La Ragione contro le biotecnologie, la PMA e l’eugenetica – Jacques Luzi

Intervento di Jacques Luzi alle Tre giornate contro le tecno-scienze, luglio 2023
https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/biotecnologie/programma-tre-giornate-contro-le-tecno-scienze-28-29-30-luglio/

Biotecnologie, PMA ed eugenetica: una critica razionale
La biotecnologia è la manipolazione tecno-scientifica degli esseri viventi, compresi gli esseri umani. Dal XIX secolo, le società industriali hanno giustificato la coesistenza del principio di uguaglianza e la realtà della disuguaglianza con un determinismo biologico, per il quale le disuguaglianze sociali sono il riflesso di quelle naturali. Da questa ideologia nasce l’eugenetica, cioè la volontà di controllare scientificamente la riproduzione umana, al fine di favorire i “superiori” rispetto agli “inferiori”. Questa è la vera legittimazione della PMA, della ricerca sull’utero artificiale, della manipolazione genetica, della clonazione, ecc. La conseguenza è l’approfondimento dell’espropriazione industriale degli individui, non solo dei loro mezzi di sussistenza, dei loro desideri, delle loro interazioni sociali, ma anche della loro stessa natura. Tuttavia, la critica razionale di questa ideologia si scontra con diverse irrazionalità: quella della propaganda tecnocratica, quella del determinismo culturale postmoderno e quella del fondamentalismo religioso.
Jacques Luzi, accademico, membro della rivista Ecologie & politique.



Il periodo moderno è segnato dalla consapevolezza della natura immaginaria dei significati dati alla vita sulla Terra. Questa consapevolezza può portare all’emergere di un nuovo significato o alla caduta nel nichilismo.
È, quest’ultimo, il caso in cui determinati fini vengono ridotti a mezzi al servizio dell’accumulazione illimitata di risorse. Nel 1975, Jan Patocka ha parlato di un doppio nichilismo…
… il nichilismo di chi blocca le inconsistenti vestigia di significato ereditate dal passato e il nichilismo di chi trasfonde senza scrupoli tutti i valori sotto il segno della forza e del potere[1].
Pertanto, solo un significato nuovo e collettivamente accettato potrebbe porre dei limiti agli eccessi della società industriale. Opporsi all’industrialismo significa, innanzitutto, disincantare l’incanto dell’immaginario della forza e del potere.
Tale fede è la forza trainante della Quarta Rivoluzione Industriale che, con la sua combinazione di nanotecnologie, biotecnologie e intelligenza artificiale, racchiude in sé due promesse:

  • il superamento della condizione umana: il raggiungimento di una salute perfetta, un aumento indefinito della durata della vita, un grandioso aumento dell’intelligenza, e così via.
  • la ricostruzione artificiale della natura distrutta dalle precedenti Rivoluzioni industriali.

Queste promesse corrispondono a una «eugenetica» positiva, che implica la completa acquisizione della riproduzione umana da parte della tecnoscienza, al fine di aumentare le prestazioni umane e creare il transumano.
Dietro queste promesse si nasconde l’alleanza tra conoscenza (tecno-scientifica), potere (statale) e beni (capitali) alla base dello sviluppo delle biotecnologie, che sta portando a:

  • la mercificazione del vivente (geni, gameti, cellule, tessuti, organi) e della riproduzione umana: si stima che il mercato della fertilità varrà 78,2 miliardi di dollari entro il 2025, in concomitanza con l’aumento dell’infertilità, soprattutto maschile[2];
  • l’accelerazione della corsa tecnologica militare, con lo sviluppo di armi biochimiche, cioè organismi viventi la cui capacità infettiva, virulenza, tossicità, ecc. sono aumentate artificialmente, senza preoccuparsi dei rischi per la salute[3];
  • l’immaginario del controllo tecnocratico, come espresso dal fisico transumanista Richard Seed:

Dio ha destinato l’uomo a diventare una cosa sola con Dio. Noi diventeremo una cosa sola con Dio. Diventeremo onniscienti e onnipotenti come Dio. […] La clonazione e la riprogrammazione del DNA sono il primo serio passo per diventare una cosa sola con Dio[4].
Tecno-dei sono inoltre coloro che lavorano alla produzione industriale di bambini su misura. La ricerca che accompagna la procreazione medicalmente assistita è la seguente:

  • cura sempre più precoce dei bambini prematuri e periodi di gestazione più lunghi in un utero artificiale “intelligente” (attualmente allo stadio dell’agnello);
  • produzione di gameti da cellule epidermiche (stadio del topo);
  • diagnosi pre-impianto e manipolazione genetica (sull’uomo);
  • clonazione (fase della scimmia, quella della pecora era stata raggiunta nel 1996).

Il culmine di questa ricerca sarà la capacità tecnologica di ingegnerizzare completamente la fecondazione, la gestazione e la nascita.
Questa ambizione deve essere vista nel contesto della storia dell’eugenetica, emersa nel XIX secolo con Charles Darwin e suo nipote Francis Galton. Questa rappresentazione meccanica della vita, nonostante le sue debolezze teoriche, è stata sviluppata dalla biologia molecolare, ha portato ad applicazioni industriali e ha avuto implicazioni ideologiche.
In Francia, le debolezze teoriche sono state evidenziate, ad esempio, da André Pichot, che ha parlato di «bricolage genetico»[5].
Per quanto riguarda le applicazioni… in una lettera aperta pubblicata di recente sul Time, Eliezer Yudkowsky, fondatore del Machine Intelligence Research Institute (Berkeley), chiede di vietare l’intelligenza artificiale, a meno di non incorrere nel rischio incalcolabile di un bio-errore che metta a rischio la sopravvivenza dell’umanità:
L’intelligenza artificiale non rimarrà a lungo confinata ai computer. Nel mondo di oggi, è possibile inviare via e-mail frammenti di DNA a laboratori che producono proteine su richiesta, consentendo a un’intelligenza artificiale inizialmente confinata a Internet di creare forme di vita artificiali o di passare direttamente alla produzione molecolare post-biologica. (…)
Se qualcuno costruisce un’IA troppo potente, nelle condizioni attuali, mi aspetto che ogni membro della specie umana e tutta la vita biologica sulla Terra muoia poco dopo[6].
Per quanto riguarda la politica, invece, la concezione neodarwiniana della vita trasmette le seguenti idee:

  • le capacità intellettuali, le disposizioni morali e i tratti della personalità sono un’eredità puramente biologica;
  • in assenza di selezione naturale, gli individui stupidi, pigri, imprudenti e improduttivi si riproducono più di quelli intelligenti, laboriosi e lungimiranti, causando una degenerazione sociale e penalizzando la «meritocrazia» sociale;
  • per evitare questa degenerazione, la riproduzione umana dovrà essere organizzata scientificamente, così come gli allevatori organizzano la riproduzione di piante e bestiame.

In Francia, queste idee sono diffuse dal transumanista Laurent Alexandre. Negli Stati Uniti, il bioeticista Jonathan Anomaly ritiene che…
…man mano che l’ingegneria genetica diventa sicura e conveniente, le barriere all’accesso ai miglioramenti genetici socialmente utili dovrebbero essere rimosse[7].
Questo determinismo biologico è presente nelle varie fazioni del «partito dei tecnologi», ossia:

  • l’eugenetica liberale, la quale giustifica la selezione degli embrioni in un quadro utilitaristico. Allo stesso tempo, essa incoraggia l’eugenetica negativa praticata in alcuni Paesi del Sud, ove le donne più povere sono costrette a sottoporsi alla sterilizzazione;
  • il razzismo di estrema destra, che utilizza facilmente l’analogia biologica per legittimare la superiorità della «razza bianca» e la difesa del suo «biotopo contro le specie [umane] invasive»[8];
  • il post-modernismo, che vede nella riprogrammazione biologica un’occasione ludica per entrare a far parte dell’industrialismo sotto forma di «simulacri» e «performance parodica», ovvero per partecipare al peggio fingendo di contestarlo (e concependo la libertà solo nel contesto dei sistemi tecnologici)[9].

Queste componenti ideologiche dell’industrialismo dimenticano il significato politico della nascita «naturale», spontanea e imprevedibile, che è la fonte della libertà umana e dell’indeterminatezza della sua storia. Fermare la storia è da sempre una fantasia del potere assoluto.
Per questo, già nel 1951, Hannah Arendt osservava che il totalitarismo «ha il compito di eliminare non solo la libertà (…) ma anche la fonte stessa della libertà che il fatto di nascere conferisce all’uomo e che sta nella sua capacità di essere un nuovo inizio»[10]. Riprodurre artificialmente gli esseri umani equivale a neutralizzare questi nuovi inizi.
Tuttavia, è il desiderio di vietare queste pratiche che viene ora considerato intollerabile. La mega-macchina militare-industriale è del tutto permissiva quando si tratta di progresso tecno-scientifico, e usa questo progresso per ingabbiare le popolazioni nel suo funzionamento automatizzato, un po’ di più ad ogni disastro che produce. Il riciclaggio delle tecnologie militari da parte della polizia comprende satelliti ad alta tecnologia, droni, telecamere «intelligenti», chip RFID, nano-sensori, identificatori biometrici, elaborazione «intelligente» dei dati, ecc.
Nel 1934, la filosofa libertaria francese Simone Weil scrisse:
Dobbiamo fare attenzione a distinguere tra oppressione e subordinazione dei capricci individuali a un ordine sociale. Finché esisterà una società – avvertiva Simone Weil -, essa confinerà la vita degli individui entro limiti molto ristretti e imporrà loro le sue regole; ma questa inevitabile costrizione merita di essere chiamata oppressione solo nella misura in cui, provocando una separazione tra coloro che la esercitano e coloro che la subiscono, pone i secondi a discrezione dei primi[11].
La libertà non consiste nel fare tutto ciò che è tecnologicamente possibile, ma nel decidere collettivamente quali tecniche sono necessarie per la vita che vogliamo condurre, nel rispetto di noi stessi e della natura.
La questione non è se le regole esistono, ma: chi le detta e le impone, con quali mezzi e per quale scopo? Le chiese, le tecnocrazie, l’intelligenza artificiale o i membri sovrani dei popoli umani?
Questa sovranità può essere fondata solo su un’educazione culturale e politica all’autonomia, in altre parole all’autolimitazione democraticamente stabilita della volontà di potenza. Per promuovere, contro il nichilismo tecnologico, una diversità di esistenze che trascendano la finitudine corporea e terrena nella solidarietà e nella gioia di vivere.


[1] J. Patocka, Essais hérétiques sur la philosophie de l’histoire, Verdier, Lagrasse (1999[1975]), pp. 79, 97 & 100.

[2] businessinsider.com/pronatalism-elon-musk-simone-malcolm-collins-underpopulation-breeding-tech-2022-11.

[3] infogm.org/Armes-biologiques-potentialites.

[4] R. Seed (1998), citato da D. F. Noble, The Religion of Technology, Penguin, New York (1999), p. vii.

[5] A. Pichot, «La génétique est une science sans objet», Esprit, n° 284, maggio 2002, pp. 102-131.

[6] E. Yudkowsky, «Pausing AI Developments Isn’t Enough. We Need to Shut it All Down», Time, 29 marzo 2023, time.com.

[7] J. Anomaly, «Defending eugenics. From cryptic choice to conscious selection», Monash Bioethic Review, n° 35, 2018, pp. 24-35.

[8] H. Juvin, citato da G. d’Allens, «Enquête sur l’écofascisme : comment l’extrême-droite veut récupérer l’écologie», 1 febbraio 2022, reporterre.net.

[9] Per esempio: D. Haraway, Le manifeste cyborg et autres essais, Exils éditeur, Paris (2007[1984]) (Manifesto cyborg, Feltrinelli, Milano, 2018).

[10]   H. Arendt, Les Origines du totalitarisme. Le système totalitaire, Seuil, Paris (1972[1951]), pp. 291 & 312 (Le origini del totalitarismo, Einaudi, Torino, 2018).

[11] S. Weil, Réflexions sur les causes de la liberté et de l’oppression sociale, Gallimard, Paris (1955[1934]), p. 39 (Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale, Adelphi, Milano, 2015).