VENERDI’ 8 MARZO
Dalle 15.00 alle 20.00 PRESIDIO con materiale informativo e mostra
Piazzale Matteotti (Vedovella) Bergamo
NON SIAMO IN VENDITA
CONTRO L’UTERO IN AFFITTO, LA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA E IL SISTEMA CHE LA RENDE NECESSARIA
Di fronte a noi sta prendendo forma uno scenario plasmato nei laboratori di biotecnologia dove ogni aspetto del vivente è parcellizzato da una grammatica clinica che riduce il corpo ad un insieme di organi da mettere a frutto. La dimensione scientifica
semplifica la vita a combinazioni di DNA da manipolare e ricombinare al punto di cancellare il corpo di cui fanno parte.
Al corpo di una donna non si riconosce più un’interezza nella sua esistenza ma si studiano le possibilità produttive che quest’ultimo può offrire al fine di
riprodurle in laboratorio. Ci si vuole appropriare della capacità procreativa delle donne,
frammentandola, con lo scopo di penetrare questa dimensione, renderla riproducibile e di conseguenza mercificabile. Così la donna è lentamente digerita e il suo corpo sovraesposto al punto di farlo sparire, dimenticare.
Non è più sufficiente parlare di violenza sulle donne unicamente nei termini in cui lo si è fatto fino ad ora. Certamente le prevaricazioni e le discriminazioni sono più che mai attuali, ma ora il potere si insinua direttamente tra le trame del nostro corpo: utero in affitto, procreazione medicalmente assistita, vendita di ovociti, bambini/e su commissione, crioconservazione degli embrioni, fecondazione in vitro, manipolazioni genetiche, trapianti di utero sono solo alcuni esempi.
Nel momento in cui si palesano di fronte a noi queste possibilità, stiamo già vivendo una realtà in cui tutto questo è possibile, praticabile e accessibile. Una realtà in cui la donna diventa una “surrogante”, una “fattrice”, una “donatrice di ovociti” a disposizione
del libero mercato.
Sarà possibile, e come, parlare di donne se saremo trasformate in fattrici a pagamento e vettrici della tecno-scienza?
Sarà possibile portare avanti dei percorsi di lotta quando avremo assorbito la più pervasiva delle manifestazioni di dominio, quella che inizia dalla manipolazione microscopica delle nostre esistenze?
Non è certamente una legalizzazione di queste pratiche in difesa dei diritti delle donne ciò che ci prefiggiamo, ma lotta e opposizione contro le nuove derive neoliberiste.
Perché non siamo disponibili a utilizzare i nostri corpi come corridoi in cui si realizza un
potere tecnico e scientifico. Perché non siamo merce e i nostri corpi non sono in vendita.
Centro di documentazione La Piralide – Bergamo
Via del Galgario 11/13 – Bergamo
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