El tavan: Tre incontri su tecno-scienza e guerra

La società della dismisura
Tre incontri su tecno-scienza e guerra

Per definire il tratto saliente dell’attuale società non c’è forse concetto più pertinente di quello di dismisura. Dagli antichi Greci ai pensatori più lucidi del Novecento, misura e dismisura si riferiscono soprattutto al rapporto fra l’essere umano e i prodotti che fabbrica.
Smisurato è ciò che non padroneggiamo e di cui siamo incapaci di rappresentarci gli effetti. Smisurate sono le armi di distruzione di massa. Smisurata è l’industria nucleare. Ma smisurato è ormai l’apparato tecno-scientifico nel suo insieme.
Impossibile è oggi contrastare la guerra permanente – con i suoi bombardamenti all’esterno e le sue ricadute sul fronte interno – senza
mettere in discussione la presunta neutralità della tecno-scienza.
Proponiamo tre incontri in cui si intrecciano alcune basi teoriche, certe esperienze di lotta del passato e un abbozzo di documentazione sul
contesto in cui viviamo.

Mercoledì 3 maggio, ore 20,30
Armare la fantasia morale
Riflessioni a partire da Günther Anders

Sabato 13 maggio, ore 18,00
Presentazione di Amore e lotta di David Gilbert
La generazione che dichiarò guerra all’Amerika

Mercoledì 24 maggio, ore 20,30
Università e guerra
Documentazione sul caso Trentino

Gli incontri si terranno allo spazio anarchico El tavan – via dei Muredei 34/3 – Trento

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Cremona: Incendiato centro ricerca MONSANTO

Cremona: Incendiato centro ricerca MONSANTO

Un attentato incendiario ha causato danni ingenti alla sede della multinazionale Monsanto di Olmeneta (Cremona), dove lavorano 11 persone. Nella notte tra sabato e domenica sono state lanciate contro il magazzino e il laboratorio di ricerca quattro bottiglie molotov che hanno provocato un incendio, domato solo dopo parecchie ore da squadre dei vigili del fuoco giunte da Cremona. Incendio che sarebbe stato ancora più grave se due delle molotov non fossero rimaste inesplose. Su un muro esterno dei laboratori qualcuno ha scritto con la vernice spray “Bayer Monsanto matrimonio criminale – No Ogm”.

I responsabili dell’azienda stimano che il danno ammonti a diverse centinaia di migliaia di euro: nel rogo sono state distrutte le attrezzature per la ricerca e le fiamme hanno colpito anche la cosiddetta ‘camera del freddo’, dove sono stoccati semi sperimentali (non Ogm, spiega l’azienda). Non ci sono state rivendicazioni, finora, ma proprio quella scritta – già cancellata – porta alla pista degli ecoterroristi. La scritta si riferisce all’acquisizione della Monsanto da parte della Bayer nel 2016. Le indagini sono affidate ai carabinieri, che oggi hanno acquisito le immagini riprese dalle telecamere della videosorveglianza.

L’attentato ha destato parecchia impressione in paese. Nonostante la maggior parte dei residenti nelle vicinanze dell’ex teleria Mazzini, dove ha sede il centro di ricerca, non si sia accorto di nulla, l’accaduto ha creato molta preoccupazione perché i capannoni si trovano vicino alle case. Nell’aprile del 2001, i magazzini di Lodi dove erano stoccati semi di soia e mais vennero distrutti da un incendio doloso. Anche in quel caso era stata trovata una scritta sui muri dello stabilimento: “Monsanto assassina – No ogm”. Lo stabilimento della Syngenta Seeds spa a Casalmorano (Cremona) nell’aprile 2004 subì un assalto ecoterrorista rivendicato da una scritta anti-ogm sul lato nord del fabbricato. L’azienda era già stata presa di mira l’anno prima. E nel maggio 2002 gli ecoterroristi avevano colpito lo stabilimento di Madignano (Cremona). In tutti i casi i danni causati dagli attentatori sono stati ingenti.

Info da: www.autistici.org/cna

monsanto

TRA FULIGGINE E FALSITÀ sull’attacco alla Facoltà di Scienze a Povo

TRA FULIGGINE E FALSITÀ
sull’attacco alla Facoltà di Scienze a Povo

È proprio di questi giorni la notizia del lancio di più di cinquanta missili in Siria, mentre le portaerei americane si dirigono verso la Corea del Nord. Nelle tensioni diplomatiche tra gli Stati si respira un clima di guerra incombente. Ma più che incombente, la guerra ormai è un affare costante: non ci sono dichiarazioni di attacco da uno Stato all’altro, niente firme ufficiali. Solo bombe. Lontano dalle popolazioni e dai paesi martoriati, invece, la guerra diventa “invisibile”.
In tutti questi anni l’industria bellica, ormai indistinta da quella poliziesca-repressiva, è avanzata senza interruzione; sembra che ai più la guerra non sfiori nemmeno la coscienza. Eppure, non collegare i missili che distruggono le città siriane alla violenza indiscriminata degli attentati di Parigi, Bruxelles, Nizza, Berlino, Londra, Stoccolma è una cecità sempre più pericolosa.
La notte tra il 7 e l’8 aprile ignoti hanno attaccato con il fuoco il laboratorio Cryptolab, che si trova nella Facoltà di Scienze a Povo (Trento). Il fuoco ha distrutto il laboratorio e la fuliggine ha reso impraticabile tutta la struttura, i danni sembrano ammontare a mezzo milione di euro. Il Presidente della facoltà Collini e il Direttore di Cryptolab Massimiliano Sala insistono nel dire che quel laboratorio non ha mai collaborato con aziende militari o eserciti: ebbene questa è una spudorata menzogna. Basta scorrere il curriculum di Sala per scoprire il contrario: nel 1996 è stato “Guardiamarina con compiti di ricerca”, per poi collaborare con il centro di ricerca della Difesa ORMEDIFE, dal 2003 al 2007 con STMicroelettronics – azienda impegnata in produzioni per la Difesa e l’aerospazio –, dal 2010 fino ad oggi con TELSY nel campo della crittografia, col Ministero della Difesa nella criptanalisi, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri sempre nel campo della crittografia. Oppure si possono consultare i siti della facoltà per capire subito che tipo di ricerca viene svolta in quel laboratorio. Tra il settembre 2013 e l’agosto 2016 FBK e Cryptolab hanno collaborato con Thales Alenia Space del gruppo Finmeccanica, uno dei maggiori produttori di armamenti al mondo. La Thales ha fabbricato, tra l’altro, i droni impiegati nei bombardamenti in Afghanistan.
Quelle che coinvolgono Cryptolab sono solo alcune delle collaborazioni tra l’Università di Trento e l’industria bellica.
La guerra dell’Occidente sta tornando indietro nei modi più brutali, ma le bombe, i gas chimici, le armi atomiche sono molto più assassini e vigliacchi dei camion lanciati contro le folle.
Milioni di morti non sono un’opinione. Le tecnologie al servizio di portaerei, satelliti, bombardieri, carri armati sono create nei laboratori vicino a casa nostra.
La violenza del fuoco anonimo di venerdì notte era precisa e discriminata: un attacco alla violenza indiscriminata della guerra. Solo un essere abietto come un consigliere provinciale del PD può porre sullo stesso piano l’azione di Povo e l’incendio (una potenziale strage) ai danni del centro profughi di Roncone. A separare i due gesti c’è un abisso etico. Lo stesso abisso che separa chi aspira al filo spinato e chi aspira alla libertà.
Nella guerra contro i cervelli il confusionismo è l’arma più insidiosa.
Per fortuna qualcuno, ogni tanto, porta un po’ di ardente chiarezza.

anarchici antimilitaristi

La Guerra al vivente

La Guerra al vivente

Giornate come quella di oggi 28 Aprile sono portatrici di inaspettate coincidenze. Permettono di guardare a fondo nella trama della realtà, permettono di andare oltre i diversi ambiti e settori facendoci respirare la dimensione di totalità del sistema di Dominio in cui viviamo.
In Sardegna, ad esempio, un corteo cercherà di entrare all’interno del Poligono Sperimentale del Salto di Quirra, territorio inquinato da anni e anni di esercitazioni belliche; a Pisa, invece, è stata contestata l’inaugurazione di un laboratorio agro-farmaceutico che nasce dalla collaborazione tra Sant’Anna e Valagro, multinazionale del settore; tutto il mondo, nel mentre, resta col fiato sospeso per l’incubo della guerra atomica che si riaffaccia all’orizzonte, frutto delle tensioni intorno al 38° parallelo nella penisola di Corea. Ma non ci troviamo sull’orlo di una guerra che coinvolge paesi schierati su fronti opposti. O meglio, non si tratta solo di questo. I migranti che fuggono da fame e distruzione sono una parte, i bombardamenti degli ospedali sono una parte, i droni prodotti dalla IDS, qui a Pisa, sono solo una parte di un processo ben più ampio. Un esempio di ciò è il nucleare che, anche nella sua dimensione “civile” per generare corrente, fa parte della guerra più vasta che l’umanità, guidata dai governanti e dall’accettazione del loro potere da parte dei governati, sta conducendo contro tutto ciò che vive sul pianeta, se stessa compresa. Il disastro nucleare di Fukushima del 2014 ce lo ricorda. Nella guerra ci siamo già dentro, e da anni ormai.
Di fronte ad una potenza tecnica spropositata ed incontrollabile nelle sue conseguenze ultime, occorre avere una nuova fantasia morale. Come diceva Gunther Anders, occorre tentare di “vincere il “dislivello”, di adeguare la capacità e l’elasticità della nostra immaginazione e del nostro sentire alle dimensioni dei nostri prodotti e alla imprevedibile dismisura di ciò che possiamo perpetrare”. Occorre quindi guardare oltre al significato primario della parola guerra e capire come esso vada, oggi, ben oltre alle categorie novecentesche a cui siamo abituati. Dobbiamo reinventare il senso delle parole e dei concetti a partire dalle esperienze che viviamo.
Come potrebbe essere definito l’attacco alla biodiversità condotto, in tale portata e vastità, dalle coltivazioni OGM in ogni parte del mondo? Come potrebbe essere definita la continua militarizzazione della società, tra militari nelle strade, DASPO Urbani e laboratori di ricerca universitari che studiano algoritmi sempre più efficienti per controllare e sorvegliare? Come potrebbe essere definita la visione della Terra come di un luogo da sfruttare e da ridurre ad un insieme di “risorse”, anche tramite la costruzione di opere come il TAP in Puglia? Come potrebbe essere definita la sistematica creazione di centri di detenzione e concentramento per esseri umani, i CPR (ex CIE), da cui poi far partire aerei carichi di poveri indesiderati da rimandare nella miseria da cui erano fuggiti mettendo a rischio la loro stessa vita? Guerra, con tutte le sue implicazioni, appare un termine adatto. Guerra che, come dicevamo, già si sta combattendo, che già vede una parte, chi detiene il potere e chi lo sostiene, lottare per affermare la propria supremazia e il proprio dominio su ogni essere vivente e su ogni centimetro quadrato del pianeta.
Ma c’è anche chi reagisce a questa guerra, col balenare di lampi nel buio della normalità: dall’incendio, solo in questo mese, dei laboratori Monsanto a Cremona e i laboratori informatici dell’università a Trento, alle barricate erette in Puglia per difendere gli uliveti secolari, oppure gli attacchi continui avvenuti nell’ultimo anno ai beni ed alle strutture di Poste Italiane, società proprietaria della compagnia aerea Mistral Air che gestisce i rimpatri coatti dei migranti. Rompere le righe dell’ordine sociale, disertare il telegiornale della sera, che ci ripete in maniera ossessiva che “tutto va bene, l’emergenza verrà risolta”. Azione diretta, rifiuto della delega, desiderio di libertà. Chi ha già scelto da che parte stare, e chi si troverà un giorno a mettere in discussione tutta la sua vita per inseguire i suoi desideri di un mondo più giusto, libero da Stato, Tecnologia e Capitale, troverà sempre in noi dei complici, sotto il sole e la luce del giorno, ma anche di notte, tra la luna e le stelle.

GARAGE ANARCHICO
Chiassetto Sant’Ubaldesca 44 (zona S. Martino) Pisa;
Apertura Mercoledì e Venerdì dalle 16.00 alle 20.00

volantino in pdf: GA – la guerra al vivente volantino

VALAGRO S.P.A.: l’ennesima nocività

VALAGRO S.P.A. : L’ENNESIMA NOCIVITA’

A PISA Oggi 28 Aprile 2017, Valagro S.P.A., una multinazionale del settore Agro-farmaceutico e il centro di ricerca Sant’Anna inaugurano un nuovo laboratorio biotecnologico a Pisa chiamato PLANTLAB. Valagro è un’azienda che da 30 anni si vanta dei suoi fertilizzanti e stimolanti ma, in realtà è da 30 anni che ha le mani in pasta nello sfruttamento della terra e nel suo (e nostro) avvelenamento. Dietro slogan quali “Utilizziamo la Ricerca per cogliere e mettere a frutto le potenzialità della Natura” si nasconde la faccia di chi si è arricchito imponendo un’agricoltura intensiva basata sull’intervento dell’essere umano per massimizzare i profitti. Quando parlano di innovazione e progresso tecnologico nel rispetto dell’ambiente, infatti, questa gente parla solo di profitti e di manipolazione del vivente. La nuova frontiera dell’agricoltura industriale è il campo del biologico dietro il quale si cela la maschera del biotecnologico, ovvero di quelle tecnologie da cui sono derivati gli OGM e i pesticidi annessi (vedi ad esempio il glifosato di Monsanto), tecnologie che vengono spacciate da aziende, investitori e ricercatori come compatibili con la natura ma che invece altro non sono che compatibili con il sistema di dominio imperante e con i suoi metodi di sfruttamento della terra. L’agricoltura industriale con le sue monoculture, con la sua distruzione della biodiversità, ha reso sempre più sterile la terra; a ciò i signori dell’agro-impero hanno risposto con pesticidi, fertilizzanti e dove possibile con gli OGM. Ciò a sua volta ha determinato un ulteriore impoverimento della terra e la distruzione degli equilibri naturali degli ecosistemi contaminati. La risposta dell’industria è stata quindi quella di drogare la terra e le piante di veleni ormonali e quant’altro, cercando di far dipendere intere popolazioni e interi territori dalle nocività che l’Agro-business produce, spacciandole di volta in volta come tecnologie che non devastano la terra ma che anzi l’aiutano ad essere più “produttiva”, ovvero più sfruttabile. Oggi, la stessa logica assassina spaccia le biotecnologie e le nanotecnologie utilizzate da Valagro (ma anche da altre potenti multinazionali quali Pioneer, Du Pont, Monsanto, Bayer, Chem-China Syngenta, Novartis) come soluzioni tecniche per il miglioramento dell’agricoltura, millantando la solita farsa della tutela ambientale. Attraverso l’analisi genetica delle varie piante queste Multinazionali (Valagro ha 2 stabilimenti in Norvegia, 3 in India dove ha anche acquistato aziende specializzate in biotecnologia come la SRI Biotech) selezionano prodotti di derivazione vegetale e/o sintetica che vengono manipolati in laboratorio per poi essere utilizzati come fertilizzanti, bio-stimolatori, anti-parassitari che migliorano/potenziano le piante da coltivare e su cui sperimentare. Questo “miglioramento”, come lo chiamano, è solo l’ennesima nocività prodotta e diffusa sotto il mantra dell’onnipotenza del progresso tecnologico. Le conseguenze ambientali, oltre che imprevedibili, consentiranno agli stessi specialisti di promuovere altre nocività, altre innovazioni tecnologiche eco-compatibili a dir loro, in un “circolo vizioso” in cui la terra si impoverisce sempre più, noi rimaniamo soggiogati dall’ipocrisia dei potenti e loro, i tecnocrati, i ricercatori, gli industriali continuano a sperimentare e produrre i loro veleni. Questo processo industriale viene chiamato green economy, ma noi sappiamo bene che l’unica cosa che hanno di green questi produttori di menzogne e tossicità sono solo il colore dei loro sporchi soldi! La terra non ha bisogno della manipolazione in laboratorio, è l’essere sottomessi a questo sistema di morte che crea quest’illusoria necessità. Inoltre, il laboratorio che viene inaugurato in via Guidiccioni 8, a La Fontina, San Giuliano terme (PI), è in collaborazione con il Sant’Anna, centro di ricerca rinomato per i suoi contributi nel rendere sempre più artificiale e meccanico l’esistente attraverso, ad esempio, gli studi di bio-robotica [1], così come per il contributo che offre alla guerra per renderla più micidiale [2], oppure il contributo che offre nello sviluppare sistemi fotonici di telecomunicazione per scopi sia militari che civili [3]. Ovviamente ad un benefattore della ricerca di morte come il Sant’Anna non poteva sfuggire l’Agro-business e le biotecnologie annesse, per meglio definire il quadro di sfruttamento in cui ama tanto sguazzare.
E’ importante costruire dei percorsi di lotta che possano ostacolare i progetti di questi centri di ricerca e di queste multinazionali assassine, percorsi di lotta che non scadano nel riformismo o nel partitismo di turno, che siano spontanei e concreti, che mettano in discussione non solo la singola nocività, la singola multinazionale accanto alla porta di casa, ma anche il sistema di potere che le determina.

[1] Vedi CONTROTEMPO n°24 – “Chi con una mano infetta, con l’altra spaccia l’antidoto” [2] Vedi contributo PISA, IL SANT’ANNA E LA GUERRA [3] Vedi CONTROTEMPO n°27 – “A Pisa dove si fabbrica il futuro… di morte!

GARAGE ANARCHICO
PISA Chiassetto Sant’Ubaldesca 44 (zona San Martino)
Apertura Mercoledì e Venerdì ore 16.00- 20.00