Xenotrapianti e altre diavolerie

Xenotrapianti e altre diavolerie

Dal dialogo tra Silvia Guerini e Jeff Hoffman di La Casa del Sole Tv

Xenotrapianti
Il primo xenotrapianto risale al 1963 con un trapianto di cuore di scimpanzé in un essere umano che morì dopo 90 minuti per il rigetto dell’organo. Negli anni 80 a una bambina di sole due settimane fu trapiantato un cuore di scimpanzé e morì dopo due ore con atroci sofferenze.
Da principio l’animale più usato era lo scimpanzé, ma molto costoso e non facilmente reperibile. I pazienti morivano dopo atroci sofferenze e durante il periodo della loro sopravvivenza erano tenuti in vita da apparecchiature che li rendevano simili a zombi. Si passò al maiale iniziando a umanizzarlo con geni umani, una vera e propria chimera maiale-uomo con DNA umano iniettato nell’ovulo di scrofe poi fecondate artificialmente.
Le sperimentazioni sono continuate per tutti gli anni 90 fino ad arrivare ad oggi con maiali modificati geneticamente e umanizzati con la tecnica di ingegneria genetica CRISPR/Cas9, una vera e propria chimera maiale-uomo con DNA umano.
La sperimentazione degli xenotrapianti oltre sugli animali si effettua anche su esseri umani nella così detta morte cerebrale. Nell’ottobre 2021 per la prima volta dei ricercatori della New York University impiantano un rene di maiale geneticamente modificato in una donna in stato di “morte cerebrale”. Nel 2022 dei ricercatori dell’Università dell’Alabama impiantano due reni di maiale geneticamente modificato sempre in un uomo in stato di “morte cerebrale”.
Nel 2022 abbiamo invece il primo paziente americano che ha ricevuto un cuore di maiale OGM. Notizia riportata con entusiasmo anche dal Word Economic Forum. Dopo alcuni mesi l’uomo è morto a causa di un virus suino. [Nel novembre del 2023 è morto anche il secondo paziente del centro medico dell’Università del Maryland a cui era stato trapiantato un cuore di maiale OGM].
Gli organi di maiali modificati geneticamente vengono forniti dalla compagnia biotecnologica e farmaceutica United Therapeutics Corp o dalla Revivicor, una sua affilliata.
Questa compagnia è la più importante a livello internazionale per gli xenotrapianti e ricordiamo che il CEO è Marthin Rottblatt, trans MtF che fa parte dell’elite di potere transumanista ed eugentista, un nome che ritorna spesso nei nostri discorsi.
Questa compagnia non fornisce semplicemente gli organi, ma promuove e finanzia la ricerca in questa direzione e tutto l’impianto di ricerca biotecnologica e nanotecnologica.
Xenotrapianti e trapianti sono simbolo di una vita artificiale, che per affermarsi sopprime le nostre difese naturali, inibisce il nostro sistema immunitario, che altrimenti la rigetterebbe.
Gli xenotrapianti così come i trapianti avranno sempre problemi immunologici, non si può correggere la risposta naturale di un organismo, si può solo limitarne le conseguenze.
Sono un insulto fisiologico tale da uccidere di per sé la persona che riceve l’organo.
Animali e umani diventano oggetto di sperimentazione e di bricolage genetico.
Corpi cavie laboratori considerati come meri pezzi di ricambio, ridotti a un corpo-macchina, ma non solo, trapianti e xenotrapianti rappresentano proprio l’anticipazione di un futuro corpo ibrido, biotecnologico, riprogettato, mero assemblaggio di parti con innesti estranei.
Un tecno-corpo in una tecno-vita riprogettata in laboratorio.
Inoltre senza la così detta “morte cerebrale” – che non è la morte clinica ed un’invenzione medico-legale finalizzata al procacciamento di organi – non esisterebbe la sperimentazione sulle persone in morte cerebrale, pensiamo anche alla proposta di “Donazione gestazionale di tutto il corpo” al fine di usare i corpi delle donne in “morte cerebrale” come contenitori per portare avanti la gravidanza e anche i corpi degli uomini adattandoli per l’occasione.
E non esisterebbe l’intera industria dei trapianti e il lucroso sistema sanitario che rende i trapiantati clienti a vita dei produttori dei farmaci antirigetto.
Dobbiamo ricordarci che prima di passare all’uomo gli xenotrapianti vengono sperimentati su altri animali di specie diverse, abbiamo quindi organi di maiale transgenico trapiantati su cani, scimmie, pecore, mucche. Un babbuino con il cuore di maiale era sopravvissuto per 19 ore, esperimento considerato come un successo. La storia degli xenotrapianti si fonda su orribili crudeltà su animali e a seguire anche su umani e si può parlare di un vero e proprio omicidio legalizzato. Il lato oscuro di tutto l’impero farmaceutico e biotecnologico.
Quello che non ci viene detto è che in seguito allo xenotrapianto c’è una diffusa migrazione di cellule dall’organo dell’animale a tutti i tessuti della persona con formazione di tessuti a mosaico, cioè con due popolazioni di cellule: umane e animali.
Una chimera post-trapianto come viene definita dagli stessi ricercatori, i quali affermano che per diminuire la possibilità del rigetto dell’organo e per aumentare la possibilità di ripresa del paziente bisogna aumentare proprio il suo grado di chimerismo.
Inoltre quando si trasferisce un organo da una specie a un’altra non si sposta solo un pacchetto di cellule, ma anche tutti i sistemi coevolutivi virali in equilibrio con quel tessuto di cellule e inclusi nel DNA. I maiali, come tutti i mammiferi, contengono nel proprio genoma i protovirus: sequenze di DNA potenzialmente in grado di produrre particelle virali infettive. Questi protovirus possono sviluppare malattie in altre specie, protovirus che si trasformano in retrovurus attivi e che possono anche mutare o combinarsi con retrovirus umani dando vita a nuove malattie.
Il caso della mucca pazza con mucche nutrite con farine animali dovrebbe farci pensare.
Poi per effettuare lo xenotrapianto e anche il trapianto va distrutto il sistema immunitario della persona che rimane indifesa nei confronti di tutti gli agenti patogeni e ovviamente indebolita e resa paziente a vita.
Attorno agli xenotrapianti gli interessi per le compagnie biotecnologiche sono di miliardi di dollari, ma come sempre in questi ambiti, non è solo una questione di profitto, ma un ulteriore rafforzamento del paradigma biotecnologico.

Animali transgenici
Dalla tecnica di ingegneria generica del DNA ricombinante al CRISPR/Cas9 gli animali transgenici li troviamo nei campi della ricerca medica, della zootecnia, della produzione di farmaci e ovviamente non può mancare la ricerca militare.
Nel campo della ricerca e della sperimentazione per studiare malattie umane, pensiamo alla famosa oncotopa della Dupont modificata geneticamente per studiare il cancro al seno.
Animali ingegnerizzati che diventano modello sperimentale.
Nel campo zootecnico, animali transgenici per aumentare la produzione di latte, la prolificità, le dimensioni corporee, per velocizzare la crescita, per sviluppare nuove caratteristiche e nuovi adattamenti alla prigionia dell’allevamento intensivo.
Mucche che resistono di più alla mastite, pecore che permettono una tosatura più veloce ad esempio.
Se si vuole ottenere un ceppo bovino che trasferirà l’ormone della crescita alla prole viene inoculato l’ormone della crescita ingegnerizzato nell’embrione che viene impiantato nell’utero della mucca, se invece di vuole far ingrassare gli animali prima di ucciderli al macello vengono fatte iniezioni giornaliere con il medesimo ormone.
Questo zoo degli orrori ha un legame anche con le multinazionali chimiche, considerando ad esempio che gli ormoni impiegati vengono fabbricati per via sintetica e genetica da queste compagnie come Monsanto.
Dalla seconda metà degli anni 80 la possibilità di modificare il genoma fa evolvere la zootecnia che è sempre stata un immenso laboratorio di sperimentazione e messa a punto di determinate tecnologie, come anche le tecniche di fecondazione in vitro applicate poi all’umano, in generale il parco animale offre possibilità pressochè illimitate ed è da qui che derivano i più importanti sviluppi nel campo della riproduzione, transgenesi, chimerizzazione, ibridazione, clonazione.
Con le tecniche di ingegneria genetica la stalla diventa a tutti gli effetti laboratorio e la ricerca sul parco animale prelude sempre al passaggio al parco umano.
Poi abbiamo il campo della farmaceutica biotecnologica con la produzione di proteine, ormoni, farmaci, vaccini, come ratti che producono l’ormone della crescita nel loro latte, capre che producono una sostanza per sciogliere i coaguli del sangue e così via.
Abbiamo una serie di pecore e capre umanizzate che producono latte da cui si ricavano farmaci che trasmettono i geni umani anche alla generazione successiva, pecore e capre venute alla luce con questa caratteristica ovviamente solo dopo una serie infinita di esperimenti e atrocità.
Arriviamo ai così detti nutraceutici, ovviamente qui non intendo un antiossidante naturalmente presente in un alimento, ma parlo di ingegneria genetica. Potremmo dire che dalla prima generazione di nutraceutici di piante OGM con ad esempio più vitamine, come il Riso arricchito con la vitamina A sdoganato con la retorica di far fronte alle carenze alimentari nei paesi del sud del mondo, passiamo alla seconda generazione con piante e animali OGM che producono biofarmaci, qui il farmaco diventa alimento. Forti gli investimenti in questa direzione anche dai soliti noti come la Fondazione Gates.
Nel confine tra civile e militare che sfuma sempre di più abbiamo le zanzare modificate geneticamente in una ricerca finanziata dal National Institute of Health per vaccinare gli esseri umani e in tempi di stermini genetici, come ben definiti dalla stessa DARPA, la tecnologia di ingegneria genetica Gene Drive, messa a punto con il Crispr/Cas9, diffonde una mutazione genetica in una popolazione per sterilizzarla ed estinguerla. Zanzare, ratti, ermellini, opossum, nei progetti Target Malaria in Africa, Predator-free in Nuova Zelanda fino al rilascio di miliardi di zanzare geneticamente modificate in California e in Florida. Progetti finanziati anche dalla Fondazione Gates e che vedono tra i ricercatori anche Andrea Crisanti alla guida di un team di ricerca internazionale sul Gene Drive.
“GE Insects” è l’acronimo di “Genetically Engineered Insects” “insetti geneticamente modificati”.
Il programma Insect Allies della DARPA prevede di utilizzare insetti per diffondere virus, per ora sono ancora al livello dell’alterazione dei cromosomi delle piante. Ma in tempi di guerra batteriologica possiamo ben immaginare gli sviluppi di tali progetti.
DARPA finanzia tutte le ricerche di punta nelle tecno-scienze, aveva finanziato delle ricerche per mettere a punto la tecnologia a mRNA, per delle nanoparticelle iniettabili al fine decifrare i segnali dei neuroni, per delle nuove tecnologie interfaccia cervello – computer ed è anche il principale finanziatore delle ricerche sul Gene Drive. Nel 2019 è stato pubblicato il rapporto “Cyborg Soldier 2050: Human-Machine Fusion and the Implications for the Future of the DoD” del Biotechnologies for Healt and Human Performance Council, ente responsabile dello sviluppo nel settore della biotecnologia militare del Dipartimento della Difesa statunitense.
Dalla “super mucca” al “super soldato” al “super uomo”, ma quello che non verrà detto è che questo “super uomo” sarà in realtà un paziente a vita, medicalizzato dalla nascita alla morte, avvolto da una rete di algoritmi che decreteranno quello che sarà meglio per lui.
Tutto questi ambiti di ricerca non sono nuovi, è dagli anni 80 che stanno lavorando in queste direzioni. Questo è molto importante da sottolineare perché fa comprendere che questa Grande Trasformazione e Riprogettazione dell’umanità e di tutto il vivente con la convergenza delle tecno-scienze se adesso arriva a manifestarsi con forza, in maniera plateale, dopo non nascondono neanche alcuni loro progetti, e se sono possibili passaggi prima inimmaginabili, questi erano impossibili solo a livello tecnico, ma da tempo erano immaginati dai loro fautori che si sono nel tempo dotati degli strumenti per realizzarli.
Quello che 20 anni fa denunciavamo ai più sembrava fantascienza, ma ora si sta concretizzando, prepariamoci quindi a quello che ancora deve arrivare, è necessario a opporsi all’intero paradigma genetico, artificiale, cibernetico senza aspettare di vedere realizzati altri sviluppi.

Disumanizzazione della società
Le conseguenze di tutto questo vanno proprio a intaccare un piano etico con conseguenze profonde.
Oggi in un mondo post-verità anche la stessa morte viene stravolta e risignificata, con la così detta morte cerebrale anche la morte diventa un’interpretazione.
Era semplice, un tempo, la morte, anche un bambino la poteva riconoscere. Si capiva che una
persona era morta non servivano protocolli e tecnici a decretarla.
Chiediamoci dove siamo arrivati oggi dopo che si è permessa la predazione degli organi, che è stato un fondamentale passaggio, una società che non ha più nemmeno sdegno difronte a un corpo vivo squartato e predato. Perché chiariamo l’espianto di organi si effettua da persona in coma sottoposta a ventilazione mediante intubazione, e non da un morto in arresto cardio-circolatorio-respiratorio, come tutti intendiamo. In questo ultimo caso gli organi sarebbero inutilizzabili.
La persona viene incisa dal bisturi mentre il suo cuore batte e il sangue circola. il corpo è roseo e tiepido, urina, può muovere le gambe e le braccia. Le donne incinte portano avanti la gravidanza.
Gli organi vengono predati quindi da una persona che ha perso la coscienza, dichiarata dopo 6 ore in “morte cerebrale”, le cui reazioni alla sofferenza prodotta dall’espianto sono impedite da farmaci paralizzanti o da anestetici. Addirittura protocolli diagnostici per dichiarare la morte cerebrale inducono un danno irreversibile su pazienti che potrebbero essere salvati.
Una società che non rispetta la morte non potrà nemmeno rispettare la vita.
E chiediamoci anche dove siamo arrivati oggi dopo che si è permessa la vivisezione sugli altri animali.
Oggi, dove tutto si sta accelerando, siamo difronte proprio alla cancellazione di punti fermi etici. Si arriva a promuovere il trapianto di utero per le gravidanze maschili e la cosa più terrificante non è la proposta in sé che viene da chi ha tutti gli interessi in questo, ma che non susciti nemmeno sdegno e un senso di appropriazione della dimensione della nascita.
David Baltimore, ricercatore di importanza mondiale che aveva messo a punto la tecnica del DNA ricombinante, che aveva organizzato la famosa conferenza di Asilomar negli anni 70 per, di fatto, una regolamentazione di quella tecnica, che abbiamo visto ancora di recente insieme a Jennifer Dodna, ricercatrice che aveva messo a punto la tecnica del CRISPR/Cas 9, insieme per regolamentare l’editing genetico – questo per far capire il personaggio – si era posto contrario alla possibilità di considerare gli sviluppi tecno-scientifici come un qualcosa di eticamente inaccettabile. Non era proprio ammessa questa inaccettabilità da un punto di vista etico. Questo perché nel loro mondo, nel paradigma del laboratorio, non possono esistere punti fermi etici, tutto deve evolversi seguendo la direzione dettata da quello che gli sviluppi tecno-scientifici rendono non solo possibile, ma anche semplicemente pensabile e immaginabile.
Per quanto riguarda la retorica per cui con trapianti, xenotrapianti, vivisezione si salverebbero delle vite chiediamoci questo cosa realmente significa e chiediamoci quale senso viene dato alla concezione di salute, di malattia, di morte, di corpo.
Connaturati al trapianto e allo xenotrapianto di organi, così come alla vivisezione e alla modificazione genetica, sono la manipolazione, la meccanizzazione e riprogettazione dei corpi tutti.
Facile per la retorica il mascherarle, edulcorarle, imbellettarle e deviare l’attenzione altrove rispetto al centro della questione. Facendo subentrare anche una concezione utilitaristica. Ma noi abbiamo un altro sguardo sul mondo, non seguiamo il criterio dell’utile, ma fissiamo una netta linea etica.
Cosa potrà mai esserci in comune tra un vitello in un utero artificiale, una pecora clonata, un ratto immobilizzato su un tavolo di laboratorio, un macaco con un microchip nel cranio, un torace sventrato per estrarre un cuore che ancora batte? Cosa potrà mai esserci in comune? Lo sgomento che suscitano. Ecco oggi siamo nella situazione tale che le persone non provano più nemmeno questo sgomento, figuriamoci poi opporsi a queste pratiche, a questi processi e alla visione di mondo che li sottende.
Cos’hanno in comune ingegneria genetica, trapianti d’organo, sperimentazione sugli animali e sugli umani? Il possesso, la predazione, la manipolazione, il criterio dell’utile, della funzionalità, dell’ottimizzazione e un’idea del vivere e del morire profondamente transumanista.
Così come con gli animali transgenici umanizzati e gli xenotrapianti si sfida la differenza tra specie, perché non esiste limite nell’avanzare transumanista. Curioso notare che nell’ultimo libro di Donna Haraway, “Ctulucene”, nel nuovo modello di società i bambini e le bambine vengano prodotti con uteri artificiali, modificati geneticamente con geni di altre specie e che nascano neutri, senza sesso biologico.
Cos’hanno in comune coloro che vi si oppongono a tutto questo? Un valore intrinseco dei corpi e dell’intero vivente. Un senso del limite. Un’accettazione della malattia e della morte come parte della vita. Un voler essere umani e non macchine funzionanti.
Dovremmo consumare, consumarci e farci consumare, rendere utili anche i nostri corpi e anche i pezzi dei nostri corpi, dovremmo implementarci e ottimizzarci. Ma l’intero vivente, la nascita e la morte devono essere considerati e devono rimanere indisponibili.

Resistenze al nanomondo, Gennaio 2024