Brasile: proteste contro i semi Terminator

A dicembre in Brasile organizzazioni ambientaliste e agricoltori si sono mobilitati contro il congresso che si appresterebbe ad approvare la coltivazione di semi geneticamente modificati per ottenere piante di seconda generazione sterili. La discussione del progetto di legge  riguarda la tecnologia  “terminator” sviluppata negli anni ‘90.
Questa tecnologia  è stata presentata come soluzione per evitare la contaminazione incontrollata dei semi di piante ogm. I latifondisti brasiliani stanno facendo pressione sul congresso per poter coltivare alberi e piante transgeniche “ terminator”, usando la solita motivazione che non sono destinate all’uso alimentare bensì terapeutico o industriale e che non vi sarebbe propagazione di materiale genetico dallo sviluppo di piante ogm di seconda generazione.

Nel 1998 l’azienda biotecnologica Delta & Land Seed Company brevettò la tecnologia “Terminator”: un procedimento che crea semi sterili una volta utilizzati per il primo raccolto: i semi, appena germogliati, producono una tossina grazie alla quale gli embrioni si autodistruggono.
Per la prima volta nella storia si è spezzato il ciclo naturale pianta-seme-nuova vita. E si è stretto ancora di più il giogo che lega i contadini alle multinazionali proprietarie dei semi: per ogni annata di semina sono costretti a comprare nuove sementi dalle compagnie biotech che in un unico pacchetto forniscono anche il pesticida, indispensabile in queste coltivazioni. Contadini che per intere generazioni hanno riprodotto e scambiato varietà tradizionali non potranno più usare i loro saperi, frutto di un paziente lavoro nella natura, dove le monocolture industriali ogm e non, rappresentano la distruzione della biodiversità.
Questi semi rappresentano la volontà delle multinazionali biotech-agroalimentari di controllare la produzione alimentare mondiale a partire dai suoi elementi fondanti. Non è un caso che un anno dopo il brevetto della Delta & Land Seed Company, la Monsanto incominciò ad acquistarla, proprio con lo scopo di impadronirsi della tecnica Terminator.
Nella seconda generazione di semi terminator il controllo non è solo sulla fertilità della pianta, ma verso tutte le caratteristiche genetiche. Viene introdotto un gene che può essere attivato da un gene chimico. Quando questo si attiva viene prodotta la proteina killer e lo sviluppo della pianta viene distrutto. Nella nuova generazione terminator la crescita e la riproduzione della pianta, su cui si è intervenuto geneticamente, avviene solo se viene trattata con prodotti chimici venduti dalla stessa azienda biotech. Una pianta perde la sua capacità di svilupparsi e riprodursi, deve essere “attivata”  e sottoposta a continui imput chimici per crescere e diventare fertile: il sogno dell’agri-business si stà realizzando, dare vita o morte nei campi dipenderà solo dalla loro volontà e dal loro controllo.
Nel ’97 i primi carichi transgenici sono bloccati nei porti da Greenpeace che creerà una campagna contro il “cibo di Frankenstein”, si susseguono sempre più numerose distruzioni di campi ogm e sabotaggi a centri di ingegneria genetica e a multinazionali biotech in tutto il mondo. L’ondata di opposizione generalizzata e variegata rischiò di far fallire la “rivoluzione genetica”.
Strategicamente Monsanto dichiarò pubblicamente di interrompere la commercializzazione dei semi terminator, ma in realtà era una semplice moratoria, una sospensione temporanea. Sotto c’era il calcolo che tali semi sarebbero stati accettati meglio dopo qualche anno, così perse dei soldi, ma conquistò punti di fronte ad un’opinione pubblica fortemente critica e accontentò parte dei suoi oppositori. L’annuncio della moratoria era ben calcolato, lo scopo di Monsanto-Rockefeller era di sviare l’attenzione per procedere indisturbate nei loro centri di ricerca per lo sviluppo della nuova tecnologia terminator.
Parallelamente, ma nascosto dai riflettori mediatici, l’obiettivo del dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, a fianco di Monsanto, era di sviluppare e diffondere la tecnologia terminator. Le loro mire erano di invadere i paesi come Brasile, Argentina… con i semi terminator, paesi che anche la fondazione Rockefeller aveva individuato come obiettivi strategici per imporre le coltivazioni ogm e rendere irreversibile la contaminazione.
Nel 2003 la Monsanto incominciò a presentarsi in veste “ecologica” rimettendo in scena i suoi propositi mai abbandonati, affermando che i semi terminator sarebbero stati la soluzione per evitare contaminazioni accidentali nei campi non ogm. Tacendo ovviamente sul fatto che le piante ingegnerizzate con il terminator si possono incrociare con le colture circostanti e rendere sterili i semi di altre piante.
Proprio questa stessa motivazione è stata ripresa in questi mesi in Brasile.
Lo stravolgimento dei cicli naturali raggiunge l’apice in una soluzione tecnica di semi sterili ogm.

 Gennaio 2014