15 ottobre Milano: Presidio contro gli OGM

In occasione della settimana di mobilitazione contro le biotecnologie lanciamo un presidio per giovedì 15 ottobre, dalle 13.30 alle 15.30, di fronte al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” (via San Vittore 21, Milano) in cui si terrà una serie di conferenze intitolate “Le politiche per le biotecnologie nel settore agroalimentare: dove siamo e dove andiamo ”.

In queste conferenze, patrocinate dalle principali istituzioni dello stato come il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati e la Presidenza del Consiglio, diversi operatori del settore agroalimentare tesseranno le lodi degli OGM e della genetica vegetale proponendo queste nuove tecniche scientifiche come soluzioni per un’agricoltura “sostenibile” e produttiva.
Imposizione di monocolture e pesticidi che uccidono la biodiversità, contaminazione genetica, brevetti su ogni nuova creazione di animali o vegetali ibridi sono alcune delle implicazioni di questo progetto di dominio capitalista. Sappiamo bene quali sono i reali interessi dietro la volontà di diffusione degli OGM, ovvero la sete di profitto dei governi e delle multinazionali della chimica e dell’agricoltura che vogliono imporre un modello unico di agricoltura intensiva e prendere il controllo delle risorse alimentari globali a scapito dell’autonomia delle piccole comunità.
La motivazione pseudo-umanitaria con cui ci vogliono imporre le biotecnologie nel settore agricolo è che gli OGM rappresenterebbero la soluzione di fronte a problemi come la crescita costante della popolazione mondiale, la crescente povertà e l’esaurimento delle terre coltivabili, dovuti a un modello capitalista di produzione e consumo.
L’ennesima “soluzione” tecnica a un problema ben più profondo, riguardante la concezione che scienziati ed élite politiche/economiche hanno del pianeta e degli esseri viventi come risorse sfruttabili e manipolabili all’infinito, noncuranti delle conseguenze. Un ennesimo avanzamento tecnologico che annienta ancora di più ciò che rimane di selvaggio su questo pianeta.
Eventi come EXPO2015 e la Settimana Europea delle Biotecnologie sono tentativi espliciti di rilanciare la propaganda pro-OGM e biotecnologie e spianare il terreno per una loro maggiore diffusione anche in Italia mettendo a tacere in anticipo ogni opposizione.

 Fermare queste nocività sta a noi!

29 Settembre Milano: tecnologia e controllo

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Martedì mattina è stata sgomberata Casa Brancaleone, occupazione che da 
più di un anno animava via Casella 14 nella zona nord di Milano.

La sera di martedì 27 settembre l’iniziativa che si doveva tenere al 
Brancaleone si terrà quindi al nuovo posto in via Bruni 9 (raggiungibile 
con la metro3, fermata “Dergano” o l’autobus 82): dalle 19.30 apericena 
vegan benefit, aggiornamenti sul processo a Billy, Costa e Silvia, 
proiezione del documentario “RFID La police totale” e discussione su 
tecnologia e controllo.

Appello per un’iniziativa internazionale di solidarietà: Marco libero!

GIORNATE INTERNAZIONALI D’INIZIATIVA
IN SOLIDARIETA’ A MARCO CAMENISCH
dal 20 al 22 GIUGNO 2015

Diffondiamo il testo dell’appello del Soccorso Rosso Svizzera del 31 maggio 2015 per la Tre giorni di mobilitazione internazionale solidale a sostegno del rivoluzionario eco-anarchico Marco Camenisch.

Noi –Soccorso Rosso Svizzera e Soccorso Rosso Internazionale- lanciamo un appello per una Tre giorni solidale dal 20 al 22 giugno 2015 a sostegno di Marco Camenisch, dal 1991 ininterrottamente detenuto in Italia o in Svizzera.

Marco è un rivoluzionario eco-anarchico con una storia politica che risale agli anni ’70. È stato incarcerato una prima volta in Svizzera per attacchi dinamitardi contro cavi dell’alta tensione, riuscendo poi ad evadere. Solo dopo anni di clandestinità, durante un controllo di polizia, è stato arrestato in Italia nel 1991 e vi è rimasto detenuto fino al 2002. Nel 2002 è stato estradato in Svizzera, dove, da un lato, aveva da scontare il resto della pena inflittagli con la condanna iniziale, oltre a subire un ulteriore processo sempre per attacchi dinamitardi contro cavi dell’alta tensione, dall’altro, veniva condannato per la morte di una guardia di confine. Accusa, quest’ultima, da lui sempre respinta.

Durante questi 24 anni di carcere, Marco non ha sconfessato la sua identità politica, comunica con numerose persone in tutto il mondo e contribuisce a iniziative politiche, supportando cosi il  processo  rivoluzionario al di là  delle sbarre della prigione. Tutto questo é  malvisto  da parte  delle autorità  preposte ad un  eventuale allentamento  delle sue condizioni  di restrizione. Senza posa rifiutano di liberarlo, motivando la scelta con il fatto che egli ha una «concezione del mondo che promuove delinquenza». In sintesi:  non esce di prigione perché è e resta anarchico. Questa argomentazione viene costantemente ribadita sia dall’Ufficio competente per l’amministrazione penitenziaria del cantone di Zurigo, sia dai giudici, quando si tratta di prendere una decisione in tal senso.

Un fattore di questo conflitto è, indubbiamente, la sua identità politica. Gli attacchi contro Marco devono essere  compresi entro  il conflitto politico  generale: lo Stato borghese  vuole dare un esempio del trattamento applicato contro un prigioniero irriducibile nella sua lotta (come hanno fatto e stanno facendo con altri prigionieri di lunga pena, quali Mumia Abu-Jamal o Georges Ibrahim Abdallah, per citarne alcuni, che non vengono liberati in quanto continuano a difendere la loro identità politica) sperando con ciò d’intimidire soggetti combattenti.

Un altro elemento, specifico nel caso di Marco, è il ruolo assunto in modo crescente dalla psichiatria forense nel sistema penitenziario. Mentre in altre circostanze legate a prigionieri di lunga detenzione le ragioni addotte sono apertamente politiche (come per quanto riguarda Georges Ibrahim Abdallah), per Camenisch l’Ufficio per il sistema penitenziario ricorre a una tesi esplicitamente psichiatrica. Il maggiore responsabile in materia è Frank Urbaniok. L’attacco politico viene così mascherato con il linguaggio psichiatrico, utilizzando concetti come rielaborazione e superamento. Sia chiaro: un’identità politica non può essere analizzata tramite il punto di vista di uno psichiatra. Essere anarchici non è un problema psichico.

Ultimamente queste sono le forme dell’attacco contro Marco. Secondo una sentenza del Tribunale supremo svizzero, l’Ufficio competente deve valutare se siano possibili eventuali allentamenti delle condizioni carcerarie. A questo scopo è stato redatto un Rapporto sull’applicazione di sanzioni commisurate al rischio, ROS. Degli psichiatri valutano i rischi connessi all’allentamento del suo regime detentivo. Perciò la psichiatria  acquisisce  un ruolo importante in tutte le procedure decisionali concernenti  l’incarcerazione. Considerando che Marco rifiuta la psichiatrizzazione della propria identità politica, agli “esperti” resta poco da fare. Essi sostengono anche che la previsione delle sue possibili azioni future resta negativa, dato che «continua  a dibattere intensamente ed attivamente, intorno alla propria ideologia,  ed è in contatto con numerosi compagni che fanno altrettanto. Ciò é dimostrato dalle sue dichiarazioni e relazioni  sociali pubbliche». Riassumendo, «si dimostra che le posizioni  di M.C. sono forti e che l’incarcerazione non le ha praticamente intaccate».

Il rapporto propone misure che renderebbero possibile un allentamento delle condizioni detentive di Marco, le quali, però, sono inaccettabili. Si chiede a Marco di rifarsi una nuova rete di relazioni sociali con l’aiuto dei responsabili della prigione, ovvero: si pretende una rottura completa con compagni/e. Inoltre si pretende:

-«controllo di relativi contatti con compagni affini pronti alla violenza»

-«che Marco Camenisch si dichiari disposto a permettere controlli sulle sue attività e possa concordare con i giudici scopi comuni riguardo alla risocializzazione»

Marco Camenisch non viene liberato per la sua identità politica. Il suo fine pena è fissato per il 2018. Fino a quella data ci sarà  un rapporto annuale  di valutazione, per stabilire se sia da ipotizzare la libertà condizionale. E’ dunque  probabile  che venga  ripreso  il discorso  sulla sua identità politica, per  bloccare qualsiasi allentamento.

Riteniamo sia importante agire da subito in solidarietà a Marco.

Creiamo un collegamento fra le nostre lotte, articolate all’esterno, con la sua lotta dentro.

Rote Hilfe Schweiz – www.rotehilfech.noblogs.org
Rote Hilfe International – www.rhi-sri.org

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16-17-18 Maggio Bologna: tre giorni di liberazione della Terra

Sabato 16 maggio
presso il Circolo Iqbal Masih, via dei Lapidari 13/L, dalle ore 17.00

Proiezione del documentario “Un mondo senza umani”. Le scienze
convergenti in un mondo di macchine onnipresenti: non un futuro
“migliorabile”, ma un presente dove questo è già realtà. Con intervento
del collettivo Resistenze al Nanomondo.
https://www.resistenzealnanomondo.org/

Cena a buffet vegan.

Concerto punk-hc a cura BolognaxHardcore, con: Alga Kombu, Doxie, Hyle,
Stasis.

Domenica 17 maggio
presso il Circolo Iqbal Masih, via dei Lapidari 13/L, dalle ore 19.30

Buffet vegan e a seguire proiezione del documentario “If a tree falls”.
Il film racconta la straordinaria storia dell’ascesa e del declino di
una cellula dell’ELF (Earth Liberation Front – Fronte di Liberazione
della Terra), concentrandosi sulla storia di uno dei suoi membri, Daniel
McGowan.

Lunedì 18 maggio 
presso l’Aula A di Scienze Politiche, Strada Maggiore 45, dalle ore 17.00

Dibattito con Leslie Pickering, fondatore ed ex portavoce del Press
Office dell’ELF. Gli argomenti trattati saranno i seguenti: panoramica
sulle prime attività dell’ELF, repressione del Press Office, resistere
alla repressione e sostenere il Fronte di Liberazione della Terra.

3 giorni di Liberazione della Terra

17 Aprile Lecce: Iniziativa solidarietà e contro le nocività

Esprimere solidarietà a coloro che sono colpiti dalla repressione è un modo per far sì che non siano e non si sentano isolati, soprattutto quando detenuti. Continuare le lotte è un modo ulteriore per evitare che la repressione non diventi freno, ostacolo per proseguire e mettere in atto ciò che ci preme: l’attacco verso questo mondo disopraffazione. Il 23 aprile inizieranno due processi nei confronti di alcuni compagni. Graziano, Lucio, Francesco accusati di sabotaggio ad un compressore in Val di Susa.

Silvia, Costantino, Billy accusati di un tentato attacco ad un centro di ricerca sulle nanotecnologie di proprietà di IBM e Università di Zurigo. Per questo atto sono già stati processati, detenuti e condannati in Svizzera, ora il tribunale di Torino vorrebbe processarli nuovamente. Il motivo per cui ne parliamo contemporaneamente non è la data del processo ma le ragioni per cui si trovano a dover affrontare la repressione: la lotta contro le nocività. Non vogliamo che tutto si riduca solo ad una questione ambientale ma, come alcuni di questi compagni hanno ribadito, le nocività non sono tali solo per la devastazione che esse portano all’ambiente e all’uomo ma per la loro ragione sociale. Esse sono ciò che Stato ed Economia impongono sulle nostre teste, cambiando irreversibilmente il nostro modo di vivere e di rapportarci alla natura e alle persone. Sono il tentativo di meccanizzare tutto quanto e rendere le nostre vite dei meri numeri da contabilizzare sulla strada del profitto.

Questo rappresenta, per noi, un treno ad alta velocità, un mezzo funzionale a percorrere distanze in tempi sempre più ridotti per non correre il rischio di perdere tempo che, per i padroni, è denaro. Questo rappresentano per noi le bio e le nanotecnologie: il tentativo di manipolare e controllare il vivente, attraverso tecnologie e apparati sempre più piccoli che permettano applicazioni insperate ad un dominio sempre in cerca di nuova linfa. Questo rappresenta per noi un gasdotto o un impianto per produrre energia, quella stessa che permetterà a questo sistema di riprodursi e riprodurre altre nocività. La lotta al gasdotto Tap può essere un modo per praticare la solidarietà verso i compagni colpiti dalla repressione e per mettere in discussione il sistema in cui siamo immersi, di cui dovremmo cercare di sbarazzarci il prima possibile. Vogliamo affrontare queste ed altre questioni inerenti alla lotta al Tap e ai prossimi possibili passi da fare.

VENERDI’ 17 APRILE ORE 19:30
A SEGUIRE BUFFET BENEFIT DETENUTI

CIRCOLO ANARCHICO
VIA MASSAGLIA 62/B
LECCE

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