Bergamo – LA NUOVA NORMALITA’ TRANSUMANISTA

DOMENICA 9 GENNAIO 2022

LA NUOVA NORMALITA’ TRANSUMANISTA

Riproduzione artificiale, editing genetico, ideologia gender, industria dell’”identità di genere”,
bionanotecnologie, biologia sintetica, intelligenza artificiale: parti dello stesso processo transumanista di penetrazione nel vivente e nei corpi tutti, al fine di smembrarli, modificarli, artificializzarli, digitalizzarli, ricrearli nei laboratori. L’eugenetica, da sempre motore delle ricerche genetiche, cambia linguaggi e acquisisce un altro volto, diventa liberamente accettata e normalizzata, ma rimanendo immutata nel suo fine ultimo di selezionare, ed oggi con la tecnologia a mRNA, alterare irrimediabilmente la specie umana. I corpi e i processi viventi frammentati e ricostruiti su un vetrino, sotto la lente di un microscopio, non possono che perdere la loro originaria indisponibilità all’appropriazione da parte delle tecno-scienze e a ogni modificazione genetica. L’embrione diventa un prodotto e ciò che è un prodotto può essere sottoposto a ogni sperimentazione con l’imperativo dell’essere esente da difetti e con le migliori caratteristiche possibili. La PMA (procreazione medicalmente assistita) rappresenta il cavallo di Troia del transumanesimo perché aperta la strada alla possibilità della riproduzione artificiale, per tutti e tutte, la logica conseguenza è proprio quella del continuo miglioramento del prodotto. L’ideologia transumanista penetra medicalizzando ogni fase della vita: dalla diagnosi prenatale alla medicina rigenerativa. L’uomo del transumanesimo è un umano biomedicalizzato in un’unica dimensione totalizzante dove l’umano è percepito come l’errore, in cui tutto deve corrispondere ai criteri di continua perfettibilità e ottimizzazione per un continuo superamento di limiti in cui è proprio il corpo umano ad essere considerato come un limite da superare. Così il principio del paradigma cibernetico per cui “abbiamo sempre modificato l’ambiente in cui viviamo in modo così radicale che ora siamo costretti a modificare noi stessi” prende concretamente e drammaticamente forma. Prima dell’agognata trasformazione biotecnologica o dell’ibridazione con le macchine, quello che si sta irrimediabilmente trasformando è la stessa concezione ontologica
dell’essere umano: un essere umano neutro, ingegnerizzato, implementato.
Dall’Internet delle cose all’Internet dei corpi comunicanti, sensori invisibili e dispositivi digitali che con una prossimità sussurrata si prenderanno cura di noi. Il “pianeta intelligente” di IBM si sta concretizzando e ogni manifestazione del reale sarà assoggettata all’unica verità degli algoritmi. E’ urgente agire in solidarietà contro questa megamacchina in una lotta che non può accettare compromessi o saremo finiti come umanità.


ORE 16.00 DIBATTITO

Con intervento di Resistenze al Nanomondo – www.resistenzealnanomondo.org

A SEGUIRE CENA SENZA VELENI NE’ SFRUTTAMENTO ANIMALE

ASSEMBLEA POPOLARE RESISTERE AL TRANSUMANESIMO – BERGAMO

Per info e contatti: resisterealtransumanesimo@gmail.com

Presso SPAZIO DI DOCUMENTAZIONE LA PIRALIDE

Via del Galgario 11/13 – Bergamo

www.lapiralide.noblogs.orgavvelenate@anche.no

Libro – Verso l’abolizione della maternità surrogata


Dall’International Coalition for the Abolition of Surrogate Motherhood (ICASM):
Verso l’abolizione della maternità surrogata
Towards the Abolition of Surrogate Motherhood
Marie-Josèphe Devillers e Ana-Luana Stoicea-Deram (a cura di)

La maternità surrogata non è libertà. È un crimine. Le donne non si accontentano della libertà spazzatura. Vogliamo la vera libertà: la sostanza, non solo l’apparenza. Vogliamo vero nutrimento per i nostri spiriti. Vogliamo la dignità umana. Lo vogliamo per tutti noi. Lo vogliamo per le donne in Thailandia, Bangladesh e Messico, così come per le donne che non sono ancora nate.
—Gena Corea


In questo eloquente e feroce rifiuto della maternità surrogata, una serie di attiviste internazionali ed esperte del settore delineano le violazioni dei diritti umani fondamentali che si verificano quando la maternità surrogata è legalizzata e rifiutano le nozioni neoliberali che la mercificazione del corpo delle donne possa mai riguardare le “scelte” delle donne.
[…] Altri contributi a questo libro, pubblicato in collaborazione con l’International Coalition for the Abolition of Surrogate Motherhood, sono di Gena Corea, Renate Klein, Gary Powell, Rita Banerji, Marie-Josèphe Devillers, Laura Isabel Gómez García, Alexandra Clément-Saby, Taina Bien-Aimé, Silvia Guerini, Laura Nuño Gómez e Eva Maria Bachinger. […]


Il danno non può essere regolamentato, perché ciò significherebbe diffonderlo e universalizzarlo.
—Silvia Guerini


Link della pubblicazione in inglese: https://www.spinifexpress.com.au/shop/p/9781925950427

Contadini OGM camminano nei campi, ancora per poco, liberi dagli OGM

Contadini OGM camminano nei campi, ancora per poco, liberi dagli OGM

Silenzioso e ciclico, solitario il tempo dell’agricoltura.

“…E s’arrivava alla maturazione e alla mietitura senza che nessun essere umano avesse sbriciolato con le mani le tiepide zolle o setacciato la terra tra le dita, senza che nessuno avesse toccato il seme o ne avesse spiato con ansia la crescita. Gli uomini mangiavano ciò che essi non avevano coltivato, più nessun vincolo li legava al proprio cibo. La terra s’apriva sotto il ferro e sotto il ferro gradatamente inaridiva: nessuno c’era più ad amarla o a odiarla, nessuno più la supplicava o la malediceva.”
Furore, John Steinbeck

Ciclici come le stagioni, tornano gli OGM, allontanati dai campi italiani fino ad oggi; oggi, dentro le donne e gli uomini che coltivano i campi, dentro gli uomini e le donne che mangiano le produzioni dei campi.
I campi ancora intonsi e i contadini già ibridati, loro stessi OGM, sulla terra fino ad oggi da loro preservata dagli OGM.
Contadina sono.
Non credevo agli OGM ieri, quelli che dovevano “migliorare” i segreti di una natura raccontata come inefficace e fallibile.
Non posso credere agli OGM oggi, quelli che vengono iniettati nei corpi degli esseri umani, che narrano delle solite imperfezioni umane correggibili dalle tecno-scienze.
Un sortilegio cala sulla civiltà, tutti vittime e tutti responsabili.
Peggiori responsabili e vittime sono coloro che, prima di questo incantesimo pandemico lottavano, credevano e si ribellavano a logiche illogiche.
In un tempo non remoto si bruciavano i campi OGM, e coloro che li bruciavano urlavano contro le tecnologie genetiche; gli stessi che oggi professano le tecnologie OGM, chiamandole vaccini e le esigono per tutti, terzo mondo compreso.
Gli stessi luoghi che ieri mi ospitavano rivendicando i mercati degli agricoltori no OGM, con i loro banchetti colorati, oggi non sopportano più i miei colori, preferiscono le tonalità soft- green di Greta.
Il mio errore di ciclica contadina “tradizionalista”?
Il mio attaccamento alla tradizione no OGM!
Mai affidarsi alle informazioni di regime soprattutto quando, dall’inizio delle narrazioni pandemiche, si riconosce il tipico odore di liquame non digestato.
Lo sversamento notturno di tale liquame si è verificato precisamente il 15 luglio 2020, qualche mese prima dell’inizio della campagna genica globale, quando Parlamento e Consiglio europeo emanano un regolamento, che oggi qualcuno conosce come deroga agli OGM. Il documento di riferimento è la Gazzetta Ufficiale UE 2020/1043 che titola:
” Regolamento relativo all’esecuzione di sperimentazioni cliniche con medicinali per uso umano contenenti organismi geneticamente modificati o da essi costituiti e destinati alla cura o alla prevenzione della malattia da coronavirus (COVID-19) e relativo alla fornitura di tali medicinali”.
Nel documento si racconta che la valutazione del rischio ambientale, la valutazione dei rischi per la salute umana e la conduzione delle sperimentazioni, guidate da due direttive: la 2001/18/CE e la 2009/41/CE non costituiranno più le condizioni preliminari per l’esecuzione di tali sperimentazioni cliniche. Non sarà necessario procedere con queste valutazioni, sono in deroga fino a tempi migliori.
Torna il silenzio, ciclico, nelle mie terre. E gli spettri.
L’estate prosegue, l’autunno avanza e giunge l’inverno.
Il 3 dicembre 2020 il CREA esce con un documento, in bozza, che descrive il suo diabolico piano di lavoro per il triennio 2021/2023.
Intelligenza artificiale e miglioramento genetico per tutti i regni.
Mi raccolgo in silenzio, rifletto, appoggiata a terra, nel leggere la stipula dei contratti tra i camici dei laboratori di genetica e i contadini, nell’ “Accordo Camici -Trattori”, tra Coldiretti e SIGA. Finalmente tutto si manifesta ed io giungo alla danza!
La terra color marrone deiezione già sfruttata, coltivata intensivamente, inquinata ed ora sottoposta a nuove malsane volontà, esigenze produttive ed economiche, si mischia nuovamente al bianco candido della scienza in un connubio alchemico-tecnologico dai prospetti inquietanti.
Allora vi dico nemici:
Contadina danzante sono, e come me, mille altre ed altri, di tradizione no OGM.
Rifiuto dunque, per principio, le terapie geniche contenenti OGM, ponendomi così dall’altra parte di un intero mondo ormai liquefatto.
Rifiuto gli OGM anche se oggi si chiamano tecnologie di evoluzione assistita TEA, NBTs, Talen, Nucleasi a dita di zinco, reverse breeding, CRISPS/CAS9.
Rifiuto queste “miracolose” tecnologie condite con ossidi e idrossidi di grafene, mercurio, acciaio.
Rifiuto piante geneticamente modificate, perché non esiste nessun miglioramento genetico che possa essere costruito in un laboratorio, fuori dai tempi ciclici, tradizionali e lenti della natura.
Rifiuto questa rivoluzione 4.0, fatta di specchietti tecnologici, Big Data, Internet delle cose e dei corpi, d’ Intelligenza Artificiale, sensori e droni.
Rifiuto questa rivoluzione fatta di biotecnologie e genomica, nuove e vecchie tecnologie energetiche, retoriche, false parole ecologiche e vero accanimento contro il regno minerale, vegetale, animale, dei contadini e degli esseri umani.
Rivoluzione fatta di attacchi batteriologici nei campi e nei corpi, fatta di espropri, di semi rubati e contaminati.
Non voglio le trattrici tecnologiche, collegate a satellite, che sostituiscano le persone, le famiglie e i saperi.
Non voglio satelliti, droni, sensori, telecamere e nemmeno il controllo sociale che inevitabilmente accompagna la digitalizzazione delle campagne.
Non voglio perdere saggezze e ricerche, intime profusioni con Natura, per affidarle a Blockchain e regalare questi frutti preziosi a multinazionali che vivono di furto dei dati.
Nessun corpo vivente ai laboratori!
Le vostre strategie dai nomi stupidi e accattivanti: Green Deal e Farm to Fork, che fingono di preservare la natura distruggendola e mortificandola, non le voglio.
Non desidero che il suolo che calpesto e che mi accompagna nella vita venga prelevato e campionato, per scrutarne l’interno; non lascerò strappare alla matrice terrosa i microorganismi, le micorizze, le attività microbiche, gli insetti e tutte le creature che lo popolano, per violentarle, nei vostri lucidi e igienici laboratori.
Non avrò bisogno di nessun additivo e nessun elemento esterno della chimica industriale, che vestito di bioconcime, vorrà nutrire il mio campo.
Non avrò bisogno dei vostri sensori.
Guardo i colori ed attraverso la terra con la misura dei miei passi e dei loro tempi, osservo i suoi ospiti, riconosco e prevedo possibili danni. Se qualcosa mi scappa, imparerò a non lasciarmelo sfuggire e ad aguzzare la vista, la mia però , non quella di una qualche applicazione-appendice tecnologica.
Rifiuterò dunque ogni tecnologia che vorrà pervasivamente entrare in campo.
Non esiste tecnologia che possa sostituirmi o che mi indichi cosa, come, quando seminare, quando è con cosa trattare, rendendomi schiava.
Non crederò ai ricatti delle assicurazioni agricole, in cui saranno algoritmi a determinare il destino degli agricoltori.
Continuerò a infilare le dita nella terra, sporcandomi le unghie e le mani; le tirerò fuori, le annuserò e saprò se è terra assetata o idratata, fertile o inaridita.
Quel gesto di inchinarmi e infilare le mani nella terra, lo voglio fare in eterno!
Come una bambina ostinata, con le mani piacevolmente sporche di merda dorata.
Il campo è vivo, la natura mi urla di vita, viva e vegeta mi contrappongo con forza a questa realtà irreale in cui silenziosi e vuoti contadini OGM camminano in campi ancora per poco liberi dagli OGM.
Sostegno all’agricoltura in via di estinzione!
Sostegno ai falciatori volontari d’ogm francesi.
Sostegno a tutte le contadine e i contadini danzanti!

“Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e s’avvicina l’epoca della vendemmia…”
Furore, John Steinbeck

La Contadina Danzante

lacontadinadanzante@libero.it

Pensieri sparsi sulle piazze in Italia

Contributo per la discussione per l’incontro di Contra toda nocividad, Madrid.

Pensieri sparsi sulle piazze in Italia

Da Trieste alla Sicilia, in tantissime città di tutta Italia, centinaia di migliaia di persone ogni sabato riempiono le strade e le piazze che vengono immancabilmente censurate e infangate dalla propaganda nutrita da staff scientifici a libro paga dal comparto bionanotecnologico e dei Big Data e da poteri sempre più legati a precisi interessi e agende sovranazionali che ormai scandiscono i passi da compiere soprattutto sui temi fondamentali.
È la prima volta che un tale numero di persone – non inquadrabili nei soliti schemi partitici o organizzazioni sindacali – scende in piazza con questa continuità. Non ci sono d’aiuto le vecchie distinzioni e categorie per descrivere lo sviluppo e le forme di questo variegato dissenso contro questo stato di cose. Questo inedito scenario porta a interrogarci su ciò che queste piazze trasmettono e sui contenuti che esprimono.

“Libertà, verità” sono alcuni degli slogan urlati nelle piazze contro le restrizioni e il Green Pass. Ma libertà e verità per cosa? Libertà e verità consapevoli o rivendicazioni reazionarie legate all’agenda diretta e confezionata altrove?
In gioco c’è molto di più di un tessera verde e di un siero genico sperimentale.

“No Green Pass” urlano le proteste, ma il “no” non dovrebbe esaurirsi a questo lasciapassare, dovrebbe estendersi a quel modello di mondo e di umanità verso cui ci stanno traghettando. Questo sarà importante anche per comprendere quando, una volta terminato il suo compito, questo lasciapassare si trasformerà in altro.
Il limite che vediamo in molte di queste contestazioni è che sono circoscritte al Green Pass senza la comprensione di ciò che questo rappresenta e del processo in cui è inserito. Senza questa comprensione sfugge la posta in gioco e non si riescono a cogliere le attuali trasformazioni che non solo trasformano le nostre esistenze, ma prendono possesso dei nostri corpi ad uso e consumo degli apparati biotecnomedicali e vi penetrano al loro interno.

Il Green Pass è una tappa verso una società cibernetica dove i codici QR identificheranno e tracceranno non più solo le merci, ma anche noi: sotto quella scansione passeranno i corpi tutti, ma quando l’infrastruttura digitale a velocità 5G e 6G sarà pronta, dall’esterno entreranno dentro i nostri corpi come già avviene negli altri animali.

C’è un filo che unisce questa pseudo pandemia: i sieri genici, il nuovo paradigma a mRNA, il Green Pass, la rete 5G e l’Identità Digitale ID2020. In questo processo il Green Pass è un graduale e progressivo avvicinarsi alla realizzazione dell’Identità Digitale: un codice unico universale che racchiuderà tutti i nostri dati anagrafici, biometrici e biologici e che grazie alla rete 5G – all’Internet delle cose e all’Internet dei corpi comunicanti – protocollerà e orienterà in tempo reale tutta la nostra esistenza. Stiamo andando verso il modello di Credito Sociale cinese con un punteggio che decreterà le persone di serie A e di serie B: dal gennaio 2022 nel Regno Unito un’app nello smartwatch monitorerà i dati sulle abitudini alimentari e l’attività fisica e formulerà dei consigli da seguire. Chi si comporterà nel modo ritenuto più salutare e seguirà i consigli avrà un punteggio alto che permetterà degli sconti per cinema, palestra, negozi alimentari e in un secondo momento chi avrà un punteggio basso dovrà attendersi l’esclusione sociale.

Il fine ultimo è dirottarci verso una società transumanista con una trasformazione ontologica e antropologica dell’essere umano. Intelligenza artificiale, editing genetico, riproduzione artificiale, bionanotecnologie, Internet delle cose e Internet dei corpi comunicanti. La trilogia post-umana è così completata: trasformazione fisica, biologica e digitale, in una convergenza che chiude il cerchio di controllo e manipolazione dell’intero vivente, verso una società post-umana e post-natura.

Le prime proteste in gran parte d’Italia erano concentrate al salvataggio delle piccole e medie attività economiche, c’era chi rischiava di chiudere e chi dalle restrizioni avrebbe perso molti soldi. Persone in gran parte di classe media che non avevano mai protestato in vita loro e che vedevano perdere quei minimi privilegi e sicurezze, ma chi sapeva guardare più lontano vedeva la propria estinzione, già decisa e solo rimandata da qualche aiuto economico. Aiuti economici che, di fatto, accontentando i più hanno contribuito a svuotare le prime piazze.

Difendere la propria categoria economica, il posto di lavoro e chiedere semplicemente di “poter lavorare” nel mentre viene dato l’avvio a livello internazionale a un resettaggio che macina ogni libertà senza più timore di annunciarlo quotidianamente, rende evidente il grado di degradazione umana a cui siamo giunti, infatti nelle chiusure per i più non è stato così doloroso finire nelle braccia di Amazon. Questi passaggi studiati e confermati evidentemente in corso d’opera erano ben noti all’élite mondiale che ha inaugurato con questa pseudo pandemia la più grande sperimentazione di ingegneria sociale mai realizzata.
Molte persone guardano unicamente verso sé stesse, per scampare a quello che accade, per mantenere il proprio lavoro, in poche scendono in piazza contro questo sistema in difesa delle future generazioni e dell’umanità tutta. Non vengono cercati complici, ma un sostegno per sopravvivere quando arriverà il peggio.

Anche se nel tempo molte persone presenti nelle piazze hanno acquisito maggiore consapevolezza dei processi in corso, in generale gli appelli per le manifestazioni non esprimono una visione d’insieme, focalizzandosi sul “No Green Pass” e per la “Libertà di scelta”.
Da ultimo sembra prevalere l’aspetto spirituale, dove il lavoro interiore individuale e di gruppo porterebbe una rinascita generale. Ma niente di più lontano da questo è la realtà, molto materiale, che stiamo vivendo dove, passo dopo passo, con incredibile rapidità, la cortina digitale e le nanobiotecnologie ci circondano e diventano la nuova normalità.

“No alla dittatura” si legge in molti cartelli nelle piazze, ma una reale consapevolezza di essere in dittatura dovrebbe portare a conseguenti e adeguate risposte che dovrebbero esserci nei confronti di una dittatura e non alle contraddittorie speranze di avere delle possibilità di azione con avvocati e giuristi all’interno dei recinti giudiziari. Se siamo in dittatura non dovrebbe poi stupirci che la Costituzione è stata stracciata, il non rispetto delle loro stesse norme, una carica della polizia, un’ondata repressiva. Questi che vediamo sono solo i primi accenni di una dittatura tecno-medicale che non tarderà a dispiegare interamente i suoi tratti più significativi. Un assetto politico e sociale diverso da altri periodi storici che non solo mostrerà la forza, ma che entrerà nelle nostre esistenze e nei nostri corpi. Ancora una volta le vecchie chiavi di lettura non sono più adeguate a comprendere le nuove espressioni, manifestazioni e modalità di agire di questa dittatura tecno-medicale.

“Libertà di scelta” è un altro slogan riguardo a questi così detti vaccini che recentemente sono stati sdoganati anche per bambini dai 5 agli 11 anni. Ma per noi non ci può essere libertà di scelta quando si tratta di un attacco verso i corpi. E questo slogan, anche se è considerato una strategia comunicativa vincente, in realtà è controproducente perché apre a una sperimentazione di massa e a un attacco ai corpi senza precedenti. Così come non può esserci libertà di scelta per gli OGM, perché a monte respingiamo la modificazione genetica, l’idea di essere vivente che sottendono e il mondo che vanno a costituire. Non può esserci libertà di scelta per questi sieri genici, ma solo un’opposizione totale. Parlare di libertà di scelta ancora una volta denota la parzialità di una visione che non si rende conto che il tavolo è truccato e che l’unica scelta possibile è tra quelle già predisposte.

I vaccini a mRNA sono in realtà terapie geniche, vere e proprie piattaforme di riprogettazione cellulare. “Stiamo hackerando il codice della vita” afferma il Ceo di Moderna.
La bio-tele-nano medicina sarà il nuovo paradigma che trasformerà la stessa concezione di salute e malattia, con inserti genici a mRNA a livello preventivo per qualsiasi patologia, farmaci da remoto, microchip all’interno dei nostri corpi, impianti cerebrali, app che monitoreranno in tempo reale ogni aspetto delle nostre vite. Le nostre esistenze, dalla nascita alla morte, saranno costantemente sottoposte al volere degli algoritmi in una società cibernetica tecno-medicale.

Dai semi OGM ai corpi tutti modificati geneticamente e resi sterili per generalizzare pratiche eugenetiche di selezione embrionale e la riproduzione artificiale delle future generazioni nelle stanze dei laboratori.

“Giù le mani da bambini e bambine”. Su questo aspetto le proteste sono compatte e la difesa dei figli e dei bambini è un punto fondamentale per lottare contro la disumanizzazione e mutazione antropologica, tante le madri in piazza decise a non cedere.

Viviamo una situazione nuova e strana, dove saltano i punti di riferimento a cui un tempo eravamo abituati, in cui i contesti di sinistra, dai più moderati ai più radicali – a parte poche eccezioni – organizzano tamponi a poco prezzo controllando più dei controllori di Stato, scendono in piazza urlando a gran voce “vaccini” per tutti e tutte – slogan che ci rimanda alla PMA per tutti e tutte – organizzano presidi fuori dalle sedi delle multinazionali farmaceutiche e biotecnologiche, identificando i brevetti e gli alti profitti delle multinazionali come gli unici problemi di questi “vaccini”.

Per quanto riguarda i contesti anarchici, quelli che da sempre hanno considerato marginale o addirittura deriso una critica e una priorità di lotta verso le tecno-scienze adesso si trovano a non avere gli strumenti per comprendere cosa significa questa campagna vaccinale, il nuovo paradigma a mRNA e per comprendere questo attacco senza precedenti di tecnocrati transumanisti eugenisti che si spinge fino all’interno dei nostri corpi e che distruggerà le future generazioni.
Solo più recentemente è stata posta una maggiore attenzione per l’introduzione del Green Pass, ma con uno sguardo separato dal processo complessivo analizzandolo solo attraverso la lente di un maggior controllo da parte dello Stato, dimostrando un’incapacità nel comprendere le attuali trasformazioni analizzate – a parte poche eccezioni – attraverso vecchie chiavi di lettura che non colgono l’intera società che si sta trasformando.

Come agire nella realtà attorno a noi se non si è in grado di comprenderla e se non si riconoscono le direzioni di questo sistema tecno-scientifico transumanista?

Sicuramente tutto oggi non può non passare attraverso i processi che si stanno velocizzando con il pretesto di questa pseudo pandemia. Non può esistere critica alcuna all’interno della narrazione dominante e senza un’opposizione a questi sieri genetici: perché non ci stancheremo mai di ribadirlo, se non saremo in grado di difendere i nostri corpi non saremo mai in grado di fermare la deriva transumanista.

L’interrogativo non dovrebbe chiedersi chi scende nelle piazze e chi si sta opponendo verso questo stato di cose, piuttosto dovrebbe essere il chiedersi chi invece, da mesi che sono diventati anni, sta a guardare quello che succede quando non ne diventa complice e la complicità, in tempi di dittatura, vale anche per chi tace.

I tempi dello smarrimento dovuto ai morti e ai bollettini di guerra ormai non possono più essere l’alibi per nascondere la propria inerzia e un eterno timore di prendere una posizione chiara e netta come quella contro i sieri genetici. Non è possibile neanche trincerarsi dietro alla mancanza di conoscenza, il programma della Grande Trasformazione viene ormai svelato passo passo senza timori. Se quindi ormai sappiamo cosa ci aspetta, se abbiamo capito che non siamo di fronte ad una pandemia, ne tanto meno ad un grave problema sanitario, allora chi ha conservato un po’ di pensiero critico dovrebbe spostare il piano ed indicare la vera natura del problema che ci troviamo ad affrontare. Se continueremo a stare su un piano tecnico-sanitario non riusciremo a far capire la portata del problema, dando un’impressione che vi siano delle manchevolezze da parte del sistema stesso, come se quelli di Pfizer, Moderna, Johnson & Johnson e tutte le altre compagnie biotecnologiche fossero errori e non disastri annunciati. Intendiamoci, la controinformazione ha sempre la sua notevole importanza, ma non speriamo nelle contraddizioni per demolire i loro piani, queste compagnie sono come lo sviluppo della società tecno-industriale: si nutre di catastrofi ecologiche e sociali per riorganizzare il proprio assetto e giustificare la propria imprescindibile presenza.

Qui in Italia l’esperienza di questi mesi insegna che il tempo stringe, la nuova normalizzazione, capitanata dai migliori esperti di robotica, telecomunicazioni 5G, digitale, fa dell’Italia il primo laboratorio sperimentale al mondo. Piccoli passi per resistere alla Grande Trasformazione sono un inizio, ma solo se nella direzione giusta. Occuparsi di 5G senza considerare l’Internet delle cose è parziale e apre a una società cibernetica, chiamare vaccini le piattaforme di riprogettazione cellulare biotecnologiche apre ai microchip nei corpi e alle nuove cure basate sulla nanobiomedicina, parlare di diritto alla salute nel pieno di un resettaggio globale che ha come fulcro di partenza e di mantenimento proprio la salute intesa come obbligo alla salute, apre per i dissidenti le porte non delle prigioni, ma delle cliniche psichiatriche.

Dobbiamo tornare ad organizzarci nei territori con la consapevolezza di portare non solo qualcosa di impopolare, ma contenuti che dalla maggior parte delle persone vengono considerati come folli, “complottisti” o “no vax”. Il cambiamento che vedono intorno è troppo grande e veloce, i più faticano a seguirlo e a fermare i pensieri. La propaganda massiccia lavora su ogni livello possibile e altre Task force lavorano quotidianamente nell’ombra per creare un vero sequestro emotivo che è un misto di paura, impotenza, rabbia repressa, speranza che le cose cambieranno anche se tutto l’orizzonte rivela una cosa diversa. Banalmente abbiamo scoperto che a numeri sorprendenti di persone è bastato farsi garantire il lavoro, lo sport e un po’ di svago, non tanto per cedere ad un sistema sfruttatore e assassino, ma per confermare e sviluppare i sintomi di quella che era già una società erosa nelle sue forme vitali. L’infezione al pensiero libero si è solo aggravata, i tempi prossimi diranno se questo male si è fatto conclamato: le tecno-scienze aprono al non ritorno.

Durante la Germania nazista erroneamente si crede che vi fu poca o addirittura nessuna resistenza, qualcosa ci fu, di molto piccolo, ma molto significativo non solo per quel paese, basti pensare alla storia dei giovani della Rosa Bianca ghigliottinati dal regime mentre spargevano semi di libertà dando l’esempio e la vera speranza. Oggi di fronte a tutto questo dobbiamo, perlomeno, trovare una misura del coraggio che hanno mostrato i giovani della Rosa Bianca se l’umanità vorrà sopravvivere.

L’Agenda di oggi è “l’ingegneria dell’anima” nella sua massima espressione con le sue tecno-scienze che ci spingono giù dal precipizio con l’obiettivo finale della completa estirpazione, lacerazione e soggiogazione dello spirito più profondo dell’essere umano, per costituire un’umanità artificiale. Dobbiamo essere disposti al sacrificio. Abbiamo poco tempo per agire e le scelte sono dure: agire in solidarietà contro questa megamacchina o siamo finiti come umanità, in una lotta che non può accettare compromessi.

“Gli studenti di Monaco che nel Febbraio del 1943 proclamarono per mezzo di volantini la verità sulla tirannia ed incitavano al sabotaggio dell’industria bellica, non erano degli uomini politici. Essi erano dei giovani cristiani pieni di vita… Combattevano contro un fuoco gigantesco a mani nude, con la loro fede, con il loro povero apparecchio da ciclostile contro l’onnipotenza dello Stato. Non poteva finir bene, ed il loro tempo fu breve. Anche se fossero stati soli nella resistenza tedesca i fratelli Scholl ed i loro amici, da soli essi sarebbero bastati per salvare una parte della dignità degli uomini che parlano il tedesco”.
Thomas Mann


Resistenze al nanomondo, Bergamo, 3 Dicembre 2021
www.resistenzealnanomondo.org

Sabotatori d’antenna contro il cinismo tecnocratico

L’11 gennaio un incendio ha distrutto un ripetitore nella città di Cars. È stata presa di mira solo l’infrastruttura: nessun ferito, nessun morto, nessun movimento di folla o panico è da deplorare. L’operazione avrebbe sostanzialmente privato poco più di un milione di persone del TNT e diverse stazioni di Radio-France… per alcuni giorni.
È stata però aperta un’inchiesta per terrorismo che ha portato, il 15 giugno, al brutale arresto di sei persone, all’alba, presso la loro abitazione. Dopo 72 ore di fermo della polizia, vengono finalmente incriminati un’insegnante di scuola elementare, un’ artigiana falegname e un idraulico in pensione. Il giudice decide di concedere loro la libertà sotto controllo giudiziario, contro l’accusa che ha chiesto la custodia cautelare. Ciascuno degli imputati ha la fedina penale pulita, ma l’accusa insiste e fa appello: anche oggi due delle sei persone arrestate rischiano il carcere. Le motivazioni addotte sembrano però serie: “distruzione e degrado con mezzi pericolosi da parte di una banda organizzata”, “associazione criminale” e “distruzione di proprietà suscettibili di ledere gli interessi della nazione”.
Questo atto è tutt’altro che isolato. (…)

Per leggere il resto di questo testo anonimo che abbiamo ricevuto, apri il documento sottostante.
https://www.piecesetmaindoeuvre.com/IMG/pdf/soutien_carsv2.pdf

Info da https://www.piecesetmaindoeuvre.com/spip.php?page=resume&id_article=1607

A tutte le donne del mondo

A tutte le donne del mondo
A difesa dell’inviolabilità dei corpi, delle future generazioni,
del senso stesso di umanità e dell’intero vivente. Contro il transumanesimo

Tutte le donne del mondo sono madri in potenza. Tutte portano nelle viscere il sapere che da millenni viene trasmesso di generazione in generazione. I nostri semi contengono il segreto delle origini. Siamo seminatrici e semi allo stesso tempo. Siamo le guardiane dei semi e dobbiamo mantenere l’energia, la forza e la memoria di questi Semi.

Le donne, tutte, se ascoltano le loro viscere, sanno che è in corso un attacco formidabile alla vita, alla nascita e alla morte. L’attacco che da anni è diretto ai loro corpi oggi diventa attacco a tutti i corpi.

Per il transumanesimo i corpi sono come macchine, e come tali necessitano di revisione periodiche, vanno costantemente implementati, ottimizzati, modificati, monitorati e digitalizzati.
L’accelerazione che lo Stato d’Eccezione, diventato la nuova normalità, ha dato a questa introiezione simbolica dei corpi dovrebbe farci riflettere e indurci alla lotta.

Oggi i bambini e le bambine, il miracolo per eccellenza della forza della Vita, semi che cresceranno in piante più o meno vigorose, ma tutte facente parte del più grande organismo vivente che è l’Universo, sono diventati, nelle parole dei transumanisti, “malefici moltiplicatori di un virus”.

L’attacco ai loro corpi è predisposto. Un attacco, senza precedenti, di tecnocrati transumanisti eugenisti che si spinge fino all’interno dei corpi e che sradicherà le future generazioni dalle loro origini.

I “vaccini” a mRNA sono sieri genici, terapie geniche, vere e proprie piattaforme di riprogettazione cellulare, che rappresentano il precedente per una prossima manipolazione genetica di massa. “Stiamo hackerando il codice della vita” afferma il Ceo di Moderna.
La bio-tele-nano medicina, con inserti genici a mRNA a livello preventivo per qualsiasi patologia, farmaci da remoto e microchip all’interno dei nostri corpi, sarà il paradigma su cui si fonderà una nuova concezione di salute e di malattia in una società cibernetica tecno-medicale.

Le nostre esistenze, dalla nascita alla morte, saranno costantemente monitorate e sottoposte al volere degli algoritmi.

Il fine: dirottarci verso una società transumanista che, alla radice, contiene la cancellazione definitiva della Natura Umana, il senso stesso di essere umano.

Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum, ospitato pochi giorni fa a palazzo Chigi è stato chiaro affermando che ci attende “la fusione biologica con il digitale”.
Intelligenza artificiale, editing genetico, riproduzione artificiale, bionanotecnologie, Internet delle cose (5G) e Internet dei corpi comunicanti (6G). La trilogia post-umana è così completata: trasformazione fisica, biologica e digitale, in una convergenza che chiude il cerchio e apre alla manipolazione dell’intero vivente, verso una società post-umana e post-natura.

Le donne, tutte, sono le madri di tutti i bambini e le bambine del mondo. Sappiamo bene che i bambini sono il miracolo della natura e che nessuna intelligenza artificiale potrà mai superare l’intelligenza dei nostri corpi e dei suoi semi.
Un canto sacro recita così: “La terra è il mio corpo, l’acqua il mio sangue, l’aria il mio respiro, il fuoco il mio spirito”. Siamo consapevoli di avere oltraggiato oltre misura la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco. Siamo consapevoli che solo il recupero del rispetto del limite che ci pone la Natura e l’inviolabilità dei corpi e del vivente ci restituirà alla vita, alla vita Vera.

Se le Donne tutte, madri in potenza, non sapranno difendere i figli e le figlie dalla più grande sperimentazione di massa, questa umanità sarà persa per sempre.

Compatte, a difesa dei corpi, delle future generazioni, del senso stesso di umanità e dell’intero vivente, schieriamoci: Non Passeranno!

Restare umane significa Resistere al Transumanesimo!

Prime firmatarie:
Roberta Trucco
Silvia Guerini
Cristiana Pivetti

Adesioni:
Luisa Vicinelli
Daniela Danna
Francesca Vecchierelli
Rita Ricciardelli
Marcella Cortesi
Roberta Cresca
Emanuela Madia
Anna Visconti
Adriana Somigli
Valentina Musmeci
Beatrice Andreani
Rachele Spaggiari

Seguiranno altre adesioni

Per aderire e contatti:
corpiindisponibili@inventati.org

Disegno di Roberta Trucco