Sabotatori d’antenna contro il cinismo tecnocratico

L’11 gennaio un incendio ha distrutto un ripetitore nella città di Cars. È stata presa di mira solo l’infrastruttura: nessun ferito, nessun morto, nessun movimento di folla o panico è da deplorare. L’operazione avrebbe sostanzialmente privato poco più di un milione di persone del TNT e diverse stazioni di Radio-France… per alcuni giorni.
È stata però aperta un’inchiesta per terrorismo che ha portato, il 15 giugno, al brutale arresto di sei persone, all’alba, presso la loro abitazione. Dopo 72 ore di fermo della polizia, vengono finalmente incriminati un’insegnante di scuola elementare, un’ artigiana falegname e un idraulico in pensione. Il giudice decide di concedere loro la libertà sotto controllo giudiziario, contro l’accusa che ha chiesto la custodia cautelare. Ciascuno degli imputati ha la fedina penale pulita, ma l’accusa insiste e fa appello: anche oggi due delle sei persone arrestate rischiano il carcere. Le motivazioni addotte sembrano però serie: “distruzione e degrado con mezzi pericolosi da parte di una banda organizzata”, “associazione criminale” e “distruzione di proprietà suscettibili di ledere gli interessi della nazione”.
Questo atto è tutt’altro che isolato. (…)

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Info da https://www.piecesetmaindoeuvre.com/spip.php?page=resume&id_article=1607