Interruzione della sorveglianza – Berlino: sabotato traliccio Vodafone

Nella notte di mercoledì/giovedì (27/28.11.2013) abbiamo sabotato un nodo nella rete della comunicazione elettronica. All’altezza di 7 m abbiamo bruciato due maggiori fasci di cavi di un impianto di trasmissione-ricezione del gruppo Vodafone a Adlershof (Berlino). Inoltre abbiamo piazzato vari ordigni incendiari a tempo in due canali di collegamento tra l’annesso edificio ed il traliccio radiomobile/radiofaro. Abbiamo escluso ogni danno alle persone. Si sono prodotti dei gravi danni al radio traliccio. A suo dire la compagnia reagì al nostro danneggiamento di un loro importante punto/nodo infrastrutturale deviando i flussi dei dati. Ma due settimane fa, solo la recisione di un cavo di fibre ottiche a Adlershof (Berlino) provocò un black out della rete per varie ore, coinvolgendo potenzialmente 50.000 clienti.

Vodafone connecting people
Connessx con tuttx-alleatx con nessuno
300 amicx e nessun amicx.
Però un grande fratello.
Ti tiene d’occhio.
Salvo quando gli distruggiamo l’infrastruttura.
E’ ora di allearci!
Like or dislike?

Il nostro sabotaggio è diretto contro la sorveglianza totale da parte dei governi, servizi segreti ed aziende e anche contro il buon funzionare della metropoli.
Da quando grazie ad Edward Snowden diventò di pubblico dominio in quali dimensioni i servizi segreti spiano la gente -tutta la gente-  capiamo che stiamo vivendo un cambio epocale. Si tratta del tentativo totale di controllare ogni persona ed ogni società, per renderle manovrabili; di appropriarsi ogni singolo giorno, ogni minuto, ogni millisecondo di ogni esternazione umana, di ogni opinione, sentimento, racconto, di ogni vissuto, lutto, di ogni gioia. Hanno nel loro collimatore addirittura il grado di rifornimento del nostro frigo. Mai finora una dittatura poteva penetrare così profondamente e totalmente nella vita di tuttx, come oggi è possibile farlo con il controllo “democratico” delle vie di comunicazione digitale.
La tendenza, che si sta apertamente palesando, verso una realtà di sorveglianza totale nasce dalla fantasia, caratterizzata dal disprezzo dell’umanità, di una manovrabilità totale della società.
Osserviamo un mutamento epocale dove i servizi segreti, nella loro paranoia, preveggente d’insurrezioni globali imminenti, di fiumi di profugx e rivolte della fame, vogliono ottenere il controllo di ogni comunicazione e movimento. Sono già all’attacco: i servizi esteri tedeschi (BND) forniscono i dati che aiutano gli U.S.A. a macellare della gente con i loro droni, e le postazioni d’intercettazione U.S.A. presso Wiesbaden e Bad Aibling continuano a funzionare benissimo malgrado ogni crisi diplomatica. Da lì e da altrove sorvegliano, insieme, le conseguenze sociali della loro politica; miseria, guerra, lotte per l’acqua e per le risorse in dimensioni mai viste. Analizzando l’intero traffico in rete e delle telecomunicazioni vogliono rendere conoscibile tutto ciò che ritengono pericoloso prima che si realizzi. Pericoloso, detto per inciso, per il loro dominio, poiché, per esempio, contro la scarsità dell’acqua la sorveglianza totale serve a ben poco.
I sevizi calcolano dei campioni della normalità per poi paragonarli alle attitudini concrete quando vogliono scoprire se potresti avere intenzioni fuorviate, prima che lo sai tu stessx. Vogliono intercettare preventivamente le minacce per il dominio e lo sfruttamento per poter  contrastare anzitempo e con i mezzi adatti i movimenti politici e le attività resistenziali. Tra integrazione e smantellamento militare, all’uopo ci sono centinaia di variazioni per mettere in sicurezza il dominio. Quale sia la più promettente, si vuole poter dedurre dalla relativa situazione dei dati!
La sorveglianza totale neanche ce la impongono. Poiché tuttx partecipiamo, che sia per un soggettivo senso di necessità quotidiana o anche per comodità, noia oppure divertimento. Tuttx telefoniamo, usiamo internet, mandiamo mail, ciattiamo, mandiamo dei post, like, cinguettiamo o scriviamo lettere, paghiamo con la carta, passeggiamo in mezzo a una giungla si videocamere… e ci mancherebbe se senza smart-phone, che diventa la pulce onnipresente, il congegno per farsi tracciare apposta, la camera di sorveglianza dal basso. Ogni espressione vitale confluisce in digitale nel grembo del potere occulto. Sostituiamo le nostre strutture sociali con l’associazione in rete, reti che meritano nulla di meno se non l’attributo “sociale”: dove con un click “l’amicx” te lx fai… o lx mandi in quel paese.
Ci si può, oggi, sottrarre alla rete, a far parte della perversa Realtà-Big Brother, è possibile difendersi? La comunicazione è umana. Ma per farlo non dobbiamo affatto partecipare ad ogni cagata che ci rende ancora più controllabili, prevedibili e mansuetx, dove l’autocensura diventa premessa e condizione se si vuole evitare che qualcunx cominci a sospettare di te, ossia dove la macchina nota ed annota automaticamente “l’anomalia”. Per comunicare tra di noi, non solo non abbiamo bisogno dello Stato, non ci servono nemmeno le multinazionali delle telecomunicazioni e d’internet. Poiché queste ci organizzano la comunicazione solo ed esclusivamente per sfruttare e vendere le informazioni, le abitudini ed i profili così ottenuti. Vogliono diventare più utili ai loro clienti pubblicitari, che poi tentano di appiopparci ancora di più di tutta quella merda che già prima non ci serviva affatto. Il controllo totale funziona così bene solo perché partecipano le imprese come Vodafone.
Abbiamo scelto Vodafone per la sua collaborazione particolarmente zelante con il servizio britannico GCHQ. E questi, a sua volta, con la NSA. E questa, a sua volta, con il BND. Tuttavia, la collaborazione delle imprese con i governi ed i servizi è inevitabile, poiché hanno un interesse comune: la multinazionale dei servizi ed i servizi delle multinazionali s’assicurano a vicenda le proprie condizioni per dominare e per massimizzare i profitti. Tutti ci stanno. Poiché, cosa succede se le ditte rifiutano una collaborazione dettata dai servizi segreti si è visto già dopo le prime rivelazioni fatte da  Snowden: due ditte minori del settore servizi pubblici su internet hanno dovuto chiudere perché rifiutavano l’accesso della NSA ai propri dati.
Ora, non è che con la distruzione di un punto centrale dell’infrastruttura tutto sarebbe risolto e fatto: una tecnologia con l’obiettivo dell’onniscienza con la premessa del segreto e dell’incontrollabilità degli onniscienti è un problema fondamentale. Perciò serve una critica fondamentale. Nelle condizioni dominanti, i media elettronici ormai  non possono che offrire un potenziale emancipatorio oltremodo scarso. Il controllo dei media e della comunicazione impedisce l’utilizzo dei media elettronici per una resistenza efficace contro le condizioni dominanti.
Che diffondiamo questo testo anche per via elettronica, è una contraddizione solo apparente, poiché per farlo dobbiamo trovare le lacune appropriate nel sistema di sorveglianza. La contraddizione tra, da un lato, la comunicazione scollegata dallo spazio e dal tempo e, dall’altro lato, tra la restrizione di una comunicazione davvero libera attuata dal sistema di sorveglianza, non è risolvibile all’interno del sistema. L’utilizzo massiccio di internet, i miliardi di smart-phones e la computerizzazione totale sono, nel momento, fattibili solo nelle condizioni di sfruttamento e di rapina. Se in altre condizione sociali potrebbero esistere le prospettive di una disponibilità e dell’utilizzo di reti di comunicazione elettronica libere dal dominio e dalla massimizzazione del profitto, non lo sappiamo. Per ora questo può essere al massimo oggetto di dibattiti utopici.
Ma conosciamo le discussioni attuali: sarebbe, con la socializzazione delle imprese Telecom ed internet, con la decentralizzazione radicale delle infrastrutture della rete e l’utilizzo di tecnologie open source, forse possibile l’instaurazione di condizioni di comunicazione non gerarchiche e più difficile da sorvegliare –già nell’esistente attuale? Potrebbe diventare una rete globale delle reti, dove i punti centrali non sono gestiti e controllati dalle multinazionali del capitale oppure dalle istituzioni dello Stato borghese, bensì da tuttx coloro che vogliono semplicemente comunicare –a condizioni e con intenzioni libere dal dominio? Ancora esistono tracce di tali strutture di tempi d’internet meno popolari e commercializzati. Non ne siamo molto convintx.
Una critica fondamentale della tecnica e la critica dell’esistente sono indissolubilmente collegate l’una all’altra. La tecnica plasma la realtà ed è a sua volta plasmata da quest’ultima. Gli scopi sociali disumani fatti dagli uomini s’iscrivono nel progresso tecnologico. Non esiste tecnica che si sviluppa indipendentemente dall’influenza della società circostante e che rimane senza effetti sociali. In breve: non c’è tecnica neutrale. Non sappiamo come sarebbe il progresso della comunicazione tecnologica in condizioni emancipatrici. Ma siamo convinti che una comunicazione liberata sarebbe, quale che sarebbe, tutt’altra cosa.
Così siamo alla ricerca di nuove vie per parlare, vedere, per incontrarci –senza NSA, BND, protezione della costituzione, GCHQ, Vodafone, Telecom, Microsoft, Apple, Google… E siamo certx che non siamo solx. Ed anche se la nostra forza non basta per eliminare i servizi segreti interni che assistettero tranquillamente ad una serie d’omicidi razzisti e che finanziano dei nazi, non basta per smantellare i servizi esteri ed i militari, per mandare a picco “Frontex” nel mare di Lampedusa, per dissolvere le multinazionali della comunicazione..: possiamo però iniziare a colpire nei punti deboli sensibili, sabotando la rete! Poiché è per questa che passa la cattura totale, che organizzano la rapina delle nostre vite.
Alcune persone sono capaci di mettere fuori uso temporaneamente l’infrastruttura e gli impianti tecnici. Altrx sanno hackeare, attaccando i loro impianti tecnici dall’interno. Altre persone ancora disertano le loro funzioni prescritte e possono mettere in imbarazzo gli onniscienti con il loro pallino della segretezza. Altrx ancora possono sostenere le “gole profonde” e chi ha disertato. Poi ci sono quellx che si sottraggono alle tecnologie dello sfruttamento, del controllo e dell’autosfruttamento o che le ostacolano nel quotidiano. Esistono tanti modi per buttare sabbia negli ingranaggi della dittatura globale emergente. E più sapientemente focalizzeremo i nostri più variegati interventi, più ci connettiamo all’insegna della solidarietà, più forte striderà.
Sollecitiamo il blocco e, alla fine, l’arresto definitivo degli impianti infrastrutturali mediante il sabotaggio –contro il fiume quotidiano dello sfruttamento, della valorizzazione e della sorveglianza. La nostra azione riusciva solo a bruciare un punto della rete, ma tante azioni possono farla a pezzi. Tutto sommato si tratta di agire contro la continuità di una società improntata alla distruttività ed a un modo di vita caratterizzato dallo sfruttamento. Si tratta di agire in modo mirato, permanente, ubiquo, con i mezzi e i modi più vari. Abbiamo agito in sintonia con altre azioni precedenti e, con i loro obiettivi: i gruppi “Il ruggito dell’Eyiafiallajokull”, “Hekla comitato d’accoglienza” e “Grims Voten” avevano come obiettivo l’infrastruttura della metropoli Berlino-baricentro mobilità. Il gruppo “Eyiafiallajokull” riuscì inoltre a provocare anche un black out temporaneo dei collegamenti della rete Vodafone.
Riteniamo sia l’infrastruttura della mobilità
sia quella delle comunicazioni come condizioni centrali
per il funzionamento dello sfruttamento e del dominio
nella ed attraverso la metropoli.
Per un sabotaggio delle infrastrutture
di sorveglianza, sfruttamento e valorizzazione!
Accecare i servizi segreti!
Libere possibilità di spostamento ed asilo
per Edward Snowden e tutta l’umanità in ogni dove.
Confini aperti a tuttx!
Libertà per Chelsca Manning!
Tanti vulcani!

Da www.informa-azione.info Traduzione di Marco Camenisch