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Nanotecnologie: la pietra filosofale del dominio

NanotecnologieEdizioni Il Silvestre, 2011, pag. 164, 6 €

Nei secoli non si è mai interrotta la ricerca degli elementi indispensabili per produrre la Pietra Filosofale. Alchimisti, maghi, aristocratici, preti, filosofi hanno preservato in questo ma senza successo.
Gli ultimi a gettarsi nell’impresa sono gli odierni Cagliostro in camice bianco. Riusciranno ad impadronirsene? Riusciranno a godere delle sue ambite proprietà?
Vogliono farci credere che nelle nanotecnologie abbiano trovato quello che cercavano. E potrebbe essere così.
L’agognata omniscienza, del passato, del presente e del futuro, di ciò che è bene e ciò che è male, potrà essere ottenuta dai sistemi di controllo che con le tecnologie convergenti si fondono al vivente? L’agognata immortalità, potrà essere avvicinata dalla fusione dell’essere umano con la macchina, dall’affermarsi del transumanesimo e della tradizione eugenetica? L’agognata potenza di trasmutare i metalli in oro, potrà essere raggiunta nella sintesi di vita artificiale, nella nanoparticelle che promettono di produrre senza conseguenze nocive?
L’agognata utopia di plasmare quella materia così corrotta, potrà essere raggiunta dal sistema tecno-industriale?
La “condicio sine qua non” della pietra, lo scopo morale, potrà essere l’arte di far passare genocidi, massacri, stupri per “missioni umanitarie”?
Per avere la pietra è indispensabile avere la disponibilità dell’anima del mondo, quell’ agente universale tradotto nel corso dei secoli in mille forme, dalla natura alla forza creatrice, dal cosmo fino a Dio. La scienza, dal suo affermarsi, nei secoli dei secoli, incarnando il nuovo Dio materialista, cerca anch’essa la pietra per possedere l’ultimo elemento per dominare il mondo.