Contributo di Cristiana Pivetti per le tre giornate contro le tecno-scienze
Introduzione a Maria Heibel

Tra pochi minuti ascolteremo Maria Heibel, curatrice del sito internet NoGeoingegneria, una fonte di informazione fondamentale per capire l’evoluzione delle tecnologie che controllano e riprogettano la vita terrestre, riservando una particolare attenzione alle tecnologie sconosciute al grande pubblico, come la geoingegneria. Il sito NoGeoingegneria, inoltre, ricostruisce gli eventi storici del passato, indispensabili per capire il presente e prevedere il futuro, facendo da argine al pericoloso piano di manipolare la storia, anche quella legata all’evoluzione delle tecnologie.
Stiamo assistendo alla realizzazione di un nuovo regime tecno scientifico che trasformerà gli esseri viventi e il sistema terrestre nel suo complesso. Uso il termine regime perché la trasformazione alla quale assistiamo non è un effetto collaterale di tecnologie che avanzano in modo casuale; la maggior parte di esse avanzano verso una direzione ben precisa che ha come fine la Quarta Rivoluzione Industriale e il transumanesimo. Il controllo e la sorveglianza sempre più panoptiche degli individui e del sistema terrestre nel suo complesso accellerano tale processo. Il regime tecnologico che si va instaurando non ammette dissenso: è “dolce” per chi lo accetta in modo sonnambulesco, diventa spietato per chi prova a contrastare la sua avanzata o per chi semplicemente rivendica il libero arbitrio.
Se uno dei presupposti della transizione digitale è la sorveglianza totale dell’essere umano, uno dei presupposti della transizione ecologica è la sorveglianza del sistema terrestre: atmosfera, superficie terrestre, interno della Terrra e oceani saranno completamente mappati e controllati. La mappatura della vita terrestre non è un obbiettivo recente, basti pensare che già dagli anni ‘70 esisteva un mastodontico database (EROS) utilizzato per scopi civili e militari connesso con le grandi multinazionali per la raccolta delle informazioni. L’intenzione è quella di monitorare e connettere flora, fauna, colture, allevamenti, produzione e popolazione umana in un unico sistema controllato dall’Intelligenza Artificiale e dai suoi algoritmi. Ogni forma di vita diventa fonte di dati nel nome della piena realizzazione del pianetaintelligente, utilizzando computer e sensori sempre più potenti e contemporaneamente sempre più piccoli fino a diventare in un prossimo futuro invisibili ai nostri occhi.
La transizione ecologico/digitale è parte fondamentale della realizzazione del Grande Reset e della trasformazione antropologica, economica, politica e biologica dell’umanità e del pianeta, da raggiungere con la solita strategia dell’emergenza e della catastrofe calcolate, nel nome delle quali i centri di poteri costruiscono la loro narrazione e forniscono la loro soluzione. La transizione ecologica prende spunto dalle teorie del Club di Roma negli anni ‘70 e da quell’ambientalismo catastrofista che colpevolizza e annichilisce la specie umana, inducendola ad assecondare la distruzione e la riprogettazione della natura facendola credere di salvarla. La distruzione è salvezza secondo la neolingua eco-orwelliana. Il pianeta, irradiato e trasformato in una gabbia elettromagnetica, nella neolingua eco-orwelliana diventa intelligente.
L’estrazione devastante di terre e minerali rari indispensabili per la transizione ecologicodigitale ovunque si trovino (oceani, foreste, deserti, montagne…), l’invasione di aberranti pale eoliche ed infine il nucleare: nella neolingua eco-orwelliana tali devastazioni diventano sostenibili.
Il capolavoro del potere sta nell’impedire uno sguardo romantico ed empatico di percepire il mondo e l’intera vita collegata a tal punto che non si può “cogliere un fiore senza turbare una stella”. In linea con una cancel culture che cancella la storia umana, con la stessa arroganza si nega la storia del pianeta e dei suoi eventi ciclici, tra i quali il riscaldamento e il raffreddamento indipendentemente dall’impatto umano. La Terra è un organismo vivente in armonia con gli altri pianeti, influenzata dall’energia solare che non è sempre costante, dalle variazioni di orbita e di rotazione planetaria, dal movimento sismico e magmatico al suo interno, dalle correnti oceaniche che ne influenzano la temperatura. In linea con le teorie del Club di Roma, la Terra diventa un insieme di parametri e di calcoli, l’embrione del mondo-macchina: anche il pianeta diventa ostaggio del dogma scientista mainstream.
Il grande inganno climatico lavora sull’individuazione di un unico nemico: la CO₂. Nessuna menzione dell’avvelenamento dell’aria, del suolo e dell’acqua con sostanze chimiche, tossiche e cancerogene, molte delle quali provenienti dal settore militare, che oggi si sta potenziando ulteriormente.
C’è una responsabilità umana nella depredazione, cementificazione, elettrificazione, nel cambiare i connotati alla Terra, nello sfruttamento degli animali e delle piante, nell’utilizzo della geoingegneria per modificare il clima. Con la cosiddetta transizione ecologica, il regime tecnologico produce la Natura 4.0, la natura intelligente, rimodellata secondo scopi specifici attraverso l’uso delle tecno scienze, con l’obbiettivo di andare oltre il controlo dell’evoluzione e di arrivare alla cancellazione dell’evoluzione stessa, intaccando la matrice della vita, la sua essenza, la sua anima. Carne sintetica, pomodoro viola, foreste intelligenti, colture resistenti ai cambiamenti climatici, sono solo alcuni esempi di come, attraverso la mistificazione della realtà, la sostituzione dell’informazione con la propaganda, si attua la manipolazione della vita. L’ingegnerizzazione della natura non risparmia nemmeno i cieli, perché con la scusa della lotta alla CO₂ e ai cambiamenti climatici si ufficializzerà la geoingegneria: tecniche di manipolazione del clima, della Terra e degli oceani. La geoingegneria si sta già conducendo a livello locale per un periodo di tempo limitato, l’obbiettivo è quello di arrivare al pieno controllo del clima globale, come parte del controllo totale della vita. Già dalla fine della seconda guerra mondiale si sperimentano le tecniche di modificazione delle condizioni meteorologiche. Le sostanze chimiche irrorate in modo persistente nei cieli provocano il riscaldamento dell’area interessata poiché intrappolano il calore nell’atmosfera causando effetti tossici alla salute umana, animale e alle piante.
La tecnologia per modificare il clima a livello locale esiste e, secondo una mappa di ETC group, l’Italia figura tra i paesi sui quali si stanno riducendo artificialmente le precipitazioni. Perciò è urgente chiedersi: l’attuale assenza di pioggia è causa del cambiamento climatico oppure è opera di una tecnica di geoingegneria allo scopo, per esempio, di creare l’emergenza idrica per poi fornire la soluzione tecnologica?
“I padroni universali perturbano l’universo”, diceva Giulietto Chiesa. Dalla fine degli anni ‘50 sono state fatte esplodere migliaia di bombe nucleari in atmosfera danneggiando gravemente la ionosfera, le fasce di Van Allen e lo strato di ozono, colpevolizzando esclusivamente l’abitudine degli umani di utilizzare prodotti di consumo contenenti CFC (Clorofluorocarburi). Oggi l’inganno continua, perché mentre si colpevolizza la massa umana di emettere CO₂, Musk, Bezos e questa nuova generazione di eco-transumanisti lanciano migliaia di satelliti in cielo danneggiando lo strato di ozono ed inquinando i cieli. Ibridano la loro tecnologia civile con quella militare, così come in passato sono state sviluppate armi belliche elettromagnetiche spacciate per tecnologie civili: la più famosa è la tecnologia HAARP, capace di trasportare energia da un punto all’altro della Terra modificando i campi magnetici, indirizzando uragani, piogge ed energia pulsata verso la Terra, inducendola a vibrare e a scatenare attività sismiche.
Uno studio militare americano, datato 1996, prevede l’uso del clima come moltiplicatore di forza, come arma di guerra, entro il 2025. Inoltre un documento ufficiale della NASA del 2001 (Future strategic issues – Istruzioni strategiche per il futuro) preconizza, entro il 2025, il rilascio di nanotecnologie che irrorino il cielo e che potranno diventare granelli di polvere intelligente… e qui mi fermo per lasciare la parola a Maria Heibel.

Cristiana Pivetti, luglio 2022
www.cristianapivettiarteecritica.org