L’Italia incrimina Silvia Costa Billy una seconda volta per i fatti svizzeri

In un precedente comunicato di aggiornamento avevamo scritto della definitiva chiusura del nostro caso in Svizzera dove la rincorsa ai ricorsi sulle macchinazioni da parte dei vari apparati di sicurezza statali italiani e confederati elvetici non avevano portato a nulla, se non che in tema di repressione la collaborazione poliziesca  è sempre forte, soprattutto se i soggetti di interesse sono degli oppositori alla loro democrazia di oppressione.
Fin dal momento del nostro arresto in Svizzera con l’accusa di voler attaccare con esplosivo il nuovo centro di ricerche, allora in costruzione, di IBM e del  Politecnico di Zurigo fiore all’occhiello per la ricerca nanotecnologica a livello mondiale, l’Italia ha fatto partire un’inchiesta  in stretta collaborazione con la polizia elvetica volta a dimostrare l’esistenza di un’organizzazione sovversiva  con finalità di terrorismo sul suolo italiano e ramificata anche in Svizzera.
Di fatto, con copione già noto, questo ha portato negli anni della nostra carcerazione ad una intensa attività spionistica in primis contro la rete di solidali che nel mentre si era creata e poi verso gli ambienti ecologisti radicali più attivi nelle varie battaglie fuori per seguire il nostro caso e per far uscire questioni come quella delle nanotecnologie che si sarebbero volute silenziate o ridotte ad un’unica voce, meglio se quella dei suoi promotori.
La Procura di Torino non contenta a quanto pare dell’esito svizzero che ci ha visto condannati per il fatto specifico e assolti per l’importazione di materiale esplodente e non contenta di non aver trovato alcuna organizzazione in Italia e neanche altrove, ha recentemente chiuso l’indagine tutta concentrata al 270 bis (associazione sovversiva con finalità di terrorismo) e ha chiesto invece il rinvio a giudizio per tutti e tre con le seguenti accuse: “art.110, 280 c.p. … perchè in concorso tra loro, a nome dell’ELF-Earth Liberation Front, movimento ispirato all’ecologismo radicale, per finalità di terrorismo, compivano atti diretti a danneggiare cose mobili o immobili altrui, mediante l’uso di dispositivi esplosivi o comunque micidiali”, art.110, 81,61 c.p. … perché in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso… illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico, trasferendo dalla Valchiusella a Bergamo e quindi in Svizzera il seguente materiale esplosivo atto all’impiego… art.110, 648 c.p. … perché in concorso tra loro… conoscendone la provenienza delittuosa, ricevevano da soggetti rimasti ignoti il materiale per ordigni esplosivi… prevento di sottrazione illecita ai danni di una delle imprese rimasta non identificata che, autorizzata all’utilizzo di esplosivi.”  Tutte le accuse contengono l’aggravante della finalità di terrorismo.
Come parte civile offesa avremo pensato di trovarci di fronte i tecno-nazi di IBM e invece la Svizzera si presenta con la sua eccellenza nella ricerca: l’Istituto Politecnico di Zurigo da sempre impegnato in ricerche nocive di cui le nanotecnologie sono solo la punta dell’iceberg.

In attesa che venga fissata a breve l’udienza preliminare che ci vede passare dalla posizione di indagati a quella di imputati ribadiamo la necessità di mobilitarci e costruire un’opposizione a queste frontiere delle tecno scienze che usano il mondo come l’allargamento del loro laboratorio.
In vista del processo ci troviamo a sostenere numerose spese legali, chiediamo a tutte e  tutti supporto con iniziative benefit e donazioni al conto corrente postale intestato a Marta Cattaneo codice Iban: IT11A0760111100001022596116, specificare la causale: solidarietà a Silvia Billy Costa

Per contatti: info@resistenzealnanomondo.org
www.resistenzealnanomondo.org, www. silviabillycostaliberi.noblogs.org

Preparandosi alla resistenza: albero occupato ad Hambach

Durante la notte del 30 settembre attivisti hanno occupato un albero vicino al margine della miniera di Hambach. L’albero è uno dei molti che sono stati destinati all’abbattimento per fare spazio alla miniera di carbone, durante la stagione del taglio che comincia a ottobre.
“Questa distruzione è solo uno dei tanti esempi che sottolineano l’importanza che viene data all’ambiente e alla vita in questo sistema economico” dice uno degli occupanti.
Questa miniera a cielo aperto non solo è una delle più grandi fonti di emissioni di CO2 in Europa, è responsabile dell’espulsione di esseri umani e deforestazione di una delle ultime zone di antica foresta dell’Europa centrale. E’ la causa un impatto sulle modificazioni del clima che hanno portato a dissesti geologici, alluvioni e siccità estreme. Gli ecosistemi collassano e molte persone perdono la capacità di sostentarsi, specialmente nel sud del mondo.
Con questa iniziativa gli attivisti sperano di dare un contributo all’opposizione della distruzione della vita e fanno un appello a tutti e tutte perché si uniscano alla lotta.
Un’altra attivista ha dichiarato: “ Siamo parte di un movimento globale che mette in discussione il fatto che sia lecito accumulare profitti privatamente a svantaggio della collettività. Siamo solidali con i popoli tribali di ogni dove che soffrono particolarmente per il potere delle multinazionali e che resistono di continuo in tanti casi con successo!”

Info tratte da: hambachforest.blogsport.de

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Attaccati attivisti/e della foresta occupata di Hambach

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15406381951_fc21051bff_cPer l’inizio del taglio degli alberi, il 1 ottobre tre bulldozer, un escavatore e un camion sono stati occupati alle porte della miniera a cielo aperto di Hambach.
I lavoratori di RWE e la sicurezza hanno reagito violentemente, attaccando i manifestanti con tubi di metallo e un piede di porco. Nessun attivista è stato/a ferita gravemente.
I mezzi che sono stati occupati continuavano a muoversi, mettendo in pericolo la vita degli attivisti, come per il blocco della pala dello scavatore: l’autista accese il motore e cominciò a scuotere la pala cercando di buttare giù l’attivista.
Hein Bert Kaiser, il proprietario dell’azienda, era sul luogo e ha minacciato gli attivisti/e: “Chi danneggia i miei scavatori e mezzi sta per morire” “Si tratta di una minaccia di morte”.

Info tratte da: hambachforest.blogsport.de

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Contrastare la totalità del dominio

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Da diversi anni il progresso tecnologico cresce fortemente, apportando nuove nocività quali il nucleare, le nanotecnologie e gli organismi geneticamente modificati. Questi minacciano nell‘immediato la vita sulla terra in diversi modi: attraverso lo sfruttamento delle “materie prime”, lo stoccaggio di enorme materiale radioattivo, la contaminazione irreversibile con nanotecnologie e la manipolazione genetica. Tutte le tecnologie condividono il potenziale di espansione del controllo sul vivente fino a raggiungere una dominazione totale della civiltà e delle sue innumerevoli strutture di potere che alienano quotidianamente le nostre relazioni.
La rivoluzione industriale porta ad un innalzamento della specializzazione e della centralizzazione. La tecnologia genetica rappresenta un nuovo salto qualitativo nello sviluppo del controllo sull‘agricoltura. I brevetti sulle sementi di qualche grande multinazionale spingono l‘agricoltura verso una dipendenza assoluta. Con la distruzione della biodiversità, ogni possibilità di un approvigionamento autonomo è reso impossible, impedendo fondamentalmente una prospettiva verso delle comunità libere e decentralizzate. Non sono solo le multinazionali e gli Stati che ne portano la responsabilità, ma pure tutti coloro che credono alle loro menzogne e sostengono il loro sviluppo.
Un ruolo centrale in questa tendenza distruttrice è da attribuire agli scienziati avvolti nei loro camici bianchi della «neutralità». Nascosti dietro alla nozione di «ricerca fondamentale», lavorano alla legittimanzione della tecnologia genetica. Entrare nello specifico di questa ricerca non ci interessa per niente, considerato quanto le intenzioni dei ricercatori ci sembrano chiare: con il fine d‘assicurarsi l‘approvazione dell‘opinione pubblica, si nascon-dono gli interessi economici, nonché l‘espansione del controllo sul vivente sotto la copertura della sacrosanta scienza.
La resistenza contro queste nuove nocività, non potendo essere spezzata attraverso queste menzogne, ha richiesto l‘intervento della repressione. Il nuovo sito protetto di Reckenholz, nel Canton Zurigo, dove gli attuali e futuri test a campo aperto di OGM si svolgono, è sorvegliato 24 ore su 24 da un‘agenzia di sicurezza e cani da guardia, video-sorveglianza permanente e due inferriate enormi dotate di sensori di movimento, ha più l‘aspetto di una fortezza.
Contrastiamo l’avanzata della dominazione totale.
Contrastiamo i responsabili che stanno intralciando la nostra strada verso la liberazione da tutte le forme di dominio.

Alcuni-e contadini-e anarchici-che

Istituto di Biologia Vegetale, Università di Zurigo
Promotore e direttore del test a campo aperto è il prof. Beat Keller. I costi della ricerca sono presi a carico dall‘Università.
Agroscope
Agroscope, nonchè il sito protetto che ospita la sperimentazione, è responsabile per gli aspetti tecnici ed è diretto dal dr. Michael Winzeler. Le sperimentazioni hanno luogo nei terreni presso Reckenholz (Affoltern, ZH).
Bouygues Energy & Services
L‘azienda Bouygues Energy & Services sorveglia 24 ore su 24 il centro ricerche con tanto di cani da guardia. Il gruppo Bouygues offre servizi che vanno dalle telecomunicazioni, alla sicurezza. Presente mondialmente, in Svizzera ha oltre 30 filiali.
Ufficio Federale dell‘Ambiente – UFAM
L‘UFAM è responsabile dell‘autorizzazione del progetto e della semina di grano modificato.

Inghilterra: laboratorio Green della Glaxo in fiamme

Nuovo laboratorio della GlaxoSmithkline da 16 milioni di sterline completamente distrutto. Nottingham, 14 settembre I vigili del fuoco confermano che il fuoco continuerà a covare per altre 24 ore al laboratorio di chimica dell’Università di Nottingham. Questo edificio sarebbe entrato in funzione all’inizio del 2015 ed era stato finanziato con 12 milioni di sterline dalla multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline. Verso le 20 e 30 degli abitanti della zona hanno visto le fiamme ed hanno dato l’allarme. Il laboratorio per la chimica sostenibile “carbon neutral” era progettato per ammortizzare il dispendio di energia della sua costruzione nell’arco di 25 anni raggiungendo cosi’ lo status di neutrale [emissioni zero]. Era il fiore all’occhiello dell’Università di Nottingham, la concretizzazione dell’impegno alla sostenibilità in tutte le sue forme da parte di questa istituzione, particolarmente nel campo della chimica verde. Dall’università fanno sapere che lavoreranno a stretto contatto con la Glaxo e con il costruttore Morgan Sindall per ricostruire il laboratorio. Ancora non sono note le cause dell’incendio anche se è accertato che i focolai sono stati diversi.

Info tratte da www.earthfirstjournal.org

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