifiutati di firmare un allegato cruciale della Convenzione che regola i meccanismi di verifica reciproca. In pratica, questi laboratori non sono soggetti ad alcun controllo internazionale e in alcuni casi, come la Georgia e l’Ucraina, a causa di accordi draconiani, non sono nemmeno soggetti alle leggi locali – il personale statunitense opera sotto immunità diplomatica. Inoltre, in base alla legge federale statunitense “Uniting and Strengthening America by Providing Appropriate Tools Required to Intercept and Obstruct Terrorism Act” (il cosiddetto Patriot Act), la ricerca nel campo delle armi biologiche è consentita con il permesso del governo statunitense. Allo stesso tempo, i partecipanti a tali ricerche non sono penalmente responsabili dello sviluppo di tali armi.

Poiché tali laboratori non pubblicizzano i loro risultati, l’unico modo in passato per rivelare le aree specifiche della loro ricerca è stato attraverso gli incidenti o gli “incidenti” da loro causati. Nel 2014, in circostanze poco chiare, i dipendenti di un laboratorio biologico di Atlanta sono stati contaminati dal batterio dell’antrace. Un numero maggiore di incidenti è associato a Fort Detrick. Questo laboratorio – una base militare in realtà – è la “matrice” del programma di guerra biologica degli Stati Uniti. Le sue origini risalgono alla Seconda Guerra Mondiale, quando vi furono depositati tutti i lasciti, le ricerche e i materiali relativi alle armi biologiche del famigerato “Distaccamento 731”, l’unità militare giapponese che condusse vaste operazioni di guerra biologica in Cina. Nel 2019 sono stati registrati casi di polmonite di origine sconosciuta in due case di cura vicine a questo laboratorio e successivamente è stata segnalata un’epidemia di polmonite in tutto lo stato del Maryland. A seguito di un aumento significativo del numero di malattie respiratorie di origine inspiegabile, all’epoca fu annunciata la chiusura delle attività del laboratorio di Fort Detrick, presumibilmente a causa di errori nella gestione dei rifiuti.

I laboratori biologici statunitensi all’estero sono finanziati dalla Defense Threat Reduction Agency (DTRA) nell’ambito di un programma militare da 2,1 miliardi di dollari, il Cooperative Biological Engagement Program (CBEP), e si trovano nei Paesi dell’ex Unione Sovietica, oltre che in Georgia e Ucraina, Kazakistan e Armenia, in Medio Oriente, nel Sud-Est asiatico e in Africa. Tutti questi laboratori sono protetti da una fitta rete legale che vieta l’accesso alle autorità locali e protegge il personale da eventuali indagini e procedimenti giudiziari.

Il più grande laboratorio americano di guerra biologica all’estero è il Lugar Center in Georgia. Il Centro è stato costruito nel 2004, è diventato operativo nel 2011 ed è pienamente operativo dal 2013. Si trova a soli 17 chilometri dalla base aerea militare statunitense Vaziani, nella capitale Tbilisi. I biologi dell’US Army Medical Research Unit-Georgia (USAMRU-G) e gli appaltatori privati sono responsabili del programma militare. Il laboratorio di biosicurezza di livello 3 è accessibile solo agli americani con autorizzazione di sicurezza e gode dell’immunità diplomatica ai sensi dell’accordo di cooperazione per la difesa tra Stati Uniti e Georgia del 2002. Il personale locale non ha diritto ad essere informato dai documenti statunitensi e non può accedere alle sezioni chiuse dei laboratori. Il direttore del laboratorio è una persona appartenente ai servizi militari o di intelligence. Il trasporto di qualsiasi materiale biologico da e verso i laboratori viene effettuato senza alcuna dichiarazione e senza alcun controllo da parte delle autorità locali. Questo modello di funzionamento e di rapporti con le autorità locali, attuato per la prima volta in Georgia, è stato successivamente adottato come modello in tutti i laboratori biologici controllati dagli Stati Uniti all’estero.

Le prove ricavate dal Registro pubblico dei contratti federali degli Stati Uniti fanno luce su alcune attività militari del Centro Lugar, tra cui la ricerca su agenti biologici e malattie virali (antrace, tularemia, brucellosi, leishmaniosi, febbre emorragica del Crimea-Congo) e la raccolta di campioni biologici per esperimenti futuri. Esempio tratto dal contratto W81XWH-14-X-9999 del 2014, come pubblicato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti:

Nel 2018, dopo un cyberattacco che ha portato al trafugamento di documenti del Lugar Center, l’ex ministro della sicurezza georgiano Igor Giorgadze ha reso pubbliche le accuse di sperimentazione umana e di decine di morti. Secondo i documenti, nel dicembre 2015, 30 persone trattate presso il centro per l’epatite C sono morte. I 24 pazienti sono morti nel giro di un giorno, mentre la ricerca segreta condotta con un farmaco sconosciuto ha causato la morte di oltre 160 persone.

“Chiedo al governo degli Stati Uniti e al Presidente Trump in persona di ordinare un’indagine. Il popolo della Georgia sarà grato se il Paese sarà liberato da questi esperimenti. Scuse formali e risarcimenti alle famiglie delle vittime degli esperimenti non potranno mai ripagare le vite perse”. Secondo Giorgadze, presso il Lugar Center sono stati condotti numerosi esperimenti con cittadini georgiani e i risultati sono stati letali. A conferma, ha presentato un elenco di 30 persone che si sono sottoposte a trattamenti per l’epatite C presso il Centro e che sono tutte morte. I dati relativi a questi casi coprivano un solo mese, dicembre 2015. “La cosa più notevole è che i documenti mostrano che del gruppo di 30, 24 sono morti tutti nello stesso giorno… I dati per il 2016 mostrano 30 morti in aprile e altri 13 in agosto. Il punto più evidente è la designazione di “indeterminato” come causa di morte in tutti i casi. Non c’è stata assolutamente alcuna indagine sulle cause di morte di queste persone”.

Un fenomeno simile è stato osservato in Ucraina, dove operano almeno 11 laboratori biologici statunitensi, la maggior parte dei quali nella regione sud-orientale del Paese. Con l’apertura di questi laboratori, l’Ucraina ha iniziato a fronteggiare l’insorgere di malattie che si pensava fossero già state sconfitte. Secondo i dati dell’OMS, nel 2018 l’Ucraina ha conquistato il primato in Europa in termini di incidenza del morbillo. Casi simili sono stati osservati anche in Georgia.

I contraenti della morte

L’Agenzia per la riduzione delle minacce alla difesa (DTRA) ha esternalizzato gran parte del lavoro nell’ambito del suo programma militare a società private, che non devono rendere conto a nessuna autorità politica e possono operare più liberamente, aggirando il quadro giuridico. Grazie all’immunità diplomatica, che copre tutto il personale di laboratorio, militare e civile, le aziende private possono svolgere lavori sotto copertura diplomatica per il governo degli Stati Uniti senza essere sotto il controllo diretto dello Stato ospitante. Nei biolaboratori del Lugar Center lavorano tre aziende private statunitensi: CH2M Hill, Battelle e Metabiota. Oltre che per il Pentagono, questi appaltatori privati conducono ricerche per la CIA e per varie altre agenzie governative.

CH2M Hill si è aggiudicata contratti per 341,5 milioni di dollari con il DTRA nell’ambito del programma di laboratori biologici del Pentagono in Georgia, Uganda, Tanzania, Iraq, Afghanistan e Sud-Est asiatico. La metà di questo importo (161,1 milioni di dollari) è assegnata al Lugar Center nell’ambito del contratto con la Georgia. Secondo CH2M Hill, l’azienda statunitense si è assicurata agenti biologici e ha impiegato ex scienziati di guerra biologica presso il Lugar Center. Si tratta di scienziati che lavorano per un’altra società statunitense coinvolta nel programma militare in Georgia, il Battelle Memorial Institute.

Battelle, in qualità di subappaltatore per 59 milioni di dollari del Lugar Center, ha una vasta esperienza nella ricerca sugli agenti biologici, avendo lavorato al programma di armi biologiche degli Stati Uniti nell’ambito di 11 precedenti contratti con l’esercito americano (1952-1966). L’azienda privata svolge lavori per i laboratori biologici del DTRA in Afghanistan, Armenia, Georgia, Uganda, Tanzania, Iraq, Afghanistan, Tanzania e Vietnam. Battelle conduce attività di ricerca, sviluppo, test e valutazione utilizzando sia sostanze chimiche altamente tossiche che agenti biologici altamente patogeni per un’ampia gamma di agenzie governative statunitensi. Ha stipulato contratti federali per un totale di circa 2 miliardi di dollari e si è classificata al 23° posto nell’elenco dei 100 principali appaltatori governativi statunitensi.

Nell’ultimo decennio Battelle ha gestito un laboratorio biologico top-secret (National Biodefense Analysis and Countermeasures Center – NBACC) a Fort Detrick, nel Maryland, in base a un contratto con il Dipartimento della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti (DHS). L’azienda si è aggiudicata un contratto federale da 344,4 milioni di dollari (2006 – 2016) e un altro da 17,3 milioni di dollari (2015 -2026) da parte del DHS.

Tra gli esperimenti sotto copertura condotti da Battelle presso l’NBACC vi sono (a) la valutazione della tecnologia per la diffusione di agenti in polvere e (b) la valutazione del rischio posto dalle tossine aerosolizzate e la valutazione dell’infettività del B Pseudomallei (melioidosi) in funzione delle particelle aerosol nei primati. La melioidosi ha il potenziale di svilupparsi come arma biologica ed è quindi classificata come agente bioterroristico di Categoria B. Il B Pseudomallei è stato studiato in passato dagli Stati Uniti come potenziale arma biologica.

Oltre agli esperimenti militari presso il Lugar Center, la Battelle ha già prodotto agenti bioterroristici presso il laboratorio di biosicurezza top-secret NBACC di livello 4 di Fort Detrick, negli Stati Uniti. Una presentazione del NBACC elenca 16 priorità di ricerca per il laboratorio. Questi includono la caratterizzazione di agenti patogeni classici, emergenti e geneticamente modificati per il loro potenziale come minacce biologiche; la valutazione di malattie non tradizionali, nuove e non endemiche causate da potenziali agenti di minacce biologiche; l’espansione della capacità di analisi degli aerosol per i primati non umani.

La società statunitense Metabiota Inc. si è aggiudicata 18,4 milioni di dollari in contratti federali nell’ambito del programma DTRA del Pentagono in Georgia e Ucraina per servizi di consulenza scientifica e tecnica. I servizi di Metabiota comprendono la ricerca sul campo delle minacce biologiche globali, la scoperta di agenti patogeni, la risposta alle epidemie e gli studi clinici. Metabiota è stata incaricata dal Pentagono di eseguire lavori per la DTRA prima e durante la crisi dell’Ebola in Africa occidentale e ha ricevuto 3,1 milioni di dollari (2012-2015) per il lavoro in Sierra Leone, uno dei Paesi all’epicentro dell’epidemia di Ebola.

Un rapporto del 17 luglio 2014 redatto dal Consorzio per la febbre emorragica virale ha accusato Metabiota di non aver rispettato l’accordo esistente sulle modalità di comunicazione dei risultati dei test e di aver scavalcato gli scienziati della Sierra Leone che vi lavoravano. Il rapporto sollevava anche la possibilità che Metabiota facesse crescere le cellule del sangue in laboratorio, cosa che secondo il rapporto era pericolosa, e che sbagliasse la diagnosi dei pazienti sani.

Metabiota è anche l’azienda in cui è coinvolto Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti. Nel 2009 Christopher Heinz, figlio dell’ex vicepresidente John Kerry, ha fondato con Hunter Biden la società Rosemont Seneca Partners, che fungeva da intermediario tra le aziende e il governo degli Stati Uniti e aveva ottenuto decine di milioni di dollari di finanziamenti per conto di Metabiota. Lo stesso Biden era un azionista di Metabiota, il cui consiglio di amministrazione comprendeva persone di Rosemont. Oltre a Metabiota, Biden è stato coinvolto anche nella società energetica ucraina Burisma, di cui era membro del consiglio di amministrazione. Non viene specificato di che tipo di “ricerca” si tratterebbe, condotta congiuntamente da un’azienda biotecnologica e da un’azienda del gas. Ma sembra che Metabiota e Biden avessero ambizioni maggiori. Secondo un’e-mail inviata dal vicepresidente di Metabiota a Biden: “Come promesso, ho preparato il promemoria che fornisce una panoramica di Metabiota, del nostro coinvolgimento in Ucraina e di come possiamo potenzialmente sfruttare il nostro team, le nostre reti e le nostre idee per affermare l’indipendenza culturale ed economica dell’Ucraina dalla Russia e la sua continua integrazione nella società occidentale”.

Insetti killer

L’armamento degli insetti e la guerra biologica che li utilizza per trasmettere malattie è uno dei campi in cui il complesso militare statunitense ha investito. Il Pentagono avrebbe condotto test sugli insetti in Georgia e in Russia. Nel 2014 il Centro Lugar è stato dotato di una struttura per insetti e ha iniziato un progetto intitolato “Raising Awareness about Barcoding of Sand Flies in Georgia and Caucasus”. (Sandflies è il nome comune utilizzato nella letteratura internazionale per una grande famiglia di insetti estremamente dannosi simili alle zanzare. In Grecia, il rappresentante più comune di questa specie è il moscerino. Nella nostra area geografica questi insetti sono responsabili della trasmissione della pericolosissima malattia Kala-Azar o leishmaniosi viscerale). Il progetto ha riguardato un’area geografica più ampia della regione georgiano-caucasica. Nel 2014-2015 sono state raccolte mosche della specie Phlebotomine nell’ambito di un altro progetto “Sorveglianza delle malattie febbrili acute” e tutte le mosche della sabbia (femmine) sono state testate per determinare il loro tasso di infettività. In un terzo progetto, che prevedeva anche la raccolta di mosche della sabbia, sono state studiate le caratteristiche delle loro ghiandole salivari.

Come risultato diretto di queste indagini, la Georgia è stata infestata da questi insetti pungenti dal 2015 in ogni mese dell’anno, questo non era mai stato il comportamento tipico di queste specie in Georgia. Questi insetti pungenti vivono in ambienti chiusi, soprattutto negli scarichi domestici e normalmente la stagione dell’insetto flebotomo in Georgia è estremamente breve – da giugno a settembre. Gli abitanti della zona lamentano di essere punti da questi insetti/mosche durante tutto l’anno. Sono anche molto resistenti al freddo e possono sopravvivere anche a temperature sotto lo zero in montagna. Dal lancio del progetto del Pentagono nel 2014, mosche simili a quelle della Georgia sono apparse nel vicino Daghestan (Russia) e, secondo i residenti locali, mordono e causano eruzioni cutanee.

Le mosche della famiglia delle Flebotomine trasportano nella loro saliva pericolosi parassiti, che trasmettono pungendo l’uomo. La malattia portata da queste mosche è di grande interesse per il Pentagono. Nel 2003, durante l’invasione statunitense dell’Iraq, i soldati americani sono stati gravemente punti da mosche della sabbia e hanno contratto la leishmaniosi. La malattia è endemica in Iraq e Afghanistan e, se la forma acuta non viene trattata, può essere fatale.

Un rapporto dell’esercito americano del 1967 intitolato “Arthropods of medical importance in Asia and the European USSR” elenca tutti gli insetti locali, la loro distribuzione e le malattie che portano. Il documento elenca anche le mosche pungenti che vivono nelle fogne. Il loro habitat naturale, tuttavia, sono le Filippine, non la Georgia o la Russia.

Nell’ambito del progetto DTRA “Virus e altri arbovirus in Georgia” nel 2014 è stata rilevata per la prima volta la zanzara tropicale Aedes Albopictus, insolita per questa regione, ed è stata confermata l’esistenza della zanzara Aedes Aegypti dopo sei decenni nella Georgia occidentale. Queste zanzare tropicali Aedes Albopictus, mai viste prima in Georgia, sono state rilevate anche nella vicina Russia (Krasnodar) e in Turchia, secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. La loro diffusione è insolita per questa parte del mondo. Le zanzare Aedes Aegupti si sono diffuse solo in Georgia, Russia meridionale e Turchia settentrionale. Sono stati individuati per la prima volta nel 2014, dopo l’avvio del programma del Pentagono presso il Lugar Center.

Attacco all’antrace

Nel 2007 la Georgia ha posto fine alla politica di vaccinazione annuale obbligatoria degli animali contro l’antrace. Di conseguenza, il tasso di morbilità della malattia ha raggiunto un picco nel 2013. Nello stesso anno, la NATO ha avviato la sperimentazione di un vaccino contro l’antrace umano presso il Lugar Center in Georgia.

L’antrace è uno degli agenti biologici che sono stati ampiamente studiati dall’esercito americano e fino agli anni ’50 l’Università dell’Iowa produceva in laboratorio e vendeva sul mercato internazionale il ceppo di Ames. Nonostante il Pentagono affermi che il suo programma è solo difensivo, ci sono prove del contrario. Nel 2016, presso il Lugar Center, gli scienziati statunitensi hanno condotto una ricerca sulla “sequenza del genoma del ceppo vaccinale sovietico/russo Bacillus anthracis 55-VNIIVViM”, finanziata dal Cooperative Biological Engagement Program della DTRA a Tbilisi e gestita da Metabiota (l’appaltatore statunitense del programma del Pentagono in Georgia).

Nel 2017, la DTRA ha finanziato un altro studio (dieci sequenze di genomi di isolati di Bacillus anthracis provenienti da uomini e animali della Georgia), condotto dall’USAMRU-G presso il Lugar Center.

Febbre

La febbre emorragica del Congo e della Crimea (CCHF) è causata dall’infezione di un virus trasmesso dalle zecche. La malattia è stata individuata e identificata per la prima volta in Crimea nel 1944 e le è stato dato il nome di febbre emorragica di Crimea. In seguito, nel 1969, è stata identificata come la causa della malattia in Congo, da cui deriva il nome attuale della malattia. Nel 2014, 34 persone (tra cui un bambino di 4 anni) sono state infettate dalla CCHF in Georgia. Tre di loro sono morti. Nello stesso anno, i biologi del Pentagono hanno studiato il virus in Georgia nell’ambito del progetto “Epidemiologia delle malattie febbrili causate dalla dengue e da altri arbovirus in Georgia”. Il progetto prevedeva l’analisi dei pazienti con sintomi di febbre e la raccolta di zecche, in quanto possibili portatori di CCHV, per le analisi di laboratorio.

La causa dell’epidemia di CCHF in Georgia è ancora sconosciuta. Secondo il rapporto del servizio veterinario locale, solo una zecca di tutte le specie raccolte nei villaggi infetti è risultata positiva alla malattia. Nonostante le autorità locali abbiano affermato che il virus è stato trasmesso all’uomo dagli animali, anche tutti i campioni di sangue degli animali sono risultati negativi. L’assenza di zecche e animali infetti è inspiegabile visto il forte aumento dei casi umani di CCHF nel 2014, il che suggerisce che l’epidemia non sia naturale e che il virus sia stato trasmesso deliberatamente.

Nel 2016, sono state raccolte altre 21.590 zecche per creare un database di DNA per studi futuri presso il Centro Lugar, nell’ambito del progetto del Pentagono “Valutazione della sieroprevalenza e della diversità genetica del virus della febbre emorragica del Crimea-Congo (CCHFV) e dei chantavirus in Georgia”.

Da dicembre 2017 sono stati segnalati 237 casi di febbre emorragica di Crimea-Congo (CCHF) anche in tutto l’Afghanistan, 41 dei quali sono stati fatali. Secondo il Ministero della Sanità afghano, la maggior parte dei casi è stata registrata nella capitale Kabul, dove sono stati segnalati 71 casi con 13 decessi, e nella provincia di Herat, vicino al confine con l’Iran (67 casi).

L’Afghanistan è uno dei 25 Paesi al mondo con laboratori biologici del Pentagono sul proprio territorio. Il lavoro in Afghanistan fa parte del programma di difesa biologica degli Stati Uniti – Cooperative Biological Engagement Program (CBEP), finanziato dal DTRA. Anche gli appaltatori del DTRA che lavorano presso il Lugar Center, CH2M Hill e Battelle, sono incaricati del programma in Afghanistan. CH2M Hill si è aggiudicata un contratto da 10,4 milioni di dollari (2013-2017). I contractor del Pentagono in Afghanistan e in Georgia sono gli stessi, così come le malattie che si diffondono tra la popolazione locale in entrambi i Paesi.

Fabbrica di armi biologiche

Le forze armate statunitensi producono e testano agenti biologici in una struttura militare speciale situata a Dugway Proving Ground (West Desert Test Center, Utah), come evidenziato in un rapporto del 2012 dell’esercito statunitense. L’impianto è supervisionato dal Comando militare di prova e valutazione.

La Life Sciences Division (LSD) di Dugway Proving Ground è incaricata della produzione di agenti biologici. Secondo il rapporto dell’esercito, gli scienziati di questa sezione producono e testano agenti biologici aerosolizzati presso il Lothar Saloman Life Sciences Test Facility (LSTF).

La Divisione Scienze della Vita è composta da un ramo di tecnologia dell’aerosol e da un ramo di microbiologia. Il ramo Tecnologia degli aerosol aerosolizza agenti biologici e simulanti. Il ramo della microbiologia produce tossine, batteri, virus e organismi che vengono utilizzati nei test in camera e sul campo.

I laboratori di fermentazione dell’Impianto Pilota per le Scienze della Vita coltivano i batteri in fermentatori che vanno da un piccolo sistema da 2 litri a un grande sistema da 1500 litri. Questi volumi non corrispondono in alcun modo alle esigenze di un “laboratorio di ricerca”, ma alla normale produzione. I fermentatori sono specificamente adattati ai requisiti del microrganismo da coltivare – pH, temperatura, luce, pressione e concentrazioni di nutrienti che danno al microrganismo tassi di crescita ottimali.

Nello stesso impianto, le forze armate statunitensi producono, possiedono e testano aerosol della tossina più letale del mondo, la neurotossina botulinica. Nel 2014, il Dipartimento della Difesa ha acquistato 100 mg di tossina botulinica da Metabiologics per testarlo a Dugway Proving Ground. Gli esperimenti risalgono al 2007, quando una quantità indeterminata di tossina è stata consegnata al Dipartimento della Difesa dalla stessa azienda, la Metabiologics.

Insetti geneticamente modificati – Virus geneticamente modificati

Il Pentagono ha investito almeno 65 milioni di dollari nell’editing genico. La nota DARPA ha incaricato 7 gruppi di ricerca di sviluppare strumenti per modificare il genoma di insetti, roditori e batteri nell’ambito del programma Safe Gene, utilizzando la tecnologia CRISPR-Cas9.

Nell’ambito di un altro programma militare, Insect Allies, gli insetti geneticamente modificati vengono ingegnerizzati per trasferire i geni modificati alle piante. Il programma della DARPA, del valore di 10,3 milioni di dollari, prevede sia l’editing genico degli insetti che dei virus che essi trasmettono. L'”ingegneria della preferenza di nicchia ecologica” è un terzo programma militare in corso per modificare il genoma degli insetti. L’obiettivo dichiarato del Pentagono è quello di ingegnerizzare gli organismi geneticamente modificati in modo che possano resistere a determinate temperature, cambiare il loro habitat e le loro fonti di cibo.

Dal 2008 al 2014, gli Stati Uniti hanno investito circa 820 milioni di dollari nella ricerca sulla biologia sintetica, con la difesa come fattore principale. La maggior parte dei programmi di biologia sintetica dell’esercito sono riservati, compresi alcuni studi riservati del gruppo segreto JASON, che ha un ruolo di consulenza per le forze armate statunitensi. JASON è un gruppo scientifico indipendente che fornisce consulenza al governo statunitense in materia di scienza e tecnologia della difesa. Fondata nel 1960, la maggior parte dei rapporti di JASON sono classificati. A fini amministrativi, i progetti di JASON sono gestiti dalla MITRE Corporation, che ha contratti con il Dipartimento della Difesa, la CIA e l’FBI. Dal 2014, MITRE ha stipulato contratti con il Dipartimento della Difesa per circa 27,4 milioni di dollari.

Sebbene i rapporti JASON siano riservati, un altro studio dell’Aeronautica militare statunitense, intitolato “Biotechnology: genetically modified pathogens” (Biotecnologia: agenti patogeni geneticamente modificati), fa luce su ciò che il team segreto JASON ha ricercato: cinque gruppi di agenti patogeni geneticamente modificati che possono essere utilizzati come armi biologiche. Si tratta di armi biologiche binarie (una combinazione letale di due virus), malattie da scambio di ospite (virus animali che “saltano” all’uomo, come il virus Ebola), virus stealth e malattie ingegnerizzate. Le malattie progettate possono essere ingegnerizzate per colpire un gruppo etnico specifico, il che significa che possono essere usate come armi biologiche etniche.

L’arma biologica etnica (arma biogenetica) è in linea di principio uno strumento teorico di guerra che mira a danneggiare principalmente individui di specifiche etnie o genotipi. Anche se ufficialmente la ricerca e lo sviluppo di armi biologiche etniche non è mai stata confermata pubblicamente, i documenti mostrano che gli Stati Uniti stanno raccogliendo materiale biologico da gruppi etnici specifici – russi e cinesi.

L’aeronautica militare statunitense sta raccogliendo speciali campioni russi di RNA e tessuto articolare, sollevando il timore di Mosca di un programma segreto di armi biologiche statunitensi. Oltre ai russi, gli Stati Uniti stanno raccogliendo in Cina materiale biologico da persone sani e da persone malate di cancro. Il National Cancer Institute ha raccolto campioni biologici da 300 persone delle città di Linxian, Zhengzhou e Chengdu in Cina. Un altro progetto federale, intitolato “Serum Metabolic Biomarker Discovery Study” per il carcinoma esofageo a cellule squamose in Cina, prevede l’analisi di 349 campioni di siero raccolti da pazienti cinesi.

Il materiale biologico cinese, tra cui saliva e tessuti tumorali, è stato raccolto nell’ambito di una serie di programmi federali. Tra questi, la genotipizzazione di campioni di DNA di casi di linfoma e di individui sani; frammenti di tessuto di pazienti affetti da cancro al seno; campioni di saliva di 50 famiglie con 3 o più casi di cancro esofageo; genotipizzazione di campioni di DNA provenienti da un ospedale oncologico di Pechino; genotipi di 3000 casi di cancro gastrico e 3000 individui sani di Pechino.

La connessione ucraina

Il DTRA ha finanziato 11 impianti di biotrattamento in Ucraina, molti dei quali situati vicino al confine con la Russia. L’Ucraina non controlla i laboratori biologici militari sul suo territorio. In base all’accordo del 2005 tra il Dipartimento della Difesa statunitense e il Ministero della Salute ucraino, al governo ucraino è vietato divulgare informazioni sensibili sul programma statunitense e l’Ucraina è tenuta a trasferire agenti patogeni pericolosi al Dipartimento della Difesa statunitense per la ricerca biologica. Il Pentagono ha accesso ad alcuni segreti di Stato ucraini in relazione ai programmi previsti dall’accordo.

Tra gli accordi bilaterali tra Stati Uniti e Ucraina c’è la creazione del Centro per la scienza e la tecnologia in Ucraina (STCU), un’organizzazione internazionale finanziata principalmente dal governo statunitense e coperta dallo status diplomatico. L’STCU sostiene formalmente progetti di scienziati precedentemente coinvolti nel programma sovietico di armi biologiche. Negli ultimi 20 anni, la STCU ha investito oltre 285 milioni di dollari per finanziare e gestire circa 1.850 progetti di scienziati che in passato hanno lavorato allo sviluppo di armi di distruzione di massa.

Uno dei laboratori del Pentagono si trova a Kharkiv, dove nel gennaio 2016 almeno 20 soldati ucraini sono morti a causa del virus influenzale in soli due giorni, mentre altri 200 sono stati ricoverati in ospedale. Il governo ucraino si è rifiutato di fare qualsiasi riferimento ai soldati ucraini morti a Kharkiv. Da marzo 2016, in Ucraina sono stati segnalati 364 decessi; l’81,3% è stato causato dall’influenza suina (H1N1), lo stesso ceppo che ha causato la pandemia globale nel 2009.

Allo stesso tempo, un’infezione altamente sospetta di epatite A si è diffusa rapidamente in pochi mesi nel sud-est dell’Ucraina, dove si trova la maggior parte dei laboratori biologici del Pentagono. Da gennaio 2018 37 persone sono state ricoverate per epatite A nella città ucraina di Mykolaiv. La polizia locale ha avviato un’indagine per “infezione da virus dell’immunodeficienza umana e altre malattie incurabili”. Tre anni fa più di 100 persone nella stessa città sono state infettate dal colera. Entrambe le malattie si sarebbero diffuse attraverso l’acqua potabile contaminata.

Nell’estate del 2017, 60 persone affette da epatite A sono state ricoverate nell’ospedale della città di Zaporizhzhya, ma la causa dell’epidemia è ancora sconosciuta.

Nella regione di Odessa, 19 bambini di un orfanotrofio sono stati trattati per l’epatite A nel giugno 2017.

Nel novembre 2017, sono stati segnalati 29 casi di epatite A a Kharkiv. Il virus è stato isolato in acqua potabile contaminata. Uno dei laboratori biologici del Pentagono si trova a Kharkiv, che un anno fa è stata accusata dell’epidemia di influenza mortale che ha causato la morte di 364 ucraini.

Nel 2011 l’Ucraina è stata colpita da un’epidemia di colera. Secondo quanto riferito, 33 pazienti sono stati ricoverati in gravi condizioni. Una seconda epidemia ha colpito il Paese nel 2014, quando più di 800 persone in tutta l’Ucraina hanno contratto la malattia. Nel 2015 sono stati registrati almeno 100 nuovi casi nella sola città di Mykolaiv. Una nuova variante altamente infettiva dell’agente del colera Vibrio cholera, con un’elevata somiglianza genetica con i ceppi segnalati in Ucraina, ha colpito Mosca nel 2014.

Il Southern Research Institute, uno degli appaltatori statunitensi che lavorano ai laboratori biologici in Ucraina, ha programmi per il colera, l’influenza e il virus zika, tutti agenti patogeni di importanza militare per il Pentagono.

Oltre al Southern Research Institute, altre due società private americane gestiscono laboratori biologici militari in Ucraina, la Black & Veatch e la Metabiota. Black & Veatch si è aggiudicata contratti per 198,7 milioni di dollari dal DTRA per la costruzione e la gestione di laboratori biologici in Ucraina (nell’ambito di due contratti quinquennali nel 2008 e nel 2012), oltre che in Germania, Azerbaigian, Camerun, Tailandia, Etiopia, Vietnam e Armenia.

Metabiota si è aggiudicata un contratto federale da 18,4 milioni di dollari nell’ambito del programma in Georgia e Ucraina. Questa società statunitense è stata anche incaricata di eseguire lavori per il DTRA prima e durante la crisi di Ebola in Africa occidentale e ha ricevuto 3,1 milioni di dollari (2012-2015) per il lavoro in Sierra Leone.

Il Southern Research Institute è il principale subappaltatore del progetto DTRA in Ucraina dal 2008. In passato, l’azienda è stata anche un appaltatore principale del Pentagono nell’ambito del programma di armi biologiche degli Stati Uniti per la ricerca e lo sviluppo di agenti biologici nell’ambito di 16 contratti tra il 1951 e il 1962.

Progetto GG-21 + Progetto UP-8: tutti i decessi di volontari saranno segnalati immediatamente

Tra i progetti più recenti lanciati dal Pentagono nelle ex repubbliche sovietiche della Georgia e dell’Ucraina vi sono il Progetto GG-21 e il Progetto UP-8. Il primo riguarda la Georgia, ha una durata di 5 anni con una possibile estensione fino a 3 anni, e si intitola “Arthropod-borne and zoonotic infections among military personnel in Georgia”. Secondo la descrizione del progetto, verranno prelevati campioni di sangue da 1.000 reclute militari al momento dell’esame fisico per la registrazione militare presso l’ospedale militare georgiano di Gori. I campioni saranno analizzati per la ricerca di anticorpi contro quattordici agenti patogeni: bacillus anthracis, brucella, virus CCHF, coxiella burnetii, francisella tularensis, hantavirus, rickettsia, virus TBE, bartonella, borrelia, ehlrichia, leptospira, salmonella typhi, WNV.

Secondo il contratto del progetto, la quantità di sangue da prelevare è di 10 ml. I campioni sono conservati a tempo indeterminato presso il Lugar Center o le strutture militari dell’USAMRU-G, e i campioni isolati possono essere inviati al quartier generale del Walter Reed Army Institute of Research negli Stati Uniti per futuri studi di ricerca. Il WRAIR è la più grande struttura di ricerca biomedica gestita dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. I risultati degli esami del sangue non saranno comunicati ai partecipanti allo studio.

Un tale processo, in circostanze normali, non può causare la morte. (A meno che le condizioni non siano normali o il processo sia diverso da quello mostrato). Tuttavia, secondo il rapporto del progetto, “tutti i decessi dei volontari saranno segnalati immediatamente (di solito entro 48 ore dalla notifica dello sperimentatore)” all’ospedale militare della Georgia e al WRAIR. I campioni di sangue dei soldati saranno conservati e ulteriormente analizzati presso il Lugar Center.

I documenti disponibili pubblicamente nel registro dei contratti federali degli Stati Uniti mostrano che l’USAMRU-G sta espandendo le sue attività ad altri alleati degli Stati Uniti nella regione e sta “creando infrastrutture di spedizione” in Bulgaria, Romania, Polonia e Lettonia, oltre che in Georgia e Ucraina. Il prossimo progetto dell’USAMRU-G, che prevedeva test biologici sui soldati, doveva iniziare a marzo di quest’anno presso l’ospedale militare bulgaro di Sofia.

Il DTRA ha finanziato un progetto simile che coinvolge i soldati in Ucraina con il nome in codice UP-8: “La diffusione del virus della febbre emorragica di Crimea-Congo (CCHF) e dei chantavirus in Ucraina e la possibile necessità di una diagnosi differenziale nei pazienti con sospetta leptospirosi”. Il progetto è iniziato nel 2017 ed è stato ripetutamente esteso fino al 2020, secondo i documenti interni.

Secondo la descrizione del progetto, verranno raccolti campioni di sangue da 4.400 soldati sani a Lviv, Charkiv, Odessa e Kiev. 4.000 di questi campioni saranno analizzati per verificare la presenza di anticorpi contro i chantavirus e 400 di essi per verificare la presenza di anticorpi contro il virus della febbre emorragica della Crimea-Congo (CCHF). I risultati delle analisi del sangue non saranno comunicati ai partecipanti allo studio.

Non ci sono informazioni su quali altre procedure saranno attuate, tranne che “gli incidenti gravi, compresi i decessi, devono essere segnalati entro 24 ore”. Tutti i decessi di soggetti dello studio che si sospetta o si sa essere collegati alle procedure di ricerca devono essere segnalati ai comitati di bioetica negli Stati Uniti e in Ucraina”. Aumenta la preoccupazione per i potenziali decessi dovuti a un singolo “prelievo di sangue”.

Un segnale di pericolo dal passato

Impensabile non significa impossibile. L’esperienza degli ultimi anni dovrebbe avercelo insegnato, quando la situazione di emergenza ha smesso di essere l’eccezione ed è diventata la regola. E sarebbe un’ingenuità suicida per ognuno di noi “rassicurarsi” dietro l’aspettativa di aver consumato più della nostra parte di miseria nella storia. La sorpresa per come le cose che viviamo siano “ancora” possibili nel XXI secolo non è una difesa per nulla. Nemmeno lo stupore di fronte alle armi biologiche e a come sia possibile che alcune milizie stiano attualmente lavorando a piani sullo spettro della guerra biologica fermerà qualcosa.

Le prove dimostrano che almeno una “superpotenza” non ha smesso di ricercare e sviluppare armi biologiche negli ultimi decenni e ha intensificato i suoi sforzi negli ultimi anni. Nell’arena della competizione intracapitalistica, il solo sospetto che gli agenti patogeni vengano armati e possano essere già stati utilizzati sarebbe sufficiente a scatenare una corsa agli armamenti biologici. Non si tratta più solo di sospetti, quindi è del tutto plausibile che non siano solo gli Stati Uniti ad aver investito nelle capacità belliche delle biotecnologie.

Il solo pensiero di un nemico invisibile, potenzialmente in grado di sopraffare intere popolazioni senza possibilità di reazione, potrebbe essere paralizzante e portare facilmente a una volontaria sottomissione ai dettami delle autorità, come è accaduto con la pandemia. Ma questo atteggiamento, di paralisi-arrendevolezza, non è mai stato la misura della storia.

Alcuni decenni fa l’Europa era animata dal movimento contro le armi nucleari, sia per uso bellico che per uso “pacifico”. Quel movimento non aveva un avversario più facile, né le conseguenze potenziali sarebbero state minori se la terza guerra mondiale “fredda” fosse fallita. Nonostamte questo, il movimento antinucleare è riuscito nei momenti critici a porre fine ai piani nucleari e ha impedito al continente europeo di trasformarsi in una vasta piattaforma di lancio di missili nucleari. Non sappiamo se oggi avremmo il lusso di discutere e riflettere sulle conseguenze di una guerra biologica se non fosse stato per quel movimento, sostituito da una massa di persone paralizzate dalla paura. Questo è il segnale di pericolo, ma anche il chiaro monito che il passato ci invia. Altrimenti saranno gli scarafaggi a occuparsi della stesura dell’epilogo e probabilmente non saranno gentili nel criticare la nostra specie…

Hurry Tuttle
Dalla rivista greca Cyborg, numero 24, giugno 2022, Atene https://www.sarajevomag.net/cyborg/cyborg.html
Testo tradotto dal greco con traduttore automatico e rivisto

Appendice

L’epatite A ha causato un’epidemia inspiegabile nel sud-est dell’Ucraina, dove si trova la maggior parte dei laboratori biologici del Pentagono. Nel 2011, 33 persone sono state infettate dal colera in Ucraina. L’epidemia è ripresa nel 2014, quando a più di 800 ucraini è stata diagnosticata la pericolosa malattia. Nel 2015, a Nikolaev sono stati registrati più di 100 nuovi casi di infezioni da colera.

Uno dei progetti di Battelle è stato il Project Clear Vision, dal 1997 al 2000. In base a un contratto assegnato dalla CIA alla Battelle, quest’ultima ha ricostruito e testato una bomba all’antrace di epoca sovietica per verificarne le caratteristiche di proliferazione. L’obiettivo dichiarato del progetto era quello di valutare le caratteristiche di diffusione degli agenti biologici utilizzando le bombe.

0,29 dollari a morte. Un rapporto dell’esercito americano del 1981 ha confrontato due scenari – 16 attacchi simultanei a una città da parte di zanzare Aegupti infettate con la febbre gialla e un attacco con aerosol di tularemia – e ne ha valutato l’efficacia in termini di costi e vittime. Più alto è il numero di vittime, più basso è il numero di morti.

I laboratori di guerra biologica non sono l’unico collegamento tra Stati Uniti e Ucraina. Nel giugno 2021, pochi mesi prima della guerra, una squadra congiunta del Laboratorio medico della 1a area e di Fort Detrick era in Ucraina per condurre esercitazioni congiunte con l’esercito ucraino.

Secondo il sito ufficiale dell’esercito americano: “Jangwoo Lee, capo del 1° AML per la valutazione delle malattie endemiche e della guerra biologica, ha dichiarato che i soldati statunitensi hanno sostenuto la creazione di un’unità mobile di diagnosi biologica del Ministero della Difesa ucraino. L’iniziativa di formazione della Defense Threat Reduction Agency (DTRA) degli Stati Uniti si è concentrata sui test diagnostici di reazione a catena della polimerasi e sull’identificazione in loco degli agenti biologici.

Lee ha detto che le truppe statunitensi hanno tenuto lezioni di formazione, addestramento pratico ed esercitazioni sul campo con le truppe ucraine in ambienti di laboratorio e sul campo…

Il 1st Area Medical Laboratory fa parte del 20th Chemical, Biological, Radiological, Nuclear, Explosives (CBRNE) Command, l’unico quartier generale multifunzionale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che si occupa di tutti i rischi… Il laboratorio unico dell’Esercito degli Stati Uniti è stato spesso impiegato a sostegno delle operazioni militari, compreso lo sforzo del 2014-2015 per contenere l’epidemia di Ebola in Africa occidentale…

Secondo il comandante del 1° AML, la recente missione di addestramento ha permesso al suo comando di stringere un rapporto più forte con gli operatori sanitari ucraini. In quanto risorsa preziosa sul campo, è imperativo che la 1a AML sia pronta a lavorare con i nostri partner comuni e alleati. Formazioni come questa offrono una grande opportunità di collaborazione professionale e di costruzione di relazioni. Queste opportunità aiutano anche a sviluppare una comprensione scientifica condivisa delle capacità e di come possiamo supportarci a vicenda sul campo”.

In altre parole, l’élite americana della guerra biologica ha condotto esercitazioni congiunte con l’esercito ucraino, essenzialmente il primo addestrando il secondo, per migliorare la cooperazione tra gli alleati e trovare il modo di sostenersi a vicenda sul campo.

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ICGEB: La sovranità della scienza al di sopra di tutto

È ormai di qualche mese la notizia che il governo italiano ha conferito piena immunità e inviolabilità al Centro Internazionale per l’ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) di Trieste e al personale di ricerca in esso presente. Lo Stato italiano si è impegnato ad elargire un finanziamento annuo di 10 milioni di euro e l’utilizzo gratuito di circa 8000 metri quadrati di suolo ed edifici.
L’ICGEB  nasce nel 1983 come progetto dell’Organizzazione Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido), diventando successivamente nel 1994 un’Organizzazione Internazionale autonoma che riunisce 65 Stati membri, con collaborazioni di settore come la Fondazione Bill e Melinda Gates, la New England Biolabs (attiva in ricerche in campo biotecnologico) e la Genethon, azienda leader nel campo della terapia genica. ICGEB ha svariati laboratori nel mondo ed è strettamente legato all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite di cui condivide la visione sulle prossime emergenze.
I segreti ben custoditi dell’ICGEB  evidentemente non sono il tipo di ricerche portate avanti, ma come queste effettivamente sono realizzate. Nel sito internet dell’ICGEB  si può leggere che “i programmi di ricerca comprendono progetti scientifici di base come il controllo dell’espressione genica, la replicazione del dna, la riparazione del dna e l’elaborazione dell’RNA, studi su virus umani quali HIV, HPV e rotavirus, immunologia molecolare, neurobiologia, genetica molecolare, ematologia sperimentale e terapia genica umana. I programmi di ricerca di ciascun Gruppo sono periodicamente valutati attraverso visite in loco che coinvolgono panel internazionali di scienziati con competenze specifiche nei rispettivi campi, le cui raccomandazioni sono riportate al Consiglio Scientifico ICGEB. Le attività di ricerca dei laboratori ICGBE Trieste sono supportate anche da un gran numero di sovvenzioni concesse da varie agenzie di finanziamento internazionali”.
Negli ultimi anni di dichiarata pandemia nomi come Wuhann o Forth Dick ci sono diventati noti, come si voleva che fossero noti: eccezionalità nel mondo della ricerca o “super laboratori”, laboratori classificati fino a quattro punti che ne descrivono l’altissimo livello di pericolosità. I punteggi, assegnati dai loro stessi organi di controllo,  non sono un reale metro di valutazione e anche le diciture come “super laboratorio” servono solo a confondere e a far trasferire l’attenzione sui contorni al fine di creare un susseguirsi di interrogativi che non potranno mai essere soddisfatti. Questi laboratori invece sono reali e concreti e portano avanti esperimenti utilizzando le tecniche di ingegneria genetica. Nel mondo se ne contano circa una sessantina sparsi soprattutto nei paesi del Sud del mondo. Cosa avviene precisamente al loro interno è un mistero, sappiamo però che con l’aiuto dell’ingegneria genetica si ricombinano virus,  molti di questi spariti da tempo dalla circolazione.  Senza aver paura di esagerare possiamo affermare che in nome della difesa da una possibile “Guerra biologica” se ne preparano continuamente in laboratorio, ovviamente a livello preventivo verso possibili minacce future.
 Abbiamo ormai compreso che la pace si prepara con lo stoccaggio continuo di armi atomiche in grado di distruggere più volte il pianeta e lo stesso avviene con le armi biologiche: tutti le aborrono e tutti ci lavorano, spesso in grande collaborazione con il fine unico ovviamente della pace. Basti pensare al laboratorio di Wuhan dove esisteva una fitta rete di relazioni tra Cina, Stati Uniti, Francia e altri paesi. Abbiamo visto l’esistenza di decine di questi laboratori in Ucraina sotto stretta vigilanza del pentagono, ben poco è uscito sugli esperimenti condotti, probabilmente questo avrebbe messo in imbarazzo il denunciante stesso, che avrebbe dovuto dire qualcosa sui propri di laboratori non necessariamente militari e segreti, ma anche presenti in qualche rinomata struttura universitaria.  
La rivista di settore statunitense Fierce Pharma già il 9 Dicembre 2013 scriveva: “l’azienda biotecnologica Pfizer ha firmato un contratto 7,7 milioni con Darpa”. Il Pentagono incarica Pfizer di “ripensare radicalmente lo sviluppo dei vaccini. Ciò che l’agenzia Darpa ha rivelato implica che vuole accorciare i tempi di risposta alle minacce di pandemie o di bioterrorismo eliminando molti dei passaggi attualmente necessari per conferire l’immunità”. In una circolare sui contratti in vigore all’epoca, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha dichiarato a questo proposito: “Pfizer condurrà un programma di ricerca e sviluppo finalizzato alla messa a punto di una piattaforma tecnologica in grado di identificare gli agenti patogeni emergenti direttamente in un individuo infetto o esposto e di produrre successivamente anticorpi protettivi nel suo organismo”.
Ma senza la tecnica di “chirurgia genetica” o “gene editing”, per la quale nel 2012 è stato assegnato il premio Nobel a due scienziate, la piattaforma a mRNA per i sieri genici non sarebbe stata possibile. Il sistema, chiamato CRISPR/Cas9, sviluppato per la modificazione di vegetali, di animali da allevamento e da laboratorio e per le terapie geniche, consente di apportare modifiche alle sequenze genetiche con maggiore precisione, velocità, risparmio e apre alla possibilità di modificare geneticamente la linea germinale umana con modificazioni genetiche trasmissibili di generazione in generazione.
Se si pensasse alla ricerca pubblica come ad un possibile argine verso l’irrefrenabile messa in opera della piattaforma biomedicale, significa ancora una volta non comprendere che ci sono direzioni nella ricerca scientifica che non si possono imbrigliare, immancabilmente varrà il solito mantra tecno-scientifico: se tecnicamente è possibile si farà. Con queste formule di pensiero ci siamo ritrovati nella situazione attuale, si è confuso il sapere con la competizione e la corsa scientifica attuale, capitanata dalle bio-nanotecnologie è sempre verso bio-armamenti, che possono essere più  micidiali in tempi di pace che di guerra, come ci ha insegnato il Sars-Cov2.
Ricordiamo la conferenza di Asilomar del 1975 in cui i ricercatori discutevano di regolamentazioni e di porre dei limiti alle ricerche di ingegneria genetica sul DNA ricombinante. Ma regolamentare significa di fatto legittimare quelle pratiche e sviluppi tecno-scientifici ponendo dei limiti che man mano saranno eliminati. Regolamentare per dare una parvenza di tutela, per aspettare un accettazione sociale di determinati sviluppi o che essi penetrino nel quotidiano fino a normalizzarsi. Fermare le tecnologie di ingegneria genetica, quei laboratori in cui vengono sviluppate e fermare i processi che ne seguono invece significa fermare tutto quel mondo.
In questa particolare fase della dichiarata pandemia, non importa se in declino, molte altre ne verranno hanno assicurato a Davos e di riporto i vari ministri italiani, ecco arrivare in Italia un nuovo laboratorio pronto per i tempi che verranno. Ovviamente questo centro si impegnerà anche per il Covid 19, come non potrebbe visto che milioni di persone solo in Italia si sono inoculate un siero sperimentale a mRNA frutto dell’ingegneria genetica e considerando che si tratta di un centro internazionale volto a sviluppare l’ingegneria genetica e le biotecnologie.  La notizia della sua nascita è uscita quasi per caso tramite la Gazzetta Ufficiale del 16 Giugno “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l’ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia”.
Troviamo inutile e fuorviante dilungarci sui misteri che avvolgono questo centro, ne sappiamo già abbastanza per essere fortemente critici verso queste strutture con il loro personale internazionale ben pagato e protetto da qualsiasi cosa questi possano realizzare e anche dalle possibili conseguenze. Interroghiamoci su come questo centro non si ponga difficoltà a livello economico, cosa che fanno praticamente tutti i centri di ricerca, evidentemente ha un budget a disposizione che non possiamo neanche immaginare. Questo ci fa pensare al Darpa che rappresenta la ricerca militare negli Stati Uniti e che ha a disposizione fondi illimitati sia per proprie ricerche che possono essere robot a quattro zampe o nuovi pericolosissimi virus ricombinati, sia per finanziare anche altri progetti di suo interesse nel mondo come per esempio le zanzare OGM di Crisanti.
Quello che si sta velocizzando è un tipo di ricerca per tempi di “emergenza”, il nuovo mondo che si va a delineare che corre con la rete 5G  prepara la sua piattaforma digital-sanitaria. Il centro di Trieste, che siamo sicuri rappresenterà solo un inizio di quello che vedremo fiorire nel fù bel paese, da la traccia di quello che ci attende e dovrebbe anche indicare la strada a chi vuole opporsi al paradigma bionanotecnologico e cibernetico. Ecco la visione, quella che ci viene posta come tale da questo centro: “Essere l’organizzazione intergovernativa a livello mondiale per la ricerca, la formazione e il trasferimento tecnologico nel campo delle scienze della vita e delle biotecnologie”. E continuando: “Combinare la ricerca scientifica con il potenziamento delle capacità, promuovendo così uno sviluppo globale sostenibile”. L’obiettivo è “conciliare il progresso economico globale con la giustizia sociale e la conservazione delle risorse naturali”. In questa direzione “I paesi in via di sviluppo, le economie emergenti e le nazioni industrializzate devono fare la loro parte per garantire il successo dell’Agenda 2020-2030. […] L’obiettivo finale è responsabilizzare gli Stati membri dell’ICGEB nell’uso degli ultimi sviluppi scientifici e aiutare i membri ad applicare moderne soluzioni biotecnologiche per porre fine alle malattie e raggiungere la sicurezza alimentare ed energetica, promuovendo nel contempo lo sviluppo del capitale umano attraverso l’istruzione, la formazione e la fornitura di pari opportunità per tutti”.
Questo linguaggio, che non ha niente a che vedere con quello che sarebbe da aspettarsi per l’insediamento di una nuova cittadella scientifica, è frutto del nuovo paradigma totalitario e sostenibile allo stesso tempo. Si inaugura non un semplice centro di ricerca, ma quella visione fluida di uno Stato piattaforma, dove la salute delle persone e la salvaguardia del pianeta passano dalle tecno-scienze e qui scompaiono per dare priorità alla biotecnologia avanzata.
Siamo fiduciosi  che l’ecologismo denunci  la falsa sostenibilità di queste ricerche, che gli animalisti denuncino le atroci torture effettuate sugli animali, che gli attivisti contro i sieri genici denuncino il paradigma di ingegneria genetica e soprattutto che l’attivismo contro il green pass riconosca il messaggio a livello nazionale dato da questo insediamento.
Il ruolo di questo centro va calato nel contesto che lo ha reso prima necessario e dopo voluto come necessità ineluttabile. Non criticare adesso e con forza questi insediamenti ci lascerà impreparati alla nuova riconfigurazione sociale e biologica introdotta sui nostri corpi che si va realizzando nella crescente rapidità emergenziale. Il paradigma biotecnologico va rifiutato e combattuto nella sua totalità,  prima di diventare anche noi deboli e sterili monocolture OGM disponibili per il tecno-totalitarismo. A monte  rigettiamo ogni tecnica di ingegneria genetica e l’idea di mondo e di essere umano che portano e comportano con la consapevolezza che non è possibile nessun tipo di regolamentazione. Rimettiamo al centro l’indisponibilità dei corpi e del vivente.

Invitiamo tutte e tutti ad una grande mobilitazione che riporti l’attenzione la dove la si vuole spostare e tessendo il necessario filo conduttore tra tutte le emergenze che hanno preparato e prepareranno.

Resistenze al nanomondo, Ottobre 2022, Bergamo
www.resistenzealnanomondo.org

Testo in pdf:

Benvenuti a Pesaro nella nuova “stalla” biotecnologica

Il Comune di Pesaro ha autorizzato la vendita di un terreno pubblico per la creazione di un laboratorio di bio-sicurezza (BSL3) di livello 3 che sarà gestito dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Togo Rosati dell’Umbria e delle Marche (IZSUM).
Si legge, nella delibera approvata in questi giorni, che l’Istituto Zootecnico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche “ha manifestato l’intenzione di comprare mediante trattativa privata diretta altri terreni di proprietà comunale, in adiacenza a quelli di sua proprietà, siti in località Torraccia tra via Furiassi e via Grande Torino al fine di implementare la sede locale attraverso: la creazione di un laboratorio di bio-sicurezza (BSL3), ossia una struttura in grado di garantire sperimentazioni e manipolazioni – in vivo e in vitro – di agenti virali pericolosi per la salute animale e dell’uomo di massima sicurezza e contenimento biologico; la realizzazione di stalle contumaciali per la stabilizzazione di grandi e piccoli animali in grado di garantire misure di bio-contenimento e bio-sicurezza nei confronti degli agenti infettivi”.
Già nel 2018 vi era stata una vendita di un terreno comunale di tremila metri quadrati per 260 mila euro e attualmente è prevista quest’altra vendita di 12mila metri quadrati per 500 mila euro, benché la stima fosse di 700mila, ed è in quest’ultimo terreno che si insedierà il nuovo Biolaboratorio. Dalla vendita di questo terreno le casse comunali andranno a rimpinguarsi e l’Istituto Zooprofilattico potrà mettere in campo il finanziamento di 4 milioni di euro che ha avuto dai fondi provenienti sembra dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ma potrebbero esserci anche altri finanziatori, adesso e in futuro, considerando gli indirizzi della ricerca che ufficialmente verrà portata avanti.
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche è un’azienda sanitaria pubblica che opera nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, garantendo per queste regioni prestazioni tecno-scientifiche in materia di igiene e sanità pubblica veterinaria. Già nel 1995, con due distinti decreti del Ministero della Sanità, l’Istituto aveva avuto il riconoscimento di “Centro di Referenza Nazionale per la Leucosi Bovina Enzootica e per lo studio e la diagnosi delle Pesti Suine”. Una successiva denominazione ha classificato questi laboratori come “Centro di referenza nazionale per lo studio dei retrovirus correlati alle patologie infettive dei ruminanti” e come “Centro di referenza nazionale per lo studio delle malattie da pestivirus e da asfivirus”.
Nel sito internet dell’Istituto si legge: “Compito dell’Istituto, inoltre, è svolgere attività di ricerca, sia collegata alle tradizionali attività diagnostiche che nel campo dell’igiene degli alimenti e delle produzioni zootecniche, ed intrattenere rapporti di collaborazione tecnico-scientifica con istituzioni di ricerca nazionali ed internazionali. L’Istituto è autorizzato dal Ministero alla Sanità alla produzione, commercializzazione e distribuzione di vaccini e presidi diagnostici occorrenti per la lotta contro le malattie infettive e per le attività di sanità pubblica veterinaria. L’Istituto è anche in condizione di svolgere un importante ruolo professionale e scientifico in settori d’interesse emergente, quali la difesa dell’ambiente, la tutela faunistica, il monitoraggio degli ecosistemi terrestri e marini, la contaminazione ambientale ed il benessere animale. Di notevole rilievo è il compito, di recente affidato all’Istituto dalla Regione Umbria con il Piano Sanitario 1999-2001, di realizzare un sistema informatizzato in rete, che lo colleghi alle Sezioni provinciali, alla Regione ed alle Aziende Sanitarie Locali e che rappresenta la base infrastrutturale per la costituzione dell’Osservatorio Epidemiologico Veterinario (O.E.V.)”.
La notizia dell’imminente nascita di questo centro si è diffusa dopo l’indignazione degli abitanti delle zone limitrofe a dove dovrebbero sorgere i laboratori, considerando, a poche centinaia di metri, le case, i giardini pubblici, un fiume, ma soprattutto considerando il ricordo ancora vivo di un laboratorio cinese di nome Wuhan. Come prevedibile le istituzioni si sono affrettate a rassicurare tramite i giornali locali sui livelli di sicurezza del nuovo IZSUM, sbagliando però questa volta argomento, visto che è proprio il livello alto di protezione 3 del laboratorio a preoccupare le persone, considerando che Wuhan era di livello 4.
Il mese passato l’assessore Riccardo Pozzi entrando nel merito della delibera per la prossima realizzazione del centro di ricerca descriveva quest’ultimo come un punto di riferimento per l’intero centro Italia, contraddicendosi però nelle settimane successive quando dichiarava “zero rischi e zero esperimenti”, continuando a considerare il centro come una grande opportunità per la città di Pesaro. Ormai ci stiamo abituando a determinate descrizioni che trasformano startup e centri di ricerca in vere e proprie possibilità sociali, come se venissero realizzati una biblioteca o un parco per far uscire i bambini dall’asfalto. Strutture spesso poi realizzate per controbilanciare attività non gradite dalla popolazione, non stupirebbe che una parte dei 200 mila euro risparmiati dall’acquisto del terreno venisse reinvestita in progetti “ecosostenibili ed inclusivi” per la cittadinanza, come già si è visto in altre situazioni simili accontentando così tutti e garantendo il seguito elettorale dei rappresentanti istituzionali.
Un centro di ricerca sperimentale diventa così un luogo dove non si fanno sperimentazioni e manipolazioni, un luogo che dà lavoro alla comunità come se ci fossero biotecnologi e nanotecnologi con il reddito di cittadinanza o in fila al Centro per l’impiego. Poco più di una “stalla” a sentire il signor Caputo, direttore dell’Istituto, che parla di innocue quarantene per animali colpiti da malattie virali e batteriche.
La realizzazione di un laboratorio simile va situata nell’attuale momento che stiamo vivendo: è in corso un’accelerazione del paradigma tecno-scientifico e le bionanotecnologie si insinuano nel mondo facendosi “ambiente” apprestandosi ad accompagnare l’intera nostra esistenza. Non ci stupisce che in questo caso si parta dalla salute veterinaria, ma non deve farci illudere che l’aspetto non ci riguardi: ci attende un’esistenza zootecnica, tutto va in quella direzione, se il mondo si fa laboratorio a noi ci attende lo stabulario.
Nel 2020, in piena dichiarata emergenza sanitaria, gli Stati Uniti hanno trasferito dall’Egitto alla Sicilia all’interno della base militare di Sigonella il NAMRU3 (Naval Medical Resarch Unit), un laboratorio di livello 3 della Marina Militare che conduce ricerche su virus e batteri, ma in particolare su malattie enteriche, infezioni acute respiratorie, epatiti, tubercolosi, meningiti, fino all’HIV e a varie infezioni da parassiti che potrebbero rappresentare un grave problema sanitario. Il trasferimento del quartiere generale del centro di ricerca nel cuore della Naval Air Station di Sigonella – realizzato con evidente fretta, considerando che era presente in Egitto dal 1945 – è stato giustificato dal fatto che risulta “Il luogo più ideale per le operazioni, poiché l’Hub of the Med risulta geograficamente centrale rispetto ai tre comandi di combattimento che il centro di ricerca deve supportare: il comando centrale (Centcom), il comando europeo (Eucom) e il comando africano (Africom)”. Tra l’altro questo trasferimento era stato deciso ben prima della dichiarata pandemia, evidentemente la chiaroveggenza che contraddistingue i militari li ha spinti a tirarsi avanti e a mettere base dove occorre.
L’aspetto della ricerca militare non dovrebbe portare a pensare che in questi centri si concentri il “segreto” di inconfessabili ricerche. Questo è l’aspetto che si vive dall’esterno, quello che si dà. La realtà è però ben più complessa, il concentrarci sul drone che protegge dall’alto il NAMRU distoglie la nostra attenzione su quello che avviene in quella che è stata chiamata “poco più di una stalla per animali infetti” come il nascente Istituto Zooprofilattico di Pesaro che è stato classificato di livello 3. Ricerche e centri di questo livello, evidentemente strutturati per un’esistenza di emergenza perenne, non fanno distinzione tra militare e civile. Anche da una “semplice stalla sperimentale” può uscire quello che occorre a condire una nuova arma batteriologica della NATO, perché ormai dovremmo averlo compreso, in tempi di emergenza tutto può accadere e le nostre previsioni e analisi più pessimiste spesso non eguagliano quello che effettivamente può essere messo in pratica. Il motivo è molto semplice, il sentire comune fa riferimento ai trattati, alle regole strettissime che sono un’infinità e a tutti i vari comitati bioetici, ma la realtà è che costoro non ragionano in questi termini, non vi è un rischio-beneficio da calcolare, ma un unico beneficio per i loro interessi e possiamo su questo essere certi che passeranno sopra ogni cosa pur di attuarli. Esistono anche i Manuali di Biosicurezza molto dettagliati e precisi, sulla carta, dove si interrogano su quello che può essere un “rischio accettabile”. Cosa significa questo, cosa può essere ritenuto “accettabile”? Che eventuali virus si disperdano nei quartieri e non raggiungano il fiume? O che il problema non vada oltre la cittadina? Questo ricorda determinati documenti che giravano durante la realizzazione della linea TAV nel Mugello dove venivano fatte anche le stime dei morti che ci sarebbero stati nella realizzazione dei lavori. Ma se invece di pensare sempre agli effetti ultimi non si iniziasse a puntare la riflessione e lo sguardo verso il principio, dove tutto nasce, allora gli interrogativi potrebbero essere perché risparmiare dieci minuti di viaggio e perché incrementare l’ingegneria genetica e la biologia sintetica anticamera della guerra batteriologica?
I manuali di biosicurezza sono scritti da chi dovrà essere controllato da quelle misure di sicurezza, perché sono loro gli esperti e i detentori di quel sapere tecno-scientifico, sono loro gli stessi promotori e fautori dei processi in corso. Poi, quando avviene un disastro, gli abitanti sono chiamati a diventare co-gestori e amministratori attivi e responsabili dello stesso disastro, come a Fukushima dove la popolazione aveva imparato ad automisurarsi i propri livelli di contaminazione radioattiva.
A Trieste il Centro Internazionale per l’Ingegneria Genetica e Biotecnologia (ICGEB) di livello 3 nei mesi scorsi ha ricevuto dal governo italiano piena immunità e inviolabilità per il personale di ricerca e per quello che viene portato avanti all’interno dei suoi laboratori. Da quel momento non sono più tenuti a riferire sullo sviluppo delle loro ricerche di ingegneria genetica, ricerche che sono incentrate, come si legge dalla pagina del Centro, su “controllo dell’espressione genica, replicazione del DNA, riparazione del DNA, elaborazione dell’RNA; studi su virus umani quali HIV, HPV e rotavirus, immunologia molecolare, neurobiologia, genetica molecolare, ematologia sperimentale e terapia genica umana”. Nella sezione di sicurezza di livello 3 viene studiato anche il SARS-CoV-2 insieme ad altri agenti patogeni.
Nell’affrontare le tecnologie di ingegneria genetica e le nanotecnologie il pensiero è sempre diretto verso effetti avversi e possibili incidenti considerati come non voluti, ma quando si tratta di tali sviluppi gli effetti collaterali e gli incidenti sono sempre disastri annunciati che serviranno poi a velocizzare e a normalizzare altri passaggi. La vera preoccupazione dovrebbe andare invece verso quello che volutamente e con rigore scientifico stanno mettendo in campo e contro l’intero paradigma di ingegneria genetica e bionanotecnologia. All’Inserm di Lione in simili laboratori si sta tentando la fusione del virus dell’aviaria con quello dell’influenza A allo scopo di cercare possibili antidoti. Apparentemente buone intenzioni, ma quali temibili agenti patogeni ricombinanti potrebbero venir fuori? Dobbiamo sperare che prevalga il principio di Ippocrate invece che quelli del generale Caster?
Uno sguardo verso altre situazioni che si occupano di ricerca genetica (e di vivisezione sugli altri animali) come la Fondazione Telethon – che tra l’altro raccoglie ogni anno milioni di euro per rarissime malattie, considerando che i sempre più comuni tumori non rendono abbastanza – aiuta a comprendere cosa sia un biolaboratorio di livello 3. In questo modo descrivono le attività in uno di questi laboratori: “Tutti i microrganismi a elevato potenziale patogeno, capaci cioè di provocare malattie gravi o per le quali non vi sono ancora contromisure, devono essere manipolati in laboratori ad alto livello di biosicurezza. Il laboratorio di biosicurezza livello 3 (BSL3) dell’Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem) permette l’isolamento, la manipolazione e lo studio di organismi patogeni in elevate condizioni di sicurezza sia per l’operatore che per la comunità”. Ad ascoltare le parole del signor Caputo all’interno del nuovo Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Pesaro non si manipolerebbe nulla, nessun esperimento significativo, quindi quelle decine di ricercatori e cervelli in fuga che avremo preferito proseguissero la corsa si limiterebbero a seviziare gli animali con qualche prelievo di sangue e test di routine nelle “stalle sperimentali” da quattro milioni di euro. Ma quello che faranno sui corpi degli animali sarà ben altro, l’uso strumentale del termine “sperimentazione” nasconde l’atroce verità della vivisezione.
Non c’è distinzione tra laboratori che lavorano per “difendere” dalle minacce biologiche e quelli che le sviluppano. Innanzitutto dalla minaccia biologica all’arma biologica il passaggio è breve e “non c’è alcuna differenza sostanziale: fanno esattamente lo stesso lavoro. Quando un laboratorio biologico studia una minaccia, ad esempio un virus mutato, sia che lo faccia per prevenirla o per metterla in campo, deve fabbricare la minaccia. […] Nel momento in cui inizia la produzione di massa, la distinzione tra la ricerca per la prevenzione o per la diffusione non esiste più”1.
Pensiamo sia importante dare uno sguardo complessivo a quello che sta avvenendo, questi biolaboratori stanno proliferando ovunque nel mondo anche, e soprattutto, quelli di livello 4. Non sempre è chiaro quante strutture esistano, che cosa realmente facciano e soprattutto quanto materiale altamente pericoloso sia in circolazione. E quando questi laboratori sono situati dentro basi americane come a Sigonella le sorprese potrebbero essere ancora più ricombinanti. Un recente editoriale della celebre rivista Nature, punto di riferimento della comunità scientifica mondiale e nota per la sua “neutralità”, lancia l’allarme riguardo la possibilità di incidenti che vanno dai contagi accidentali del personale alle fughe di agenti infettivi, fino al rischio che malintenzionati possano mettere le mani sugli agenti patogeni per compiere attacchi bio-terroristici. Gli allarmi lanciati da queste élite scientifiche editoriali fanno rammentare l’esercitazione denominata Event 201 compiuta prima che venisse dichiarata l’emergenza pandemica nel mondo e ci rimandano all’ultima esercitazione Catastrophic Contagion2 condotta dal Johns Hopkins Center for Health Security, in collaborazione con l’OMS e l’immancabile Bill & Melinda Gates Foundation e al progetto della NATO Boosting NATO Resilience to Biological Threats3 per prepararsi alle prossime minacce biologiche. Quando costoro mettono in guardia su un problema significa che stiamo già vivendo quel problema, significa che camici bianchi e tute mimetiche hanno già messo le loro mani guantate fin troppo dentro tra quegli agenti patogeni.
Il fatto che il nuovo biolaboratorio di livello 3 in progetto a Pesaro sia un Istituto Zooprofilattico deve destare ulteriore attenzione e preoccupazione. In Italia esistono una decina di Istituti Zooprofilattici, senza contare le 90 sezioni diagnostiche periferiche, legati al Servizio Sanitario Nazionale che ne dispone per “la sorveglianza epidemiologica, la ricerca sperimentale, la formazione del personale, il supporto di laboratorio e la diagnostica nell’ambito del controllo ufficiale degli alimenti. La funzione di raccordo e coordinamento delle attività degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali è svolta dalla Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della salute, che ne definisce, mediante il lavoro della Commissione Scientifica nazionale, le linee guida e le tematiche principali”. Potremmo trovarci difronte a una trasformazione ed evoluzione in ogni regione degli Istituti zooprofilattici in biolaboratori di livello 3 dando il via ad una rete di costruttori di emergenze perenni.
In pochi anni abbiamo assistito ad un aumento di questi biolaboratori, da Trieste a Sigonella. Quale significato possiamo trarne? Dobbiamo d’ora in poi familiarizzare con le tecnologie di ingegneria genetica che dai laboratori si estendono al mondo intero fino ad arrivare fin dentro i nostri corpi con i sieri genici a mRNA o a DNA ricombinante? Questa è una domanda retorica perché è evidente che siamo già in questa fase. Per non rimanere indietro di fronte agli eventi che ci stanno circondando, dobbiamo metterci insieme in coordinamenti, gruppi, comitati che superino il quartiere e la città e dobbiamo comprendere come il problema potrà essere affrontato con reale consapevolezza solo se riconosceremo e comprenderemo il contesto in cui si struttureranno questi ed altri biolaboratori, la loro matrice che affonda nella creazione e gestione di emergenze perenni e il senso di questi progetti che si trova nella direzione transumanista di intervento bionanotecnologico sui corpi e sull’intero vivente. L’esperienza di questi ultimi anni ha dimostrato la debolezza delle rivendicazioni parziali quasi esclusivamente dirette verso modalità e conseguenze ultime, ma non dirette a ricercare e svelare il senso delle cose e degli eventi e il disegno più ampio in cui questi sono da collocare. Strani meccanismi figli di questi tempi resilienti e fluidi hanno fatto abbandonare una critica radicale precisa e diretta o hanno impedito che si sviluppasse, si sono preferite le opinioni concilianti molli per accontentare sempre tutti, quando invece non c’era niente da conciliare. È evidente che le strade tracciate non sono sempre le migliori anche se coprono gran parte del territorio, servirà del coraggio per aprire vie nuove per farci largo in questo ginepraio biotecnologico che vorrebbe ricoprirci definitivamente.
Siamo giunti all’ultima ora, alla frontiera della lotta contro la presa del vivente, questa deve essere combattuta prima di ogni altra cosa, perché se non ci opponiamo all’ingegnerizzazione e artificializzazione dei nostri corpi e del mondo cosa ci resta per cui lottare?


Resistenze al nanomondo, 6 Gennaio 2022, Bergamo
www.resistenzealnanomondo.org


Note:

1 Πανδημίες και βιολογικός πόλεμος: η Σκύλλα και η Χάρυβδη της 4ης βιομηχανικής επανάστασης, Pandemie e guerra biologica: la Scilla e Cariddi della quarta rivoluzione industriale in Cyborg n. 24, Giugno 2022, https://www.sarajevomag.net/cyborg/cyborg.html, a breve la traduzione su www.resistenzealnanomondo.org

2 BRUXELLES 23 OTTOBRE 2022: BILL GATES INAUGURA LA SIMULAZIONE “CATASTROPHIC CONTAGION”, https://www.nogeoingegneria.com/timeline/progetti/bruxelles-23-ottobre-2022-bill-gates-inaugura-la-simulazione-catastrophic-contagion-contagio-catastrofico/

3 PROGETTI IN CORSO: NATO E HOPKINS UNIVERSITY CON GIOCHI DI SIMULAZIONE DI PANDEMIA, https://www.nogeoingegneria.com/uncategorized/progetti-in-corso-nato-e-hopkins-university-con-giochi-di-simulazione-di-pandemia/

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Virus, proprietà, guerre

Virus, proprietà, guerre

Fullmich: So che lei è presidente di M-CAM International Innovation Risk Management, ma questo non dice molto di quello che fa.

Martin: Dunque, come azienda dal 1998 siamo il più grande riassicuratore globale di beni immateriali sfruttati finanziariamente, con una presenza in 168 paesi. Questa è la maggioranza dei paesi del mondo. I nostri sistemi di riassicurazione includono tutti i nostri brevetti, le domande di brevetto, le sovvenzioni federali, i registri degli appalti, i registri governativi elettronici, ecc.

Possiamo così tracciare non solo ciò che sta accadendo, ma chi è coinvolto in ciò che sta accadendo [rispetto alla proprietà intellettuale immateriale]. Inoltre facciamo particolari focus tematici che monitoriamo per conto di organizzazioni e/o individui, ma anche per nostro uso commerciale. Perché, come forse sapete, manteniamo tre indici azionari globali, che sono i migliori titoli mondiali ad alta e media capitalizzazione.

Quindi la nostra azienda è impegnata a seguire l’innovazione che avviene in tutto il mondo. E più specificamente monitoriamo le dimensioni economiche di ogni innovazione, nella misura in cui certi interessi economici sono serviti [da essa], si verificano cambiamenti in questi interessi, ecc. In definitiva, il nostro lavoro è l’innovazione e il suo finanziamento.

Così inizia l’intervista che David E. Martin ha rilasciato all’avvocato tedesco Reiner Fullmich alcuni mesi fa. [1] Fullmich è uno dei capi legali della “commissione indipendente tedesca di ricerca sul coronavirus” creata a metà del 2020, con l’obiettivo iniziale di portare in tribunale il presunto inventore dei test PCR, il genetista (fraudolento) Drosten, e coloro che hanno promosso questa invenzione fraudolenta al fine di fabbricare una “pandemia di casi” per sostenere la campagna d’allarme igienista.

Ma Martin? Che valore può avere per noi il Ceo di una società che si occupa “di brevetti, innovazione e finanziamenti”? Esattamente quello di un insider specializzato in qualcosa di cui non potremmo immaginare il ruolo, anche se sappiamo che la “proprietà intellettuale” è uno dei più importanti capisaldi del capitalismo reale e applicato: Martin (in questa intervista) ci introduce al tecno-capitalismo dietro la scena, dietro le sue campagne di paura e la sua retorica, dietro i suoi amministratori delegati ed esperti, dietro i suoi psyop – operazioni psicologiche militari, in questa zona di “pietre miliari” capitaliste che non si vedono – eppure possono essere (e di solito lo sono) cruciali per ciò che si vede.

La frase successiva di Martin nell’intervista getta la prima luce diagonale su questo “dietro le quinte”:

Ecco perché abbiamo esaminato più di 4.000 brevetti rilasciati sul coronavirus della SARS, e abbiamo fatto una revisione molto completa dei finanziamenti di tutte le manipolazioni del coronavirus che ha dato vita alla SARS come ramo della famiglia dei coronavirus B.

Brevetti? Brevetti sui coronavirus; Proprietà intellettuale in virus su cui si “costruiscono” finanziamenti e mosse commerciali? Contraffazione? Manipolazioni di coronavirus? Cosa? Chi? Quando? Dove? A quale scopo?

Benvenuto alle basi – anche se sembrano “incredibili” per l’attuale esperienza molto limitata!

Ma prima di questo, una piccola digressione, indicativa di ciò di cui stiamo parlando, da ciò che sta succedendo davanti al palco…

Piattaforme volanti di modifica genetica

Alleati degli insetti: oltre a insegnare alle armi robotiche la gioia della collaborazione e dell’iniziativa, la DARPA statunitense … vuole modificare geneticamente (e massicciamente) gli insetti per arruolarli – si legge nel suo annuncio – nella protezione dei raccolti e della catena alimentare del popolo americano. È “una questione di sicurezza nazionale”, come l’ha descritta il responsabile del progetto, il Dr. Blake Bextine:

La sicurezza nazionale è subito messa in pericolo da minacce naturali al sistema delle colture, come patogeni, siccità, gelo, ma soprattutto da minacce che possono essere causate da attori statali o non statali. Il programma Allied Insects mira a ridurre le conseguenze di tali disastri applicando direttamente trattamenti mirati alle piante colpite…

Non convincente per la comprensione superiore allo zero nazionalistico-militarista

Il progetto prevede la modifica genetica (via CRISP/cas9) e la contaminazione degli insetti con virus anch’essi geneticamente modificati. Da trasferire, a scopo terapeutico (dice il dottore) alle colture.

Ma la cosa grida: si tratta di fare armi biologiche, e i loro portatori, gli “insetti alleati”. Bextine non lo nega del tutto: Ogni volta che viene sviluppata una nuova e rivoluzionaria tecnologia, ci sono possibilità difensive e offensive Ma noi ci occupiamo delle tendenze positive del miglioramento delle colture… ha detto al Washington Post.

I dipartimenti di ricerca di almeno 4 università americane (il Bouce Thompson Institute e le università Penn State, Ohio state e Texas di Austin) sono stati finanziati per andare avanti. Come tutti sappiamo, “non si deve andare contro il progresso scientifico” e inoltre, “bisogna stare attenti nelle mani” di chi sono queste risorse…

Questo è stato scritto in uno dei B&G di cyborg #14. Nel febbraio 2019. Il febbraio 2019 è stato un'”epoca diversa”. “Pre-covid”. Nel febbraio 2019 potevamo scrivere ironicamente “non si può andare contro l’evoluzione scientifica”… solo per scoprire un anno dopo che la “scienza” aveva acquisito proprietà magiche tra gli ignoranti e i semi-dotti delle società occidentali. Nel febbraio 2019, prima che l’ingegneria genetica si imponesse come la forza di “guarigione” dominante nelle società occidentali (per lo più), si poteva facilmente sostenere che le biotecnologie sono armi; per poi scoprire un anno dopo che la dichiarazione di “guerra contro un nemico invisibile” era diventata metafisicamente credibile… Così come che la DARPA insieme ai signori del comparto farmaceutico con pesanti precedenti penali sono stati accettati come “salvatori”…

Purtroppo, queste cose sono successe. È importante analizzare come sono accadute, ci sono lezioni da digerire bene. Quello che è certo, però, è che d’ora in poi siamo obbligati a trattare questo dominio così come tutta l’armatura tecnologica della quarta rivoluzione industriale non come una possibilità futura, non come qualcosa contro cui abbiamo qualche margine di preparazione politica/cognitiva/antagonista, ma come un regime esistente che ha iniziato a mettere radici, e i suoi capi cercheranno di estenderlo e approfondirlo, costruendo sui passi che ha già fatto dall’inizio del 2020.

Ecco perché abbiamo il dovere di analizzare a lungo gli elementi visibili, tenendo presente che esistono anche elementi invisibili.

Ecco una dose di qualcosa – davanti – alla – tenda, in relazione al nostro precedente commento sugli “insetti alleati”. Ci sarà bisogno di voi/noi molto presto, per ragioni che vi spiegheremo il prima possibile.

Ricerca sulla produzione agricola o un nuovo sistema di armi biologiche?[2]

Le tecnologie genetiche per uso agricolo raggiungono in genere i loro obiettivi introducendo modifiche di laboratorio ai cromosomi target.

Tuttavia, la velocità e la flessibilità di questo approccio è limitata perché i cromosomi geneticamente modificati devono essere ereditati in modo verticale, da una generazione di organismi alla successiva. Con l’obiettivo di superare questa limitazione, un progetto in corso finanziato dalla DARPA statunitense mira a diffondere nei campi virus infettivi geneticamente modificati in modo tale che siano stati ingegnerizzati per entrare nei cromosomi di una particolare coltura direttamente. Si tratta di una modifica genetica ottenuta attraverso la dispersione orizzontale, al contrario della dispersione verticale.

Le conseguenze istituzionali, biologiche, economiche e sociali della dispersione di tali agenti di alterazione genetica orizzontale (horizontal environmental genetic alteration agents / HEGAA) all’interno di un ecosistema sono ovvie. Inoltre, questo progetto prevede che il veicolo per la dispersione di questi HEGAA virali nell’ambiente saranno gli insetti. Sulla base degli obiettivi dichiarati del programma DARPA, siamo dell’opinione che la conoscenza da ottenere da questo programma sembra troppo limitata per migliorare la produzione agricola degli Stati Uniti o per affrontare le emergenze nazionali (di breve o lunga durata). Inoltre, non c’è stato alcun dialogo sui principali ostacoli pratici e istituzionali che devono essere affrontati per raggiungere un risultato agricolo significativo. Di conseguenza questo programma può essere visto come un tentativo di costruire agenti biologici con scopi offensivi e i mezzi per la loro dispersione – se è vero che saranno insetti – costituiranno una violazione della Convenzione sulle armi biologiche (BMC).

Il programma Insect Allies è sostenuto da più di 27 milioni di dollari in contratti, ed è stato annunciato nel novembre 2016. Nel luglio 2017, il primo dei tre consorzi ha annunciato di aver vinto un contratto da DARPA per sviluppare sistemi per diffondere virus geneticamente modificati attraverso gli insetti. Il contratto prevede di completare il progetto entro 4 anni, con la dimostrazione all’interno di grandi serre di questo approccio integrato e pienamente funzionale alla dispersione di HEGAA tramite gli insetti. Le piante di mais e di pomodoro sono già utilizzate negli esperimenti in corso, e gli insetti di dispersione annunciati includono grilli, piccole varietà di farfalle e caprifoglio.

Fin dal suo annuncio pubblico, il programma Insect Allies è stato promosso esclusivamente come un mezzo per gli agricoltori per affrontare problemi comuni (siccità, gelo, inondazioni, parassiti, ecc.). Anche se sono passati due anni durante i quali ci sarebbe dovuta essere una presentazione generale della funzionalità di questo progetto nelle serre, c’è stata poca spiegazione pubblica di come i singoli sviluppi di questo programma otterranno benefici agricoli.

Sebbene il piano di lavoro del progetto non descriva completamente la natura dell'”agente di modificazione genetica” che sarà disperso orizzontalmente, è specificato che l’espressione virale di almeno 3 geni dovrebbe influenzare le piante attraverso un processo di gain-of-function [3]. I mezzi per abilitare questi guadagni di funzione dovrebbero essere dimostrati dai consorzi che collaborano in questo progetto, ma la via più semplice è attraverso l’introduzione di geni nei cromosomi delle piante.

Attualmente, il metodo candidato più ovvio per la costruzione di HEGAA è il metodo CRISPR per la modifica genetica di un virus. Questo metodo può mirare a specifici geni delle piante per modificare i loro cromosomi in modo che la loro mutazione possa aumentare la loro resistenza alle sfide ambientali o agli erbicidi. Il risultato finale di questo metodo sarà l’uso di virus geneticamente modificati per fare mutazioni in colture vulnerabili già presenti nelle zone in cui saranno rilasciati gli insetti portatori di virus…

… Due dei tre consorzi finanziati da DARPA hanno identificato pubblicamente la specie vegetale che stanno prendendo di mira: il mais. Si tratta di una coltura da cui centinaia di milioni di persone dipendono per soddisfare i loro bisogni nutrizionali di base, soprattutto in America Latina e in Africa. Nonostante la natura controversa di ciò che DARPA sta proponendo, questa agenzia ha escluso il finanziamento di programmi rivolti a colture di importanza limitata per la sicurezza alimentare globale. Questo riflette la natura di DARPA e il suo finanziamento che è destinato a fare interventi nel mondo reale, in particolare nei settori della difesa e della sicurezza. Anche se DARPA sostiene che “non intende porre alcuna restrizione alla pubblicazione” dei risultati della ricerca dei tre consorzi, vorremmo osservare che questo può essere rivisto per evitare la rapida diffusione di ciò che può essere visto come una guida preliminare su come si potrebbe sviluppare aggressivi programmi HEGAA che in linea di principio avrebbero come obiettivo le colture di mais.

Bisogna ribadire che i programmi di ricerca sulle armi sono spesso guidati da una valutazione dei movimenti dei concorrenti. Di conseguenza, si potrebbe dire che coloro che sono coinvolti in programmi lungo le linee sfocate che separano le applicazioni pacifiche da quelle belliche sono obbligati a proteggere il loro lavoro…. Tuttavia, anche il semplice annuncio del programma Insect Allies, con tutte le sue giustificazioni, può spingere altri paesi a sviluppare le proprie capacità in questo settore; in effetti, questo potrebbe già accadere. Un tale sviluppo si verificherà sia che il programma DARPA abbia successo o meno, sia che i risultati siano annunciati o meno.

La cancellazione del finanziamento di questo programma DARPA da parte del Congresso degli Stati Uniti non chiuderà di per sé questo particolare vaso di Pandora di HEGAA e insetti/agenzie…

Non c’è nessun malinteso. I cinque esperti specifici che hanno firmato il testo di cui sopra accusano la DARPA statunitense nel modo più aperto ed elegante possibile (scienziati, dopo tutto…) di condurre ricerche sulle armi biologiche con l’etichetta “per rafforzare la nostra produzione agricola”. Armi biologiche speciali non direttamente contro gli esseri umani, ma contro le colture di base, dove un attacco con “insetti geneticamente modificati che portano virus geneticamente modificati per attaccare le piante” causerà fame e morte…

D’altra parte, gli stessi esperti particolari parlano (scrivono) suggerendo che le fasi appena precedenti di tale ricerca sono accettabili. Modificazioni genetiche solo di virus o solo di insetti? Ahimè: si tratta di brevetti e applicazioni di routine…

Da un punto di vista politico e morale tali progetti sono perversi. Ma non da un punto di vista tecnologico. Per i biotecnologi, per gli ingegneri genetici, trasformare una specie di insetto (o forse di uccello?) in una “piattaforma” per il trasferimento di materiale genetico opportunamente modificato (: virus…) in modo da infettare un organismo (per esempio una classe di piante… o forse animali?) è una “sfida interessante” – mentre mutare sia insetti che virus è ormai routine. Devono sentirsi come i meccanici delle auto di Formula 1! Con l’enorme differenza che gli “ingranaggi” e i “componenti” sono materiale vitale… Se ci sono finanziamenti per queste perversioni, allora i loro risultati saranno chiamati spettacolari progressi della scienza.

E i finanziamenti esistono.

Quindi ancora una volta la parola passa al signor Martin.

Labirinto: genetica, brevetti, HIV – e armi

… Abbiamo fatto riferimento al Comitato internazionale per la tassonomia dei virus (ICTV) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, abbiamo preso le sequenze genetiche del virus descritte come nuove e le abbiamo confrontate con le sequenze genetiche dei coronavirus già brevettate, come depositate negli archivi pertinenti entro la primavera del 2020.

E quello che abbiamo trovato è che ci sono più di 120 brevetti [“proprietà intellettuale” di vari proprietari] che provano che i proclami di un “nuovo, sconosciuto coronavirus” sono completamente falsi! Non c’era nessun “nuovo coronavirus”!!! Abbiamo invece trovato dei brevetti dichiarati come innovazioni in relazione alle sequenze genetiche dei coronavirus, che risalgono al 1999. Non solo non c’è stato nessun “nuovo coronavirus”, ma in realtà quello che è successo è che per quasi 20 anni varie varianti sono state costruite artificialmente e registrate come innovazioni…

Diritti di proprietà intellettuale, “brevetti” sul materiale genetico dei coronavirus? Come spiega Martin, la legge statunitense vieta di brevettare fenomeni naturali e/o leggi della natura. Lo stesso vale per qualsiasi sequenza genetica naturale – quindi virus, microbi, microrganismi…

Per superare questo ostacolo, le aziende biotech (ma anche i centri di ricerca universitari e/o gli istituti con interessi simili) ricorrono a un doppio trucco. O presentano per il brevetto solo piccole parti di queste sequenze genetiche, o interferiscono artificialmente con esse (nei loro strumenti) in modo che non siano “naturali” e quindi possano essere considerate “innovazioni”…

Il brevetto non si limita alle sequenze genetiche mutate dei (e) coronavirus. Si estende ai metodi per “individuarli”, ma anche ai metodi per neutralizzare i virus mutati in laboratorio. Questi ultimi, cioè i test ed eventuali vaccini o farmaci, possono ovviamente essere brevettati contro i virus naturali.

Fino alla fine degli anni ’90, i coronavirus erano virus che infettavano gli animali, e l’interesse tecno-scientifico/commerciale nei loro confronti riguardava il bestiame e/o gli animali da compagnia. (“Protezione della produzione animale” come diciamo, per esempio, “protezione della produzione agricola”…) Il brevetto del primo vaccino contro il coronavirus animale è stato richiesto da Pfizer il 20 gennaio 2000, con il “target di protezione” dei cani: si tratta della neutralizzazione della proteina S del virus… Quando il brevetto fu approvato, gli fu assegnato il numero di brevetto 6372224. [4]

Ma la relativa facilità tecnica con cui era possibile “manomettere” (cioè mutare) il materiale genetico dei (allora) coronavirus (sono una “famiglia”) aveva già attirato l’attenzione, verso la fine degli anni ’90, di vari avventurieri (chiamati ufficialmente “pionieri”…) della nascente industria biotecnologica, che miravano a interferire con il sistema immunitario umano all’insegna di un “vaccino anti-HIV”! Un posto e un nome erano l’ombrello istituzionale di questo orientamento avventuroso. Il posto era quello di direttore del “National Institute of Allergy & Infectious Diseases” degli USA (NIAID). E la persona che lo deteneva era Anthony Fauci… (Lo tiene ancora in mano).

Ma qual era l'”idea” e che legame aveva con la (famiglia) dei coronavirus? Dato che l’HIV sembrava indebolire il sistema immunitario umano (più specificamente “uccidere” i linfociti T3 e T4) rendendo il corpo vulnerabile a varie infezioni che normalmente potrebbe combattere da solo, l'”idea” era di “mettere a punto” il sistema immunitario umano attraverso il DNA… Già in un’intervista alla fine del 1996 [5] Fauci parlava di nuove tecniche di immunizzazione applicabili a tutti i tipi di malattie attraverso l’intervento del DNA… – all’avanguardia nel trattamento dell’HIV…

Come avverrebbe questa “presa in giro” genetica del sistema immunitario umano? Cosa ne pensavano gli avventurieri sotto la copertura di Fauci e NIAID?

L’idea era di “sperimentare” geneticamente un altro virus, aggiungendo parti dell’HIV alla sua stessa sequenza genetica (cioè di usarlo come “vettore”… “piattaforma”…) per far entrare le parti dell’HIV nel DNA umano e produrre così “anticorpi” contro di esso! (Ti ricorda qualcosa di molto attuale? Dovrebbe farlo!)

I coronavirus, con la loro “plasticità”, sono così diventati, alla fine degli anni ’90 e all’inizio del prossimo, candidati privilegiati per i “portatori”! Una famiglia di virus che infettava gli animali cominciò ad essere ricercata (e mutata…) in modo da poter “circolare” nel corpo umano…

Non erano solo i coronavirus ad essere candidati… Sono stati anche gli adenovirus… La ricerca, la produzione e i primi test sono sempre stati fatti sotto l’egida di Fauci e del NIAID. Nel 2009 un gruppo di ricercatori ha scritto una lettera a Fauci chiedendogli di interrompere la sperimentazione di un “vaccino” anti-HIV (codice di fabbrica HVTN 505), un vaccino DNA/Ad5, a causa del suo rischio da un lato e della sua inefficacia dall’altro. [6]

Ad5 è il codice dell’adenovirus “vettore”: lo stesso adenovirus geneticamente modificato è stato usato l’anno scorso da Astra Zeneca…

Nel frattempo il NIAID e Fauci avevano un’altra buona idea per l’uso dei coronavirus: usarli (opportunamente mutati) come armi biologiche! Hanno commissionato (con un finanziamento) all’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill (una delle più antiche e prestigiose università americane) un lavoro iniziale su questo. L’incarico /finanziamento è stato nel 1999, e lo scopo era quello di creare un coronavirus geneticamente ricombinante (mutante) che infetta specificamente l’epitelio del polmone umano. Alla fine ciò che il signor Fauci e la sua società stavano cercando era un coronavirus che portava alla polmonite umana.

Il lavoro fu fatto, il coronavirus geneticamente ingegnerizzato fu fabbricato secondo le specifiche, e il 19 aprile 2002 fu brevettato con il numero di brevetto 7279327. [7] Supponiamo che per gli standard tecnologici dell’epoca, questa costruzione fosse considerata un miracolo morboso. Era forse la prima volta che un virus aereo relativamente semplice di origine animale che non era mai stato trasmesso all’uomo era stato trasformato in arma per causare gravi malattie polmonari nella nostra specie…

Quasi un anno dopo questo brevetto, una malattia completamente nuova, causata nell’uomo dal coronavirus, è scoppiata prima in Cina e poi in altri 4 paesi asiatici… Il coronavirus ha preso il nome dal grave problema che ha causato: tradurreSevere Acute Respiratory Syndrome o, in inglese, Severe Acute Respiratory Syndrome. SARS… Potrebbe essere una diabolica coincidenza che ciò che era già stato studiato, fabbricato e brevettato dall’altra parte del mondo sia diventato quello…

Martin sostiene che la SARS era una versione del coronavirus prodotta come arma biologica dall’università americana su ordine del NIAID e di Fauci (forse anche da lui stesso… ) Egli sostiene anche (sulla base dei dettagli del brevetto) che non solo la SARS è stata ingegnerizzata per “attaccarsi” alle cellule polmonari umane, ma aveva anche le specifiche per essere modificata in laboratorio più e più volte semplicemente cambiando alcune delle sue sequenze genetiche utilizzando un computer. Era, in un certo senso, una specie di ‘base’. Queste specifiche della SARS consistevano nel trasformarla da arma biologica in un “portatore” di un’altra sequenza genetica, al fine di fare un “vaccino” anti-HIV. Soprattutto, nella prospettiva di costruire un metodo di interferenza diretta e massiccia con il DNA umano… In breve, la costruzione genetica della SARS era tale da poter essere, con piccole e facili modifiche di laboratorio, “multiuso”.

Martin dice di questo nell’intervista:

… Fin dai primi giorni del 2000, a M-CAM International Innovation Risk Management è stato chiesto di monitorare le violazioni dei trattati internazionali che vietano le armi biologiche e chimiche [8]Vi ricorderete gli eventi dell’antrace del settembre 2001. [9] Abbiamo fatto parte di un’indagine iniziale che ha portato all’indagine finale del Congresso, non solo sull’origine dell’antrace, ma anche sul comportamento insolito che circonda il farmaco Ciprofloxacina della Bayer usato come possibile antidoto all’avvelenamento da antrace.

Durante l’autunno del 2001 abbiamo iniziato a seguire un numero enorme di patogeni batterici e virali che erano stati brevettati dal National Institute of Health (NIH), il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), l’USAMRIID (usa medical research institute of infectious diseases) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, l’US Infectious Disease Program, e una serie di altre agenzie e organizzazioni internazionali con cui abbiamo collaborato.

La nostra preoccupazione era che il coronavirus non solo era considerato un agente potenzialmente manipolabile per un possibile uso come vettore di vaccini, ma anche, chiaramente, era considerato come un candidato per un’arma biologica. E così il nostro primo rapporto pubblico su questo è stato fatto prima dello scoppio della SARS…

Quindi potete immaginare quanto sia deluso di essere seduto qui, 20 anni dopo, dopo aver sottolineato 20 anni fa che c’era un serio problema all’orizzonte per quanto riguarda il coronavirus…”

Il 2002 – 2003 e lo “scoppio” di una versione tecnicamente mutata del coronavirus (SARS…) non erano la fine della storia. Né avrebbe potuto esserlo. I genetisti in America avevano fatto fortuna.

Il 12 aprile 2004 il CDC statunitense ha depositato una domanda di brevetto (quindi di “proprietà intellettuale”) per l’intera sequenza del gene della SARS! Se la SARS fosse davvero un coronavirus creato naturalmente, allora brevettarlo sarebbe illegale per la legge americana! È illegale riconoscere la “proprietà intellettuale” in qualsiasi processo della natura, quindi sull’RNA naturale o il DNA.

La domanda di brevetto era #7220852 [10] e dopo essere stata respinta due volte è stata finalmente approvata nel 2007. Quindi due e solo due erano le possibilità logiche in merito. O il governo degli Stati Uniti (l'”ufficio brevetti” / coppia pubblica) ha violato grossolanamente la legge per motivi inspiegabili ma ovviamente fraudolenti… O ha tacitamente riconosciuto che la SARS non era una creazione naturale ma artificiale, fatta dall’uomo… Alla fine è successo qualcosa che potrebbe essere stata una combinazione delle due possibilità di cui sopra: il CDC ha corrotto i membri dell'”ufficio brevetti” per ottenere l’approvazione, nel 2007, e così, artificiale o no, un coronavirus che aveva agito nell’ambiente umano (e quindi è stato possibile studiarne le caratteristiche in dettaglio da varie persone) è stato inserito nello status di proprietà intellettuale.

Questo brevetto fu seguito da diversi altri negli anni seguenti. Si trattava di varianti genetiche della SARS o di mezzi (test) per rilevarle: versioni dell’ormai famoso test RT-PCR. Per niente innocenti le registrazioni di “proprietà intellettuale”: avere la “proprietà” sia di un virus che del modo di rilevarlo significa semplicemente controllare tutto ciò che lo circonda! Si può dire che c’è o non c’è, si può dire che è in una certa “concentrazione” o in una più piccola, ecc.

Il brevetto della SARS ha causato una certa “preoccupazione” (tra virgolette…) a livello internazionale. È stato probabilmente un punto di svolta in una serie di questioni intorno all’inquadramento legale dell’ingegneria genetica. L’accademico australiano Matthew Rimmer, in un lungo articolo intitolato The Race to Patent the Sars Virus: The Trips agreement and access to essential medicines [11] ha dato una breve panoramica in un tono assolutamente modesto e conciliante:

“La rete di organizzazioni coinvolte nella ricerca sulla SARS è stata salutata come un buon esempio di cooperazione scientifica internazionale. C’era comunque una certa competizione tra i team di ricerca per assicurarsi denaro e diritti commerciali dalle loro scoperte. Squadre di scienziati del Canada, di Hong Kong e degli Stati Uniti sono riusciti a decodificare la SARS con notevole velocità. Un certo numero di organizzazioni pubbliche di ricerca hanno depositato domande preliminari di brevetto in relazione alla sequenza genetica completa del coronavirus. I più importanti provenivano dalla British Columbia Cancer Agency (BCCA), dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti e dall’Università di Hong Kong (HKU). Anche se i dettagli di queste domande non sono ancora stati resi pubblici, si stima che siano sufficienti per permettere ai detentori del brevetto di rivendicare i diritti sulla maggior parte dei test diagnostici e sui farmaci o vaccini che sono stati o saranno sviluppati in futuro per trattare questa malattia.

Questa corsa al brevetto del virus della SARS richiede un’analisi più approfondita a causa dei più ampi dibattiti sulla brevettazione genetica e la salute pubblica che sono stati generati nei media internazionali. Si tratta di un caso in cui abbiamo davanti a noi una cruda illustrazione del dibattito (in altri casi arido) sul fatto che le gare di brevetti siano un modo efficace di allocare le risorse nel mercato. Ci sono diverse posizioni distinte su questo tema: lo spirito imprenditoriale delle aziende biotech; il pragmatismo degli istituti di ricerca; la sperimentazione revisionista? delle università; e le obiezioni morali di chi si oppone ai brevetti.

In linea di principio, le aziende commerciali sostengono che un forte sistema di proprietà intellettuale è necessario perché ci siano investimenti e ricerche private nella diagnostica, nei vaccini e nei farmaci. In secondo luogo, i dirigenti degli istituti di ricerca sono riluttanti a fare affidamento sul sistema della proprietà intellettuale per facilitare il trasferimento di tecnologia e l’accesso pubblico alla ricerca scientifica. In terzo luogo, accademici come Richard Gold e Peter Yu sostengono che la competizione per brevettare la SARS ha dimostrato la necessità di riformare il sistema dei brevetti. E, infine, alcuni idealisti, come il dottor Marco Marra, Margaret Atwood e Jeremy Rifkin, hanno espresso un’opposizione radicale al brevetto del codice genetico del virus della SARS. Tali proteste sono basate su preoccupazioni morali circa la commercializzazione delle scoperte scientifiche…”

Specie “naturale” di coronavirus dell’inizio del 21° secolo o no? Ricerca umanitaria o guerra biologica? Per la salute pubblica la proprietà intellettuale o, al contrario, la morbosità costante, quale è l’unica che lascia reali (e grossi!) profitti?

È ora di uscire dal labirinto.

Aria sporca

Se avessimo a che fare con progetti di ricerca sulla modifica genetica/mutazione progettata di virus e di qualsiasi altro tipo di organismi viventi, questo sarebbe di per sé assolutamente provocatorio e ostile. Era tale, infatti, negli anni ’80 e ’90 a livello globale: le lotte contro gli organismi geneticamente modificati (OGM) che si sono fermati nel “primo mondo” ma continuano altrove hanno impedito la diffusione dei mutanti nell’ambiente, nel mondo reale, in varie parti del mondo.

Ma l’emergere del complesso dei brevetti, che chiunque potrebbe immaginare ma non conoscere nei dettagli, soprattutto in relazione ai virus che infettano gli esseri umani, mostra chiaramente a cosa andiamo incontro. I brevetti sono “beni immateriali” – ecco perché Martin sa così tanto sul coronavirus. Si vendono e si comprano, si affittano, diventano la base di alleanze e la causa di litigi, portano profitti (o perdite), finanziamenti di padroni amanti del rischio (o “filantropi”…), azioni che salgono e scendono, prestigio a tutti i tipi di “salvatori”… I brevetti e i virus brevettati sono “fissi”.

Tutti dovrebbero aver cancellato dal loro pensiero questa roba bucolica sulla “natura”, i “pericoli della natura”, le “minacce naturali”, soprattutto se vivono nei territori dello “sviluppo” e del “progresso tecno-scientifico”. Sono illusioni generosamente offerte per offuscare, inattivare, intrappolare. La parola “natura” in bocca ai padroni e ai loro demagoghi e lacchè di ogni tipo è sempre più un diversivo politico e ideologico.

Non abbiamo a che fare con la “natura”… Abbiamo a che fare con il Capitale – con la “c” maiuscola. Capitale significa rapporti di sfruttamento di classe. Capitale significa rapporti di potere.

Proprio perché abbiamo a che fare con il Capitale, che si tratti di programmi tipo “alleati insetti per non morire di fame” o di mega-campagne tipo “piattaforme mRNA per non morire”, siamo di fronte a un nuovo tipo di guerra: la valorizzazione capitalista mira a (ed è rafforzata da) microscale, nanoscale che sfuggono alla percezione empirica e, di conseguenza, trascendono le forme note di sfruttamento e controllo. Sfuggendo all’empirismo che è diventato la strada reale dei servi del neoliberalismo, l’attacco alle microscale, la microfisica del potere capitalista, produce concezioni metafisiche e magiche organizzate del mondo e della realtà. La critica dei lavoratori viene così messa a tacere non come un (potenziale) “pericolo comunista” ma come “paranoia”. Non è la prima volta che succede, ma è la prima volta che succede in questo modo.

Martin sostiene che il 5 giugno 2008 la DARPA statunitense ha espresso un interesse formale per la famiglia dei coronavirus, suggerendo che questo interesse si è manifestato attraverso domande di brevetto per i coronavirus da parte delle aziende farmaceutiche che collaborano. Ci rendiamo conto, conoscendo le basi del braccio tecnologico militare degli Stati Uniti, che c’era interesse molto prima, ma che era informale fino a quel punto. La presenza attiva di DARPA lungo tutto il percorso nello “sviluppo” di varie tecniche di intervento genetico nel sistema immunitario umano è ben documentata, anche se si capisce che un’agenzia tecno-militare non racconta tutti i suoi exploit. Il che significa che è coinvolto molto più di quanto si sappia.

Ma come potrebbe essere condotta una guerra capitalista di conquista e controllo della vita di tutti i tipi in generale e della vita umana in particolare, senza la partecipazione attiva delle principali agenzie militariste come la DARPA? Il 20 luglio 2020, e mentre la prima fase della selvaggia campagna del terrore igienista era completata, l’establishment Washington Post stava celebrando e, allo stesso tempo, familiarizzando il suo pubblico con il valore terapeutico del tecno-militarismo sotto il titolo Come un’agenzia segreta del Pentagono ha seminato i semi per una cura rapida per il coronavirus [12], dove chiunque poteva leggere quanto sia importante la “semina” militarista:

“… Se non fosse stato per gli investimenti della DARPA nell’ultimo decennio e anche prima, in gran parte fuori dal radar dei politici di Washington, la corsa americana per un vaccino e una terapia anticorpale per fermare il coronavirus non sarebbe probabilmente progredita così rapidamente come ora…

… La prima azienda negli Stati Uniti ad iniziare i test clinici per un vaccino contro il virus è stata finanziata dalla DARPA. [Andò a Moderna.] La stessa cosa è successa con la seconda. [Era ovvio]… Alcuni dei vaccini e degli anticorpi legati al DARPA potrebbero essere pronti più tardi quest’anno, il che significa una delle risposte più veloci a una pandemia globale nella storia della medicina. Gli esperti dicono che normalmente ci vogliono da quattro a 10 anni per testare e produrre un vaccino contro un nuovo patogeno

… Gli anni successivi agli attacchi dell’11 settembre 2001 e una serie di incidenti con l’antrace, insieme alle informazioni di intelligence su potenziali minacce biologiche dall’estero, hanno aumentato i timori di bioterrorismo e hanno portato il DARPA a cercare modi per rispondere immediatamente, comprese le tecnologie che avrebbero accelerato lo sviluppo di vaccini, rilevato rapidamente l’emergere di virus e reso la produzione farmaceutica più veloce.

Un decennio fa, un medico dell’Aeronautica Militare di nome Dan Wattendorf ha contribuito a portare la risposta rapida a una pandemia in cima alla lista delle priorità della DARPA… Wattendorf aveva idee interessanti, che presentò in una conferenza stampa negli uffici della Virginia settentrionale del DARPA nel 2010… Il primo tra questi era quello di produrre vaccini e anticorpi impiantandoli nel codice genetico.

I vaccini tradizionali introducono ciò che è noto come un antigene – di solito un pezzo di virus vivo o inattivato che è sufficiente per innescare una risposta difensiva del sistema immunitario. Questi antigeni sono tipicamente prodotti da un lungo processo che coinvolge la coltura del virus selezionato in uova, in bioreattori.

Watterdorf voleva accorciare questo. Voleva introdurre nel corpo umano il codice genetico appropriato che avrebbe costretto il corpo umano a creare gli antigeni dalle proprie cellule, eliminando il processo industriale. Il sistema immunitario riconoscerebbe gli antigeni prodotti dalle cellule del corpo e inizierebbe una risposta difensiva.

Nel 2010 gli scienziati avevano provato questa idea usando il DNA, con risultati contrastanti. Watterdorf ha voluto testare con RNA monoclonale…. Nel 2019 un progetto DARPA finanziato da Moderna con sede nel Massachusetts ha condotto con successo la fase 1 di un trial clinico utilizzando RNA… Era la rivendicazione ? della persistenza di Watterdorf dopo anni…

Watterdorf ha continuato l’investimento della DARPA nei vaccini del DNA. La Inovio Pharmaceuticals, con sede in Pennsylvania, finanziata dal DARPA, ha iniziato gli studi clinici di fase 1 con un vaccino a DNA contro il covid-19…. DARPA ha finanziato altre tecnologie di sviluppo rapido di vaccini, comprese alcune aziende che producono vaccini attraverso la produzione di proteine da piante di tabacco mutanti, così come una piattaforma di “vaccino autogenerante” al Massachusetts General Hospital…”

L’esercito (in realtà per mezzo delle sue “idee” tecnologico-militariste) protegge la salute dei suoi sudditi… così come protegge la produzione agricola… se non c’è differenza tra uso “pacifico” e “bellico” di punta delle diverse tecnologie, è perché in questa fase della ristrutturazione capitalistica, l’intera fabbrica sociale, l’insieme delle relazioni sociali, dei bisogni, delle credenze, è il campo della guerra imperialista: la quarta rivoluzione industriale attacca!!!

Intanto Martin insiste: tutto ciò che (dal punto di vista genetico) è stato presentato come “nuovi elementi” della Sars-CoV-2 in modo da legalizzare in termini di “sorpresa” ed “emergenza” il golpe igienista dal 2020 in poi, è incluso in 73 brevetti rilasciati tra il 2008 e il 2019!!!

Settantatré brevetti legati a una versione del coronavirus prima della sua comparsa? Entro l’autunno del 2019? Questa non è “divina provvidenza”! È quella capitalista:

“… Fino a quando una crisi dovuta a una malattia contagiosa diventa molto reale e raggiunge la soglia di un’emergenza, passa in gran parte inosservata. Per assicurare la base finanziaria prima della crisi, bisogna aumentare la comprensione pubblica della necessità di contromisure mediche, come un vaccino universale per ogni versione dell’influenza o un vaccino per ogni coronavirus. Il driver chiave saranno i messaggi, e il denaro seguirà il clamore. Dobbiamo usare questo clamore a nostro favore per arrivare ai veri problemi. Gli investitori risponderanno se vedono che c’è un profitto alla fine di questo processo…”

(Peter Daszak, presidente della EcoHealth Alliance, che è stata costruita (sotto un altro nome) “per la protezione della natura selvatica” per diventare un’altra cortina per lo stato profondo americano specializzato in esperimenti di mutazione genetica dei coronavirus…

La dichiarazione è stata fatta ad una conferenza sulla guerra biologica alla fine del 2015…)

Mi chiedo se Martin ha ragione quando afferma che non c’era nessun “nuovo” coronavirus nel 2019-2020, e che c’erano già ricerche e test di coronavirus identici o quasi identici al Sars-CoV-2 anche per uso militare.

Il quotidiano mainstream inglese The Telegraph, proprio il 5 ottobre 2021, con una pubblicazione incomprensibile (addirittura “criptica”) se non si tiene conto di quanto abbiamo scritto sopra (e anche di più), sotto il titolo Rivelazione: scienziati da Wuhan e dagli Stati Uniti hanno pianificato di creare nuovi coronavirus (Revealed: Wuhan and US scientists planned to create new coronaviruses [13]) si legge come segue (enfasi nostra):

“Scienziati di Wuhan e degli Stati Uniti hanno progettato di creare nuovi coronovirus che non esistono in natura sintetizzando i codici genetici di altri virus, secondo una loro proposta.

I documenti della loro domanda di finanziamento alla DARPA statunitense trapelati il mese scorso rivelano che il team internazionale di scienziati ha pianificato di mischiare i dati delle varianti correlate e sviluppare virus completamente nuovi.

Un esperto di genetica che lavora con l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMS), l’uomo che ha svelato il piano dopo aver studiato le proposte in dettaglio, ha detto che se la Sars-CoV-2 è stata prodotta in questo modo, potrebbe spiegare perché non è stato trovato nulla di strettamente correlato ad essa in natura”.

Finora il virus naturale più strettamente legato alla Sars-CoV-2 è un ceppo chiamato Banal-52, identificato in Laos il mese scorso, che condivide il 96,8% del genoma [Sars-CoV-2]. Ma gli scienziati stanno cercando un antenato diretto che corrisponda a circa il 99,98% – e finora non ne hanno trovato uno.

I suggerimenti di Darpa, trapelati al team Drastic alla ricerca dell’origine della pandemia, suggeriscono che il team intendeva prendere sequenze da coronavirus naturali e usarle per fare una sequenza completamente nuova che è qualcosa come la media di tutti i ceppi.

La domanda di finanziamento, fatta nel 2018, diceva: “Raccoglieremo dati di sequenziamento/RNA da una serie di ceppi vicini e confronteremo i genomi per tutta la loro lunghezza, cercando nuovi polimorfismi a singolo nucleotide associati a errori di sequenza. I genomi candidati che corrispondono [l’uno all’altro] saranno sintetizzati utilizzando tecniche note in commercio … per recuperare i virus ricombinanti”.

Spiegando questa proposta, un collaboratore dell’OMS che ha chiesto di rimanere anonimo per paura di rappresaglie contro di lui ha detto: “Questo significa che prenderebbero diverse sequenze di coronavirus simili e creerebbero una nuova sequenza che sarebbe essenzialmente una sorta di media delle altre. Sarebbe una nuova sequenza virale che non corrisponderebbe al 100% con nessun’altra.

Poi potrebbero sintetizzare un genoma virale dalla sequenza usando un computer, creando un genoma virale che non esiste in natura ma sembra naturale in quanto è una miscela di virus naturali esistenti.

Poi avrebbero messo questo RNA in una cellula e creato il virus. E così avrebbero creato un virus che non è mai esistito in natura, con un nuovo ‘scheletro’ che non esiste in natura ma con molte, molte somiglianze con lo ‘scheletro’ comune dei virus naturali”.

Anche se la richiesta di finanziamento è stata respinta nel 2018, il database di Wuhan dei ceppi di virus è stato messo offline un anno e mezzo dopo, e questo significa che è impossibile rintracciare con quali ceppi il team stava lavorando o cosa aveva creato…

… La proposta è stata presentata dallo zoologo britannico Peter Daszak a nome di un consorzio che comprendeva la EcoHealth Alliance guidata da Daszak, l’Istituto di virologia di Wuhan, l’Università del North Carolina e la scuola medica Duke-NUS di Singapore [un prodotto di una collaborazione tra la Duke University negli Stati Uniti e l’Università Nazionale di Singapore].

Le proposte specifiche erano in aggiunta ad altre proposte incluse nei dati DARPA trapelati, compresa l’introduzione di un segmento [sequenza genetica del coronavirus] nei virus esistenti per renderli più infettivi per gli esseri umani, e l’inoculazione di pipistrelli selvatici con proteine del virus Spike geneticamente modificate…

Per certi aspetti si tratta di mezze verità. Bisogna certamente conoscere le basi per capire cosa sta succedendo. DARPA ha rifiutato i finanziamenti per questa particolare “idea”, ma ci sono altri soldi disponibili, in grandi quantità. Ci sono altri finanziatori altrove, che lavorano con DARPA, senza esporre questa particolare agenzia. Inoltre, altre “idee” di finanziamento DARPA sono trapelate, ma non si sa cosa sia successo.

Forse da qualche parte nella lista delle imprese biotecnologiche brevettate in relazione ai coronavirus, da qualche parte tra i 5.100 brevetti, o i 73 brevetti di nicchia degli ultimi anni al 2019, c’è da qualche parte l’idea di trasformare i pipistrelli in “vettori” (o “vettori” di armi biologiche?).

Un programma (segreto) “Uccelli alleati”? Perché no?

Cellule: fabbriche (senza operai…), armi (senza soldati…)

Quanto sopra o qualsiasi altra cosa potrebbe essere assemblato in una “teoria della cospirazione”. Questo è esattamente ciò che stanno facendo coloro che si rifiutano di analizzare il capitalismo moderno, che è una continuazione e uno spinoff della sua fase precedente e più precedente per quasi due secoli. E invece si accontentano di credere che ci sia un complotto, un intrigo contro di loro; che qualcuno stia complottando per ridurre la popolazione umana… ecc… Tali detonazioni??? (perché sono detonazioni) servono bene ai padroni.

Gli organismi geneticamente modificati si stanno già affermando. Piante, animali, insetti [14] geneticamente modificati sono già “in circolazione” – perché non i virus? È giustificabile preoccuparsi, naturalmente, dei virus che infettano gli esseri umani tanto quanto il complesso bio-informatico-securitario e i suoi lacchè di tutti i tipi hanno bisogno di imporre l’ingegneria genetica non come un piano generale ma come una “salvezza” tramite “piattaforme”. Ma non dovremmo abbattere l’intera griglia invece di guardare solo uno o due punti?

Il contributo di conoscere l’estensione dei brevetti su una sola specie, i coronavirus (5.100 brevetti non sono pochi!) è che possiamo capire la portata e l’intensità delle imprese biotech e le loro aspettative. La facile “via di fuga”, per denunciare una o due aziende, uno o due capi, è chiusa! Abbiamo a che fare con decine di migliaia di “ricercatori”, con enormi quantità di finanziamenti. Abbiamo a che fare con centinaia di aziende più o meno note, con centinaia di università, istituti, centri di ricerca, sparsi in tutto il pianeta.

In breve, la dimensione biotecnologica della terza e quarta rivoluzione industriale (capitalista) è già troppo estesa per cui è suicida ignorarla o attribuirla a una “cospirazione”! Non è l’unica dimensione, per niente. È, tuttavia, fondamentale. Il suo “sviluppo” è quasi completamente sfuggito all’attenzione; e così ora ha la dimensione e il “peso” (economico, istituzionale) di un regime.

Il fatto che le macchine capitaliste (ovvero le tecnologie) siano in grado di catturare le cellule provoca grande imbarazzo e repulsione. I Capitali del Sé, gli Ego narcisistici del neoliberalismo sono stati costruiti sulla convinzione che tutti e tutto controllino, almeno, il proprio corpo. Era comunque un’illusione – ma anche questa sta finendo. Basta un’iniezione, presumibilmente “terapeutica”, per hackerare milioni di cellule e iniziare a “lavorare” al di fuori di qualsiasi controllo cosciente e individuale. I Capitali del Sé vengono ricapitalizzati, e finora non riescono nemmeno a capirlo.

L’intervento genetico nelle cellule, in un altro modo, può essere chiamato espropriazione della “natura”. Infatti, quando i genetisti mutano le cellule (i virus, per esempio) o costruiscono “specie” completamente nuove di organismi di dimensioni più o meno grandi, non c’è nulla che li fermi – tranne la consapevole opposizione umana. La “natura” in quanto tale non può legare le mani dei biotecnologi e dei loro padroni. Può tollerare solo per un certo tempo i mostri che creano. L’obiettivo politico della ristrutturazione capitalista è di rendere i soggetti “natura”, cioè senza volontà e capacità di resistenza e contrattacco.

Quindi ci troviamo in questa situazione storicamente senza precedenti. O ci fermiamo e mettiamo sotto controllo morale, politico, legale e vitale il più presto possibile (con tutti i mezzi dovremmo…) tutti questi “maghi” della vita, “dei” e i le loro imprese, o prima o poi finiremo per essere dei mammiferi nudi le cui uniche differenze da tutto il resto del pianeta saranno che produciamo plusvalore e ci divertiamo con la spazzatura.


Ziggy Stardust,
Cyborg Magazine, n.22, Atene, https://www.sarajevomag.net/cyborg/cyborg.html
Pubblicato su L’Urlo della Terra, n.22, Luglio 2022

Note

1 – Pubblicato per la prima volta l’11 luglio 2021. Disponibile su https://www.bitchute.com/video/OK0BstAT1IFm/ Fa parte di un video più lungo, di 6,30 ore, del “Comitato indipendente tedesco di ricerca sul coronavirus” intitolato Die Zeit ist kein flacher Kreis, disponibile su https://www.youtube.com/watch?v=Jtc-_0tkeog

È stato anche caricato con sottotitoli in greco su Facebook a metà settembre. Disponibile su https://www.facebook.com/koukiasgeorge/videos/396055772092016/

3 – Gain-of-function è il nome di una pratica infernale nella ricerca biotecnologica poiché non si riferisce alla “ricerca in laboratorio” ma alle applicazioni della ricerca sul campo.

4 – Una breve descrizione di questo brevetto è disponibile su https://patents.justia.com/patent/6372224

5 – Una sintesi dell’intervista è disponibile su https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12349252/opposing-the-hvtn-505-vaccine-trial/

6 – Disponibile su https://www.treatmentactiongroup.org/letter/letter-to-niaid-director-anthony-fauci-opposing-the-hvtn-505-vaccine-trial/

7 – Disponibile su https://patentimages.storage.googleapis.com/a8/c0/6a/0584dd67435ef2/US7279327.pdf

8 – È certo che lo stato/parastato americano stava già cercando prove di tali violazioni dall’Iraq e dalla Corea del Nord…

9 – Questo è un problema molto serio che si sta rivelando un precursore dell’attuale campagna di terrore igienico. Ma poiché è molto grave, ci sarà un rapporto separato, altrove.

10 – Disponibile su https://patentimages.storage.googleapis.com/6b/c3/21/a62eb55a0e678c/US7220852.pdf

11 – Disponibile su https://law.unimelb.edu.au/_data/assets/pdf_file/0007/1681117/Rimmer.pdf

Pubblicato nel 2005 nel Medical Journal of International Law.

12 – Come un’agenzia segreta del Pentagono ha seminato il terreno per una rapida cura del coronavirus. Disponibile su https://www.washingtonpost.com/national-security/how-a-secretive-pentagon-agency-seeded-the-ground-for-a-rapid-coronavirus-cure/2020/07/30/ad1853c4-c778-11ea-a9d3-74640f25b953_story.html

13 – Disponibile su https://www.telegraph.co.uk/world-news/2021/10/05/wuhan-us-scientists-planned-create-new-coronaviruses-funding/

14 – Milioni di zanzare geneticamente mutate della specie Aedes aegypti, costruzione e brevetto dell’azienda biotech inglese Oxitec, dopo essere state “testate” in Brasile, sono state “rilasciate” la scorsa primavera nella Florida americana. Per “fermare la riproduzione” delle zanzare normali, che sono presumibilmente responsabili di portare il virus Zika…. Ci sono serie ricerche e affermazioni che le zanzare mutanti si accoppiano semplicemente con quelle normali e creano “super specie” che saranno molto difficili da controllare ma cosa importa di fronte all’applicazione e ai profitti dell’ingegneria genetica?

Contributo di Maria Heibel per le tre giornate contro le tecno-scienze: L’Ingegneria dell’umanità e del pianeta in esseri robotizzati e megamacchina

Dal sito internet No Geoingegneria: https://www.nogeoingegneria.com/timeline/storia-del-controllo-climatico/lingegneria-dellumanita-e-del-pianeta-in-esseri-robotizzati-e-megamacchina/

L’INGEGNERIA DELL’UMANITÀ E DEL PIANETA IN ESSERI ROBOTIZZATI E MEGAMACCHINA


Dalla geoingegneria al transumanesimo: come la Terra e i suoi abitanti vengono tramutati dallo stato naturale in artificiale attraverso l’ ingegnerizzazione nucleare, chimica, elettromagnetica, nanotecnologica e sociale.

Un tentativo di una visione d’insieme

Contributo di Maria Heibel per l’incontro:  TRE GIORNATE CONTRO LE TECNO-SCIENZE.

Questo è il testo dell’intervento che ho tenuto sabato 30 luglio 2022 alla conferenza Tre giorni contro la tecnoscienza ad Alessandria. Ringrazio gli organizzatori per avermi invitato chiedendomi di unire i puntini e ringrazio per lo stimolante scambio successivo al mio intervento.

Una versione audio preregistrata sarà presto disponibile sul sito degli organizzatori del meeting  https://www.resistenzealnanomondo.org/

Cosa c’entra la geoingegneria con il 5G – e il 5G con il transumanesimo?
E cosa hanno a che fare questi elementi l’uno con l’altro? 

Il tema e la realtà della geoingegneria sono sconosciuti ai più, anche se il cielo ce lo annuncia con tanta enfasi. La cosa bizzarra è che molti giornali e persino riviste scientifiche serie si rifanno a questo cielo infestato da scie strane e  nuvole nuove  come un cielo futuristico, mostrano foto di questo cielo reale, questo cielo che vediamo,  per farci immaginare un cielo ‘curato’ chimicamente. 

Com’è possibile una simile assurdità?  Questo esempio di percezione schizofrenica ha precursori e successori. 

Il fatto è che persino il NOAA avverte, in relazione all’enorme traffico aereo, che la geoingegneria esiste, che le scie degli aerei influenzano l’atmosfera. Comunque, secondo la progettazione, che prevede operazioni del genere, questo deve essere fatto intenzionalmente, un velo deve essere steso tra il sole e il pianeta. Il grande oscuramento. Partiamo da qui, dalle evidenze. Per molti, tuttavia, evidente non è. La normalizzazione delle nuove normalità nel cielo è stata praticata con successo. Qualcuno preme il tasto e modifica a piacimento. 

Uno dei più importanti promotori di questo ramo della geoingegneria, del cosiddetto Solar Radiation Management,  è stato Edward Teller, che nel 1997 a Erice ha presentato il suo  piano che propone di spruzzare particelle riflettenti dagli aerei nell’atmosfera, proponendo di inserire  anche  il traffico civile, per poter modificare il clima a piacere. Aveva previsto il pulsante per il freddo e il caldo.

Un anno dopo, casualmente, i cieli  cambiarono, gradualmente, prima in USA e Canada, poi sui paesi appartente alla NATO – e piano piano – non troppo piano –   è stato possibile rilevare una diffusione mondiale del fenomeno del cielo scarabocchiato e dei tramonti dietro griglie a strisce.

Edward Teller, il “padre” della bomba termonucleare, o bomba all’idrogeno,  è tra coloro che hanno programmato questo cielo,  funge da filo conduttore per mettere a fuoco passaggi  importanti che possono aiutare a abbozzare un quadro più complesso. Il nome di Teller è emblematico per la  nuova era e lo sviluppo che ha portato a passo spedito nello spazio. (1)

 Teller propose per la prima volta uno shield o scudo  in alto  anni indietro. L ‘allora presidente Ronald Reagan l’ annunciò così: «Io mi rivolgo alla comunità scientifica nel nostro Paese, perché le stesse persone che ci hanno dato la bomba atomica ora volgano i loro talenti alla causa dell’umanità e della pace nel mondo, per darci gli strumenti che possano rendere le armi nucleari impotenti e obsolete».

Era lo scudo delle famigerate Guerre Stellari, che Reagen aveva  impacchettato tanto bene. Ma fu bocciato lo stesso.

Qualche anno dopo Teller presento uno shield in nuova versione nel 1997, il suo grandioso progetto di ingegneria planetaria  con il  titolo: “Effetto serra e glaciazioni. Prospettive per un meccanismo di regolazione dei cambiamenti globali su basi fisiche”

Rispetto alle proposto di Teller ad Erice commentò Foresta Martin Franco sul Corriere della Sera: Cio’ che ha piu’ colpito la platea di Erice non e’ tanto l’eccesso di innovazione e di stravaganza del progetto (gli scienziati americani ci hanno abituato a delle fascinose fughe in avanti), quanto la totale mancanza di sensibilità ambientale che lo contraddistingue.

Ma è stata la bomba atomica a rappresentare una svolta epocale per l’uomo, con la quale si è innalzato al di sopra della natura, con questo progresso si è inaugurata una nuova smodatezza. .

Robert Oppenheimer, la cui fama è principalmente associata alla costruzione della prima bomba atomica nell’ambito del Progetto Manhattan e alla successiva crisi di coscienza che lo portò a rifiutare di lavorare alla bomba all’idrogeno, disse dopo la prima esplosione di una bomba atomicaI fisici hanno conosciuto il peccato e questa è una conoscenza che non potranno perdere.

È stato un passo verso una dimensione che Günther Anders ( filosofo austriaco) descrisse come dilemma fondamentale dei nostri tempi: “Noi siamo inferiori a noi stessi”. Siamo incapaci di farci un’immagine di ciò che noi stessi siamo stati capaci di fare. In questo senso siamo “utopisti a rovescio”: mentre gli utopisti non sanno produrre ciò che concepiscono, noi non sappiamo immaginare ciò che abbiamo prodotto.” (2)

Facciamo un passo indietro:

MANHATTEN 1

Edward Teller, che di rimorsi e crisi di coscienza come Einstein e Oppenheimer non sembra aver sofferto, fu partecipante del Progetto MANHATTEN avviato dal Presidente  Roosevelt, nel 1942. Il lavoro svolse nella massima segretezza a tutti i livelliperfino la maggior parte dei capi militari americani furono all’oscuro. 

 Nell’autunno del 1942, gli abitanti di una zona rurale del Tennessee furono privati in un attimo delle loro case e fattorie. Gli Stati Uniti, che avevano così a disposizione più di 59.000 acri di terra, tirarono su in pochi mesi una città pionieristica, Oak Ridge,  che in seguito ebbe più di 75.000 abitanti, ma non comparve mai sulle carte geografiche e che, all’apice della Seconda Guerra Mondiale, consumava più energia della città di New York. (3)https://www.youtube.com/embed/wLg0ebODqPo?feature=oembed

Si trattava quindi di un affare top-secret del governo statunitense per creare la prima bomba atomica al mondo. Le bocche furono sigillate e fino alla fine della guerra non si seppe nulla o quasi del progetto stesso o delle persone coinvolte. 

Il 16 luglio 1945 esplose il primo ordine nucleare, e insieme ai due test in seguito, erano effettivamente due test le due bombe lanciate su Hiroshima e Nagasaki, fu l’inizio di una lunga serie di sperimentazioni al di là di ogni codice etico. Fu una lunga serie di crimini contro l’umanità e contro il pianeta.  

Tra il 1945 e il 1998, cioè fino alla stipulazione del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CBBT) nel 1996, sono esplosi 2053 ordigni nucleari.

Da allora, una massa di nuovi radionuclidi, isotopi artificiali, è circolata nella stratosfera prima di raggiungere la superficie terrestre attraverso la troposfera e diffondersi ovunque: Cesio-137, Plutonio-239, Carbonio-14, Stronzio-90 contaminano l’atmosfera terrestre per migliaia di anni. (4)

La geoingegneria secondo me inizia qui.

Dopo la messa in opera di un primo ground zero in Giappone, iniziò quasi subito la più imponente campagna globale di lavaggio del cervello mai realizzata. 

Ai bambini giapponesi sono stati mostrati cartoni animati che parlavano del atomo buono.

Walt Disney produsse il film propagandistico “IL MIO AMICO ATOMO” per piccoli e grandi. https://www.youtube.com/watch?v=4is-gZbDC2A

Le bombe diventarono sexy. Miss Atomic Bomb veniva selezionata in concorsi speciali. Ragazze Pinup sexy cavalcavano bombe. La sessualità femminile diventa iconografia della distruzione. L’anatomia femminile viene alterata e trasformata in modo da mettere in evidenza una sessualità che, all’epoca, doveva essere contenuta nella sfera domestica, del matrimonio e della famiglia. 

La realtà capovolta, distorta, ricreata dalla macchina dell’informazione ha una lunga tradizione. Possiamo sperimentare oggi di prima mano il modo in cui la realtà viene stravolta e  rimodellata  dai mezzi di comunicazione di massa.

L’energia nucleare doveva rappresentare la strada verso un futuro promettente, caratterizzato da importanti scoperte tecnologiche, ed essere circondato da un’aura di positività e fiducia. 

“È un dono di Dio”, dichiarò l’allora Presidente Harry Truman durante un comunicato televisivo alla nazione all’indomani della resa giapponese. Pochi anni e qualche decisione di test nucleari dopo, nel 1953, il suo successore Dwight Eisenhower esprime la volontà di utilizzare l’energia atomica anche per scopi civili. Non si dovette attendere molto. Nel 1958, la Commissione per l’energia atomica diede il via all’Operations Plowshare, con l’intento di esplorare i limiti e le potenzialità delle esplosioni nucleari per la creazione di bacini acquiferi, per gli scavi minerari e per l’estrazione di combustibili fossili nel sottosuolo.  Edward Teller propose il progetto Chariot, che aveva come obiettivo la creazione di un porto artificiale a Cape Thompson in Alaska, e consisteva nel seppellire un numero imprecisato di testate nucleari che sarebbero poi state fatte esplodere. Il mare sarebbe confluito all’interno dei crateri risultanti, formando di fatto un’eccellente conca naturale (si fa per dire) in cui creare il porto.

La scarsa consapevolezza dell’impatto del nucleare sull’ambiente e sulla salute fece sì che il suo utilizzo venne considerato anche per i propositi più avventurosi. Nel 1959, Jack W. Reed meteorologo ad un  grande laboratorio dell’United States Department of Energy, che si occupano di questioni di sicurezza nazionale per conto della National Nuclear Security Administration, presentò uno studio intitolato “Some Speculations of Nuclear Explosions on Hurricanes”. Perché non difendere la popolazione dagli uragani semplicemente bombardandoli?  Reed teorizzò che un’esplosione nucleare nell’occhio del ciclone avrebbe fatto in modo che la sua intensità diminuisse, sventando così ogni pericolo (un test c’è stato) (5) 

Donald Trump deve averne sentito parlarne,  aveva suggerito di bloccare gli uragani con le armi nucleari. Aveva uno zio speciale.

L’esperto scientifico John G. Trump fu incaricato di esaminare i documenti sequestrati postumi di Nikola Tesla.  Tesla morì nel 1943 e solo tre anni dopo Bernard Vonnegut e altri due scienziati della General Electric lanciarono simultaneamente l’era scientifica del controllo meteorologico e il Nuovo Progetto Manhattan. I tre anni trascorsi tra la morte di Tesla saranno stati sufficienti per verificare il materiale di Tesla.

In sintesi, 

nel 1945 iniziò l’era atomica nella più completa incoscienza.

Nonostante gli orrori provacati naque un un entusiasmo sconfinato a metà degli anni Cinquanta, quando “le prospettive dell’energia nucleare sembravano brillanti e inesauribili”.

Si prevedeva di viaggiare su Marte con l’energia nucleare.

Hollywood, industria discografica, moda  e mainstream accomparono  questo mondo nuovo  ‘fantastico’.

Con l’ingresso nell’era nucleare, l’intreccio tra scienza civile, industria, accademie, settore dell’ informazione e mondo militare, già chiaramente evidente durante le due guerre mondiali, si intensifica in molteplici forme. Il sistema duale civile-militare sta raggiungendo un importante livello di sviluppo.

La fase attuale ha molto a che fare con gli spostamenti determinati dalle guerre mondiali del passato. Hanno portato a due grandi capovolgimenti, due grandi Reset, ed ora siamo nel terzo.

Oggi siamo in guerra, una guerra mai dichiarata, una guerra a più livelli: una guerra economica, biologica, cibernetica,  chimica, una elettromagnetica, una guerra dell’informazione, sì, e una guerra meteorologica. Quest’ultima è forse la guerra più subdola e nascosta. 

Un passaggio occultato – da MANHATTAN 1 a MANHATTAN 2 

Il complesso militare-industriale-accademico coinvolto nel Progetto Manhattan originale e nella ricerca nucleare era quindi contemporaneamente impegnato nella ricerca e nell’applicazione della manipolazione meteorologica. Le due aree erano strettamente legate anche in termini di utilizzo militare. 

Questo si può già vedere nello sviluppo e nel funzionamento degli strumenti, in entrambi i settori sono necessari e impiegati gli stessi elementi, satelliti, radar, aerei, razzi, ecc. Per questo motivo, molti scienziati che facevano parte del Progetto Manhattan originale hanno lavorato anche alla modificazione del tempo e alla ricerca atmosferica.

Uomini come: Edward Teller, Vannevar Bush, John von Neumann e altri sono noti per aver  lavorato  in entrambi settori. (6)

DALLA GEOINGEGNERIA NUCLEARE ALLA GEOINGEGNERIA CLIMATICA

La realtà della modificazione meteorologica è esplosa alla fine degli anni ’40 con la scoperta della semina delle nuvole negli Stati Uniti da parte di Vincent J. Schaefer e Bernard Vonnegut, (7) e può essere vista come sottocategoria della geoingegneria.  Ha un impatto locale in quanto si svolge su scala locale, ma quando si verificano numerosi interventi (la Cina sta ora manipolando su larga scala),  l’impatto globale deve essere tenuto in conto. Tuttavia, anche un intervento limitato e locale in un’area di importanza strategica può avere un impatto globale devastante. Basti pensare all’ effetto farfalla  che dice “ che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”.

Il significato del  termine geoingegneria è stato modificato negli ultimi anni. La definizione attuale è la seguente: La geoingegneria, nota anche come ingegneria climatica, descrive una serie di modi per intervenire su larga scala nei sistemi naturali della Terra – oceani, suolo e atmosfera – per combattere direttamente il cambiamento climatico.

Sebbene la definizione ufficiale del termine e delle tecnologie sia stata diffusa solo di recente, già negli anni ’60 esistevano piani concreti per progetti di questo tipo.

Esiste un memorandum della CIA del 1960 

che descrive in dettaglio ciò che deve essere fatto per cambiare il clima della Terra. (8)

Non ho potuto fare a meno di pensare, scoprendo il documento, agli esperimenti nucleari ad alta quota che si sono svolti in quegli anni e ai missili esplorativi con vari rilasci che hanno lasciato tracce negli strati superiori. I danni creati erano diversi, uno di questi, secondo Rosalie Bertell, era il daneggiamento dello strato di ozono, e non è stata l’unica a parlarne. Gli effetti sul clima o non sono stati indagati, poco probabile, o non resi pubblici i dati.

Mi sono chiesta: è possibile che il danno fatto  – lacerazione dell’ ozonosfera – abbia portato a pensare di porvi rimedio? È possibile che la CIA, ad esempio, abbia intrapreso un progetto del genere in questo contesto?  

Negli articoli sulla storia dello sviluppo della ricerca sull’ozono, gli esperimenti nucleari in quota non sono considerati come un fattore

Il ruolo dei test nucleari NON è menzionata né dalla NOAA, né dall’ONU, né dalla NASA, né dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, né dalla Commissione Europea, né dall’EPA, né da nessuna parte del Protocollo di Montreal, che è un po’ la Bibbia dell’inversione della riduzione dell’ozono – dopo aver scoperto il buco.
In risposta a una domanda al riguardo, il NOAA ha dichiarato a FactCheck:
I test nucleari non sono la causa della riduzione dello strato di ozono che abbiamo sperimentato….Le emissioni umane di composti di cloro e bromo a lunga vita, compresi i CFC e gli halon, hanno portato alla riduzione dell’ozono osservata. (bromo e cloro ricordano  la ricetta del genio della NASA Harry Wexler per modificare il clima, questo nei primi  anni sessanta. Wexler propose di  DISTRUGGERE LO STRATO DI OZONO E QUINDI AUMENTARE NETTAMENTE LA TEMPERATURA SUPERFICIALE DELLA TERRA, irrorando diverse centinaia di migliaia di tonnellate di cloro e bromo con aerei stratosferici) Ci hanno provato? In passato temevano un raffreddamento del clima. (9)  

Nell’ Atomic Archive leggiamo sulla Ozone Depletion: In teoria, i test nucleari producono protossido di azoto, una sostanza che impoverisce l’ozono.

Giusto in questi ultimi tempi Alan Bardeen e i suoi coautori hanno scoperto che i fumi di una guerra nucleare globale distruggerebbero gran parte dello strato di ozono nell’arco di 15 anni, con un picco medio di perdita di ozono di circa il 75% a livello mondiale. E anche una guerra nucleare regionale porterebbe a un picco di perdita di ozono del 25% a livello globale, con un recupero che richiederebbe circa 12 anni.  (10) 

 Le detonazioni  ‘pacifici’ hanno effetti diversi? 

Altra area  rilevante  dal punto di vista del pericolo per l’ozonosfera – e occultata –  è il traffico aereo civile e militare. È persino escluso dalle statistiche ufficiali sull’inquinamento atmosferico. (11)   

Inoltre,  non si parla dell’espansione della rete satellitare 5G. Se il 5G penetra dallo “spazio” in modo massiccio e ampiamente collegato alle reti in basso, quali sono le conseguenze per gli strati atmosferici e per la vita sul pianeta? (12) 

Dallo spazio riusciremo a controllare

disse il futuro presidente degli Stati Uniti Lyndon B. Johnson nel 1962. Johnson riassume molte cose in poche parole: «Dallo spazio riusciremo a controllare il clima sulla terra, a provocare alluvioni e carestie, a invertire la circolazione negli oceani e far crescere il livello dei mari, a cambiare la rotta della corrente del Golfo e rendere gelidi i climi temperati». (13) 

E’ una sintesi davvero impressionante, che io non so fare con la stessa incisività. Nel mio tentivo di riassumere ma anche spiegare mancano molti aspetti. Sto cercando di dipingere un quadro ampio, ma rimane sempre e comunque limitato. Per quanto riguarda il controllo meteorologico mi limito a ricordare che esperimenti per modificare la quantità di precipitazioni sono stati condotti già negli anni ’50 in decine di Paesi, tra cui l’Italia. In Italia, i primi dati ufficiali risalgono al 1947, e gli esperimenti riportati in Sardegna negli anni ’60 sono particolarmente interessanti, in quanto soddisfacenti e rilevanti per la costruzione di bacini artificiali. Generale A. Serra, che ci ha lasciato un documento che documenta questi fatti, ha commentato:

Operare su regioni di montagna o di collina, al fine di creare riserve idriche in bacini di raccolta è la forma più promettente di usufruire di piogge o neve artificiali, dichiarò il Gen.A.Serra. (14)

Il tema dell’inseminazione  delle nubi  e la gestione dell’acqua, del WATERMANAGMENT sono strettamente legati. Dove si trovano grande dighe nel mondo si trovano operazioni di Cloud Seeding. 

Tuttavia, l’uso e la manipolazione degli elementi della natura è accompagnato da disastri di portata sproporzionata. La segretezza delle operazioni – elemento rilevante anche in questo settore – è la salvezza per chi compie danni. Nel caso in cui le operazioni sfuggano al controllo, è la natura a fungere da alibi e ad essere incolpata dei disastri.

L’alluvione di Lynmouth, in Gran Bretagna, nel 1952, ne è un esempio. Il  14 agosto 1952 furono avvistati degli aerei che inseminavano le nuvole con l’intenzione di cambiare il tempo. Il cielo assunse una straordinaria tonalità di giallo, verde e viola. Il diluvio che ne seguì fu drammatico.


Anche l’alluvione di Firenze del 1966 solleva questioni di questo tipo.

Quando il tempo atmosferico è usato come arma e mira alla distruzione, richiede ancora più segretezza (vedi il Progetto Popeye e il Vietnam).

In sintesi: 

Il cloud seeding è una procedura per modificare la quantità e il tipo di precipitazioni attraverso l’applicazione di sostanze chimiche nell’atmosfera, alterando i processi microfisici nelle nuvole o nelle correnti. È documentata da decenni e viene utilizzata per modificare le precipitazioni, la grandine, la neve o le tempeste. Questo avviene negli Stati Uniti, in Russia, Europa, Cina, India, Africa, Indonesia, Australia, Cuba, Cile e altri Paesi. In Israele sono veri maestri. Sono venuti anche da noi per insegnarci.(Progetto Pioggia in Puglia)

Di particolare interesse nel campo della manipolazione meteorologica sono progetti di 

CONTROLLO ELETTROMAGNETICO 

Ci sono di vari tipo. 

 Negli anni ’90, l’Atmospheric Laboratory del MIT ha condotto prove sul campo di tecnologie non convenzionali per la modifica del tempo atmosferico. In ulteriori studi, gli scienziati dell’atmosfera hanno sviluppato una teoria che identifica nel caos meteorologico su macroscala la “chiave” della modificazione del tempo.

Alla fine degli anni ’90, un gruppo di ricerca indipendente in Australia, cercando le origini di questa teoria, si è imbattuto in un “meccanismo atmosferico”. Prove sperimentali hanno dimostrato che “piccole quantità di energia elettromagnetica applicata in modo intelligente” possono causare cambiamenti nel tempo atmosferico in base all’andamento delle onde sinusoidali atmosferiche (onda con un unico movimento oscillatorio) . Questa ricerca ha portato allo sviluppo di una tecnologia di risonanza atmosferica sostenuta da Aquiess International. La manipolazione meteorologica di Aquiess si basa su frequenze, codici e algoritmi rilevabili che possono fornire un collegamento (apparentemente) diretto tra i processi di programmazione e i sistemi atmosferici. Secondo il responsabile del progetto, è stato possibile produrre precipitazioni delicate. Il progetto pare abbia avuto buoni risultati, i programmi Rain Aid, ma è stato spento (anche il sito di Aquiess) , il che però non significa che questa tecnica non venga utilizzata oggi, ma non più da Aquiess. Per questo sono necessari clienti. (15)

Ufficialmente note sono le piogge indotte con il laser, che mostrano per esempio in  in Arabia Saudita  effetti sorprendenti, si vedono cammelli camminare nel deserto allagato. Saranno forse adoperate una combinazione di tecnolgie. 

Altra nuova tecnologia crea nuvole di pioggia partendo dal un cielo totalmente privo di nubi e generando ioni (gli ioni sono atomi o molecole a cui è stato tolto un elettrone e diventano così reattivi al punto da cercarsi l’un l’altro) nell’atmosfera. Questa metodologia è totalmente diversa da quelle sperimentate finora.

Da notare un film d’animazione Disney del 1957 (lo trovate sul sito: Come possedere il Tempo) che mostrava il trattamento delle nuvole con fulmini provenienti da oggetti volanti che sembrano droni.  Questo da un idea quali sviluppi tecnologici erano già avvenuti oppure programmati in questo settore, in quegli anni lontani. E lo sviluppo complessivo procedeva in modo impressionante.

Dopo il successo del lancio del primo satellite in assoluto, lo Sputnik, da parte dell’Unione Sovietica, già nel 1960, con il programma Carona, gli Stati Uniti lanciarono un satellite spia per fotografare le basi missilistiche sovietiche.

La tecnologia missilistica e la tecnologia delle armi nucleari sono state sviluppate contemporaneamente tra il 1945 e il 1963.

Durante questo folle periodo di test atmosferici nucleari, sono state tentate esplosioni a vari livelli, sopra e sotto la superficie della Terra. Alcune delle descrizioni ormai familiari della atmosfera protettiva della Terra, come l’esistenza di fasce di Van Allen, sono basate su informazioni ottenute attraverso la sperimentazione stratosferica e della ionosfera di quei tempi. Le detonazioni dentro la fascia di van Allen secondo Rosalie Bertell hanno creato danni irriversibili. Nel 1962 è stato lanciato un razzo con un ordigno da 1,4 megatoni che è esploso a 400 km di altezza, rompendo le fasce di Van Allen. Le fasce di Van Allen sono state una delle prime scoperte americane dell’era spaziale, nel 1958.

HAARP – WOODPECKER – ANTENNE – SATELLITI – SOLAR POWERSTATION E ….

Nel 1969 è stata creata una stazione per supportare gli studi dell’Università di Stanford sulle proprietà magnetosferiche e ionosferiche della plasmasfera.

La Stazione Siple è un precursore di Haarp.

Il programma HAARP è iniziato nel 1990

H.A.A.R.P. (High-Frequency Active Aural Research)

Le antenne installate in Alaska avrebbero ufficialmente avuto lo scopo di studiare la ionosfera per migliorare le telecomunicazioni, cosa che avveniva anche in altri Paesi e soprattutto in Russia, che era molto avanti nell’utilizzo di questo tipo di apparecchiature. 

Scrive Rosalie Bertell: Negli anni 1970, in una inusuale collaborazione fra americani e sovietici durante la Guerra Fredda, gli Stati Uniti diedero ai sovietici un gigantesco magnete, che in effetti divenne una parte del loro Progetto Woodpecker. Nel 1974, nell’ambito degli Accordi di Vladivostock, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica presero la decisione congiunta di sciogliere la calotta polare artica.11 Non si tratta di un accordo bilaterale registrato dell’ONU, perciò non divenne mai accessibile a coloro i quali – più tardi – furono messi in allarme dal rapido scioglimento dei ghiacci e delle nevi polari, e dalla situazione degli orsi polari che ne è risultata. Per il pubblico, lo scioglimento della calotta polare artica è diventato un segnale forte e inquietante del cambiamento climatico, talmente forte che negli Stati Uniti ai media è stato richiesto di non parlare mai di orsi polari! A causa del segreto militare la gente è stata indotta a pensare che il controllo industriale delle emissioni di CO2 riporterebbe tutto a posto nell’Artico! (16)

Il sovietico Woodpecker 

(simile a quello che in seguito negli USA fu HAARP) era uno strumento di Tesla situato in Ucraina, in quella che in seguito, nel 1986, divenne la zona non accessibile dopo il  disastro del reattore nucleare di Chernobyl (che aveva fornito energia per il Woodpecker)…

Rosalie Bertell ha descritto HAARP, Woodpecker, altri riscaldatori ionosferici, la rete satellitare, le torri GWEN e molto altro nel suo libro e non posso che raccomandarlo a chiunque voglia saperne di più sull’argomento.

L’ esplorazione dell’atmosfera superiore ha portato allo sviluppo di strumenti per monitorare le condizioni atmosferiche e geofisiche del pianeta. 

Ma è  davero  sorprendente la vertiginosa rapidità con cui sono emersi tecnologie, progetti e eventi: l’allunaggio nel 1969, all’apice della corsa allo spazio tra Unione Sovietica e Stati Uniti d’America, solleva molti interrogativi. Ci sono stati realmente? 

 Interrogativi di altro tipo  sono da fare  per i piani per il posizionamento di una Centrale solare satellitare nella fascia di Van Allan, riportate da Rosalie Bertell nel suo libro, progetatta pare già nel 1968. Con lo sviluppo dell’era spaziale, alla fine degli anni Cinquanta e negli anni Sessanta i pannelli solari come fonte energetica  sono stati utilizzati per alimentare varie parti dei veicoli spaziali. Il primo fu il satellite Vanguard I nel 1958, seguito da Vanguard II, Explorer III e dallo Sputnik-3.

Nel 1978, il governo statunitense propose ufficialmente 

Una centrale solare spaziale 

che avrebbe catturato l’energia dal sole e l’avrebbe rimandata sulla Terra per un uso commerciale.  Secondo Rosalie, ogni satellite doveva essere grande quanto l’isola di Manhattan e posizionato in orbita geostazionaria. Il piano prevedeva che i satelliti assorbissero la radiazione solare utilizzando celle solari e poi inviassero l’energia alla Terra attraverso antenne riceventi chiamate “rectennas”, dove sarebbe stata trasmessa tramite fasci di microonde. 

 Oggi questo sistema è di grande attualità e viene presentato come una possibile salvezza energetica per l’umanità. 

Leggiamo in questi giorni, e sono notizie mainstream: La soluzione alla crisi climatica? La Terra fa un passo avanti verso un’energia solare spaziale sostenibile, . 

Che si tratti nel caso della centrale solare nello spazio di un sistema camuffato, ufficialmente civile ma con caratteristiche militari, sembra più che ovvio. Rosalie Bertell si rivolse all’epoca al Comitato per il disarmo delle Nazioni Unite in riferimento a questo progetto, ma le fu risposto che, finché fosse stato definito come un progetto di energia solare, non avrebbe potuto essere considerato un progetto di armamento. Ma come era possibile questa ascesa rapida verso lo spazio? 

E passiamo da Edward Teller a  John von Neumann

Era von Neumann  il vero dottor Stranamore?

Uno sviluppo così stupefacente è stato reso possibile dallo sviluppo dei computer. E qui incontriamo un nome molto importante che è quello di John von Neumann (17).

All’apice della guerra fredda, a metà degli anni Cinquanta, Neumann fa di tutto per promuovere la costruzione del missile balistico intercontinentale … Ma il male è in agguato, un male per lui stesso: un tumore osseo lo costringe su una sedia a rotelle, però non gli impedisce di partecipare personalmente alle riunioni strategiche con i militari, mentre si dedica a nuovi studi sui programmi in grado di riprodursi da soli, che chiama automi cellulari. 

Dunque, ci si chiede se sia stato lui ad aver ispirato Kubrick nella creazione del personaggio del dottor Stranamore.

Neumann è stato una delle menti più brillanti e straordinari del secolo scorso. Insieme a Edward Teller e Eugene Wigner, apparteneva al “clan ungherese” del Progetto Manhattan.

Nel 1956, in qualità di membro della Commissione per l’Energia Atomica, Neumann predisse che le nazioni avrebbero raggiunto il controllo climatico globale entro pochi decenni, con la  prospettiva della guerra meteorologica.

 John von Neumann aveva affermato che la conoscenza dell’uomo stava rapidamente avvicinandosi ad un livello da consentire in alcuni decenni interventi in materia atmosferica e climatica. Non ha indicato quale forma di metodi di controllo del clima si potrà usare, ma ha detto che una volta che saranno stati sviluppati “saranno sfruttati”.

Ha dato il suo punto di vista al mondo nella trasmissione globale Voice of America  in un simposio radiofonico settimanale su “Le frontiere della conoscenza e la speranza dell’umanità per il futuro”. Ha detto che l’uso di procedure di controllo in una regione “può influenzare in modo critico un’altra”. E ha aggiunto anche: “L’attuale terribile possibilità di guerra nucleare può cedere il posto ad altre anche più terribili. Dopo che il controllo climatico globale sarà diventato possibile forse tutte le nostre attuali preoccupazioni sembreranno semplici”.

Ci sarebbe qualche speranza in una simile situazione? “La risposta più ottimista”, ha concluso, “è che la specie umana è stata sottoposta a test simili prima e sembra avere una capacità congenita di venirne fuori dopo varie forme di guai”.

Dieci anni dopo le detonazioni delle prime bombe atomiche e la successiva resa giapponese, la rivista Fortune ha pubblicato un importante articolo di John von Neuman “Can We Survive Technology?” ( lo trovate sul sito) E’ senza dubbio la prima menzione significativa della tesi SRM di geoingegneria. Quindi von Neumann ha ‘previsto’ la ingegneria del pianeta via Solar Radiation Managment.

Pochi anni dopo, tutto ciò fu reso esplicito in un memorandum della CIA, come già detto e

sempre nel 1960, si formò un gruppo nella NATO sotto la guida di Theodore von Karmàn. Kàrmàn è stato consulente dell’aeronautica statunitense e della NATO e ha avuto il compito di coordinare questo gruppo di esperti e leader della NATO guidato dagli Stati Uniti per sviluppare piani per le guerre future utilizzando (sfruttando, deviando, imitando) le forze della natura. L’incarico fu il coronamento della lunga carriera di Kàrmàn. I progetti in cui era coinvolto riguardavano in generale la conquista dello spazio.

Brevemente: Alcuni dati  per ricordare i contorni del periodo:

La Seconda guerra mondiale  ha dato un enorme impulso per aumentare lo sviluppo del controllo del meteo.

Nel 1953  il governo americano costituisce l’Agenzia per il controllo del tempo.

Nel 1957 una commissione consultiva sul controllo climatico afferma: “Le modificazioni climatiche potrebbero rivelarsi un’arma più cruciale della bomba atomica” (M.S. Ventakataramani, To Own The Weather, Frontline, 16-29 gennaio 1999).
Nel 1958  Howard T. Orville, capo dell’Agenzia per il Controllo del Tempo, afferma che si stanno studiando “modi per modificare il clima usando un raggio elettronico per ionizzare o de-ionizzare l’atmosfera sopra una determinata area”.

Quindi nel 1960 è stato fondato il Comitato NATO – il comitato von Karman.

Il Comitato comprendeva alti rappresentanti militari di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Francia e Germania Ovest. Era composto da oltre 200 scienziati ed esperti militari. Dopo la morte di Kàrmàn, fu Edward Teller a presiedere il Comitato NATO e Teller, come sappiamo, era fortemente motivato all’uso delle bombe atomiche, in molti modi. 

Il campo di esplorazione militare? 

Trasformare la natura in una vera arma, per generare eventi catastrofici, devastare l’agricoltura, le infrastrutture, sciogliere dei ghiacci per affogare città portuali avversarie, deviare correnti marine e atmosferiche, far esplodere ordigni nucleari finalizzati a provocare tempeste radioattive e incendi  su enormi spazi abitati, creare buchi nella ozonosfera, tutto questo e altro ancora era scienza militare durante la Guerra Fredda.


Si chiama «environmental warfare», ed è una guerra condotta provocando intenzionalmente catastrofi ambientali.

L’uso del meteo come arma viene vietato nel 1978 nell’ambito della Environmental Modification Convention (ENMOD). Sia Stati Uniti d’America che Unione Sovietica l’hanno firmata. Convenzione sulla proibizione dell’uso militare o di altra ostile natura di tecniche di modificazioni ambientali, Nazioni Unite, Ginevra: 18 maggio 1977. In vigore dal 5 ottobre 1978   

Ma se si cambia il nome del bambino, il gioco può continuare.

Dopo il 1978 le sperimentazioni sono continuate indisturbate, ma non ufficialmente, e non si pubblicano più documenti espliciti e significativi come negli anni precedenti, mentre proprio in questi decenni constatiamo un aumento degli eventi estremi.

Facendo scomparire il tema dalla sfera dell’ufficialità, lo si è relegato nel campo delle teorie cospirative o della fantascienza.



Oggi viene incolpato il “cambiamento climatico” di ogni sorta di disastro (grazie al famigerato consenso del 97% degli esperti sull’aumento della CO2 come causa).

La “cure” escogitata per “trattare” il pianeta ‘infiammato’ è una misura  che, guarda caso, era proposta dalla CIA nel 1960!

Nel documento della CIA invece della CO2 come problema non c’era  traccia. 

Esiste un altro documento rivelatore, ed è  del 1998 di Jay Michaelson: “Geoingegneria: un progetto Manhattan per il cambiamento climatico” pubblicato nello Stanford Environmental Law Journal, vol. 17, No. 73, 1998.  Michaelson sostiene in un scritto corposo di 53 pagine la necessità urgente di avviare immediatamente progetti di geoingegneria e propone un progetto tanto vasto e segreto quanto lo era il progetto Manhattan, quindi  …

GEOINGEGNERIA – 5 G – TRANSUMANESIMO 

Per concludere la mia analisi, vorrei soffermarmi sulla questione che dovrebbe essere al centro di questa relazione e che spero sia già un po’ affiorata attraverso le mie presentazioni.

Quali connessioni si possono individuare tra la geoingegneria e la tecnologia 5G che sta investendo il pianeta, e cosa ha a che fare tutto questo con il passaggio dell’umanità al transumanesimo?

 “Gli sviluppi tecnologici trasformano il potere in una gestione totale della vita, che diventerà sempre più tecno…”scrivono nel loro  libriccino sul 5G Silvia Guerini e Costantino Ragusa. 

Credo che i fatti selezionati finora abbiano sottolineato proprio questo aspetto. In definitiva, una logica meccanica sostituisce il vivente.  Nel caso della rivoluzione atomica, l’energia distruttiva è stata dichiarata la forza vitale del progresso.

La campagna per le PR del settore delle telecomunicazioni descrive il 5G come la prossima generazione di “tecnologia wireless ultra veloce che ha il potenziale per connettere qualsiasi cosa, dagli smartphone alle auto a guida autonoma, ai mondi virtuali”, come se questo tipo di comfort aggiuntivo fosse un contributo benigno alla vita. 

La PR degli anni cinquanta, per introdurre il nucleare ‘civile’ intona la stessa  musica.

Il  5G utilizza frequenze d’onda estremamente elevate, da 24 GHz e fino a 90 GHz note come bande d’onda millimetriche, con alcune previsioni di raggiungere la gamma di 300 GHz. Le bande millimetriche sono necessarie per le armi del Massive Internet of Things (MIOT) , l’Intelligenza Artificiale e le armi a energia diretta (DEW), che richiedono tutte l’estremità più alta della scala dello spettro, che rappresenta anche livelli di esposizione alle radiazioni sempre più elevati. 

Il 5G, di cui non esiste un’analisi indipendente sulla sicurezza o sulla salute, minaccia la biosfera e tutti gli esseri viventi.

Questo non è più una novità da tempo, lo stesso vale per gli interventi dei geoingegneri che operano con gli stessi meccanismi senza scrupoli che considerano il pianeta e gli esseri viventi su di esso come macchine da invadere e rimodellare  come meglio credono. 

Come ha dimostrato anche la nascente era nucleare, questo avviene senza conoscenza e consapevolezza, ma con una logica che obbedisce solo ai propri fini, cioè al controllo e al possesso. OWNING THE WEATHER” descrive magnificamente lo spirito dei tecnocrati.

In pubblico, il 5G viene dipinto come una nuova era di gadget high-tech, il prodotto finale di una generazione di scienziati e politici che hanno reimpostato la relazione con la realtà e hanno accolto un cosiddetto progresso tecnocratico. 

La digitalizzazione compenetra tutti gli aspetti della nostra vita e il 5G, poi il 6G e il 7G saranno necessari per far funzionare appieno la rete di controllo.  La tabella di marcia è chiara, non hanno nulla da nascondere. Le informazioni sono disponibili in abbondanza sul sito del World Economic Forum.

E non è un segreto, e questo è l’aspetto più grave della questione, che in questo sviluppo c’è un elemento pervasivo e incontrollabile che nessuno può limitare o controllare: Sappiamo che il 5G fornirà anche armi neurali controllate a distanza, questo è risaputo. Per inciso, piani di questo tipo sono stati comunicati da decenni. Il geofisico Gordon McDonald, personaggio di alto livello, era a conoscenza di questi sviluppi e aveva previsto la possibilità futura di un controllo mentale dall’alto. 

Che si tratti del controllo dell’atmosfera, della biosfera o dell’esistenza umana, i metodi e gli strumenti utilizzati sono interconnessi, la misura dell’uomo diventa un fattore materiale, l’uomo diventa una cosa tra le cose.

In assenza di etica, l’avanzamento della scienza e della tecnologia estrema diventa ora ancora più drastico e di vasta portata: le forze della natura devono essere sconfitte e superate. La natura non deve essere solo migliorata, ma sostituita. Per raggiungere questo obiettivo, la realtà deve diventare globalmente leggibile, misurabile e controllabile. Una follia completa, perché la realtà è complessa e non è realmente comprensibile per le competenze umane.

 Il perseguimento di questa nuova dimensione si manifesta nel Massive Internet of Things (MIOT) con le sue varie classificazioni che spiegano la natura delle ramificazioni. (18)  

L’Internet delle cose (IoT) collega gli oggetti a Internet, ed è giunto il momento di collegare anche il corpo umano,  l’Internet dei corpi (IoB).

Ho ricordato in questi giorni un autore letto molti anni fa, già negli anni sessanta fu Lewis Mumford (1895-1990) scrisse nel suo libro il Mito della Macchina: 
“Nella terminologia dell’odierna visione dominante del rapporto dell’uomo con la tecnologia, la nostra epoca è il passaggio dallo stato primitivo dell’uomo, caratterizzato dall’invenzione di strumenti e armi allo scopo di dominare le forze della natura, a uno stato radicalmente diverso in cui l’uomo non solo avrà conquistato la natura, ma si sarà distaccato il più possibile dall’habitat organico. Con questa nuova “mega-tecnologia”, la minoranza al potere creerà una struttura unificata, onnicomprensiva, super-planetaria e a funzionamento automatico. Invece di agire come una personalità autonoma, l’uomo diventerà un animale passivo, senza scopo, dipendente dalla macchina, le cui stesse funzioni, secondo i tecnici moderni, saranno delegate alla macchina o strettamente limitate e controllate a beneficio di organismi collettivi spersonalizzati”.

 La digitalizzazione e l’inseminazione con sensori riguarda tutto il pianeta. Lo dimostrano le categorie aggiunte per ARIA-MARE-TERRA (19)

E quindi abbiamo:
L’Internet delle cose sott’acqua (IoUT) – L’Internet delle cose nel sottosuolo (IoUGT) – L’Internet delle cose nello spazio (IoST)  e sembrano particolarmente rilevanti per il controllo e la manipolazione dell’ambiente a tutti i livelli. 

Presto condiremo (we will salt) gli oceani, la terra e il cielo con un numero incalcolabile di sensori invisibili agli occhi, ma visibili l’uno all’altro e ad una varietà di dispositivi di raccolta dati. I vasti flussi di dati sempre più accurati si combinano e interagiscono per produrre cache sempre più significativi di conoscenza” . prometteva Esther Dyson qualche anno fa. Esther Dyson, un’ azionista finanziaria il cui portafoglio include 23andMe, Genomera e PatientsLikeMe, è figlia di Freeman Dyson.

Polvere intelligente diabolica sparsa ovunque come confetti”  – erano le ultime parole di Julian Assange prima che la sua connessione a Internet fosse definitivamente interrotta e il suo soggiorno nellì ambasciata sostitutio con la prigione. (20) 

  L’idea delle polveri intelligenti non è nuova. Kris Pister dell’Università di Berkeley aveva coniato il termine “Smart Dust” (polvere intelligente) a metà degli anni novanta come parte di un progetto di ricerca della DARPA, concludendo: “Programmeremo le pareti e i mobili, e un giorno anche gli insetti e la polvere”.

Già in VIETNAM, negli anni ’60, vennero rilasciate piccole macchine, cioè sensori lanciati dal cielo sopra la rotta di Ho Chi Minh, in grado di rilevare movimenti, suoni, metalli e persino odori, con cui accompagnarono la massiccia campagna aerea statunitense contro le linee di rifornimento nordvietnamite.  Naturalmente, questi sensori erano enormi rispetto a quanto è possibile fare oggi. 

E alcuni scienziati californiani non hanno dubbi: la polvere intelligente ha già fatto la sua prima apparizione su un vero campo di battaglia in Afghanistan, dove gli americani hanno cosparso nubi di smart dust sulle zone più impervie e montagnose. 

Il prossimo test? 

Ho qualche sospetto. 

Ci sarebbe molto altro da dire e da aggiungere per dipingere questo gigantesco quadro distopico. Mi fermo qui, dopo molti anni di indagine, è stato un primo tentativo di tracciare una panoramica dei molti dati raccolti e allo stesso tempo di incoraggiare a spulciare l’archivio creato, per chi volesse approfondire l’argomento.
Come mai prima d’ora, le persone cominciano a porsi delle domande.  L’immenso lavoro svolto da molti in questi due anni sta contribuendo a rendere il quadro più chiaro, a illuminare le connessioni.  Vedere e capire è il prerequisito fondamentale per il cambiamento, per la guarigione. Ecco perché questo lavoro è così importante e perché è così importante collegare la nostra ricerca.


Vi ringrazio per l’invito.

FONTI

1) EDWARD TELLER, DALLO SCUDO SPAZIALE A…https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/spazio/dallo-scudo-spaziale-alla-difesa-antimissili/

2) L’UOMO E’ ANTIQUATO https://www.nogeoingegneria.com/librifilms/luomo-e-antiquato/

3) Oak Ridge: la città “Atomica” segreta degli Stati Uniti https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/nucleare/citta-segrete-oak-ridge-2/

(4) HIROSHIMA E NAGASAKI: I REPORTAGE CENSURATI DAGLI USA https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/nucleare/atomic-cover-up-la-storia-nascosta-dietro-il-bombardamento-degli-stati-uniti-di-hiroshima-e-nagasaki/

5) https://www.nationalobserver.com/sites/nationalobserver.com/files/styles/nat_social/public/img/2017/10/11/gw-irma-abomb-top.jpg?itok=2Btg_nZN e   https://www.youtube.com/watch?v=-q47sHA4eA

6) https://www.nogeoingegneria.com/timeline/personaggi/la-storia-e-davvero-lunga-e-parte-nel-1946-lo-sviluppo-postbellico-del-nuovo-progetto-manhattan/

7) https://www.nogeoingegneria.com/timeline/storia-del-controllo-climatico/tesi-di-laurea-inseminazione-delle-nubi-stato-della-ricerca-e-prospettive-operative/

(8) LA CIA PUÒ UTILIZZARE IL METEO COME ARMA? È DAL 1960 CHE CERCA DI FARLO

9) HARRY WEXLERhttps://www.nogeoingegneria.com/timeline/storia-del-controllo-climatico/herry-wexler/

10) CONSEGUENZE CLIMATICHE DI UN CONFLITTO NUCLEARE www.nogeoingegneria.com/tecnologie/nucleare/conseguenze-climatiche-di-un-conflitto-nucleare-peggiori-del-previsto/

11) Shuttle e aerei mettono in pericolo la Terrahttps://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/areosol/scie-aerei-e-shuttle-mettono-in-pericolo-la-terra/

12) WIFI dallo spazio mette a rischio l’ozonosfera   https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/spazio/wi-fi-dallo-spazio-a-rischio-lo-strato-di-ozono/

13) Dallo Spazio riusciremmo a controllare il clima….https://www.nogeoingegneria.com/timeline/progetti/dallo-spazio-riusciremo-a-controllare-il-clima-sulla-terra-provocare-alluvioni-e-carestie/

14) Italia: piogge artificiali dal 1947 https://www.nogeoingegneria.com/timeline/progetti/piogge-artificiali-in-italia-dal-1947/

15) Controllo elettromagnetico del tempo https://www.nogeoingegneria.com/timeline/progetti/il-controllo-elettromagnetico-del-tempo/

16) PIANETA TERRA ULTIMA ARMA DI GUERRA https://www.nogeoingegneria.com/librifilms/e-uscito-il-libro-pianeta-terra-lultima-arma-di-guerra/

17) John von Neumann https://www.nogeoingegneria.com/timeline/storia-del-controllo-climatico/nel-1956-john-von-neumann-ha-previsto-le-guerre-meteo/

18 e19) L’Internet delle cose sott’acqua (IoUT) – L’Internet delle cose nel sottosuolo (IoUGT) – L’Internet delle cose nello spazio (IoST) https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/sistemi-radar/dal-mare-al-sottosuolo-fino-allo-spazio-le-nuove-frontiere-delliot/

20) ASSANGE POLVERE INTELLIGENTE DIABOLICA  https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/sistemi-radar/polvere-intelligente-diabolica-sparsa-ovunque-come-confetti-le-ultime-parole-di-julian-assange/

KLAUS SCHWAB esalta: “Considerate le possibilità illimitate di avere miliardi di persone connesse tramite dispositivi mobili, dando vita a una potenza di elaborazione, capacità di archiviazione e accesso alla conoscenza senza precedenti. Oppure pensa all’incredibile confluenza di scoperte tecnologiche emergenti, che coprono campi di ampio respiro come l’intelligenza artificiale (AI), la robotica, l’Internet delle cose (IoT), i veicoli autonomi, la stampa 3D, la nanotecnologia, la biotecnologia, la scienza dei materiali, lo stoccaggio di energia e informatica quantistica, per citarne alcuni. Molte di queste innovazioni sono agli inizi, ma stanno già raggiungendo un punto di svolta nel loro sviluppo mentre si sviluppano e si amplificano a vicenda in una fusione di tecnologie attraverso il mondo fisico, digitale e biologico ”.

Klaus Schwab, Plasmare il futuro della quarta rivoluzione industriale.