l’Università del Salento collabora con TAP

L’UNIVERSITA’ DEL SALENTO COLLABORA CON TAP

Che Tap non sia solo un’infrastruttura energetica ma si porti dietro
anche un’idea di mondo è stato ancora più chiaro nella giornata del 20
novembre, quando in un convegno organizzato all’interno dell’Università
di Lecce erano presenti allo stesso tavolo parlamentari, dirigenti di
Eni e Tap e feccia simile. Il convegno è stato interrotto a causa delle
proteste all’interno e all’esterno della sala e molti si sono indignati
per il ruolo dell’Università, palesemente schierata dalla parte dei
potenti. Ma che l’Università non sia culla del libero pensiero ma
fabbrica di tecnici per gestire questo mondo dovrebbe essere noto a
tutti. Irreggimentati tra esami, debiti e crediti, agli studenti non
resta più il tempo per riflettere, discutere, confrontarsi, contestare.
Salvo in rare, sporadiche occasioni in cui la routine delle lezioni e
degli appelli è interrotta da una presa di coscienza non rinviabile.
Tuttavia le università quotidianamente sono al servizio dei più potenti.
Basti pensare al legame strettissimo che intercorre tra l’Università e
la guerra, alla Ricerca finanziata a fini militari e di controllo,
all’ingerenza che le grosse lobby hanno nelle università, al fine di
indirizzare studi che abbiano valore scientifico incontestabile ma che
di fatto servono al profitto di qualche multinazionale. E la stessa cosa
si può dire dell’Università del Salento, che investe tutte le sue
energie nel ramo delle nanotecnologie e dell’ingegneria. Ora
l’Università del Salento collabora apertamente con Tap, aiutandola nel
monitoraggio degli ulivi espiantati dalla multinazionale per realizzare
il gasdotto, ospitando convegni i cui relatori sono stragisti come il
country manager di Tap Michele Elia, e guerrafondai come dirigenti Eni,
le cui responsabilità in Libia sono strettamente collegate alle morti in
mare di migliaia di disperati. Infine, per voce di suoi docenti come
Boero, difende l’indifendibile, intervenendo sui giornali per
tranquillizzare sulla sicurezza e l’utilità del gasdotto e dare
credibilità ad un’opera imposta e nociva che la gran parte delle persone
non vuole.
Il signor Boero tra l’altro non può neanche dirsi super partes, avendo
ricevuto degli incarichi remunerati direttamente da Tap negli anni, per
tale motivo egli è semplicemente complice della devastazione che Tap
vuole portare nei territori che attraverserà.
Ma se l’università non è più fucina di idee e agorà del pensiero
critico, può sempre diventare un luogo di scontro: tra i costruttori di
questo mondo di guerra e sfruttamento e i suoi demolitori.
E allora contro Tap, blocchiamo tutto!
Nemici di Tap

Volantino distribuito e affisso in città e presso l’Università del Salento:
l’università del salento collabora