Presidio 4 agosto Bergamo – Contro il Green pass

PRESIDIO 4 AGOSTO 021 – BERGAMO 

Piazza Matteotti dalle 18.00 alle 22.00 

ROMPERE LE RIGHE! 

CONTRO IL GREEN PASS E LA SEGREGAZIONE TECNO-SANITARIA 

L’imposizione dell’inoculazione di materiale bio-ingegnerizzato (i cosiddetti “vaccini”) e la conseguente campagna di terrore e ricatto per dispiegare il sistema repressivo di sorveglianza del green pass, sono solo alcune delle facce di un regime totalitario di emergenza che sempre più vediamo dispiegarsi da un anno e mezzo a questa parte e che ha fatto dell’età pandemica il suo cavallo di Troia. Ma le finalità di queste imposizioni vanno ben oltre la mera questione sanitaria ma portano con sé la soppressione progressiva delle ultime briciole di libertà ed autonomia, la sempre più dipendenza dal sistema tecno-bio-medicale, la completa disumanizzazione verso un mondo digitalizzato nonché il primo verso passo verso la manipolazione genetica di massa del corpo umano. 

Il green pass è identificazione e classificazione in persone di prima e seconda classe, discriminazione nonché segregazione di chi ha deciso di non accettare una terapia genica.   

Disertiamo il loro lasciapassare sanitario e i loro inserti genetici! 

SPAZIO DI DOCUMENTAZIONE LA PIRALIDE        
Via del galgario 11/13 Bergamo, avvelenate@anche.no, www.lapiralide.noblogs.org 

RESISTENZE AL NANOMONDO 

www.resistenzealnanomondo.org 

info@resistenzealnanomondo.org 

CONTRO ILGREEN PASS E LA SEGREGAZIONE TECNO-SANITARIA

L’imposizione dell’inoculazione di materiale bio-ingegnerizzato (i cosiddetti “vaccini”, vere e proprie piattaforme di riprogettazione cellulare) e la conseguente campagna di terrore e ricatto per dispiegare il sistema repressivo di sorveglianza del green pass, sono solo alcune delle facce di un regime dispotico e totalitario di emergenza che sempre più vediamo dispiegarsi e ramificarsi da un anno e mezzo a questa parte e che ha fatto dell’età pandemica il suo cavallo di Troia. Ma le finalità di queste imposizioni vanno ben oltre la mera questione sanitaria – come con la banalizzazione quotidiana del mainstream ci vengono presentate – ma portano con sé la messa a regime di identità digitali per ogni individuo, la soppressione progressiva delle ultime briciole di libertà ed autonomia, la sempre più dipendenza dal sistema tecno-bio-medicale, la completa disumanizzazione verso un mondo digitalizzato nonché il primo verso passo verso la manipolazione genetica di massa del corpo umano.  

In questo clima di terrore sanitario e dopo le numerose manifestazioni di piazza avvenute nei giorni scorsi in tutta Italia, non poteva mancare la voce di Gori, noto esperto di falsità. Proprio colui che fece carte false pur di non fermare il produttivismo lombardo nei primi mesi del 2020 e che sfruttò il periodo di massima preoccupazione e timore della bergamasca per installare antenne 5G in ogni dove (nascondendone gli atti ma che riportano in calce la sua firma) e dichiarando che non c’era da preoccuparsi, ha la sfrontatezza di parlare di “egoismo irresponsabile”? Colui pronto a dare anziani e bambini in pasto alle sperimentazioni biotecnologiche e che portò avanti la politica della segregazione nelle RSA per evitare ulteriori danni di facciata, parla di “responsabilità sociale”? 

La vera campagna d’odio di cui parla è quella di cui si riempie la bocca quotidianamente, diffondendo il clima di paura e discriminazione nei confronti di chi ha deciso di non piegarsi alla terapia genica a DNA ricombinante e a mRNA che vogliono imporci.  

Con la logica della prevenzione propongono una completa medicalizzazione che ci trasforma in pazienti unicamente in quanto esseri umani puntando ad una completa manipolazione del vivente e dei suoi processi. Una prevenzione che vorrebbe spalancare le porte alla manipolazione tecnica dei corpi e ad una pianificazione generalizzata delle nostre vite trasformandoci contemporaneamente in pazienti, clienti e soggetti da esperimento. Oltre che a numeri su una App. 

In questi ultimi mesi siamo quotidianamente martellati da parole come “responsabilità sociale e collettiva”, parole con la quale si vuole celare la piena accettazione e imposizione di un sistema tecno-sanitario repressivo che non solo schiaccerà nell’immediato ogni forma di autonomia – nella corsa verso la manipolazione del vivente – ma arriverà ben oltre e molto più lontano: sul tavolo c’è un’idea di mondo, la nostra libertà e quella degli abitanti del mondo che verrà.  

A tali giochi di manipolazione linguistica opponiamo invece l’idea che la vera responsabilità sociale e collettiva riguarda semmai l’opporsi a tale sistema e rifiutare ogni forma di sorveglianza bio-medicale sui nostri corpi e di quelli delle generazioni future, opporci alla classificazione e categorizzazione in esseri umani valenti o meno e chiudere le porte all’invasione tecno-farmaceutica sempre più battente e pervasiva che vorrebbe corpi docili prestati a sperimentazioni di massa, senza precedenti. 

Alla narrazione dei tecnici e degli ingegneri della vita che tentano in ogni modo di zittirci elevandosi a unici e valevoli narratori e decisori riguardo i nostri corpi e la nostra salute, opponiamo una critica e un’opposizione profana che li scalzi dal piedistallo di amministratori delle nostre vite. 

Il green pass è identificazione e classificazione degli esseri umani, suddivisione in persone di prima e seconda classe, discriminazione nonché segregazione di chi ha deciso di non accettare una terapia genica (o pirateria biologica se vogliamo chiamarla, dal momento in cui inganna ed interferisce con il nostro sistema immunitario e le nostre più basilari funzioni biologiche). Draghi dietro ai burattinai di Davos, dell’OMS, Big Pharma e ai restanti marionettisti del Grande Reset soffiano sul fuoco di una caccia alle streghe verso i reietti da ghettizzare, cioè coloro che rifiutano l’imposizione di queste misure. Il green pass con efficienza totalitaria si pone come passaggio discriminante tra la libertà e la sperimentazione genetica, tra l’autonomia e le politiche eugenetiche. 

Rappresenta un ulteriore passo verso l’uniformità dell’obbedienza che ci vorrebbe ridurre a rantoli digitali da spegnere ed accendere con un semplice clic su una App. È uno dei tanti volti di un mondo a misura di intelligenza artificiale che con sterile calcolo decide su di noi, sulle nostre relazioni e sui nostri spostamenti. Perché sarà proprio un grande server a dettare la nostra vita sociale, rinchiusi in una gabbia elettronica che grazie alla rete 5G ne sigillerà l’ultimo spiraglio, nelle future radiose e soffocanti smart cities. Nel nome di una pandemia ci vorrebbero imporre un cambio radicale delle nostre vite di cui il green pass lascia poco spazio per l’immaginazione, distruggendo ogni forma di solidarietà, condivisione, cura, empatia che invece sono proprio gli aspetti che caratterizzano la nostra umanità e ci ricordano in maniera inequivocabile la nostra natura.

Disertiamo il loro lasciapassare sanitario e i loro inserti genetici, opponiamo i nostri corpi al loro distanziamento, la nostra condivisione e socialità al loro individualismo neoliberista, le nostre menti critiche al loro annullamento delle coscienze!

Non iniziò con i campi di concentramento e di sterminio. […] E non iniziò nemmeno con i 10 milioni di persone morte, tra polacchi, ucraini, bielorussi, russi, jugoslavi, rom, disabili, dissidenti politici, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e omosessuali. Iniziò con i politici che dividevano le persone tra “noi” e “loro”. Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione. Iniziò con promesse e propaganda, volte solo all’aumento del consenso. Iniziò con le leggi che distinguevano le persone in base alla “razza” e al colore della pelle. Iniziò con i bambini espulsi da scuola […]. Iniziò con la schedatura degli intellettuali. Iniziò con la ghettizzazione e con la deportazione. Iniziò quando la gente smise di preoccuparsene, quando la gente divenne insensibile, obbediente e cieca, con la convinzione che tutto questo fosse “normale”.”
Primo Levi

SPAZIO DI DOCUMENTAZIONE LA PIRALIDE
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RESISTENZE AL NANOMONDO
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Testo del volantino distribuito durante le manifestazioni contro il Green Pass di mercoledì 28 e sabato 31 luglio.

E’ uscito il numero 13 della rivista “i giorni e le notti”

Dall’editoriale:

Tra poche settimane sarà il ventennale del G8 di Genova. Guardando quei filmati senza sonoro, lo spazio e il tempo si dilatano fino ai giorni nostri, portando con sé sia l’eterno presente della rivolta sia la densità dei cambiamenti storici. Ai più giovani, molti di quei pretesi leader, di quei gruppi, di quelle bandiere, così come il nome dei politici che  hanno seguìto le violenze della polizia dalle sale video della Questura, dicono ben poco. Altre cose rimangono: i dispositivi del potere, le forme e i modi della sommossa. “Zona rossa”, espressione che fa la sua comparsa mediatica proprio in quel luglio di vent’anni fa, la ritroviamo non a caso nel decreto d’urgenza con cui nel marzo dell’anno scorso il governo ha istituito il confinamento “anti-Covid”. Il terrore con cui lo Stato ha voluto all’epoca togliere dalle strade migliaia di manifestanti, affinché in strada non ci tornassero mai più, è stato continuato con altri mezzi in quest’ultimo anno e mezzo. L’immagine mediatica del black bloc serviva, dopo Genova, non solo a dividere i manifestanti “buoni” da quelli “cattivi”, ma anche a distillare diffidenza verso il proprio vicino in quanto potenziale “infiltrato”. Oggi la diffidenza colpisce l’altro in quanto tale, in quanto essere umano, vista la prossimità – anche etimologica – tra contatto e contagio. Vent’anni fa s’è scritto che Genova non è un brutto ricordo, è una miccia accesa… E la detonazione è arrivata. Non solo lacrimogeni e maschere antigas sono diventati sempre più frequenti – e l’aria sempre più irrespirabile –, ma la sommossa è fuoriuscita dal teatro dei “contro-vertici” e delle pantomime militanti. Dal maggio dell’anno scorso ad oggi, le pratiche di esproprio – ancora timide a Genova – sono dilagate negli Stati Uniti, in Cile, dentro lo Stato di Israele, in Colombia. L’assalto al carcere, generosamente tentato a Marassi, in questi venti anni è riuscito in altre parti del mondo. A Tuluà (Colombia), il 25 maggio scorso è stato interamente distrutto dai rivoltosi il Palazzo di Giustizia. Se non ci facciamo ingannare dalla pace sociale che regna alle nostre latitudini, il mondo è in ebollizione. Nei filmati senza sonoro di Genova, migliaia di proletari, di poveri, di impoveriti, di indigeni potrebbero oggi scorgere quello che hanno fatto il giorno prima, o quello che sognano di fare il giorno dopo. Carlo Giuliani non ha mai avuto così tanti complici, dalle lingue e dai colori della pelle più variegati. Mentre i tecnocrati e i loro servitori picchiano duro, di una cosa possiamo essere sicuri. Solo chi rimane indifferente e chiuso alla libertà e alla gioia che quelle giornate di luglio contenevano ha il futuro già scritto. Per gli altri, invece, è possibile ancora fare tante storie.

INDICE
Editoriale
Tesi sul Covid-1984
L’organizzazione scientifica della vita. Hitler ha vinto? Sull’indissolubile rapporto tra scienza, guerra e potere
Un tormento lungo cent’anni. Sulla strage del Diana a Milano il 23 marzo 1921
Che bisogno abbiamo dell’utopia?

Per scriverci e richiedere copie: i giorni e le notti c/o Circolo Anarchico “Nave dei folli” – Via Santa Maria 35 – 38068  – Rovereto (TN).

L’indirizzo e-mail a cui scrivere è: rivistaigiornielenotti@autistici.org

Per il pagamento usare la poste pay numero 4023 6009 7408 6227 intestata

a Roberto Bottamedi. In caso di ricarica o bonifico sulla poste pay si prega di segnalarlo all’indirizzo e-mail.

Costo per copia 3,50 euro.

2,50 euro per i distributori dalle tre o più copie.

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5G: Rete della società cibernetica – Silvia Guerini, Costantino Ragusa – Asterios Editore

5G: Rete della società cibernetica
Silvia Guerini, Costantino Ragusa
Asterios Editore, collana volantini militanti, n°56 4,90 euro, 48 pagine, Luglio 2021


Questo breve saggio cerca di mettere in luce le profonde trasformazioni sociali, ontologiche e antropologiche che deriveranno dalla rete 5G e dalla società che grazie ad essa si sta strutturando. La rete 5G non è un semplice sviluppo delle precedenti 2G, 3G, 4G ed è qualcosa di più di una maggiore velocità di trasmissione di dati: oltre ad essere più veloce potrà permettere più connessioni in contemporanea e il passaggio di dati in simultanea con praticamente zero ritardo. Queste sono caratteristiche essenziali per lo sviluppo e la voracità dell’intelligenza artificiale che progredirà grazie ai dati estrapolati dal mondo digitale. Dati che prima di essere accaparrati e captati da algoritmi e sensori erano la nostra vita, il nostro sentire, il nostro corpo carneo diventato lui stesso merce e produttore su vasta scala della propria sorveglianza. Le compagnie dei Big data gestiranno tutti i dati e grazie alla rete 5G ci spingeranno verso la definitiva e completa esplosione dell’Internet delle cose, il così detto “pianeta intelligente” di IBM: un’immensa rete informatica nella quale tutto – umani, altri animali, ambienti naturali, decori urbani, oggetti, infrastrutture, servizi – sarà interconnesso e comunicante in un sistema integrato. La visione cibernetica e transumanista si concretizza così nella sua totalità. Tutti i campi dell’esistenza vengono digitalizzati per un’organizzazione automatizzata dell’intera società e dell’intera vita. Dalla nascita alla morte l’esistenza viene sottoposta a elaborazione, controllo e gestione algoritmica, un continuo monitoraggio che si estenderà ai singoli gesti, fino alle più remote emozioni. I dispositivi accompagneranno sempre di più le persone nel quotidiano con una prossimità sussurrata in cui le macchine si prendono cura di loro. Prende così forma un nuovo potere dolce che non ha un volto di coercizione o di imposizione, ma della libera scelta. Sotteso il principio transumanista di inadeguatezza, imprecisione, fallibilità dell’essere umano. L’imprevisto, il caso, il limite non saranno tollerati e l’umano sarà concepito come inadeguato e come l’errore, per un continuo adattamento a un mondo macchina, per un continuo superamento di limiti in cui è proprio il corpo che viene considerato come un limite da superare diventando oggetto di una continua prestazione e auto-ottimizzazione. Prima dell’agognata “singolarità” tecnologica quello che sta avvenendo è una “singolarità” ontologica: si trasforma la natura stessa dell’umano, la sua esistenza biologica, la sua finitudine, per una continua implementazione e modificazione genetica dei corpi. Una trasformazione ontologica dell’umano per arrivare a una sua completa disumanizzazione. Un essere umano biomedicalizzato in una società in cui tutto deve corrispondere ai criteri di continua perfettibilità è sempre più eroso e sterilizzato anche della capacità di consapevolezza e di resistenza. Ci stiamo abituando a considerare la realtà che ci circonda attraverso il monito “niente sarà più come prima”, sicuramente con la convergenza delle tecno-scienze accelerata dall’emergenza sanitaria sarà proprio l’essere umano ad essere trasformato, svuotato e riempito, oltre che di paura, di fiducia verso la nuova società tecno-biomedicale che vediamo alle porte. Questa corsa folle va con la velocità del 5G, ma prima ancora che arrivi ad un qualche traguardo subentrerà la nostra disumanizzazione e lobotomizzazione relazionale. Incapaci di percepire l’abisso proprio perché ci hanno rassicurato sul suo potere salvifico.
Il tempo di comprendere il senso e la posta in gioco di questi processi e di questo passaggio epocale è adesso, quello che cambierà nei prossimi mesi e anni sarà per sempre e non si ritornerà indietro.
Per un’altra visione di mondo. Restare umani significa resistere.

Dal sito internet della casa editrice: http://www.asterios.it/catalogo/5g

Nuovo numero del giornale L’Urlo della Terra – Editoriale

Numero 9 del giornale L’Urlo della Terra

Care/i lettrici e lettori,
sta per essere dato alle stampe il nuovo numero dell’Urlo della Terra, che contiamo di avere pronto per la distribuzione per la metà del mese di luglio.
Vi chiediamo, se potete, di sostenerci con anticipo rispetto ai normali tempi di spedizione del giornale e di invio del contributo. Questo ci permetterà di far fronte alle non leggere spese tipografiche e di distribuzione in Italia, all’estero e ai non pochi prigionieri.
Contattateci inoltre per una diffusione del giornale più ampia e capillare nelle vostre zone: biblioteche, circoli, centri di documentazione… e per iniziative benefit.
Siamo disponibili per presentazioni e discussioni sui contenuti del giornale, in luoghi pubblici e aperti dove il buon pensiero si alimenta.

Un caro saluto e grazie
La redazione

In questo numero, 40 pagine:

– Editoriale
– Verso la Grande trasformazione, Costantino Ragusa
– Piattaforme di riprogettazione genetica, Costantino Ragusa
– Un mondo senza madri?, Silvia Guerini
– Rivoluzione gender neutral, Silvia Guerini
– Non hai un corpo – Io sono il tuo corpo! Nascita, vita, morte nella biopolitica del 21° secolo capitalista, Sarajevo, numero 159/a, www.sarajevomag.net (Atene)
– Le origini razziste dell’industria tecnologica americana. Come gli strumenti costruiti per condurre il censimento degli Stati Uniti hanno alimentato il genocidio nazista, l’internamento e il razzismo sancito dallo stato – e hanno aiutato a inaugurare l’era digitale, Yasha Levine
– Sinistra e pandemia. L’offerta sanitaria, Salvator Cobo editore delle Ediciones El Salmòn e della rivista Polìtica & Letras (Spagna)
– Restare umani significa resistere, Silvia Guerini
– Dialogo tra Resistenze al nanomondo e Pièces et main-d’œuvre
– Dialogo tra Resistenze al nanomondo e Sarajevo

4 euro a copia, più spese di spedizione 1,30 euro
Per i distributori minimo 5 copie: 3 euro a copia, più spese di spedizione 1,30 euro
Spese di spedizione per l’estero: 5,50 euro

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IBAN: IT73L3608105138236370036378
Intestata a Silvia Guerini
Specificare la causale L’Urlo della Terra

Per contatti e richieste:
urlodellaterra@inventati.org, www.resistenzealnanomondo.org

Editoriale:

Il fascismo ed altre dittature nel loro processo trasformativo hanno sempre messo in campo anche un nuovo modo di contare il tempo. Nello specifico partivano da loro stessi, dalla nuova era che andavano ad instaurare. Dopo oltre un anno dall’inizio dello stato di emergenza, che l’Ex capo della BCE non è ancora disposto a sospendere, sappiamo che niente sarà più come prima. L’idea di fondo non è quella di aiutare l’umanità a superare il virus, ma piuttosto quella di adottare un nuovo paradigma che d’ora innanzi si preparerà a governare le nostre vite. Anche se nessuno ha proposto nuovi modi di contare il tempo, questo d’ora in poi sarà sempre più scandito e regolamentato.
Non pochi hanno pensato a questo periodo di dichiarata pandemia come a un’occasione per rimettere in gioco tanti fattori, in particolare quelli economici, non pochi hanno dichiarato la fine del capitalismo, se non a livello internazionale almeno quello cinese. Ma il virus non ha dato e non darà nessuna nuova possibilità. L’emergenza virus ha lasciato solo individui sempre più isolati con un senso di comunità ancora più disgregato. Dove ognuno è preoccupato affannosamente per la propria sopravvivenza non vi può essere spirito di solidarietà perché non può partire per sua stessa natura dalla distanza, questa riproduce solo se stessa, la solidarietà è altrove.
Durante le chiusure obbligatorie, pensandosi come consumatori, insieme ad altri milioni se non miliardi di consumatori, non in grado di consumare e con l’illusione di poter così incidere in qualche modo sui mercati, in tanti hanno pensato che l’economia avrebbe avuto un tale scossone da dover ripensare interi processi e che di conseguenza avrebbe fatto presto marcia indietro. Eppure mai abbaglio è stato tanto grande e non solo per l’ovvio trasferimento online degli acquisti. Il sistema che ha orchestrato consapevolmente queste chiusure disastrose per tantissime piccole aziende, lavoratori autonomi, piccole produzioni , lavoratori in particolari comparti… è già andato oltre, organizzando un futuro senza di loro. Si sono visti bibliotecari che con scrupoloso impegno riempivano le emettitrici di libri automatiche per scrupolosamente evitare i contatti, senza pensare che a breve quelle macchine diventeranno i nuovi bibliotecari, in attesa che tutto si trasferisca online chiudendo definitivamente le biblioteche con i loro libri di carta.
Il processo di resettaggio non ha nessuna etica, è pronto a mandare al macero milioni di occupazioni, a stroncare esistenze, comunità, interi paesi senza curarsi se non del proprio programma e ovviamente della propria esistenza. A Marzo con le prime aperture si sentiva gridare in piazza NUDM rivendicando un reddito universale, proprio quello a cui stanno lavorando gli artefici della Grande trasformazione. Ma questo reddito non andrà considerato come il vecchio sussidio degli anni ’80 in Inghilterra, che rese possibile un’esplosione impressionante di movimenti sociali, tanti giovani con molto tempo e un po’ di soldi. Qui l’aspetto sarà diverso, verrà data una carta accompagnata da precise prescrizioni che diranno cosa, dove e quando fare acquisti, che sarà mantenuta solo a particolari condizioni di comportamento sociale e probabilmente anche sanitario. Arriveranno a scandire le abitudini e gli stili di vita di tantissime persone sotto ogni aspetto, dal più banale fino al più importante e intimo. Il reddito di cittadinanza è stato un esperimento in questo senso e non è certo un caso che a proporlo sia stato il partito digitale di Casaleggio.
Se in principio è stata guardata con odio la Cina come l’untrice per eccellenza, dopo la sua gestione dell’emergenza l’Europa si appresta a comprare o fare proprio come modello il suo sistema di sorveglianza digitale tanto efficiente per la gestione dell’epidemia come per controllare qualsiasi oppositore interno al regime. Quei goffi tentativi come l’app immuni non devono far pensare che l’esperimento sia finito qui, le tecnologie di punta ci sono già tutte, manca solo l’infrastruttura di rete con il 5G e 6G, nel mentre l’addestramento umano tra condizionamento e distanziamento è già a pieno regime.
Come dopo un conflitto bellico sentiamo parlare di ripresa dell’economia, il particolare non da poco è che in questa “ripresa” non stanno intendendo l’economia materiale, ma soprattutto quella immateriale che ha già iniziato a spazzare via interi comparti considerati obsoleti per dar via a quel salto tecnologico dove ovviamente la grande finanza farà da padrona. La nuova direzione in cui si sta spostando il mercato ben finanziato e sostenuto ovunque, sia che si tratti di settori privati sia pubblici, è quella dei Big data, veicoli a guida autonoma, tecnologie di ingegneria genetica, servizi finanziari digitali, telemedicina, Internet delle cose, idrogeno, gentrificazione su vasta scala… Quindi per una certa èlite nel nuovo cambiamento la forte recessione legata alle chiusure è stata solo un vantaggio economico, ma successivamente anche di politica-gestionale visto che le sue ideologie e visioni di mondo sono trasferite nell’agenda dei vari governi ed applicate puntualmente.
La pandemia ha mostrato che lo stato di eccezione, col quale da tempo i governi ci avevano familiarizzato, è divenuto la condizione normale. Se al tempo delle politiche d’emergenza per il terrorismo islamico era richiesto un tacito consenso alle sempre più stringenti politiche securitarie su scala globale, nella nuova emergenza sanitaria ci si richiama ad un preciso senso di responsabilità reciproca e collettiva, che va ad impregnare completamente il nostro vissuto: sia nel posto di lavoro o nei nostri più stretti affetti. In questo senso di responsabilità si nasconde il grande inganno, per l’èlite tecno-sanitaria è la chiave di volta per legarci come non mai tutti assieme con precisi parametri universalmente riconosciuti: un’unica lingua per descrivere gli eventi ed un unico modo per farvi fronte. In questo senso di responsabilità tanto siamo vicini eppure come non mai ognuno è lontano dall’altro. L’efficacia di questo strumento sta nel corrispondere al nuovo modello di società digitale, dove il singolo individuo munito del suo smartphone inseparabile ha la possibilità di trovare un senso, può proteggere se stesso e i suoi cari e allo stesso tempo ridistribuire a livello sociale il suo impegno, che adesso è ben visibile e percepibile dagli sguardi tra mascherati. Se l’app Immuni non fosse stata momentaneamente messa da parte, ci saremmo ritrovati ad essere circondati da individui perennemente in ansia per l’esito delle scansioni dell’app sullo smartphone. In Cina modelli simili di app avvisano con estrema precisione non solo la vicinanza di ogni singolo soggetto presente in un database come contagiato, ma anche stabili e quartieri dove gli stessi malati o contagiati sono confinati, con preciso invito ad allontanarsi. Modelli simili sono stati usati in Israele per certificare i vaccinati e per discriminare chi non lo era. Abbiamo quindi molte modalità a seconda del paese e retoriche diverse per promuoverle. Solo perché in Italia si farfuglia ancora di privacy non bisogno pensare di aver scampato il pericolo, gli ingredienti della nuova trasformazione hanno tutti queste caratteristiche e vanno in quella direzione. In futuro come ci ricorda il presidente del WEF Klaus Schwab, la distinzione tra Paesi con un alto e un basso costo di produzione, oppure quella tra mercati maturi ed emergenti, sarà sempre meno rilevante. Sarà invece importante capire se un’economia è capace di innovarsi. Quindi chiedersi o sperare che il sistema di dominio si arresti su base volontaria nella combinazione dei propri disastri è speranza vana. Anzi, pensarlo significa ancora una volta aver rivestito il sistema di principi etici o pensare che ci sono scienziati che non andranno oltre, la storia passata e recente ci ha dato sempre dimostrazione del contrario.
L’inganno biomedicale come era prevedibile ha trovato più adesioni che resistenze e ha trovato tutti piegati allo stato di eccezione. La limitazione dei diritti fondamentali o la loro vera e propria soppressione è stata accettata senza colpo ferire. L’intera società si è trasformata in una quarantena, con individui deboli e spaesati che quasi ringraziano di essere sopravvissuti. Nel modo diffuso di pensare la normalità si è arrivati a credere che questa sarebbe arrivata adottando quel senso di responsabilità, una normalità che concretamente per i più significa non avere problemi o giudizi al lavoro, a scuola e poter andare in vacanza. Come un’infezione questa responsabilità ce la porteremo dietro non poco, sicuramente fino alla prossima edizione del Coronavirus di cui già ampiamente ci stanno preparando.

Dopo oltre un anno e mezzo di questa situazione che lezione se ne può trarre? In mezzo allo sbandamento iniziale chi comincia a muoversi e senza timori critica apertamente questa trasformazione così profonda e radicale che mira proprio ai corpi? Sicuramente ancora in pochi e quasi sempre viene fatto in modo parziale e settoriale. La scusante della piazza troppo eterogenea porta molti, soprattutto anarchici, antagonisti e di sinistra, a tenersene lontano, denunciando le infiltrazioni di destra, come se quelle che fa a sua volta la sinistra chiedendo tamponi e vaccini senza brevetto per tutti non fossero infiltrazioni, non solo, con la differenza di confermare l’attuale assetto di dominio sui corpi per una società tecno-medicale a misura di pandemia. Sono sicuramente tempi strani quelli che stiamo vivendo, necessitano probabilmente di un nuovo modo di guardare e intendere la realtà. Cos’è adesso un movimento di base quando di fronte vi è una società schiacciata tra uno stato di polizia da una parte e la propria isteria della sopravvivenza biologica dall’altra? La questione dei così detti vaccini o meglio piattaforme di riprogettazione cellulare non è da poco. Questi tempi di campagne vaccinali sono un’importante spartiacque, perché confermare o addirittura promuovere l’apparato biotecnologico, tra l’altro senza neanche l’autorità alla porta, è un segno molto chiaro. Senza neanche l’obbligatorietà in tantissimi anche da ambienti più critici sono corsi a farsi sparare il siero biotecnologico in corpo e magari fino al giorno prima criticavano Big Pharma, la vivisezione, il potere sui corpi. Cosa può essere successo? La paura di morire con quelle basse percentuali? La paura di perdere il posto di lavoro? L’omologazione? Ancora una volta quel senso di responsabilità ben instillato nei cervelli? Questo è la conseguenza di non aver mai avuto un’analisi critica verso quello che rappresenta la scienza e la sua convergenza nella tecno-scienza sui corpi tutti resi oggetto da esperimento e sull’intero pianeta. Una mancanza nel tempo di analisi e di priorità di lotta che ha portato oggi a non avere neanche gli strumenti per comprendere questi processi.
Un movimento di critica all’esistente potrà essere tale senza una critica a queste pratiche biotecnologiche? A nostro avviso assolutamente no, certe derive impaurite anche delle sole minacce da parte del sistema andranno considerate sicuramente come complici della società che si sta delineando. Servono idee e principi chiari verso questa dittatura tecno-medicale, chi aveva il coraggio durante il fascismo perse tutto per non firmare la riforma Gentile dell’insegnamento, confermare adesso l’educazione a distanza è portare bambini e ragazzi verso la lobotomizzazione del pensiero dandoli poi in pasto ai camici bianchi. Fa pensare che in molti contesti più radicali le questioni di questi “vaccini” e in generale della digitalizzazione o non vengono nemmeno dibattute o se ne discute insieme a tante altre cose. Questo dimostra il non avere compreso quello che sta succedendo o se invece si è compreso allora si è deciso da che parte stare. Questi temi della Grande trasformazione sembrano un qualcosa che sta nel mezzo, da cui si può anche prescindere, ma non è così, qualsiasi critica radicale o semplicemente antisistema deve partire per forza di cose da queste trasformazioni, perché non sono attuate per scorrerci a fianco e lasciarci libertà di scelta. Vi è un’agenda ben precisa e si cercherà di farla rispettare ad ogni costo.
La Grande trasformazione porta agli estremi quello che era un cambiamento già presente da diversi anni, intervenendo con nuovi stili di vita e anche nuovi approcci al lavoro che dovrebbero far ripensare chi ancora oggi parla di lotta di classe. A causa della digitalizzazione e ovviamente della maggior disoccupazione e spaesamento frotte di giovani e meno giovani si sono gettate verso opportunità occupazionali date dai siti internet, app, piattaforme web, come completamento del processo di precarizzazione e atomizzazione del lavoro. Flessibili nel modo più assoluto, senza orario e disponibili a tutto, andando oltre il concetto di precariato, la richiesta è un servizio permanente, magari pensandosi imprenditori di sé stessi, liberi di lavorare in ogni momento. La rete diventa la grande fabbrica e le piattaforme digitali i nuovi mezzi di produzione che, sotto la maschera dell’auto-imprenditorialità, nascondono l’ulteriore sfruttamento del lavoratore. Il datore di lavoro diventa la piattaforma, la cui proprietà non è del lavoratore ne della collettività, ma appartiene ad un padrone invisibile, che trae profitto da migliaia, milioni di individui che gravitano intorno a un algoritmo, con l’illusione di essere indipendenti.
Sfuma quindi ogni riferimento con cui abbiamo analizzato la realtà fino adesso, dove il padrone si smaterializza nel digitale e lo sfruttato non può che far fronte ad un muro di algoritmi con cui non è possibile discutere e soprattutto con cui è vana ogni protesta. La stessa analisi di classe viene pugnalata a morte dove lo stesso lavoratore si sente parte dell’impresa, come se in un certo senso l’immateriale trasformasse le carte in tavola pareggiando i ruoli.
L’operaio che lavora nelle linee del Mirafiori a produrre mascherine potrà rivendicare le proprie ragioni quando ad essere prodotte in vari reparti sono proprio le inutili pezze contro il Coronavirus? O sarà trattato alla stregua di un disfattista irresponsabile che non sostiene lo sforzo collettivo di rinascita? E quando tante delle produzioni andranno in questa e altre direzioni che ne sarà della lotta di classe o semplicemente del resistere?
Un aspetto di questi tempi che non può non attirare la nostra attenzione, soprattutto per come si è diffuso praticamente in ogni ambiente, è un certo tipo di linguaggio con le sue precise parole. Ci riferiamo a “complottista” e a “no vax”. In tempi di risignificazione dei contenuti e di perdita di senso queste brevi parole permettono di esprimere un’opinione senza aver bisogno di aggiungere altro e senza il bisogno di ulteriori analisi e riflessioni per arrivare a produrre un pensiero compiuto. Sono formule ormai di uso comunissimo, ma non esprimono praticamente nulla, anche perché si può essere contro o critici verso qualcosa in tanti modi diversi. C’è differenza nell’affermare che il virus non esiste o nell’affermare quello che è stato possibile fare con il pretesto del virus. Eppure tutto riporta a quelle magiche parole che di fatto permettono in un colpo solo di posizionare una manifestazione, un oratore, se non un intero movimento verso un qualcosa di ambiguo, sospetto, soprattutto quando non li si può additare di essere di estrema destra. Queste parole, ma potremmo dire questi approcci, sono altrettanto gravi perché vanno ad alimentare lo smarrimento e la confusione soprattutto di coloro che non credono più in quello che vedono e ancor meno in quello che sentono, per farli al più presto rientrare nell’alveolo del razionalismo scientifico o nelle alternative di vaccini cubani e app solidali.
Se è vero che tanta è la confusione che ci circonda, per chi ancora non l’abbia trasformata a sistema di vita per non prendere mai una posizione soprattutto se scomoda o per usarla come scusa per non agire, resta di approfittare dei tempi stagionali. Sappiamo che al consueto calpestio del pianeta ad uso turistico corrisponde anche la nostra breve apertura, perché sappiamo che questa emergenza non è certo finita, perché hanno visto che funziona. Allora è necessario buttare al macero la pezza che ci tappa la bocca e tornare ad incontrarci il prima possibile nel caldo estivo, in piccoli e grandi gruppi per conoscerci, condividere, confrontarci ed organizzare una nuova resistenza che non può partire solo da qualcosa di alternativo, se noi non siamo un problema per loro, e lo siamo, loro lo devono essere assolutamente per noi.

Bergamo, Luglio 2021


Ringraziamo per i disegni Cristiana Pivetti: http://www.cristianapivetti.org/

Rete 5G e Green Pass Verso un mondo macchina a misura pandemica

In uno stato di perenne emergenza come quello che stiamo vivendo attualmente che vuole diventare la nuova normalità non potevano mancare tecnologie straordinarie adatte per la guerra globale e la sorveglianza digitale di ogni ambiente e di ogni essere vivente.
La rete 5G è altamente nociva per la sua natura di irradiare i corpi tutti, causando un inquinamento elettromagnetico che non ha precedenti nella storia dell’umanità. Sappiamo già quanto erano nocive le precedenti 2G, 3G e soprattutto 4G. Ma la rete 5G permetterà l’inizio di un inedito salto digitale: una rete globale da dove non si potrà più uscire in una società dove si potrà circolare soltanto muniti del Green Pass, lasciapassare bio-tecno-securitario per una società atomizzata digitale, disumanizzata, impaurita, a misura di algoritmo. La rete 5G sarà la rete che permetterà “l’Internet delle cose”: un mondo di oggetti comunicanti non solo con maggiore velocità, ma soprattutto in simultanea. Una connessione continua che declasserà ad oggetti connessi anche noi, i nostri corpi e quelli degli altri animali, continuamente sollecitati da centinaia, che presto saranno migliaia, di antenne sprigionanti onde millimetriche in grado di modificare il funzionamento e il metabolismo cellulare e di creare danni irreversibili alla salute come disfunzioni, tumori e infertilità.
In pochi mesi siamo passati da piccole “sperimentazioni” 5G ad una vera e propria invasione di questa rete, di cui gran parte dell’infrastruttura è stata predisposta approfittando delle chiusure. Migliaia di nuove antenne, per un’interrotta propagazione di emissioni che si accumuleranno a quelle già esistenti.
Quest’ultime, insieme a microcelle, centinaia di sensori, droni, telecamere incorporate in ogni dove, oggetti “intelligenti” e satelliti a qualche centinaio di metri dalla Terra, porteranno ad un innalzamento esponenziale di radiofrequenze creando una fitta ragnatela di onde millimetriche e di radiazioni elettromagnetiche che ingloberanno ogni cosa.
Abbiamo ormai capito che quando i tecno-scienziati in mimetica e in camice bianco parlano di sperimentazione si riferiscono alla società intera diventata un grande stabulario dove si possono testare pericolosissime onde, inserti genetici mrRNA, tecnologie repressive di sorveglianza.
Trasformandoci in pazienti in fin di vita considerano lecito testare di tutto sui nostri corpi e sul mondo che verrà: queste trasformazioni sono irreversibili e passeranno anche alle prossime generazioni.
Ecco svelati gli ingredienti con cui si intende imporre il piano della transizione ecologica, programma a cui avevano già iniziato ad istruirci con la commedia della piccola Greta. L‘emergenza sanitaria e le tecnologie digitali – che sono tra le più inquinanti al mondo soprattutto in estrazione e scorie tossiche – vanno di pari passo e presto questa emergenza sarà ambientale visto il ricombinarsi degli ecocidi planetari dove le tecnologie digitali saranno ancora usate come panacea per qualsiasi “effetto collaterale” del loro procedere.
La 5G apporterà significativi e nefasti sviluppi in scenari di guerra e fornirà l’infrastruttura necessaria per le future Smart City – Bergamo inclusa – che puntano alla trasformazione digitale dei territori, di ogni aspetto delle nostre vite, della natura che ci circonda.
Se questa Grande Trasformazione che stanno allestendo utilizzando un virus per funzionare necessita delle reti a 5G, è vero anche che necessita della nostra obbedienza e sottomissione. Migliaia di manifestanti in tutta la Francia, Inghilterra e in altri paesi sono scesi in strada contro i loro lasciapassare digitali chiamando per nome questa emergenza: dittatura tecno-biomedicale. È tempo allora di gettar via quella pezza che ci sta uniformando alla paura sanitaria, cominciare a incontrarci e creare pensiero critico, verso la creazione di nuove forme di resistenza che non possono più essere rimandate.

Bergamo, 21 Luglio 2021, Resistenze al nanomondo, www.resistenzealnanomondo.org

Testo del volantino distribuito al presidio e presentazione del libro STOP 5G del 22 Luglio a Bergamo

Assassinato mapuche durante un sabotaggio

Il combattente stava realizzando un’azione di sabotaggio contro l’impresa Forestal Mininco. Si conferma l’identità del Weichafe assassinato dai carabinieri nel Wallmapu, Ernesto Llaitul di 26 anni. Ernesto era figlio di Héctor Llaitul, portavoce del Coordinamento Arauco Malleco (CAM).

Nel quadro di uno scontro nella zona di Casa Piedra, lungo la strada che unisce Tranapuente con Carahue, i Carabinieri hanno informato che i loro agenti hanno sparato contro un gruppo di comuneri che stava effettuando un sabotaggio contro dei macchinari forestali in una tenuta sfruttata dalla Mininco. La vittima mortale è il giovane Ernesto Llaitul.

Il comunero abbattuto è Ernesto Llaitul, di 26 anni e figlio di Héctor Llaitul, portavoce del Coordinamento Arauco Malleco (CAM).

Questo pomeriggio fonti della polizia hanno informato su scontri tra agenti dei Carabinieri del Cile e incappucciati nelle vicinanze della zona di Casa Piedra. Concretamente, il fatto è avvenuto nella tenuta Santa Ana-Tres Palos dopo che era stato incendiato un autobus, un camion cisterna per il petrolio e uno skidder.

In questo contesto, agenti della polizia che si trovavano nella zona sono accorsi sul luogo, hanno scambiato spari e hanno respinto il sabotaggio, ferendo a morte uno degli incappucciati. La medesima fonte di polizia segnala che nelle scaramucce ci sarebbe stato un lavoratore forestale ferito.

Di fronte alla situazione nella zona è stato dispiegato un ampio contingente di Forze Speciali, oltre all’arrivo del Pubblico Ministero regionale e di agenti della Polizia Investigativa.

Nel luogo erano presenti più agenti della polizia dopo che durante la giornata di ieri, il Sindaco di Carahue, Alejandro Sáez Véliz, si era riunito con il rappresentante della delegazione presidenziale per la macro zona sud e i carabinieri, per sollecitare protezione per un’impresa di costruzioni che opera nella zona e che era stata attaccata.

Ernesto Llaitul in una foto d’archivio, in occasione di un suo arresto

Foto in alto: Ernesto Llaitul con suo padre Héctor Llaitul.

9 luglio 2021

Resumen Latinoamericano

22 Luglio Bergamo – Presidio e presentazione libro STOP 5G

22 Luglio – Bergamo dalle 17.00 alle 20.00
Piazza Vittorio Veneto (La Vedovella)

PRESIDIO CONTRO LA 5G
E LA DIGITALIZZAZIONE DELL’ESISTENTE
Alle 18.00 PRESENTAZIONE DEL LIBRO
STOP 5G
Salute, ambiente, geopolitica, privacy,
transumanesimo e controllo sociale
Libro – inchiesta sui lati oscuri del futuro digitale
con l’autore Maurizio Martucci
Promotore e portavoce nazionale dell’Alleanza Italiana Stop 5G

Cosa sappiamo davvero del 5G? E dei suoi effetti, cosa conosciamo? E’ vero che scientificamente non esiste il rischio zero? E della salute pubblica, dell’ambiente e della privacy, che ne sarà quando ci ritroveremo costretti a vivere nelle Smart Cities sommersi da una sommatoria multipla, cumulativa ed inesplorata di radiofrequenze? Intelligenza Artificiale e algoritmi, come cambieranno il modello sociale nel nuovo paradigma di controllo digitale e capitalismo della sorveglianza? Cosa c’entrano geopolitica e strategie militari con l’Internet delle cose? E perché, nell’era del grande virus, automazione, smart working e robotica ci stanno traghettando nel transumanesimo? Ma soprattutto, perché sempre più cittadini, esperti, medici e scienziati di tutto il mondo si mobilitano per contrastare l’avvento del wireless di quinta generazione? E perché In Italia oltre 600 Comuni si sono opposti al 5G? Chi sono i tecnoribelli?
Un’inchiesta sui lati oscuri del futuro ipertecnologico, che offre al lettore una panoramica complessiva sui pericoli nascosti dietro al grande cambiamento, quel grande reset che governi e multinazionali indicano come indispensabile per finire nel migliore dei mondi possibili.

Resistenze al nanomondo
www.resistenzealnanomondo.org
info@resistenzealnanomondo.org

Programma Tre giornate contro le tecno-scienze 23-24-25 luglio

TRE GIORNATE CONTRO LE TECNO-SCIENZE
23-24-25 Luglio 2021
3° Incontro internazionale
presso Altradimora, strada Caranzano 72, Alessandria (AL), Italia

VENERDI’ 23

13.00 pranzo
15.00 Presentazione dell’incontro
15.30 Introduzione a cura di Resistenze al nanomondo

L’immunità e la macchina
Contributo di Sarajevo (Atene)

Mondo-Laboratorio: dall’emergenza sanitaria alla dittatura tecno-sanitaria
Contra Toda Nocividad (Madrid)

Come risultato dell’”emergenza sanitaria” decretata praticamente in tutto il pianeta, le nostre vite sono state regolate e strutturate sotto gli imperativi della salute: allontanamento sociale, confinamento, maschere, “vaccini”, relazioni virtuali, ecc. Tutte queste misure farmacologiche e non farmacologiche sono state prese da una visione sanitario-securitaria e autoritaria da parte della tecnocrazia sanitaria. Misure che sono solo ed esclusivamente ideologiche e politiche e che in nessun caso mostrano miglioramenti nella salute della popolazione.
La storia catastrofica dei media e delle autorità ha significato l’esposizione ad alte dosi di paura e terrore di gran parte della popolazione che ha accettato questa dittatura sanitaria, ci chiediamo se avrebbe accettato con la stessa sottomissione una dittatura di qualsiasi altro tipo. Questa storia catastrofica ci ha portato a uno scenario di guerra in cui abbiamo visto l’invasione dello spazio da parte dell’esercito e l’accelerazione delle misure e delle leggi repressive. Nel corso di questa guerra contro il ‘virus’ il nemico da battere sono i nostri stessi corpi patologizzati e possibili portatori del ‘virus’, concentreremo il discorso sulla critica di questo attacco al nostro corpo e soprattutto al nostro sistema immunitario che coinvolgerà misure farmacologiche. Soprattutto la terapia genica, che si nasconde dietro i “vaccini” mRNA, che significherà l’espropriazione del nostro sistema immunitario, la meccanizzazione e la conversione del nostro corpo in una fabbrica di farmaci al servizio dell’industria farmaceutica e l’alterazione cellulare-genetica del nostro corpo che porterà ad una vera epidemia di malattie autoimmuni.

20.00 cena

21.00 Proiezione del documentario La bioetica e la nuova eugenetica di James Corbett
A prima vista, la bioetica potrebbe sembrare solo un altro ramo della filosofia etica in cui gli accademici discutono all’infinito con altri accademici su quanti angeli ballano sulla testa di uno spillo in scenari lontani e fantascientifici. Quello che molti non sanno, tuttavia, è che l’apparentemente benigno studio accademico della bioetica ha le sue radici nell’oscura storia dell’eugenetica. Con questa conoscenza, i pericoli insiti nell’affidare alcune delle più importanti discussioni sulla vita, la morte e la salute dell’umanità nelle mani di pochi eletti diventano ancora più evidenti.

SABATO 24

8.00 colazione

Dalle 9.00
Il Grande Reset del capitalismo
Daniela Danna, ricercatrice, Lecce

Tutto oggi si vuole riversare nella dimensione virtuale con la digitalizzazione di ogni cosa: è la duplicazione virtuale del mondo, che rappresenta il sogno delle multinazionali e degli Stati e l’incubo dell’umanità. È il Grande Reset: resettaggio cioè riaggiustamento, azzeramento, annullamento, cancellazione e ricomposizione di un’umanità resa controllabile in ogni momento dell’esistenza per mezzo dell’Internet delle cose, che si sta costruendo con la tecnologia 5G. È questo che il Forum Economico Mondiale di Davos, l’accolita di proprietari e manager delle più grandi compagnie multinazionali insieme a politici di gran calibro come Ursula von der Leyen, presidente della Commissione dell’Unione Europea, ha pianificato e comincia a realizzare volendo spingere fino in fondo la Quarta rivoluzione industriale, persino con la “digitalizzazione dell’agricoltura” promossa dalla FAO.


Lo ‘Stato di Emergenza’ dell’Isola delle Prigioni e la lotta contro il 5G

Contributo sulla 4° e 5° Rivoluzione industriale del 325/Dark Nights Collective (UK)

Un mondo senza madri?
Silvia Guerini, Resistenze al nanomondo

Con l’utero artificiale il laboratorio della vita diventato sistema vuole prescindere dalla realtà del corpo di donna, dalla realtà della dimensione della procreazione, prescindere dalla realtà per dominarla e modificarla. In questo senso fra totalitarismo e biotecnologie non c’è nessuna differenza, trasformano la realtà esistente senza tenerne conto. Procreazione medicalmente assistita, selezione embrionale, sperimentazioni su embrioni, modificazioni genetiche, utero artificiale, sono tutti aspetti profondamente interconnessi del medesimo mondo transumanista, salvarne uno significa comunque farlo procedere nella stessa direzione che, prima o poi, si estenderà a ogni dimensione della nostra vita e dell’intero vivente.

12.30 pranzo

Dalle 15.00
I lati oscuri del 5G e della Gigabit society
Maurizio Martucci – Promotore e portavoce nazionale dell’Alleanza Italiana Stop 5G

Cosa sappiamo davvero del 5G? E dei suoi effetti, cosa conosciamo? E’ vero che scientificamente non esiste il rischio zero? E della salute pubblica, dell’ambiente e della privacy, che ne sarà quando ci ritroveremo costretti a vivere nelle Smart Cities sommersi da una sommatoria multipla, cumulativa ed inesplorata di radiofrequenze? Intelligenza Artificiale e algoritmi, come cambieranno il modello sociale nel nuovo paradigma di controllo digitale e capitalismo della sorveglianza? Cosa c’entrano geopolitica e strategie militari con l’Internet delle cose? E perché, nell’era del grande virus, automazione, smart working e robotica ci stanno traghettando nel transumanesimo? Ma soprattutto, perché sempre più cittadini, esperti, medici e scienziati di tutto il mondo si mobilitano per contrastare l’avvento del wireless di quinta generazione? E perché in Italia oltre 600 Comuni si sono opposti al 5G? Chi sono i tecnoribelli?
Per avere una panoramica complessiva sui pericoli nascosti dietro al grande cambiamento, quel grande reset che governi e multinazionali indicano come indispensabile per finire nel migliore dei mondi possibili.

La società cibernetica
Resistenze al nanomondo

Un costante controllo algoritmico, per il buon funzionamento delle cose, che ci inserisce in un’architettura tecnica facendo in modo che il funzionamento delle cose, tanto microscopico quanto macroscopico, prenda la direzione programmata, un’amministrazione automatizzata delle condotte in cui l’architettura della matrice basterà da sola a contenere ogni comportamento divergente. Una società di stampo igienista priva di errori dove tutto è disciplinato e livellato, dove gli algoritmi ci rivelano la verità delle cose e degli eventi. Noi stessi, la nostra esperienza e i nostri corpi sono ridotti a dati ed equazioni diventiamo parte della macchina.

20.00 cena

DOMENICA 25

8.00 colazione
9.00 Quale resistenza in tempi di software per la vita?
Introduzione a cura di Resistenze al nanomondo (Bergamo)
con intervento di Prinz Eugen (Torino)

Una tavola rotonda a più voci per confrontarci su come resistere alla nuova normalità pandemica, a una società tecno-sanitaria e all’attacco ai corpi con i così detti vaccini che non sono altro che piattaforme di riprogrammazione genetica. Questo momento vuole essere un invito a gruppi e singoli a portare le loro esperienze.

13.00 pranzo

Come arrivare
In auto: Da Genova con l’autostrada per Alessandria si esce a Ovada, si procede verso Acqui Terme e poi si prende per Rivalta Bormida. Passati i paesi di Trisobbio e Rivalta Bormida al bivio per Cassine si prosegue per due kilometri e poi si trova l’indicazione per Caranzano. Da Milano si esce ad Alessandria sud e si seguono le indicazioni per Acqui e Cassine, dopo Cassine c’è il bivio per Caranzano. Da Torino stessa strada.
In treno: Treno per Acqui Terme, vi veniamo a prendere alla stazione, si prega di contattarci sulla email per accordarci con largo anticipo e di arrivare non durante gli orari degli interventi.

Il costo per soggiornare nella struttura che prendiamo in affitto è di 5 euro al giorno, per le tre giornate sono 15 euro.

PER TUTTA LA 3 GIORNI:

  • CIBO SENZA SFRUTTAMENTO ANIMALE E SENZA
    VELENI A SOTTOSCRIZIONE
  • MOSTRE E DISTRIBUZIONI DI MATERIALE
    INFORMATIVO: PORTA LIBRI, GIORNALI, TESTI

Il luogo dove si svolgerà l’incontro, Altradimora, (www.radiodelledonne.org/altradimora) è una casa con dei posti letto, porta sacco lenzuolo e asciugamani. Vi è anche la possibilità di mettere delle tende nel prato davanti casa.
Aiutaci ad organizzare l’incontro al meglio, diffondendo il più possibile questo programma e facendoci sapere in anticipo della tua presenza.

Per informazioni e contatti:
www.resistenzealnanomondo.org, info@resistenzealnanomondo.org
www.facebook.com/3giornatecontroletecnoscienze/

Programma in pdf: