Vaccini: armi di distruzione di massa

Questa volta, con i vaccini, il modo di procedere della sanità, serva dell’industria farmaceutica, non è stata una modalità partecipata, inclusiva, muovendo tutti quegli apparati costruiti e ormai rodati negli anni per creare quell’accettazione e pseudo dibattito pubblico per dare impressione di scelta e decisione a chi non ha invece scelta e decisione su niente. Sono partiti direttamente con un decreto emergenzialista saltando direttamente il parlamento utilizzando presupposti di straordinaria necessità e urgenza necessari in questi casi per passare sopra a tutto e tutti. Ma qual’è il caso dei vaccini se mai ne esiste uno? Sicuramente tanto clamore non va ricercato in una prossima epidemia. ll rischio meningite, tanto sbandierato negli scorsi mesi, è stato smentito subito dopo dallo stesso ministro della sanità, abbastanza dopo però da far svuotare prima i depositi farmaceutici. Ancora una volta il morbillo, ma anche in questo caso l’istituto superiore della sanità parla di un calo dell’84% per Maggio rispetto ad Aprile e dell’87% rispetto a Marzo. E guardare i casi di morbillo rispetto dal 1970 fa capire che quelli del 2017 non sono niente di allarmante, ce n’erano più del doppio nel 2008, in piena copertura vaccinale.
Ancora una volta le ragioni vanno cercate altrove nell’angolo più in ombra della pseudo informazione, proprio tra chi ha lanciato l’allarme terrorizzando il più possibile, abbastanza da offuscare una riflessione critica e imponendo immediatamente la propria soluzione: aumentare le vaccinazioni obbligatorie da quattro a dodici. Ovviamente la loro non è una proposta, ma una imposizione con pesanti sanzioni per chi si opporrà fino ad arrivare al Tribunale dei minori per la sospensione della patria potestà e con successiva vaccinazione coatta. Non solo, qualsiasi voce critica viene stroncata con una fortissima censura: proiezioni video sospese sotto minaccia, dottori contrari all’impianto vaccinale, ma senza essere contrarii ai vaccini in sè, radiati dall’ordine, messaggi mediatici unidirezionali, quando non si assiste a vere e proprie menzogne costruite su misura. Tanto accanimento in tempi di pace sociale, sarà che forse si preparano alla guerra sociale ?
Tutto questo non sembra partire da un semplice ministro pupazzo in mano al farmaceutico ma va visto come una connivenza tra governi e multinazionali, un accordo che non attira l’attenzione perchè non ha neanche un nome, ma vede gli Stati Uniti come regista e l’Italia, scelta per portare l’inasprimento delle politiche vaccinali in Europa, come uno dei paesi europei con più vaccini obbligatori; siamo forse di fronte ad una nuova sperimentazione di massa dove l’Italia si porrà da apripista? Cosa c’è dietro la porta in fila che aspetta di entrare? Si sa che un’emergenza porta con sè sempre un’altra emergenza in una spirale continua di spoliazione e degradazione degli sfruttati.
Questo atteggiamento ricorda per certi risvolti quello adottato dalla Germania nazista nei confronti dei bambini cronicamente ammalati, disabili o ritardati mentali. Essi venivano sottratti alle famiglie nella concretizzazione di un progetto biomedico sostenuto da concezioni razziali. I genitori che esitavano a mettere loro figlio nelle mani dei biologi del Reich venivano privati della patria potestà, con il pretesto che rifiutavano terapie adeguate. La coercizione giuridica serviva anche in questo caso, al mantenimento di una particolare struttura al servizio di interessi statali e di quell’apparato formato dall’industria chimica tedesca che avrebbe preso il nome di IG-Farben e oggi potremmo vederlo benissimo nella fusione di Bayer e Monsanto, in entrambe albergano ancora i virus del nazismo sicuramente mai vaccinati da nessuno.
Concretamente i vaccini si occupano non di un problema reale ma aleatorio. La vaccinazione non è una misura terapeutica, ma profilattica: sono individuati bambini e persone adulte sani, che non necessitano di alcuna cura, che vengono vaccinati con lo scopo di cautelarsi da un’eventuale malattia futura. Una malattia di cui nessuno sa se potrà o no manifestarsi; è un gioco di probabilità, esattamente come per quanto riguarda il rischio.
In una medicalizzazione sempre più crescente il confine tra malattia e persona sana sfuma. In alcune zone del Giappone o in Bielorussia i tassi di radiazioni sono talmente alti che molte persone sono costrette a sottoporsi a continui controlli e trattamenti medici e psicologici: si vive nell’anticamera della clinica, del laboratorio e della prigione. Forse non ci si ammalerà mai, ma è già stata introiettata dentro di noi una dimensione dell’automa non più autossuficente perennemente attaccato a quella macchina che per primo gli ha negato l’ossigeno e adesso gli restituisce un’aria viziata.
Come spiegarsi vaccinazioni a bambini di dodici anni per l’epatite, malattia nota per trasmettersi con siringhe infette e rapporti sessuali a rischio non protetti? O la recentissima legge che obbliga le madri a sottoporre il bambino appena dopo la nascita a uno screening genetico per decine di malattie. In quest’ultimo caso le informazioni raccolte diventeranno denaro, ma anche e soprattutto gestione e controllo della persona. I grandi dell’informazione (i cosiddetti Big data) si stanno impegnando tantissimo con enormi investimenti verso il mondo dell’informazione genetica. Recentemente è stato siglato un’accordo nell’ex sede di Expo per la nascita di un importantissimo centro di ricerca della multinazionale dell’informatica IBM, l’accordo dell’insediamento della compagnia prevedeva che avrebbe ricevuto tutti i dati sanitari della regione lombardia concessi dal presidente del consiglio in persona presente all’inaugurazione.
L’ex presidente del consiglio era presente anche ad un’altra inaugurazione, quella tenutasi nel Settembre 2016 all’auditorium della multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK) per la presentazione del piano industriale 4.0 del governo.
Ebbene a questo punto fare alcuni passi indietro e ricordarci che la Glaxo è la principale produttrice del vaccino esavalente in Italia, apparentemente in “crisi” l’anno prima aveva fatto un’ annuncio che suona sempre come una minaccia, di chiudere il suo stabilimento in Italia e trasferirsi in Cina. Ma poi ecco che improvvisamente ha cambiato idea e ha fatto un primo investimento solo in Italia di un miliardo di euro. Già nel 1991 la Glaxo aveva oliato la politica per aggiudicarsi l’obbligatorietà del vaccino sui neonati dell’epatite B. In quel caso l’allora ministro della sanità si intascò una tangente di 600 milioni. A processo chiuso, dopo la bellezza di 26 anni, con la condanna del ministro, quel vaccino, frutto di accordi finanziari e di conseguenze sulla salute che nessuno racconterà mai, è ancora in circolazione.
Oggi assistiamo all’imposizione del dogma vaccinale in tutti i paesi del mondo, all’imposizione di vaccinazioni di massa uguali per tutti; medesima sostanza, medesima dose, tempi uguali.
Ancora una volta in campo abbiamo una concezione medica che considera il corpo umano come una macchina che si può piegare, ricostruire, standardizzare, distruggere e migliorare a proprio piacimento.
La realtà è ben diversa, l’organismo umano è inserito in un contesto naturale che ha le sue esigenze e i suoi limiti: superati questi limiti ogni squilibrio è possibile. Ma quando parliamo di vaccini e nocività in generale i molti squilibri e le patologie da essi provocati sono visibili e riscontrabili solo nel lungo periodo, rendendo difficile se non impossibile la correlazione fra causa ed effetto.
Per altro gli stessi contenuti dei vaccini non sono così chiari, quello che si sa è grazie a pochi coraggiosi che hanno lavorato in proprio evidenziando certe sostanze altamente cancerogene per qualsiasi essere vivente e il resto dei componenti resta un mistero. Sarebbe una fatica vana chiedere ai produttori, per altro questi sanno bene che le smentite sulle loro “verità” non hanno spazio, visto che controllano tutte le pubblicazioni scientifiche di un certo livello e, come abbiamo visto con l’Efsa in Europa e l’Fda negli Stati Uniti, controllano anche la sicurezza sui loro disastri.
I vaccini sono una categoria di farmaci troppo importante per lo Stato e le multinazionali farmaceutiche. Se è forte la questione economica, visto che i vaccini non necessitano di essere sperimentati e dunque non dovendo sostenere spese importanti per la loro realizzazione, regalano valori aggiunti estremamente appetitivi e, per di più, ne vengono acquistati in quantità enormi da parecchie nazioni che, poi, se le aziende hanno agito nel modo “giusto” ne rendono obbligatorio l’uso; c’è da tenere presente la questione della gestione della “malattia” o della cosiddetta “urgenza sanitaria”, che non è altro che il controllo sulle nostre vite. Vaccini, screning genetici, bambini in provetta… permetteranno sempre di più che lo Stato possa gestire le vite dei nostri figli come una questione sanitaria all’interno di un paradigma tecno-scientifico.
Questi mesi, dal lancio di questo “decreto vaccini” si è visto in tutta Italia una forte e variegata mobilitazione fatta di manifestazioni, fiaccolate, conferenze, discussioni… per opporsi a questo ennesimo attacco contro le vite delle persone.
La vera libertà di scelta è quella che resta fuori dalle loro scelte, dai loro tecnici, dalle loro tavole accomodanti per farci avvelenare con consenso informato, quella libertà che possiamo prenderci soltanto con la consapevolezza che se non lottiamo ora e subito non lo farà nessun’altro, costruendo situazioni, reti e momenti di solidarietà attiva.

Costantino Ragusa
dal giornale ecologista “L’Urlo della Terra”, num.5