Monsanto si ritira ma solo apparentemente

Stop di Monsanto al mais geneticamente modificato in tutta Europa, tranne Spagna, Portogallo e Repubblica Ceca. E nei prossimi mesi ritirerà quasi tutte le richieste per la coltivazione di organismi geneticamente modificati nell’Unione europea.
Cercherà di continuare la vendita del suo mais MON810, ultimo residuo delle coltivazioni OGM in Europa. Attualmente, solo in Spagna ci sono circa 100 mila ettari coltivati con MON810.
La multinazionale dell’agribusiness non è più disposta a spendere denaro in attività di lobby, marketing, processi e quant’altro per aumentare l’accettabilità degli Ogm. “Non spenderemo altri soldi per convincere gli agricoltori a piantare semi transgenici” ha dichiarato Brandon Mitchener, responsabile di Monsanto in Europa.
Questa decisione segue quella di altre multinazionali come la BASF, Bayer e Syngenta che l’anno scorso avevano rinunciato alla produzione di patate transgeniche in Europa per le stesse ragioni.
Ora Monsanto investirà soltanto sui mercati di Spagna, Portogallo e Repubblica Ceca, e in quei pochi Paesi dove le opposizioni sono nulle.
Questo passo indietro è una strategia a causa delle resistenze e dell’opinione pubblica contraria, ma non vuol dire che abbandoneranno i loro piani di espansione del transgenico.
In passato nel Vercellese sono stati trovati dei carichi di riso tradizionale contaminato con riso ogm della Bayer, ovviamente si è parlato di contaminazione accidentale come già era successo anni prima in casi simili con la Monsanto a Lodi. Questo è una delle modalità per rendere la contaminazione già un dato di fatto… E gli esempi non si limitano certo a questi, di pochi episodi venuti a galla molti di più restano sconosciuti.
Questa strategia delle multinazionali biotech, capitanate da Monsanto, ha una lunga e sporca storia. Paesi come il Messico, Brasile e Argentina si sono visti invadere dalla politica aggressiva della Monsanto, che ha attuato una strategia molto semplice: invadere completamente i mercati tradizionali di sementi (soia, mais) non al fine di una ridicola e impossibile coesistenza, ma per imporre le proprie monocolture ogm. Dalla “contaminazione accidentale” la nocività ogm si è propagata a livelli elevatissimi fino a sommergere le colture tradizionali. Il passo successivo non è potuto essere altro che il costatare una contaminazione irreversibile. Questo ha portato a legittimare e quindi confermare le colture transgeniche e a schiacciando numerosi agricoltori che avevano “il torto” di aver usato semi ogm senza autorizzazione, quando in realtà si erano trovati i loro campi contaminati. Il grosso di quel processo chiamato “soizzazione”, che fa del Brasile il paese con il maggior numero di coltivazioni di soia ogm, è diretto anche ai mercati europei dove gran parte dei mangimi per animali sono ogm.
La diffusione del transgenico è ben lontana dall’essersi arrestata, se al momento le strategie delle compagnie, non del tutto comprensibili e analizzabili, sembrano puntare verso un allontanamento, i piani di espansione persistono e aspettano occasioni e momenti favorevoli per sdoganare nocività già presenti in circolo e rendere universali i loro semi.

Dicembre 2013