Xenotrapianti e altre diavolerie

Xenotrapianti e altre diavolerie

Dal dialogo tra Silvia Guerini e Jeff Hoffman di La Casa del Sole Tv

Xenotrapianti
Il primo xenotrapianto risale al 1963 con un trapianto di cuore di scimpanzé in un essere umano che morì dopo 90 minuti per il rigetto dell’organo. Negli anni 80 a una bambina di sole due settimane fu trapiantato un cuore di scimpanzé e morì dopo due ore con atroci sofferenze.
Da principio l’animale più usato era lo scimpanzé, ma molto costoso e non facilmente reperibile. I pazienti morivano dopo atroci sofferenze e durante il periodo della loro sopravvivenza erano tenuti in vita da apparecchiature che li rendevano simili a zombi. Si passò al maiale iniziando a umanizzarlo con geni umani, una vera e propria chimera maiale-uomo con DNA umano iniettato nell’ovulo di scrofe poi fecondate artificialmente.
Le sperimentazioni sono continuate per tutti gli anni 90 fino ad arrivare ad oggi con maiali modificati geneticamente e umanizzati con la tecnica di ingegneria genetica CRISPR/Cas9, una vera e propria chimera maiale-uomo con DNA umano.
La sperimentazione degli xenotrapianti oltre sugli animali si effettua anche su esseri umani nella così detta morte cerebrale. Nell’ottobre 2021 per la prima volta dei ricercatori della New York University impiantano un rene di maiale geneticamente modificato in una donna in stato di “morte cerebrale”. Nel 2022 dei ricercatori dell’Università dell’Alabama impiantano due reni di maiale geneticamente modificato sempre in un uomo in stato di “morte cerebrale”.
Nel 2022 abbiamo invece il primo paziente americano che ha ricevuto un cuore di maiale OGM. Notizia riportata con entusiasmo anche dal Word Economic Forum. Dopo alcuni mesi l’uomo è morto a causa di un virus suino. [Nel novembre del 2023 è morto anche il secondo paziente del centro medico dell’Università del Maryland a cui era stato trapiantato un cuore di maiale OGM].
Gli organi di maiali modificati geneticamente vengono forniti dalla compagnia biotecnologica e farmaceutica United Therapeutics Corp o dalla Revivicor, una sua affilliata.
Questa compagnia è la più importante a livello internazionale per gli xenotrapianti e ricordiamo che il CEO è Marthin Rottblatt, trans MtF che fa parte dell’elite di potere transumanista ed eugentista, un nome che ritorna spesso nei nostri discorsi.
Questa compagnia non fornisce semplicemente gli organi, ma promuove e finanzia la ricerca in questa direzione e tutto l’impianto di ricerca biotecnologica e nanotecnologica.
Xenotrapianti e trapianti sono simbolo di una vita artificiale, che per affermarsi sopprime le nostre difese naturali, inibisce il nostro sistema immunitario, che altrimenti la rigetterebbe.
Gli xenotrapianti così come i trapianti avranno sempre problemi immunologici, non si può correggere la risposta naturale di un organismo, si può solo limitarne le conseguenze.
Sono un insulto fisiologico tale da uccidere di per sé la persona che riceve l’organo.
Animali e umani diventano oggetto di sperimentazione e di bricolage genetico.
Corpi cavie laboratori considerati come meri pezzi di ricambio, ridotti a un corpo-macchina, ma non solo, trapianti e xenotrapianti rappresentano proprio l’anticipazione di un futuro corpo ibrido, biotecnologico, riprogettato, mero assemblaggio di parti con innesti estranei.
Un tecno-corpo in una tecno-vita riprogettata in laboratorio.
Inoltre senza la così detta “morte cerebrale” – che non è la morte clinica ed un’invenzione medico-legale finalizzata al procacciamento di organi – non esisterebbe la sperimentazione sulle persone in morte cerebrale, pensiamo anche alla proposta di “Donazione gestazionale di tutto il corpo” al fine di usare i corpi delle donne in “morte cerebrale” come contenitori per portare avanti la gravidanza e anche i corpi degli uomini adattandoli per l’occasione.
E non esisterebbe l’intera industria dei trapianti e il lucroso sistema sanitario che rende i trapiantati clienti a vita dei produttori dei farmaci antirigetto.
Dobbiamo ricordarci che prima di passare all’uomo gli xenotrapianti vengono sperimentati su altri animali di specie diverse, abbiamo quindi organi di maiale transgenico trapiantati su cani, scimmie, pecore, mucche. Un babbuino con il cuore di maiale era sopravvissuto per 19 ore, esperimento considerato come un successo. La storia degli xenotrapianti si fonda su orribili crudeltà su animali e a seguire anche su umani e si può parlare di un vero e proprio omicidio legalizzato. Il lato oscuro di tutto l’impero farmaceutico e biotecnologico.
Quello che non ci viene detto è che in seguito allo xenotrapianto c’è una diffusa migrazione di cellule dall’organo dell’animale a tutti i tessuti della persona con formazione di tessuti a mosaico, cioè con due popolazioni di cellule: umane e animali.
Una chimera post-trapianto come viene definita dagli stessi ricercatori, i quali affermano che per diminuire la possibilità del rigetto dell’organo e per aumentare la possibilità di ripresa del paziente bisogna aumentare proprio il suo grado di chimerismo.
Inoltre quando si trasferisce un organo da una specie a un’altra non si sposta solo un pacchetto di cellule, ma anche tutti i sistemi coevolutivi virali in equilibrio con quel tessuto di cellule e inclusi nel DNA. I maiali, come tutti i mammiferi, contengono nel proprio genoma i protovirus: sequenze di DNA potenzialmente in grado di produrre particelle virali infettive. Questi protovirus possono sviluppare malattie in altre specie, protovirus che si trasformano in retrovurus attivi e che possono anche mutare o combinarsi con retrovirus umani dando vita a nuove malattie.
Il caso della mucca pazza con mucche nutrite con farine animali dovrebbe farci pensare.
Poi per effettuare lo xenotrapianto e anche il trapianto va distrutto il sistema immunitario della persona che rimane indifesa nei confronti di tutti gli agenti patogeni e ovviamente indebolita e resa paziente a vita.
Attorno agli xenotrapianti gli interessi per le compagnie biotecnologiche sono di miliardi di dollari, ma come sempre in questi ambiti, non è solo una questione di profitto, ma un ulteriore rafforzamento del paradigma biotecnologico.

Animali transgenici
Dalla tecnica di ingegneria generica del DNA ricombinante al CRISPR/Cas9 gli animali transgenici li troviamo nei campi della ricerca medica, della zootecnia, della produzione di farmaci e ovviamente non può mancare la ricerca militare.
Nel campo della ricerca e della sperimentazione per studiare malattie umane, pensiamo alla famosa oncotopa della Dupont modificata geneticamente per studiare il cancro al seno.
Animali ingegnerizzati che diventano modello sperimentale.
Nel campo zootecnico, animali transgenici per aumentare la produzione di latte, la prolificità, le dimensioni corporee, per velocizzare la crescita, per sviluppare nuove caratteristiche e nuovi adattamenti alla prigionia dell’allevamento intensivo.
Mucche che resistono di più alla mastite, pecore che permettono una tosatura più veloce ad esempio.
Se si vuole ottenere un ceppo bovino che trasferirà l’ormone della crescita alla prole viene inoculato l’ormone della crescita ingegnerizzato nell’embrione che viene impiantato nell’utero della mucca, se invece di vuole far ingrassare gli animali prima di ucciderli al macello vengono fatte iniezioni giornaliere con il medesimo ormone.
Questo zoo degli orrori ha un legame anche con le multinazionali chimiche, considerando ad esempio che gli ormoni impiegati vengono fabbricati per via sintetica e genetica da queste compagnie come Monsanto.
Dalla seconda metà degli anni 80 la possibilità di modificare il genoma fa evolvere la zootecnia che è sempre stata un immenso laboratorio di sperimentazione e messa a punto di determinate tecnologie, come anche le tecniche di fecondazione in vitro applicate poi all’umano, in generale il parco animale offre possibilità pressochè illimitate ed è da qui che derivano i più importanti sviluppi nel campo della riproduzione, transgenesi, chimerizzazione, ibridazione, clonazione.
Con le tecniche di ingegneria genetica la stalla diventa a tutti gli effetti laboratorio e la ricerca sul parco animale prelude sempre al passaggio al parco umano.
Poi abbiamo il campo della farmaceutica biotecnologica con la produzione di proteine, ormoni, farmaci, vaccini, come ratti che producono l’ormone della crescita nel loro latte, capre che producono una sostanza per sciogliere i coaguli del sangue e così via.
Abbiamo una serie di pecore e capre umanizzate che producono latte da cui si ricavano farmaci che trasmettono i geni umani anche alla generazione successiva, pecore e capre venute alla luce con questa caratteristica ovviamente solo dopo una serie infinita di esperimenti e atrocità.
Arriviamo ai così detti nutraceutici, ovviamente qui non intendo un antiossidante naturalmente presente in un alimento, ma parlo di ingegneria genetica. Potremmo dire che dalla prima generazione di nutraceutici di piante OGM con ad esempio più vitamine, come il Riso arricchito con la vitamina A sdoganato con la retorica di far fronte alle carenze alimentari nei paesi del sud del mondo, passiamo alla seconda generazione con piante e animali OGM che producono biofarmaci, qui il farmaco diventa alimento. Forti gli investimenti in questa direzione anche dai soliti noti come la Fondazione Gates.
Nel confine tra civile e militare che sfuma sempre di più abbiamo le zanzare modificate geneticamente in una ricerca finanziata dal National Institute of Health per vaccinare gli esseri umani e in tempi di stermini genetici, come ben definiti dalla stessa DARPA, la tecnologia di ingegneria genetica Gene Drive, messa a punto con il Crispr/Cas9, diffonde una mutazione genetica in una popolazione per sterilizzarla ed estinguerla. Zanzare, ratti, ermellini, opossum, nei progetti Target Malaria in Africa, Predator-free in Nuova Zelanda fino al rilascio di miliardi di zanzare geneticamente modificate in California e in Florida. Progetti finanziati anche dalla Fondazione Gates e che vedono tra i ricercatori anche Andrea Crisanti alla guida di un team di ricerca internazionale sul Gene Drive.
“GE Insects” è l’acronimo di “Genetically Engineered Insects” “insetti geneticamente modificati”.
Il programma Insect Allies della DARPA prevede di utilizzare insetti per diffondere virus, per ora sono ancora al livello dell’alterazione dei cromosomi delle piante. Ma in tempi di guerra batteriologica possiamo ben immaginare gli sviluppi di tali progetti.
DARPA finanzia tutte le ricerche di punta nelle tecno-scienze, aveva finanziato delle ricerche per mettere a punto la tecnologia a mRNA, per delle nanoparticelle iniettabili al fine decifrare i segnali dei neuroni, per delle nuove tecnologie interfaccia cervello – computer ed è anche il principale finanziatore delle ricerche sul Gene Drive. Nel 2019 è stato pubblicato il rapporto “Cyborg Soldier 2050: Human-Machine Fusion and the Implications for the Future of the DoD” del Biotechnologies for Healt and Human Performance Council, ente responsabile dello sviluppo nel settore della biotecnologia militare del Dipartimento della Difesa statunitense.
Dalla “super mucca” al “super soldato” al “super uomo”, ma quello che non verrà detto è che questo “super uomo” sarà in realtà un paziente a vita, medicalizzato dalla nascita alla morte, avvolto da una rete di algoritmi che decreteranno quello che sarà meglio per lui.
Tutto questi ambiti di ricerca non sono nuovi, è dagli anni 80 che stanno lavorando in queste direzioni. Questo è molto importante da sottolineare perché fa comprendere che questa Grande Trasformazione e Riprogettazione dell’umanità e di tutto il vivente con la convergenza delle tecno-scienze se adesso arriva a manifestarsi con forza, in maniera plateale, dopo non nascondono neanche alcuni loro progetti, e se sono possibili passaggi prima inimmaginabili, questi erano impossibili solo a livello tecnico, ma da tempo erano immaginati dai loro fautori che si sono nel tempo dotati degli strumenti per realizzarli.
Quello che 20 anni fa denunciavamo ai più sembrava fantascienza, ma ora si sta concretizzando, prepariamoci quindi a quello che ancora deve arrivare, è necessario a opporsi all’intero paradigma genetico, artificiale, cibernetico senza aspettare di vedere realizzati altri sviluppi.

Disumanizzazione della società
Le conseguenze di tutto questo vanno proprio a intaccare un piano etico con conseguenze profonde.
Oggi in un mondo post-verità anche la stessa morte viene stravolta e risignificata, con la così detta morte cerebrale anche la morte diventa un’interpretazione.
Era semplice, un tempo, la morte, anche un bambino la poteva riconoscere. Si capiva che una
persona era morta non servivano protocolli e tecnici a decretarla.
Chiediamoci dove siamo arrivati oggi dopo che si è permessa la predazione degli organi, che è stato un fondamentale passaggio, una società che non ha più nemmeno sdegno difronte a un corpo vivo squartato e predato. Perché chiariamo l’espianto di organi si effettua da persona in coma sottoposta a ventilazione mediante intubazione, e non da un morto in arresto cardio-circolatorio-respiratorio, come tutti intendiamo. In questo ultimo caso gli organi sarebbero inutilizzabili.
La persona viene incisa dal bisturi mentre il suo cuore batte e il sangue circola. il corpo è roseo e tiepido, urina, può muovere le gambe e le braccia. Le donne incinte portano avanti la gravidanza.
Gli organi vengono predati quindi da una persona che ha perso la coscienza, dichiarata dopo 6 ore in “morte cerebrale”, le cui reazioni alla sofferenza prodotta dall’espianto sono impedite da farmaci paralizzanti o da anestetici. Addirittura protocolli diagnostici per dichiarare la morte cerebrale inducono un danno irreversibile su pazienti che potrebbero essere salvati.
Una società che non rispetta la morte non potrà nemmeno rispettare la vita.
E chiediamoci anche dove siamo arrivati oggi dopo che si è permessa la vivisezione sugli altri animali.
Oggi, dove tutto si sta accelerando, siamo difronte proprio alla cancellazione di punti fermi etici. Si arriva a promuovere il trapianto di utero per le gravidanze maschili e la cosa più terrificante non è la proposta in sé che viene da chi ha tutti gli interessi in questo, ma che non susciti nemmeno sdegno e un senso di appropriazione della dimensione della nascita.
David Baltimore, ricercatore di importanza mondiale che aveva messo a punto la tecnica del DNA ricombinante, che aveva organizzato la famosa conferenza di Asilomar negli anni 70 per, di fatto, una regolamentazione di quella tecnica, che abbiamo visto ancora di recente insieme a Jennifer Dodna, ricercatrice che aveva messo a punto la tecnica del CRISPR/Cas 9, insieme per regolamentare l’editing genetico – questo per far capire il personaggio – si era posto contrario alla possibilità di considerare gli sviluppi tecno-scientifici come un qualcosa di eticamente inaccettabile. Non era proprio ammessa questa inaccettabilità da un punto di vista etico. Questo perché nel loro mondo, nel paradigma del laboratorio, non possono esistere punti fermi etici, tutto deve evolversi seguendo la direzione dettata da quello che gli sviluppi tecno-scientifici rendono non solo possibile, ma anche semplicemente pensabile e immaginabile.
Per quanto riguarda la retorica per cui con trapianti, xenotrapianti, vivisezione si salverebbero delle vite chiediamoci questo cosa realmente significa e chiediamoci quale senso viene dato alla concezione di salute, di malattia, di morte, di corpo.
Connaturati al trapianto e allo xenotrapianto di organi, così come alla vivisezione e alla modificazione genetica, sono la manipolazione, la meccanizzazione e riprogettazione dei corpi tutti.
Facile per la retorica il mascherarle, edulcorarle, imbellettarle e deviare l’attenzione altrove rispetto al centro della questione. Facendo subentrare anche una concezione utilitaristica. Ma noi abbiamo un altro sguardo sul mondo, non seguiamo il criterio dell’utile, ma fissiamo una netta linea etica.
Cosa potrà mai esserci in comune tra un vitello in un utero artificiale, una pecora clonata, un ratto immobilizzato su un tavolo di laboratorio, un macaco con un microchip nel cranio, un torace sventrato per estrarre un cuore che ancora batte? Cosa potrà mai esserci in comune? Lo sgomento che suscitano. Ecco oggi siamo nella situazione tale che le persone non provano più nemmeno questo sgomento, figuriamoci poi opporsi a queste pratiche, a questi processi e alla visione di mondo che li sottende.
Cos’hanno in comune ingegneria genetica, trapianti d’organo, sperimentazione sugli animali e sugli umani? Il possesso, la predazione, la manipolazione, il criterio dell’utile, della funzionalità, dell’ottimizzazione e un’idea del vivere e del morire profondamente transumanista.
Così come con gli animali transgenici umanizzati e gli xenotrapianti si sfida la differenza tra specie, perché non esiste limite nell’avanzare transumanista. Curioso notare che nell’ultimo libro di Donna Haraway, “Ctulucene”, nel nuovo modello di società i bambini e le bambine vengano prodotti con uteri artificiali, modificati geneticamente con geni di altre specie e che nascano neutri, senza sesso biologico.
Cos’hanno in comune coloro che vi si oppongono a tutto questo? Un valore intrinseco dei corpi e dell’intero vivente. Un senso del limite. Un’accettazione della malattia e della morte come parte della vita. Un voler essere umani e non macchine funzionanti.
Dovremmo consumare, consumarci e farci consumare, rendere utili anche i nostri corpi e anche i pezzi dei nostri corpi, dovremmo implementarci e ottimizzarci. Ma l’intero vivente, la nascita e la morte devono essere considerati e devono rimanere indisponibili.

Resistenze al nanomondo, Gennaio 2024

Bruciare i libri, la nuova inquisizione trans queer

Bruciare i libri, ecco la nuova inquisizione trans queer per tutto ciò che non rientra nell’ideologia progressista biotecnologica transumana di cancellazione dei corpi, della natura, della vita, della realtà, per tutto ciò che non rientra in quel piagnisteo vittimistico che ogni giorno ci regala perle di miseria e desolazione umana, che trasforma ogni desiderio in diritto e ogni volontà soggettiva in realtà oggettiva. Dalla simbologia anarchica sugli adesivi non avremmo mai detto che i nuovi soldatini fluidi spennellati di verde e fucsia adorni di unicorni Gegi delegassero ad altri quello che non possono o non riescono a fare, e l’autodeterminazione? Nel mentre le conseguenze, quelle vere, quelle che permeano i corpi tutti prendono possesso dei corpi dei bambini e degli adolescenti invischiati nel contagio sociale della trans-identificazione e presi nella morsa della trans-industria e sui quei bambini strappati dalle madri per consegnarli a dei genitori committenti nella pratica dell’utero in affitto. Conseguenze sull’umanità tutta resa fluida, neutra, sterile, sradicata, cantiere permanente, bricolage genetico, prodotto da laboratorio pronta per essere dirottata nel transumano.
Ricordiamo a Marzo di quest’anno alla Fiera dell’editoria delle donne “Feminism 6”, tenutasi presso la Casa internazionale delle donne di Roma, l’annullamento della sessione “Sex work – Prostituzione” al fine di censurare il libro Sex work is not work, (leggi qui: https://www.finaargit.org/dallitalia-e-dal-mondo/censura-non-riuscirete-a-zittirci/), l’invio da parte dei soliti ignoti di mailbombing e i vari post su internet contro alcune autrici e contro questi libri definiti transfobici “Per l’abolizione della maternità surrogata” (ediz. Ortica), “Dal corpo neutro al cyborg postumano. Critica all’ideologia gender” (ediz. Asterios Editore) e “Sex work is not work” (ediz. Ortica), (leggi qui: https://www.resistenzealnanomondo.org/italia-mondo/contro-il-transumanesimo/, e qui: https://telegra.ph/Sui-nostri-corpi-decidiamo-noi-Fuori-le-TERF-Fuori-le-SWERF-03-03). La scelta dell’anonimato non è da poco, è da considerarsi strategica, si sentono già in clandestinità, perché tutti li cercano, ma non per censurarli o arrestarli, ma per assumerli e dargli voce, sostenere le loro battaglie che in tempi di dichiarate pandemie hanno addirittura avuto i primi posti. Il potere ha bisogno di questi queerini che a parte essere una minaccia per loro stessi non rappresentano un pericolo e anzi sono l’insperata versione grottesca di una ribellione priva di tensione antisistema, anticapitalista, antiautoritaria… diventando ingrediente speciale sintetico per nutrire ogni emergenza che si presenta all’orizzonte.
Sempre a Marzo a Firenze durante un nostro presidio davanti all’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze contro la medicalizzazione dei bambini e bambine con i bloccanti della pubertà abbiamo visto l’arrivo da più parti d’Italia di un gruppetto variopinto di anarco-queer e transfemministe/i, il loro scopo contestare l’iniziativa supportando le baronie universitarie della ricerca, pubblica e privata degli specialisti del Careggi, (leggi qui: https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/nessuna-e-nessuno-nasce-in-un-corpo-sbagliato-denunciamo-le-conseguenze-irreversibili-dei-bloccanti-della-puberta/).
Sapranno questi giovani attivisti e quelli meno giovani sorpresi dal segno dei tempi e quindi invecchiati male cosa succede nella realtà sociale del mondo? Si interrogano sulla grande trasformazione in corso? Ovviamente no perché per loro la realtà è da distruggere e i palazzi che ereditano disprezzando padri e madri sono campi di battaglia, come fossero case occupate, anche se a parte le tasse nessuno ha mai preteso niente da loro. Odiano il denaro elargito da quelle odiate famiglie e infatti ogni volta che si accingono agli sportelli a prendere il mensile è come una rapina in banca, ma armati di carta digitale.
A livello internazionale si moltiplicato episodi simili per chi non rientra nella Cappa progressista arcobaleno transumana. Da parte nostra ribadiamo l’indisponibilità dei corpi e del vivente e ricordiamo che la resistenza per chi ne è ancora alla ricerca è da trovare altrove.

Resistenze al nanomondo, Gennaio 2024

Fotografie scattate a Bologna presso la libreria Ubik in via Irnerio:

Il club di Roma e l’avanzare della governance mondiale

IL CLUB DI ROMA E L’AVANZARE DELLA GOVERNANCE MONDIALE 

IL PASSATO                                                                                                              
Il Green New Deal (Nuovo Patto Verde) è stato preceduto dalla Green Revolution: la Rivoluzione Verde, innescata nel 1944 dalla Fondazione Rockefeller, quando finanziò l’agronomo Norman Borlaug affinché si sperimentasse sul suolo messicano la selezione di piante capaci di tollerare una “dieta” ricca di nitrati e, contemporaneamente, in grado di resistere alle malattie tipiche delle coltivazioni intensive. L’integrazione di azoto per “sfamare” le nuove piante sarebbe stato fornito industrialmente anche dalla IG Farben, il colosso industriale chimico tedesco (controllato dai Rothschild e dagli stessi Rockefeller) produttore sia di fertilizzanti sintetici, sia di esplosivi per il III Reich. Il Messico fece così da apripista all’agricoltura intensiva nei paesi del sud del mondo. Affinché i campi, diventati fittissimi di piante, mantenessero una intensa produttività, vennero inondati di pesticidi e di azoto di sintesi, alterando così la biodiversità delle campagne e inquinando l’aria, la terra e l’acqua.                             
Il progetto targato Rockefeller fece gli interessi delle grandi aziende agricole e dei produttori di fertilizzanti chimici e di pesticidi. L’estensione dell’agroindustria oltre i confini dei paesi occidentali era supportata dalla convinzione, messa a punto negli anni precedenti, che l’aumento della popolazione avrebbe potuto saccheggiare il pianeta e avrebbe messo a rischio le scorte alimentari. L’emergenza legata all’innesco della bomba demografica traeva forza da gruppi elitari e scientifici inglesi che influenzavano tutti i settori delle istituzioni con le loro idee malthusiane ed eugenetiche.                                                                       
Uno di questi era l’X Club, fondato nel 1864; raggruppava scienziati vicini alla Royal Society, favorevoli all’ideologia maltusiana e darwinista. Era loro obbiettivo far penetrare tali teorie negli ambienti politici e accademici, così come in seguito fece la Fabian Society, società filantropica inglese nata nel 1884 per volontà di alcuni dei letterati più influenti del tempo, ai quali aderirono esponenti del mondo della politica di destra e di sinistra, fautori dell’ideologia eugenista. La Società fabiana lavorava per l’instaurazione di una governance elitaria tecnocratica mondiale, capace di controllare la massa attraverso una politica di contenimento demografico e di “selezione” della specie umana. Mirava ad infiltrare le idee maltusiane, eugenetiche e tecnocratiche nel tessuto politico sociale e culturale dello Stato britannico, trasformandolo dal suo interno (per approfondimenti Davide Rossi La Fabian Society e la Pandemia Arianna Editrice 2021).                                                          
Qualche anno dopo nasceva l’Eugenics Education Society, con il preciso scopo di diffondere l’ideologia eugenetica con il conseguente miglioramento della razza nelle maggiori istituzioni accademiche. Successivamente ribattezzata British Eugenics Society, si impegnò nel favorire la figliazione delle classi agiate a discapito di quelle povere, proponendo l’inseminazione artificiale delle donne con lo sperma di uomini ritenuti mentalmente e fisicamente superiori. La British Eugenics Society non mirava esclusivamente alla selezione dell’essere umano: nelle intenzioni del suo Presidente, Julian Huxley, le tecniche di manipolazione e di ingegneria avrebbero dovuto estendesi all’intero sistema Terra (J.Huxley Ciò che oso pensare Edizioni GOG 2022).                                                   
Il timore di dover condividere i propri spazi di agiatezza e di potere con una popolazione umana sempre più ingombrante, spinse la Fondazione Rockefeller, insieme al filantropo eugenista Frederick Osborn, membro della British Eugenetic Society e al politico statunitense John Foster Dulles, a fondare nel 1952 il Population Council, un’organizzazione non governativa dedita alle ricerche in biomedicina, scienze sociali e salute pubblica, finalizzate al controllo delle nascite nei paesi in via di sviluppo. Nello stesso anno l’eugenista Margaret Sanger fondava la “Planned Parenthood Federation”, organizzazione non governativa globale per la salute sessuale e riproduttiva, definita dall’articolista di Renovatio21 una vera e propria “catena di cliniche abortiste”. l’Organizzazione, da quanto si evince dall’articolo menzionato, rispecchiava in pieno il desiderio della fondatrice di ridurre certe categorie di popolazione promuovendo il controllo delle nascite  (F.Borgonovo Ecco chi è la paladina degli abortisti. Una razzista amante del’eugenetica. La Verità 27 Giugno 2022)                                                                                                                                       
In quegli anni (1950) la fondazione Rockefeller istituiva il circolo elitario Aspen Institute e nel 1954 organizzava la prima conferenza del gruppo Bilderberg: banchieri, economisti, finanzieri, rappresentanti delle organizzazioni governative e non governative, politici e filantropi si riunivano a porte chiuse per decidere le sorti del mondo.            
L’ipotesi che la sovrappopolazione mondiale potesse rappresentare un serio pericolo venne ulteriormente suffragata, nel 1954, dai risultati ottenuti dagli studi condotti dall’oceanografo Roger Revelle, ex-militare della marina americana responsabile delle misurazioni geofisiche durante i test di armi nucleari negli atolli di Bikini (operazione Crossroads), il quale esaminò gli effetti dell’anidride carbonica prodotta dai combustibili fossili sul clima con l’aiuto finanziario della Fondazione Rockefeller. Nel 1957 Revelle pubblicò, insieme ad un collega, un lavoro scientifico dal quale emergeva il problema dell’aumento della CO2 nell’atmosfera, l’insufficiente assorbimento della stessa ad opera degli oceani e il pericolo che si verificasse un surriscaldamento del pianeta dovuto all’effetto serra causato proprio dall’eccesso di CO2 di origine antropica (Revelle e Suess 1957). Le teorie di Revelle le ritroviamo in un Rapporto da lui redatto, rapporto che venne anche sottoposto all’attenzione del presidente americano Lyndon B. Johnson nel 1965. In tale Rapporto Revelle arriva persino a suggerire una possibile soluzione al problema a dir poco fantasiosa: “spargere palline da ping-pong fluttuanti sulla superficie degli oceani così da renderla più riflettente”. Soluzione fantasiosa, ma ben poca cosa se paragonata alle sofisticate e pericolose tecniche di modificazione del tempo meteorologico già allora in atto e alle inquietanti promesse dello stesso Johnson che nel 1962 dichiarava: “Dallo spazio riusciremo a controllare il clima sulla terra, a provocare alluvioni e carestie, a invertire la circolazione negli oceani e far crescere il livello dei mari, a cambiare la rotta della corrente del Golfo e rendere gelidi i climi temperati”. (https://www.youtube.com/watch?v=79voFUqcPq4)                                          
In ogni caso, le ricerche di Revelle, tese a sostenere che la CO2 di origine antropica poteva avere un effetto sul clima, furono fondamentali perché diedero un ulteriore impulso all’ideologia malthusiana di quel periodo. Con la pubblicazione del suo lavoro, Revelle forniva una base scientifica sia al forte movimento anti-natalista finanziato dalle grandi fondazioni americane, sia alle teorie riguardanti il“riscaldamento globale” di origine antropica. Lo stesso Revelle nel 1964 fondò il “Center for Population studies” dell’università di Harward, dove si conducevano ricerche che mettevano in correlazione il controllo demografico con i cambiamenti climatici. (M.Giaccio Il Climatismo: una nuova ideologia Edizioni 21mo SECOLO 2015).                                                   
X Club, Fabian Society, International Planned Parenthood Federation, Eugenics Society, Population Council, Aspen Institute e gruppo Bilderberg sono solo alcune delle entità che perseguivano scopi sociali e scientifici apparentemente diversi tra loro, ma collegati da un comune obbiettivo di gestire, anche biologicamente, la vita umana, attraverso il controllo sociale, il controllo delle nascite e il “miglioramento” della specie umana; le teorie di Roger Revelle diventarono un ulteriore pretesto utilizzato dalle elite filantropiche e tecnocratiche al fine di realizzare le loro agende di ingegneria sociale. 
Nel frattempo prendeva forma, per volontà dell’eugenista Julian Huxley, un nuovo modello di ambientalismo e, sempre per sua iniziativa, veniva fondato l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), e poi il WWF (Fondo Mondiale per la Vita Selvatica), una delle maggiori organizzazioni non governative di protezione ambientale.                      
Il ruolo del WWF va ricercato nella biografia dei suoi fondatori: Julian Huxley, il Principe Filippo d’Edinburgo e il Principe Bernhard dei Paesi Bassi (ex-nazista ed ex-presidente del Gruppo Bilderberg). I tre personaggi avevano in comune un forte disprezzo per la specie umana, che secondo Huxley andava migliorata attraverso la selezione dei “migliori” esemplari, destinati a governare il mondo, oppure sterminata per risolvere il problema della sovrappopolazione, come dichiarava il Principe Filippo nel 1988: “Nel caso in cui mi reincarnassi, mi piacerebbe tornare sottoforma di un virus mortale, in modo da poter contribuire  in qualche modo a risolvere il problema della sovrappopolazione”(Deutche Presse Agentur).                                                            
Il Fondo fa propria l’ideologia maltusiana ed eugenista dei suoi fondatori, secondo i quali una parte dell’umanità sarebbe un pericolo per la sopravvivenza del pianeta e delle elite mondiali, e la persegue nel corso della sua attività,  basti ricordare le parole di Thomas Lovejoy, vice presidente del WWF USA quando nel 1984 affermava che “Il problema maggiore è costituito da quei maledetti settori nazionali di quei paesi in via di sviluppo. Credono di avere il diritto di sviluppare le loro risorse come pare loro opportuno. Vogliono diventare delle potenze”(Catastrofismo climatico La grande speculazione. Carità-Gandini 2021). L’interesse per la vita selvatica faceva da copertura ad un piano di contenimento della crescita demografica, che per il WWF rappresentava il problema ambientale numero uno. “La campagna in favore dei progetti di denatalità è cosi assidua e ostinata da far sorgere il dubbio che forse la propaganda in difesa dell’ambiente sia solo un pretesto per realizzare la crescita zero”. La “multinazionale” dell’ambiente è stata governata da manager, dirigenti di multinazionali, finanzieri, le cui attività avrebbero dovuto essere in netto contrasto con le finalità del Fondo. Alcuni dei loro dirigenti furono a capo dei gruppi multinazionali coinvolti in alcuni dei peggiori disastri ambientali della storia: Bophal, Exxon Valdez e Seveso.  (https://it.paperblog.com/wwf-una-storia-poco-nobile-118758/).                      
Il WWF e le altre “industrie dell’ambiente” sono schierate contro la “pericolosissima” CO2, sfornano rapporti allineati con quelli dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), veri e propri testi di propaganda del terrore. Rimangono sordi agli appelli lanciati da coloro che mostrano teorie diverse, di chi sostiene che nell’arco della storia, la Terra ha subito diverse volte anche variazioni di temperatura senza che ciò comportasse necessariamente conseguenze catastrofiche.
La cricca filantropico/elitaria portatrice dell’ideologia eugenetica e maltusiana si va strutturando con la fondazione di nuove associazioni, alcune delle quali apertamente rivolte a rimodellare la società mondiale utilizzando l’emergenza ambientale come leva: il Club di Roma incarna perfettamente l’avanguardia di un nuovo modello di oligarchia elitaria “ecologicamente radicale”.  Il Club di Roma è così chiamato perché la prima riunione si sarebbe tenuta proprio nella capitale italiana. Altre fonti, invece, concordano nell’identificare la villa di Bellagio di proprietà della famiglia Rockefeller come sito inaugurale del Club, e David Rockefeller quale principale finanziatore dell’ente filantropico/ambientalista insieme al suo intimo amico Gianni Agnelli, anch’esso finanziatore del Club attraverso la Fondazione Agnelli.                                                    
Tra i fondatori ricordiamo Aurelio Peccei e Alexander King. Aurelio Peccei, imprenditore italiano, ha ricoperto cariche di alto livello nelle maggiori imprese dei trasporti (dirigente Fiat e cofondatore di Alitalia), dell’informatica (Olivetti), delle grandi opere (Italconsult) e in ambito militare ha ricoperto la carica di Presidente del Comitato per la cooperazione economica atlantica (succursale NATO).  Alexander King, chimico britannico a capo del programma scientifico dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), membro dell’Agenzia europea per la produttività e “scopritore pentito” del DDT, nell’arco della sua lunga vita ha rivestito importanti ruoli di potere all’interno di ministeri, fondazioni, dipartimenti e università occidentali, compreso il ruolo di consulente NATO. Peccei e King diventarono i pionieri del movimento per lo sviluppo sostenibile: si muovevano all’interno dei centri del potere capitalista anglo-americano ma con uno sguardo rivolto al modello cinese e sovietico, quale futuro metodo di governo da applicare al mondo occidentale. Tra gli altri membri merita ricordare l’aristocratico Bertrand de Jouvenel, precursore del capitalismo verde e dell’ecologismo utilitaristico, e Max Kohnstamm, segretario privato della Regina dei Paesi Bassi, poi segretario della comunità europea e successivamente presidente della commissione Trilaterale, fondata nel 1973 insieme a Kissinger, Brzezinski, Agnelli e l’onnipresente David Rockefeller. Si unirono al Club anche il principe Bernhard dei Paesi Bassi e il principe Filippo di Edinburgo, entrambi favorevoli alla riduzione della popolazione mondiale (P. Pelletier Clima capitalismo verde e catastrofismo Edizioni elèuthera).
Maurice Strong, filantropo petroliere canadese amico di David Rockefeller, aderì nel 1970. Con l’appellativo di “protagonista nella globalizzazione del movimento ambientalista”, insieme al meteorologo Bert Bolin, giocherà un ruolo fondamentale nella questione climatica, oltre a diventare un indiscusso protagonista della narrazione catastrofista climatica. Ha ricoperto posizioni di spicco delle maggiori realtà finto/ambientaliste, dal 1001 Nature Trust al WWF, al FOE (Friends of the Earth). Strong diventa “l’architetto” della governance ambientale dell’ONU: nel 1972 sarà Primo presidente del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), da lui stesso voluto, e poi presiederà la prima conferenza sull’ambiente di Stoccolma (1972), di chiara matrice catastrofista. Nel 1979 a Vienna si tiene, con il contributo dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) e UNEP, la prima conferenza mondiale sul clima e sui pericoli derivanti dai cambiamenti climatici di origine antropica. La successiva conferenza di Villach (1985) amplifica la problematica del riscaldamento globale legato alla CO2. Il rapporto della commissione Brundtland (1987), della quale fanno parte Strong e Bolin, diventerà il megafono dell’elite per diffondere la problematica globale messa a punto a Villach, alla quale si aggiunge il concetto di “sviluppo sostenibile”. A supporto del rapporto Brundtland  viene creato l’IPCC (1988) e Bolin ne diventa presidente. L’IPCC fornirà il fondamentale sostegno alla tesi dell’emergenza climatica causata dalla CO2 antropica che accompagnerà le successive conferenze mondiali sul cambiamento climatico, con Maurice Strong quale protagonista indiscusso. Dal Summit della Terra di Rio de Janeiro (1992), presieduto dallo stesso Strong, prende forma l’ideologia del catastrofismo climatico e il suo impianto mediatico: si fissano le condizioni per coinvolgere i grandi gruppi multinazionali nel gestire la green economy e prende corpo la famosa Agenda 2021 dell’Onu. Dal Summit di Rio in poi si tenterà di convincere le popolazioni che la loro sopravvivenza dipenderà dalle decisioni che politici, filantropi, gruppi finanziari, gruppi bancari e grandi imprenditori prenderanno durante questi incontri. Il club di Roma perseguiva la strategia fabiana che prevedeva di colonizzare i centri di potere istituzionali già esistenti, tra i quali i principali Forum internazionali delle Nazioni unite e l’IPCC, presieduti rispettivamente da Maurice Strong e Bert Bolin. Inoltre contribuiva alla fondazione di nuovi centri elitari come il World Economic Forum (1971), laddove ritroviamo Strong quale membro del consiglio di fondazione.                                   
Il Club di Roma era il principale contenitore di personaggi di spicco del mondo elitario politico economico militare e tecnocratico che aveva a cuore la difesa del loro status dal pericolo della popolazione mondiale che continuava a crescere e sprecava le risorse del pianeta. Rispetto ad altre associazioni, il Club di Roma ha esercitato un forte impatto sull’opinione pubblica, inaugurando l’epoca dell’ambientalismo catastrofista, secondo il quale la specie umana (naturalmente non quella elitaria) sarebbe colpevole di comportamenti aberranti e cancerosi contro il pianeta.                             
L’ideologia anti-umana del club viene supportata scientificamente con la stesura del suo primo Rapporto, pubblicato nel 1972, dal titolo “I limiti della crescita”. Frutto di uno studio condotto da scienziati e statistici del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e finanziato dalla fondazione Volkswagen, il Rapporto aveva lo scopo di definire i pericoli relativi alla moltiplicazione del genere umano e all’impatto della sua attività materiale sul pianeta. (per approfondimenti: P.Pelletier Clima Capitalismo verde e Catastrofismo Edizioni Elèuthera 2021  I.Bifarini Blackout 2022).                    
Il Rapporto del 1972 supporta pienamente lo sviluppo tecnologico, a patto che non si  incoraggi la popolazione ad “avanzare indefinitamente, innalzando il tetto delle possibilità materiali” come è stato fino a quel momento. I progressi delle tecniche antifecondative rivestirebbero un ruolo fondamentale nel restaurare lo stato di equilibrio tra indice di natalità e di mortalità, favorendo il controllo demografico a sfavore della crescita “disordinata”. Inoltre, il documento profetizza la produzione di cibi sintetici capaci di ridurre la dipendenza dalla Terra, così come prefigura la spinta della società verso la produzione di servizi piuttosto che verso la produzione di beni materiali di consumo, così da ridurre l’inquinamento. Poichè l’umanità non dovrebbe continuare a proliferare, si insiste sull’obbiettivo di stabilizzare il livello della popolazione e del capitale industriale per evitare la “crisi finale”. Il rapporto ha inaugurato un moderno sistema di modellizzazione computerizzata per analizzare il legame tra demografia, libero mercato, tecnologia, risorse e inquinamento, rivelatosi poi parziale e fallace, analogamente a quello successivamente adottato dall’IPCC per prevedere futuri catastrofici. Attraverso l’utilizzo di modelli computerizzati, la Terra viene ridotta ad un insieme di variabili, di calcoli e di parametri, diventando così un vero e proprio embrione del mondo-macchina. Il Rapporto del 1972 solleva la problematica della CO2 proveniente dai combustibili fossili che “influenza seriamente il clima” e analizza un insieme di problematicità  interdipendenti (demografiche, strategiche, alimentari e così via), risolvibili, secondo quanto asserito dal rapporto stesso, esclusivamente attraverso una pianificazione globale.                                              
La profezia di una fine imminente che troviamo ne “I limiti della crescita” attraversa tutti i lavori pubblicati successivamente: “nella metodologia del Club, il mito della fine è finalizzato a mobilitare l’opinione pubblica in favore di un progetto di società”(P.Braillard l’impostura del Club di Roma Edizioni Dedalo 1983). L’alternativa al caos e alla catastrofe diventa la pianificazione internazionale e la gestione razionale del pianeta, traendo ispirazione dal modello delle società multinazionali. Si invoca una “solidarietà” tecnocratica mondiale “secondo cui la politica deve essere guidata da princìpi della massima efficienza e asservita ad una razionalità tecnica, sfuggendo all’ideologia e facendo ricorso ai diversi settori della scienza”(IDEM). Il pensiero che anima costantemente il Club di Roma è l’inadeguatezza dei singoli paesi ad affrontare crisi di ampio respiro e la “convinzione che l’ONU è oggi il solo strumento capace di assicurare il cambiamento verso un nuovo ordine mondiale” (IDEM). Nell’ottica degli appartenenti al Club, le Nazioni Unite avrebbero dovuto accentrare potere, per esempio attraverso il controllo delle risorse mondiali e dei sistemi economico, finanziario, sanitario, militare, energetico e “naturalmente” ambientale. Non è un caso se tra i membri del Club ritroviamo gli esponenti di tutti questi settori.

ILPRESENTE                                                                                                                            Il Club di Roma non si è estinto con la morte dei suoi fondatori perché l’ideologia neo-malthusiana, incarnata negli obbiettivi de “I limiti della crescita”, è stata tramandata fino ad oggi. L’ossessione del Club per l’instaurazione di una governance globale capace di affrontare le molteplici emergenze trova la sua piena espressione nella pubblicazione nel 2018 del “Piano di Emergenza Planetaria” in collaborazione con l’Istituto Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico. Il Piano stabilisce in 10 punti le linee guida per un futuro più sostenibile e resiliente. Si tratta dell’esplicita richiesta alle Nazioni Unite e ai governi di dichiarare una emergenza climatica planetaria.                                   
Lo spirito de “I Limiti della crescita riecheggia durante il corso della lettura. Il Rapporto, che non ha mai smesso di rappresentare un faro per la grande industria ambientalista, a cinquant’anni dalla sua nascita assume la veste di libro profetico, i cui scenari catastrofici si stanno drammaticamente materializzando, a meno che non si attui un radicale cambiamento della società e del sistema economico-finanziario. La narrazione catastrofista viene supportata dai continui riferimenti apocalittici dell’IPCC, l’ente che il Club ha contribuito a costruire: dal pericolo della CO2 e dell’aumento della temperatura globale oltre i 2 gradi all’estinzione delle specie animali, il mantra è sempre lo stesso, così come lo sono i colpevoli, ossia la massa umana produttrice di CO2 e del buco dell’ozono, massa umana che deve diventare resiliente alle transizioni volute dall’alto per evitare l’estinzione. Alcuni punti del Piano del 2018 anticipano le linee guide draconiane partorite recentemente dalla Commissione Europea: la proibizione della vendita di motori a combustione interna e la ristrutturazione degli edifici a zero emissioni entro il 2030, l’invito rivolto alle banche principali a sostenere le energie “pulite”, la piena adesione all’agenda 2030, il pieno sostegno all’utilizzo delle tecnologie digitali e il potenziamento dell’intelligenza artificiale per combattere le emissioni antropiche. Il Club di Roma sostiene la trasformazione digitale del Pianeta, poi, in continuità con “I limiti della crescita”, rilancia la necessità di contenere la popolazione demografica incentivando l’accesso ai contraccettivi e ai programmi di pianificazione familiare.                                                                   
Il “Piano di Emergenza Planetaria”, al quale aderiranno successivamente il WWF, il Climate4Nature e tante altre realtà della galassia “ecologista”, verrà inserito all’interno del documento “global risk report 2020” del World Economic Forum. D’altronde l’attuale co-presidente Sandrine Dixson-Decléve del Club è di casa a Davos, così come lo erano i suoi predecessori.    
Nell’agosto 2020, il “Piano di Emergenza Planetaria”viene integrato con la pubblicazione del “Piano di emergenza planetaria 2.0,” che include l’emergenza sanitaria da Covid-19, facendo così convergere la crisi climatica e della biodiversità con la salute umana. La cosiddetta interdipendenza delle emergenze  diventa l’occasione per rilanciare la necessità di ridisegnare i governi, i sistemi economici e finanziari a favore di una leadership globale. La riduzione dell’estrazione dei combustibili fossili, la riduzione delle emissioni di CO2, l’implementazione delle energie “pulite”, l‘implementazione dei fondi non governativi per il clima, l’utilizzo “sostenibile” del suolo e il potenziamento dell’agricoltura rigenerativa e smart sono alcuni dei punti toccati nel documento. Alla sinfonia catastrofista del clima che cambia, delle temperature che si alzano e dei fatidici 1,5 gradi oltre i quali l’IPCC paventa il collasso mondiale, si aggiungono la minaccia del covid e delle future zoonosi che affliggeranno l’umanità in assenza di un piano globale efficace. La recita della zoonosi e del salto di specie persiste anche se il copione puzza di stantio. Rasentando il ridicolo, Club di Roma, WEF, Greta Thunberg, Greenpeace, Ultima Generazione e il resto della eco-cricca insistono sulla tesi secondo la quale il virus avrebbe fatto il salto di specie dagli altri animali all’uomo, anziché direttamente dal biolaboratorio all’uomo. L’impianto menzognero della zoonosi serve a far convergere l’emergenza sanitaria con quella climatica e ad estendere i poteri dell’OMS sulla “salute globale”.                                                                             
Con il progetto “One Health”, sottoscritto a ottobre 2022, l’OMS si è accordata con UNEP, WOAH (Organizzazione mondiale per la salute animale) e FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) per affrontare le minacce alla salute animale, umana e ambientale e fornire direttive internazionali in materia di epidemie zoonotiche. L’OMS utilizza la narrazione dell’emergenza climatica per imporre direttive globali in merito a qualsiasi rischio che abbia a che fare con la salute pubblica. Si tratta di un ulteriore passo verso il totalitarismo sanitario/climatico: il potere di violare i nostri corpi attraverso la somministrazione di farmaci biotecnologici e di negare le nostre libertà fondamentali attraverso l’obbligo dei certificati digitali per potere accedere ai servizi più elementari stanno diventando dei pericoli drammaticamente reali, per buona pace di chi ingenuamente ha creduto che l’emergenza covid fosse un brutto ricordo da archiviare.      
“Il sonno della ragione genera mostri”, e più si persiste nel sonnecchiare più i mostri si moltiplicano. L’OMS, il grande leviatano sanitario agisce nel nome dei suoi finanziatori: Bill Gates, GAVI Alliance, Wellcome Trust e le maggiori case del farmaco e del digitale, inoltre stringe collaborazioni con la fondazione Rockefeller nell’affrontare le prossime pandemie causate dai cambiamenti climatici. L’ibridazione dell’emergenza sanitaria con quella climatica serve ad imporre regole sempre più stringenti nel nome di un fantomatico bene collettivo. La governance tecnocratica che è alla base dell’ONU e le sue appendici mira alla gestione totale della popolazione e alla trasformazione degli individui in una massa entusiasta di diventare schiava del regime tecno-sanitario-digitale; per chi invece non si adegua e prova ad evadere dalla gabbia del ricatto, del controllo e della sorveglianza totale, scattano le misure censorie e la regressione allo stato di pericoloso nemico della salute e dell’ambiente, imputabile del reato di ecocidio. Il nuovo ordine climatico-sanitario globale è allineato nel fare risalire le varie problematiche mondiali, reali o virtuali, al riscaldamento globale e il martellamento mediatico senza tregua fidelizza l’opinione pubblica anche se la narrazione è scadente. 
L’attuale co-presidente del Club di Roma è Sandrine Dixson-Declève, una delle donne più influenti al mondo nel guidare l’economia green. Come i suoi predecessori, nell’arco della sua carriera ha ricoperto posizioni di prestigio all’interno dell’ONU e delle sue agenzie, della Commissione Europea, delle maggiori aziende chimiche petrolifere e automobilistiche, di contesti legati all’istruzione e alla ricerca. In continuità con i vecchi membri del Club, anche l’attuale co-presidente è inserita nei gangli del potere governativo e non governativo per contribuire insieme alla eco-cricca alla piena realizzazione del Green New Deal e della Quarta Rivoluzione Industriale. 
Oligarchi, manager, tecnocrati, magnati del petrolio, delle energie “pulite” e delle armi: sono questi i filantropi che piacciono tanto a Greta Thunberg e a quelli di Ultima generazione and Co. Sono gli eco-filantropi che fanno soldi facendo del bene. Non sono il contadino con i suoi saperi tramandati nel tempo per coltivare la terra senza sfruttarla, o l’ecologista che rifiuta il modello tecnocratico e il consumismo come stile di vita, l’artigiano o il bottegaio dietro l’angolo di casa. Niente di tutto questo. La direzione che deve prendere il mondo con tutto quello che ci sta dentro è decisa da entità che volano talmente in alto da non essere viste da chi sta in basso.                  
Nel maggio 2022, il Club fornisce la “bussola” che indica la direzione da intraprendere per il raggiungimento del Green deal europeo, con la pubblicazione del rapporto “International System Change Compass”, stilato con la collaborazione di SYSTEMIQ e Open Society European Policy Institute. Il documento fornisce una guida per i leaders europei nel ridefinire la leadership, la finanza, la governance, la sanità, la mobilità, la gestione delle risorse ecc…. affinchè si raggiunga la piena elettrificazione, decarbonizzazione, neutralità climatica e l’equità vaccinale per il mondo intero. Il Club di Roma ha conservato un ruolo da protagonista nel ridefinire l’assetto sociale politico ed economico dei popoli: le alleanze con  realtà così influenti come il WEF di Klaus Schwab e l’Open Society di George Soros ci offrono un’idea di quanto è compatto il Potere tecno/filantropico al di sopra di noi. E’ nel maggio 2023 che Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, interviene alla conferenza Beyond Growth evocando il Club of Rome e compiacendosi di come il Green deal europeo segua “lo spirito” del Rapporto “I limiti della crescita”. In realtà il Club di Roma e l’intero panorama ambientalista sostenitore del Green new deal trasforma lo spirito della Natura in un feticcio. La Natura da salvare diventa un’entità astratta che si scontra con la materialità della sua devastazione insita nello “spirito” del Green new deal. La narrazione che ci viene somministrata quotidianamente in difesa della biodiversità e degli ecosistemi è infantile, banale, semplicistica come le migliori strategie pubblicitarie richiedono: è la costruzione di un mondo incantato che fluttua  in assenza della gravità necessaria per riportarci coi piedi per terra e per guardare con sguardo disincantato la realtà nuda e cruda.

IL FUTURO
Dietro l’apparente buon senso di raggiungere la fine dello sviluppo economico illimitato, dell’inquinamento e dello spreco delle risorse del pianeta si cela il disegno perverso di ridurre la popolazione demografica e i suoi consumi affinché le risorse del pianeta vengano totalmente messe a disposizione della grande trasformazione digitale ed elettrica del mondo ad opera dei grandi inquinatori del pianeta. Come ricordava Aurelio Peccei nel 1981, “un comportamento aberrante della nostra specie la rende gravemente colpevole davanti al tribunale della vita. Si tratta di una proliferazione esponenziale che non si può definire che cancerosa” (Cento pagine per l’avvenire, 1981). In realtà l’umanità non è colpevole di esistere e di procreare perché metterebbe in pericolo il pianeta, ma perché “il modello di vita prodotto dal capitalismo industriale deve essere salvaguardato a vantaggio di una minoranza, poiché qualsiasi tentativo di estendere questo modello all’intera umanità provocherebbe necessariamente il crollo del sistema”(Celso Furtado).                      
L’umano del futuro non possiederà nulla, bensì accederà a dei servizi alle condizioni di credere nelle emergenze perpetue e di aderire alle transizioni infinite, di credere nella bontà dell’intelligenza artificiale e della digitalizzazione coatta dell’esistenza. Il capitalismo diventa 4.0,  rimodellato sull’obbiettivo di rafforzare la governance globale elitaria e tecnocratica che difende la politica globalista e capitalista delle grandi multinazionali e delle start up ad alta tecnologizzazione, mentre la massa sarà gestita attraverso lo strumento delle emergenze calcolate, del razionamento e della sorveglianza. L’umanità ingombrante e caotica che popolava il vecchio mondo con il suo consumismo compulsivo cederà il posto al transumano che abiterà il nuovo mondo disciplinato dalla tecnologia.
Si va concretizzando il sogno dei filantropi Rockefeller, Maurice Strong, Aurelio Peccei e Alexander King di attuare una politica di riduzione della popolazione e di adottare il modello cinese per gestire l’umanità. Sotto l’incantesimo della paura per il clima che cambia e del senso di colpa per esserne la causa, si accettano le imposizioni calate dall’alto senza mettere in discussione eventuali altre finalità che non hanno nulla a che vedere con la salvaguardia della Natura o della riduzione di emissioni di anidride carbonica. Il pericolo della CO2, riproposto in modo ossessivo e in tutti i contesti possibili, ha simbolicamente inquinato i cervelli dei giovani e dei meno giovani, ha interdetto la capacità di riconoscere dove sta il bene e dove sta il male, dove sta la verità e dove alberga la menzogna. La menzogna alberga nella bocca di chi fino a ieri era protagonista nel distruggere la Natura nel nome del capital globalismo ed oggi continua a distruggerla nel nome del capitalismo inclusivo e della Quarta Rivoluzione Industriale. La menzogna alberga nelle bocche di chi promuove la pace nel mondo fomentando la guerra e la sua economia.
Colossi della finanza come Blackrock, JP Morgan, Goldman Sachs e Bank of America investono indifferentemente nel settore militare, farmaceutico e nella transizione eco/digitale. “Fare soldi facendo del bene”, è lo slogan con il quale si irretiscono i neo gruppi ecologisti e li si porta ad una sorta di idolatria verso Bill Gates, Jeff Bezos, Elon Musk, George Soros e tutti gli altri ecotransumanisti che finanziano la causa degli attivisti affinché il nuovo mondo da loro progettato si realizzi nel più breve tempo possibile. I neo-ecologisti diventano complici, spesso a loro insaputa, di un disegno anti umano e contro natura che solo menti rivolte al transumanesimo possono concepire. La cricca degli eco- filantropi di casa alle Nazioni Unite e a Davos, con i suoi lacchè politici, suonano il piffero per chi è disposto a saltare nel neomondo postumano. Trasudano arroganza. Il mal celato disprezzo per la popolazione, che dall’alto del loro status viene percepita ne più ne meno che una massa informe da ridurre all’umiliante operazione algebrica utilizzata da Bill Gates per spiegare il rapporto tra popolazione e CO2, non suscita avversione come sarebbe auspicabile, anzi, convince l’umanità ad odiare se stessa. Gli individui vengono convinti a percepirsi come dei parassiti, dei cancri, degli abusivi del pianeta “progettato per contenere 3 miliardi di persone” (Cingolani). L’individuo impaurito e colpevolizzato accetta passivamente gli ordini che calano dall’alto. Si lascerà inoculare ad oltranza altrimenti muore e fa morire i propri simili, si lascerà “decarbonizzare” altrimenti  muore e fa morire il pianeta. 
L’umanità viene educata ad odiare se stessa. L’umanità che odia se stessa non ha futuro perché si lascerà sostituire da “qualcosa di migliore”: la transumanità.                          
In continuità con l’agenda maltusiana, assistiamo ad una perversa propaganda anti-natalista, quale gesto di responsabilità per non sovraffollare ulteriormente la Terra. L’organizzazione francese “Démografie responsabile”, per esempio, incoraggia l’autolimitazione della natalità per favorire la stabilizzazione della popolazione umana e la sua riduzione a lungo termine, ricorrendo anche alla sterilizzazione chirurgica. Ancora più estrema è la posizione del “Movimento per l’estinzione umana volontaria” (VHEMT), che annovera tra i suoi seguaci quelli favorevoli alla sterilizzazione obbligatoria.       
Per salvare il pianeta bisogna depopolarlo e l’ideologia del progresso diventa il valido alleato al raggiungimento di tale obbiettivo: l’accesso facilitato alla farmacologia anticoncezionale e abortiva, la strenua difesa dell’aborto e i continui tentativi di estenderne i limiti temporali fino a sovrapporli all’infanticidio, il proliferare dell’ideologia gender, la tendenza del potere biomedicale a prendersi in carico la gestione della procreazione e la somministrazione di massa di vaccini, di farmaci e di sieri genici colpevoli di procurare l’infertilità, sono alcuni degli strumenti con i quali si estingue parte dell’umanità fingendo di emanciparla e di salvarla. Anche l’eutanasia diventa un diritto da rivendicare per tutti e per tutte, per il malato, per l’anziano, per il povero, per il disabile, per il giovane depresso e per l’angosciato cronico, senza lasciare indietro nessuno. L’accesso alla morte programmata deve diventare inclusiva per le categorie “inutili” e non funzionali all’ascesa dell’uomo nuovo con l’anima in silicio: il postumano.                                                                                                                          
Gli eco-transumanisti di oggi sono gli eredi dei tecnocrati che nel passato hanno preso il potere un po’ alla volta, inserendosi man mano nei gangli delle istituzioni trasformandole, in modo quasi impercettibile, dall’interno. Oggi si sono realizzate le condizioni ottimali per dare la “zampata” finale, secondo la strategia dei fabiani, e per instaurare un regime tecnoscientifico che trasforma gli esseri viventi e il sistema terrestre nel suo complesso. Il neo regime tecnoscientifico non ammette dissenso: è dolce per chi lo accetta in modo sonnambulesco, diventa spietato per chi prova a contrastarlo. Tutti i protagonisti del catastrofismo climatico sono colpevoli di fronte alla Natura di spendersi per una transizione eco-digitale che di ecologico non ha proprio nulla, sono colpevoli di fronte all’umanità di adoperarsi per l’attuazione di un programma anti-umano che si chiama Quarta Rivoluzione Industriale.                                                                                                                         
I lupi travestiti da agnelli dell’élite fabiana di ieri non sono altro che i transumanisti travestiti da filantropi di oggi.    

Riferimenti:
Davide Rossi, La Fabian Society e la Pandemia, Arianna Editrice. 2021.
Julian Huxley, Ciò che oso pensare, Edizioni GOG 2022.
Francesco Borgonovo, Ecco chi è la paladina degli abortisti. Una razzista amante dell’eugenetica in La Verità , 27 Giugno 2022.
https://www.youtube.com/watch?v=79voFUqcPq4
Catastrofismo climatico. La grande speculazione, Carità-Gandini 2021.
https://it.paperblog.com/wwf-una-storia-poco-nobile-118758/
Philippe Pelletier, Clima capitalismo verde e catastrofismo, Edizioni Elèuthera, 2021.
Ilaria Bifarini, Blackout. La transizione ecologica e la deriva dell’Occidente, 2022.
Philippe Braillard, L’impostura del Club di Roma, Edizioni Dedalo, 1983.


Cristiana Pivetti, Giugno 2023, www.cristianapivetti.org

Pubblicato su L’Urlo della Terra, numero 11, Luglio 2023
www.resistenzealnanomondo.org

Disegni di Cristiana Pivetti

Video del convegno Costruire emergenze per governare il mondo – 15 Ottobre Milano

Video degli interventi al Convegno Costruire emergenze per governare il mondo – 15 Ottobre, Milano
Resistenze al nanomondo
www.resistenzealnanomondo.org

Introduzione – Silvia Guerini: https://www.youtube.com/watch?v=tBko13ss8YA

Maria Heibel: https://www.youtube.com/watch?v=aYR3wr73V5U

Philippe Pelletier Parte 1: https://www.youtube.com/watch?v=Jn1x0nj0hfY
Philippe Pelletier Parte 2: https://www.youtube.com/watch?v=XaSIY3Nuyfk

Cristiana Pivetti: https://www.youtube.com/watch?v=YNddbMQVXwE

Costantino Ragusa: https://www.youtube.com/watch?v=P7gs7igZ53c

Intervista a Philippe Pelletier per 1984 – Piano di fuga, dal minuto 54.30: https://www.byoblu.com/2023/10/24/1984-piano-di-fuga-vietato-riflettere/

Testo dell’intervento di Maria Heibel: https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/sistemare-il-cielo-la-storia-accertata-del-controllo-del-tempo-e-del-clima-maria-heibel/

Maria Heibel, Philippe Pelletier, traduttrice, Cristiana Pivetti, Costantino Ragusa

Disegni di Cristiana Pivetti, www.cristianapivetti.org

La nave dei folli – Bollettino radiofonico di critica radicale alla società cibernetica

La nave dei folli – La società cibernetica globalizzata che procede verso l’inevitabile naufragio

Bollettino radiofonico di critica radicale alla società cibernetica

Trasmissione registrata nell’estrema periferia montana della città metropolitana, affronta le molte questioni sollevate dall’applicazione di quei principi cibernetici che oggi trovano la loro definitiva realizzazione, nella società nel suo complesso come in ogni singola persona, attraverso il pilotaggio del sistema mondo in stato di allerta: ibridazione biomeccanica, gestione informatica, militarizzazione, controllo tecnologico, tirannia sanitaria.

Con riflessioni, approfondimenti, contributi dall’Italia e dall’estero, letture, musiche e brani cinematografici, solcherà i mari burrascosi della realtà in cui viviamo fatta di 5G, manipolazioni genetiche, trattamenti sanitari obbligatori, centrali nucleari… e di Stati e aziende che le impongono e ci lucrano sopra; ma anche di tutte le forme di resistenza e lotta nate per opporsi a questo inevitabile naufragio e seguire fin da subito rotte radicalmente diverse.

email: lanavedeifolli@protonmail.com

Sito internet
Leggi e ascolta qui: https://lanavedeifolli.noblogs.org/

Sistemare il cielo: la storia accertata del controllo del tempo e del clima – Maria Heibel

Sistemare il cielo: la storia accertata del controllo del tempo e del clima
Intervento di Maria Heibel, www.nogeoingegneria.com, alla conferenza del 15 ottobre
Costruire emergenze per governare il mondo

Parte 1
https://www.nogeoingegneria.com/timeline/storia-del-controllo-climatico/sistemare-il-cielo-la-storia-accertata-del-controllo-del-tempo-e-del-clima-1/
Parte 2
https://www.nogeoingegneria.com/timeline/storia-del-controllo-climatico/sistemare-il-cielo-la-storia-accertata-del-controllo-del-tempo-e-del-clima-2/
Parte 3
https://www.nogeoingegneria.com/timeline/storia-del-controllo-climatico/sistemare-il-cielo-la-storia-accertata-del-controllo-del-tempo-e-del-clima-3/

È in uscita il numero 11 del giornale L’Urlo della Terra

È in uscita il numero 11 del giornale L’Urlo della Terra

Care/i lettrici e lettori,

sta per essere dato alle stampe il nuovo numero de L’Urlo della Terra.

Vi chiediamo, se potete, di sostenerci con anticipo rispetto ai normali tempi di spedizione del giornale con l’invio del vostro contributo. Questo ci permetterà di far fronte alle non leggere spese tipografiche aumentate notevolmente nei costi della carta e per le spese di distribuzione in Italia, all’estero e ai non pochi prigionieri.
Contattateci inoltre per una diffusione del giornale più ampia e capillare nelle vostre zone: biblioteche, circoli, centri di documentazione… e per iniziative benefit.
Siamo disponibili per presentazioni e discussioni sui contenuti del giornale, in luoghi pubblici e aperti dove il pensiero libero si alimenta.
Se avete possibilità pubblicate e fate girare in blog, telegram, siti internet, canali…

Vi ricordiamo le Tre giornate contro le tecno-scienze il 28-29-30 Luglio, momento in cui diffonderemo anche questo nuovo numero del giornale:
Presentazione: https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/28-29-30-luglio-2023-tre-giornate-contro-le-tecno-scienze/
Programma con gli interventi: https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/biotecnologie/programma-tre-giornate-contro-le-tecno-scienze-28-29-30-luglio/

Un caro saluto e grazie a tutte e tutti voi
La redazione

In questo numero:

– Editoriale
– Il Biolaboratorio mondo – Costantino Ragusa
– Pandemie e guerra biologica: la Scilla e Cariddi della Quarta Rivoluzione industriale – Hurry Tuttle, dalla rivista greca Cyborg, n.24, Atene
– La realtà ostaggio da smontaggi e ricostruzioni artificiali – Silvia Guerini
– La realtà è diventata un’attrazione turistica – Jennifer Bilek
– Demistificare la ragion tecnica. Riflessioni attorno “Propaganda” di Jacques Ellul – Dario Stefanoni
– Inganno climatico e fanatismo (anti) ecologista. Dalla narrazione climatica all’ingegnerizzazione della Vita – Cristiana Pivetti
– L’ingegnerizzazione dell’umanità e del pianeta in essere robotizzati e megamacchina – Maria Heibel
– Il Club di Roma e l’avanzare del governo mondiale – Cristiana Pivetti
– Cosa ha detto Theodor Kaczynski delle biotecnologie – Resistenze al nanomondo
– Dialogo tra Resistenze al nanomondo e FINRRAGE (Feminist International Network of Resistance to Reproductive and Genetic Engineering)


40 pagine
5 euro a copia, più spese di spedizione 1,30 euro
Per i distributori minimo 5 copie: 3 euro a copia, più spese di spedizione 1,30 euro
Spese di spedizione per l’estero: 5,50 euro

Postepay Evolution
IBAN: IT73L3608105138236370036378
Intestata a Silvia Guerini, Specificare la causale L’Urlo della Terra

Per contatti e richieste: urlodellaterra@inventati.org, www.resistenzealnanomondo.org

Disegno di Cristiana Pivetti
http://www.cristianapivetti.org/

ProgrammThree days against techno-sciences

Fifth International Meeting
28 – 29 – 30 July 2023
THREE DAYS AGAINST TECHNO-SCIENCES
at Altradimora, strada Caranzano 72, Alessandria (AL), Italy

FRIDAY

12.30 p.m. lunch

15.30
Presentation of the meeting by Resistenze al nanomondo – Bergamo

16.00 – 19.00 Speeches followed by debate

Towards the biolaboratory world
The international attention focused for many months on the Wuhan biotechnology laboratory did not serve, as many have thought, to find a scapegoat in the dangerous Chinese research – especially when zoological narratives of Pangolins and Bats were disproved by the very drivers such as Fauci – rather, we were facing a new biotechnological dimension. The numbering of the security level is only to be seen as a detail where the biolaboratory with all its consequences and side effects, understood as new chimeras and biological weapons towards society as a whole, goes. A society to be surrounded first and then penetrated to the depths, where the biological alarm bell sounding will get mixed up with the bell announcing school recreastion, as it did with nuclear power. This time there is no atomic fallout to be averted, because the new biotechnological dimension with the living being at its centre is about to normalise. We are already in confidence, otherwise there would be no call for moratoriums and a techno-science on a human scale, this can never be given, because it does not exist.
Costantino Ragusa, Resistenze al nanomondo

Cellular mRNA redesign platforms, towards a humanity on a scale of gene therapies, digital identity and QR codes
The era of vaccines is opening, which would better be called the era of gene therapies with genetic engineering technologies from recombinant DNA to synthetic mRNA and nanotechnology for a cellular redesign platform. Universal vaccines – actually gene therapies – for influenza, vaccines – actually gene therapies – against cancer, these and others to be taken up also at a preventive level for a restructuring of medicine in a predictive and preventive key on a genetic basis. We will be responsible if we fall ill because we have not followed the new dictates, not an increasingly deadly society.
We will review Europe-wide vaccination campaigns for Sars-Cov 2 and other future decreed pandemics. But that’s not all, after testing it on women in African countries with their subsequent sterilisation, the trial of the contraceptive vaccine starts, opening up a further transformation: a vaccine to produce an immune response against a bodily process – pregnancy. Genetic modifications of DNA, infertility, increasingly early cancers will not only be health consequences, but will represent a profound transformation of future generations: infertile, sick, weak, ready to be hijacked into genetic engineering and artificial reproduction biolaboratories. To close the circle from the Green Pass we are coming in a big hurry to the Digital Identity that will travel with the 5G network, so at the next scanner check the QR will tell who fails to fit their parameters…
Silvia Guerini, Resistenze al nanomondo

19.30 Dinner

21.00 Screening of the documentary
Infertility: A Diabolic Agenda
Subtitled in Italian, 30 minutes
Produced by Children’s Health Defense
The story of how a World Health Organisation (WHO) population control experiment, under the guise of a vaccination programme, led to the sterilisation of millions of women in Africa. One of Dr Stephen Karanja’s last warnings: ‘once they are done with Africa, they will come to you’. Coming finally to the Sars-Cov 2 gene serums that could cause infertility in women around the world.
This will be followed by a remote talk by Sister Teresa Forcades, an important witness to all this and to the work of the pharmaceutical multinationals in the countries of the South.
“Medicamentalization”
After the medicalisation of natural processes, such as the change of mood in adolescence, the commercial medical model started to market itself with the medicalisation of social problems and the abuse of preventive medicine. This would not be possible without the cooperation of society.
Sister Teresa Forcades, doctor, theologian, Benedictine nun of the Monastery De San Benedet in Montserrat

SATURDAY

8.00 a.m. breakfast

9.00 – 12.30 Speeches followed by debate

Shining light on the climate of manipulation
Our contemporary society is built entirely from artifice and illusion.
In this labyrinth of lies, this demonic hall of mirrors, it has become extraordinarily difficult to distinguish fact from fake, reality from spin.
The question of climate change, and so-called “climate justice”, is a prime example of this. It has become clear over the last few years that this “political movement”, from Greta Thunberg to Extinction Rebellion, from Fridays for Future to Ultima Generazione, is a manufactured one serving powerful financial interests under a false green flag.
The fact that the “trans rights” movement is also a corporate front is not a coincidence, but part of a systematic and wide-ranging plan. This plan is wrapped in lies, in order to dupe people into going along with it. As well as exposing the plan and the power behind it, we need to affirm our own conviction to truth, as one of our core values.
It is the light of our authenticity that can reach through through the system’s barriers of deceit and spark the flame of righteous revolt in the hearts of millions.
Paul Cudenec, www.paulcudenec.substack.com, www.winteroak.org.uk

Improving creation – becoming god – aspirations of human folly
According to the engineers of humanity, we will have a better world by genetically modifying human beings to make them more intelligent, courageous and capable. This is the basic idea that we can observe in all areas. Everything must be improved. A common denominator of improvement in all areas of life is the reversal of values. So what needs to be improved and in which direction? Where does the ‘better’, so defined, come from? It comes from the reversal of natural laws and spiritual laws.
Today’s so-called elite is reversing all the premises that characterise life, both in nature and in society. The focus is not on life on earth, on birth, growth and nurture, on care, not on the wonder of this reality, its beauty, its activity and complexity, but on its reversal, its dissolution, its transformation into an artificial, even enhanced reality; a term that expresses this concept exhaustively is that of ‘assisted evolution’, which we encounter everywhere and which represents the attitude of this technocratic man towards creation.
Maria Heibel editor of the website www.nogeoingegneria.org

Useless, unscientific, toxic and illegal: the new GMOs, like synthetic pesticides, have these four characteristics in common, while four arrogant cartels dominate the world seed market and four investment funds are destroying the ethical heritage of all humanity
Everyone remembers the words of the warmonger Kissinger “If you control oil, you control nations, if you control food, you control people”, but not everyone knows that food is produced by 857 million individuals who are not easy to control, enslave, dominate .
The speed with which today, four investment funds aim to manage the food supply of the entire planet is there for all to see. By polluting and plundering, water, air and land, they have maintained the same predatory mission of the India Companies, with the arrogance of those who hold immense capital and the majority shares in all the biggest multinationals of armaments, information technology, services, transport, financial, oil, pharmaceutical, seed, biotech, metallurgical, etc.
To overthrow the mercenary violence of their weapons, the illicit power of their invasive technologies, and the useless wealth of their counterfeit bills, you need to team up with the world’s 857 million farmers and let your neighbors know that the coming tsunami , it also concerns his noble family.
Mario Apicella – Mountain agronomist specialized in organic farming and agricultural biodiversity

Climatism: the new ideology that opens the door to the engineering of life
The climate emergency machine is compact and its gears are well-oiled to spread the same catastrophic melody: from the IPCC to the WHO, the practitioners of apocalyptic prophecies are the heirs of a diverse world of neo-Malthusians and technocrats, who have always been engaged in shaping the society of the future. Does the infamous 2 degrees that separate us from extinction represent a real danger or more likely a pretext to legitimise atmospheric geoengineering and techniques for manipulating terrestrial life?
Only by looking disenchantedly at reality will it be possible to stop the creation of the Engineered Planet and the abolition of Nature.
Cristiana Pivetti, artist, illustrator of texts against the artificialization of Life and essayist, www.cristianapivetti.org

13.00 Lunch

15.00 – 19.30 Speeches followed by debate

Eugenics, artificial reproduction of the human, dissociation from bodies and reality, from how one should be born to how one should die.
An outline to introduce and unite the following three talks.
By Silvia Guerini – Resistance to the nanoworld

Biotechnology, MAP and eugenics: for a rational critique
Biotechnology is the techno-scientific manipulation of living beings, including humans. Since the 19th century, industrial societies have justified the coexistence of the principle of equality and the reality of inequality by a biological determinism, for which social inequalities are the reflection of natural inequalities. From this ideology stems eugenics, i.e. the will to scientifically control human reproduction, in order to favour the ‘superior’ over the ‘inferior’. This is the real legitimisation of MAP, research on artificial wombs, genetic manipulation, cloning, etc. The consequence is the deepening of the industrial dispossession of individuals, not only of their livelihoods, their desires, their social interactions, but also of their nature. However, the rational critique of this ideology is confronted with various irrationalities: that of technocratic propaganda, that of postmodern cultural determinism and that of religious fundamentalism.
Jacques Luzi, academic, member of the journal Ecologie & politique

Homo Deus, the human whose brain is a computer made of flesh
What lies behind eugenics, the techno-mercification of reproduction and its Brave New World? Is there a matrix of the ‘trans phenomenon’, transhumanism, transsexualism? Why has institutional ecology become the spearhead of these movements? While the degrowth movement was hitherto persona non grata in the mass media, the ‘degrowth studies’ (Timothée Parrique & Co), the nucleocratic degrowth of the French polytechnician Jean-Marc Jancovici or Klaus Schwab’s ‘Great Reset’ version of degrowth, suddenly had access to public discourse. For the ‘pope of degrowth’ Serge Latouche, the reason for degrowth was liberation from the economisation of the world. After recovering ecology, liberal capitalism attacks degrowth: it is a question of turning it upside down to put it at the service of the realm of the quantifiable. Even in the militant world, this degrowth perspective alleviates avoiding questions that annoy and arouse suspicion of reaction. How can we avoid the subversive nature of our commitment?
Vincent Cheynet, editor-in-chief of the French magazine La Décroissance

Naked death or freely dying
To turn death against those who use it to better govern us means in the first instance to bring it back into life, to return to talking about it, to remove it from the isolation to which it has been subjected, and in the second instance to know how to lay down one’s arms in front of it, to prepare oneself to freely consent to it, to accept one’s fragility, to abandon the warlike metaphor that western allopathic medicine continues to propagate like a malignant tumour and to learn to make peace intimately with illness and death.
This does not necessarily mean renouncing treatment, abdicating any possible cure, rejecting any medicine. Rather, the effort to be made as a political and existential commitment is to revolutionise the very concept of illness, which is no longer to be understood as an attack by external agents to be countered by any means and at any cost, but as a manifestation of one’s own being in the world.
Bianca Bonavita

20.00 dinner

SUNDAY

8.00 a.m. breakfast

9.00
What possibilities for continuing the Resistance?
As we do every year at the end of these three days, we will take time to reflect together on the paths of opposition currently in place, whether these can actually be considered such, and where they are lagging behind. We will make these reflections on the basis of the experiences of the participants, but we will also willingly trespass on proposals that try to give substance to the reflections made, which absolutely cannot simply remain mere abstractions. We are in a context in which, paradoxically, it is becoming difficult to build and sustain a grassroots movement: we have ‘events’, ‘logos’, ‘memberships’, ‘chats’, ‘parties of dissent’ and delegate to experts or supposed such who should never replace the work of activists, made up of research, study and even sacrifice. In all this, a deeper and broader meaning not only of the processes underway, but also of the meaning of a path of struggle with a lack of memory of how networks, coordinations, projects used to be built. Let us restore depth, commitment, continuity, by putting ourselves on the line. If we are not willing to do this, how can we think of building a Resistance?

13.00 lunch

The place where the meeting will take place, Altradimora, (https://altradimora.eu/), strada Caranzano 72, Alessandria (AL), is a house with beds and the possibility of putting up tents in the lawn in front of the house.
Bring a sheet bag and towels.
We will provide breakfasts, lunches and dinners for all days with organic, vegan and locally produced food. Gluten-free option provided. Please let us know of any intolerances or other needs.

The cost to attend the three days – Friday, Saturday and Sunday – is 100 euros, for Friday and Saturday 80 euros, for Saturday and Sunday 60 euros, for Sunday 20 euros.
It is necessary to BOOK in advance in order to participate in the days. Places are limited.

The space will be free of wi-fi (with the exception of times with remote interventions) and we will ask people to turn off their phones during the debates to protect electrosensitive people (and all of us).
For all three days there will be an exhibition of Cristiana Pivetti’s works, stalls with newspapers, books and information material. Bring your material.
Help us organise the meeting as well as possible by spreading the programme as widely as possible.

How to get there:
By car: From Genoa on the motorway to Alessandria, exit at Ovada, proceed towards Acqui Terme and then take the road to Rivalta Bormida. After passing through the towns of Trisobbio and Rivalta Bormida at the junction for Cassine, continue for two kilometres and then find the sign for Caranzano. From Milan, exit at Alessandria Sud and follow the signs for Acqui and Cassine, after Cassine there is the junction for Caranzano. From Turin the same road.
By train: Train to Acqui Terme, we will pick you up at the station, please contact us by email to make arrangements well in advance and so as not to arrive during the speaking times.

Here the presentation of the meeting: https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/28-29-30-luglio-2023-tre-giornate-contro-le-tecno-scienze/
Here the programme of the previous meeting:
https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/biotecnologie/programma-tre-giornate-contro-le-tecno-scienze-2/

For information, bookings and contacts
www.resistenzealnanomondo.org, info@resistenzealnanomondo.org
www.facebook.com/3giornatecontroletecnoscienze/ (being updated)

Programma tre giornate contro le tecno-scienze 28-29-30 Luglio

Quinto incontro internazionale:
28 – 29 – 30 Luglio 2023
TRE GIORNATE CONTRO LE TECNO-SCIENZE
presso Altradimora, strada Caranzano 72, Alessandria (AL), Italia

VENERDI’

12.30 pranzo

15.30

Presentazione dell’incontro a cura di Resistenze al nanomondo – Bergamo

16.00 – 19.00 Interventi e a seguire dibattito

Verso il biolaboratorio mondo

L’attenzione internazionale puntata per lunghi mesi verso il laboratorio di biotecnologia di Wuhan non serviva come in molti hanno pensato a trovare un capro espiatorio nella pericolosa ricerca cinese – soprattutto quando narrazioni zoologiche di Pangolini e Pipistrelli venivano smentiti dagli stessi manovratori di Punta come Fauci – piuttosto eravamo di fronte ad una nuova dimensione biotecnologica. La numerazione del livello di sicurezza è da ritenere solo un dettaglio dove si spinge il biolaboratorio con tutte le sue conseguenze ed effetti collaterali, intesi come nuove chimere e armi biologiche verso la società tutta. Una società da circondare prima e da penetrare poi nel profondo dove la campanella dell’allarme biologico si confonderà con quello della ricreazione, come è avvenuto con il nucleare. Questa volta non vi è nessun fallout atomico da scongiurare, perché la nuova dimensione biotecnologica con il vivente al centro si appresta a normalizzarsi. Siamo già in confidenza, altrimenti non verrebbero richieste moratorie e una tecno-scienza a misura d’umano, questa non potrà mai essere data, perché non esiste.
Costantino Ragusa, Resistenze al nanomondo

Piattaforme di riprogettazione cellulare a mRNA, verso un’umanità a misura di terapie geniche, Identità Digitale e codici QR

Si apre l’epoca dei vaccini che sarebbe meglio definire l’epoca delle terapie geniche con tecnologie di ingegneria genetica dal DNA ricombinante all’mRNA sintetico e nanotecnologico per una piattaforma di riprogettazione cellulare. Vaccini universali – leggi terapie geniche – per l’influenza, vaccini – leggi terapie geniche – contro il cancro, questi e altri ancora da assumere anche a livello preventivo per una ristrutturazione della medicina in chiave predittiva e preventiva su base genetica. Diventeremo noi i responsabili se ci ammaleremo perché non avremo seguito i nuovi dettami, non una società sempre più mortifera.
Rivedremo campagne vaccinali a livello europeo per la Sars-Cov 2 e per altre future decretate pandemie. Ma non solo, dopo averlo testato su donne nei paesi africani con la conseguente loro sterilizzazione, parte la sperimentazione del vaccino anticoncezionale che apre a un ulteriore trasformazione: un vaccino per produrre una risposta immunitaria contro un processo corporeo: la gravidanza. Modificazioni genetiche del DNA, infertilità, tumori sempre più precoci saranno non solo delle conseguenze sulla salute, ma rappresenteranno una profonda trasformazione delle future generazioni: infertili, malate, deboli, pronte per essere dirottate nei biolaboratori di ingegneria genetica e di riproduzione artificiale. Per chiudere il cerchio dal Green Pass stiamo arrivando in gran fretta all’Identità Digitale che viaggerà con la rete 5G, così al prossimo controllo scanner il QR trasmetterà chi non rientrerà nei loro parametri…
Silvia Guerini, Resistenze al nanomondo

19.30 cena

21.00 Proiezione del documentario

Infertility: A Diabolic Agenda
Sottotitolato in italiano, 30 minuti
Prodotto da Children’s Health Defense
La storia di come un esperimento di controllo della popolazione dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), con il pretesto di un programma di vaccinazione, abbia portato alla sterilizzazione di milioni di donne in Africa. Uno degli ultimi avvertimenti del dottor Stephen Karanja: “una volta che avranno finito con l’Africa, verranno da voi”. Arrivando infine ai sieri genici per la Sars-Cov 2 che potrebbero causare infertilità nelle donne di tutto il mondo.
A seguire un intervento da remoto di Suor Teresa Forcades importante testimone di tutto questo e dell’operato delle multinazionali farmaceutiche nei paesi del Sud del Mondo.
La medicamentalizzazione
Dopo la medicalizzazione dei processi naturali, come il cambio di umore nell’adolescenza, il modello medico commerciale ha iniziato a fare mercato con la medicalizzazione dei problemi sociali e con l’abuso della medicina preventiva. Questo non sarebbe possibile senza una cooperazione della società.
Suor Teresa Forcades, medica, teologa, monaca benedettina del Monastero De San Benedet di Montserrat

SABATO

8.00 colazione

9.00 – 12.30 Interventi e a seguire dibattito

Luce splendente sul clima della manipolazione

La nostra società contemporanea è costruita interamente da artifici e illusioni.
In questo labirinto di bugie, in questo demoniaco gioco di specchi, è diventato straordinariamente difficile distinguere il fatto dal falso, la realtà dalla finzione.
La questione del cambiamento climatico, e della cosiddetta “giustizia climatica”, ne è un ottimo esempio. Negli ultimi anni è diventato chiaro che questo “movimento politico”, da Greta Thunberg a Extinction Rebellion, da Fridays for Future a Ultima Generazione, è stato fabbricato al servizio di potenti interessi finanziari sotto una falsa bandiera verde.
Il fatto che il movimento dei “diritti trans” sia anche una facciata aziendale non è un caso, ma parte di un piano sistematico e di ampio respiro. Questo piano è avvolto da bugie, al fine di indurre le persone ad accettarlo. Oltre a esporre il piano e il potere dietro di esso, dobbiamo affermare la nostra convinzione alla verità, come uno dei nostri valori fondamentali.
È la luce della nostra autenticità che può attraversare le barriere dell’inganno del sistema e accendere la fiamma della giusta rivolta nei cuori di milioni di persone.
Paul Cudenec, www.paulcudenec.substack.com, www.winteroak.org.uk

Migliorare la creazione – diventare dio – aspirazioni della follia umana
Secondo gli ingegneri dell’umanità, avremo un mondo migliore modificando geneticamente gli esseri umani per renderli più intelligenti, coraggiosi e capaci. Questa è l’idea di base che possiamo osservare in tutti i settori. Tutto deve essere migliorato. Un denominatore comune del miglioramento in tutti gli ambiti della vita è il rovesciamento dei valori. Quindi, cosa deve essere migliorato e in quale direzione? Da dove viene il “meglio”, così definito? Viene dall’inversione delle leggi naturali e delle leggi spirituali.
La cosiddetta élite di oggi sta invertendo tutte le premesse che caratterizzano la vita, sia in natura che nella società. L’attenzione non è rivolta alla vita sulla terra, alla nascita, alla crescita e al nutrimento, alla cura, non alla meraviglia di questa realtà, alla sua bellezza, alla sua attività e complessità, ma al suo rovesciamento, alla sua dissoluzione, alla sua trasformazione in una realtà artificiale, addirittura potenziata; un termine che esprime esaurientemente questo concetto è quello di “evoluzione assistita”, che incontriamo ovunque e che rappresenta l’atteggiamento di quest’uomo tecnocratico nei confronti della creazione.
Maria Heibel curatrice del sito internet www.nogeoingegneria.org

Inutili, antiscientifici, tossici e illegali: i nuovi OGM, come i pesticidi sintetici, hanno queste quattro caratteristiche in comune, mentre quattro arroganti cartelli dominano il mercato mondiale delle sementi e quattro fondi di investimento stanno distruggendo il patrimonio etico dell’intera Umanità
Tutti ricordano la frase del guerrafondaio Kissinger “Se controlli il petrolio, controlli le nazioni, se controlli gli alimenti, controlli i popoli”, ma non tutti sanno che gli alimenti sono prodotti da 857 milioni di individui che non è facile controllare, asservire, dominare.
La velocità con cui oggi, quattro Fondi di investimento puntano a gestire l’alimentazione dell’intero pianeta è sotto gli occhi di tutti. Inquinando e depredando, acqua, aria e terra, hanno mantenuto la stessa mission predatoria delle Compagnie delle Indie, con l’arroganza di chi detiene immensi capitali e le azioni di maggioranza in tutte le più grandi multinazionali di armamenti, di informatica, di servizi, di trasporti, finanziarie, petrolifere, farmaceutiche, sementiere, biotech, metallurgiche, ecc.
Per rovesciare la violenza mercenaria delle loro armi, la potenza illecita delle loro tecnologie invasive e l’inutile ricchezza delle loro banconote false, serve allearsi con gli 857 milioni di agricoltori del mondo intero e far sapere al vicino di casa che lo tsunami che sta arrivando, riguarda anche la sua nobile famiglia.
Mario Apicella – Agronomo di montagna specializzato in agricoltura biologica e biodiversità agraria

Il climatismo: la nuova ideologia che spalanca le porte all’ingegnerizzazione della vita
La macchina emergenziale climatica è compatta e i suoi ingranaggi sono ben oliati per diffondere la stessa melodia catastrofista: dall’IPCC all’OMS, i professionisti delle profezie apocalittiche sono gli eredi di un mondo variegato, costituito da neo-malthusiani e tecnocrati,  da sempre impegnati nel modellare la società del futuro. I famigerati 2 gradi che ci separano dall’estinzione rappresentano un pericolo reale o più verosimilmente un pretesto per legittimare la geoingegneria atmosferica e le tecniche di manipolazione della vita terrestre?         
Solo se si guarda con disincanto la realtà sarà possibile fermare la realizzazione del Pianeta Ingegnerizzato e l’abolizione della Natura.  
Cristiana Pivetti, artista, disegnatrice, rappresentatrice di testi contro l’artificializzazione della Vita e saggista, www.cristianapivetti.org

13.00 pranzo

15.00 – 19.30 Interventi e a seguire dibattito

Eugenetica, riproduzione artificiale dell’umano, dissociazione dai corpi e dalla realtà, da come si deve nascere a come si deve morire.
Una traccia per introdurre e unire i seguenti tre interventi.
A cura di Silvia Guerini – Resistenze al nanomondo

Biotecnologie, PMA ed eugenetica: una critica razionale
La biotecnologia è la manipolazione tecno-scientifica degli esseri viventi, compresi gli esseri umani. Dal XIX secolo, le società industriali hanno giustificato la coesistenza del principio di uguaglianza e la realtà della disuguaglianza con un determinismo biologico, per il quale le disuguaglianze sociali sono il riflesso di quelle naturali. Da questa ideologia nasce l’eugenetica, cioè la volontà di controllare scientificamente la riproduzione umana, al fine di favorire i “superiori” rispetto agli “inferiori”. Questa è la vera legittimazione della PMA, della ricerca sull’utero artificiale, della manipolazione genetica, della clonazione, ecc. La conseguenza è l’approfondimento dell’espropriazione industriale degli individui, non solo dei loro mezzi di sussistenza, dei loro desideri, delle loro interazioni sociali, ma anche della loro stessa natura. Tuttavia, la critica razionale di questa ideologia si scontra con diverse irrazionalità: quella della propaganda tecnocratica, quella del determinismo culturale postmoderno e quella del fondamentalismo religioso.
Jacques Luzi, accademico, membro della rivista Ecologie & politique.

Homo Deus, l’umano il cui cervello è un computer fatto di carne
Cosa si nasconde dietro l’eugenetica, la tecno-mercificazione della riproduzione e il suo Mondo nuovo (Brave New World)? Esiste una matrice del “fenomeno trans”, transumanesimo, transessualismo? Perché l’ecologia istituzionale è diventata la punta di diamante di questi movimenti? Mentre il movimento per la decrescita era fino a quel momento persona non grata nei mass media, i « degrowth studies » (Timothée Parrique & Co), la decrescita nucleocratica del politecnico francese Jean-Marc Jancovici o la versione della decrescita « Great Reset » di Klaus Schwab, improvvisamente hanno avuto accesso al discorso pubblico. Per il « papa della decrescita » Serge Latouche, la ragione di quest’ultima era la liberazione dall’economizzazione del mondo. Dopo aver recuperato l’ecologia, il capitalismo liberale attacca la decrescita: si tratta di ribaltarla per metterla al servizio del regno del quantificabile. Anche nel mondo militante, questa prospettiva di decrescita allevia evitando domande che infastidiscono e suscitano il sospetto di reazione. Come evitare il sovvertimento della natura sovversiva del nostro impegno?
Vincent Cheynet, caporedattore della rivista francese La Décroissance

Nuda morte o del libero morire
Rivoltare la morte contro chi la usa per meglio governarci significa in prima istanza riportarla dentro la vita, tornare a parlarne, toglierla dall’isolamento cui è stata sottoposta, e in seconda istanza sapere anche deporre le armi davanti ad essa, prepararsi ad acconsentirvi liberamente, accettare la propria fragilità, abbandonare la metafora bellica che la medicina allopatica occidentale continua a propagare come un tumore maligno e imparare a fare intimamente pace con la malattia e con la morte.
Ciò non significa necessariamente rinunciare alla cura, abdicare da ogni possibile guarigione, rifiutare qualunque medicina. Lo sforzo da compiere come impegno politico ed esistenziale, è piuttosto quello di rivoluzionare il concetto stesso di malattia, da non intendersi più come un attacco di agenti esterni da contrastare con ogni mezzo e a qualunque costo, ma come una manifestazione del proprio stesso essere nel mondo.
Bianca Bonavita

20.00 cena

DOMENICA

8.00 colazione

9.00
Quali possibilità per continuare la Resistenza?
Come ogni anno in conclusione di queste tre giornate ci prenderemo del tempo per riflettere insieme sui percorsi di opposizione attualmente in atto, se questi effettivamente possono ritenersi tali e dove tardano a svilupparsi. Faremo queste riflessioni a partire dalle esperienze dei partecipanti, ma volentieri sconfineremo anche in proposte che provino a dare concretezza alle riflessioni fatte, che assolutamente non possono semplicemente restare mere astrazioni. Siamo in un contesto in cui paradossalmente sta diventando difficile costruire e sostenere un movimento di base: abbiamo “eventi”, “loghi”, “adesioni”, “chat”, “partiti del dissenso” e una delega ad esperti o presunti tali che non dovrebbero mai sostituire il lavoro degli attivisti, fatto di ricerca, studio e anche sacrificio. In tutto questo sfugge un più profondo e ampio significato non solo dei processi in corso, ma anche del senso di un percorso di lotta con una mancanza di memoria su come un tempo si costruivano reti, coordinamenti, progetti. Ridiamo profondità, impegno, continuità, mettendoci in gioco in prima persona. Se non siamo disposti a questo come possiamo pensare di costruire una Resistenza?

13.00 pranzo

Il luogo dove si svolgerà l’incontro, Altradimora, (https://altradimora.eu/), strada Caranzano 72, Alessandria (AL), è una casa con dei posti letto e la possibilità di mettere delle tende nel prato davanti casa.
Porta sacco lenzuolo e asciugamani.
Daremo colazioni, pranzi e cene per tutte le giornate con alimenti biologici, vegani e da produttori locali. Prevista opzione senza glutine. Comunicateci eventuali intolleranze o altre necessità.


Il costo per partecipare alle tre giornate – venerdì, sabato e domenica – è 100 euro, per venerdì e sabato 80 euro, per sabato e domenica 60 euro, per domenica 20 euro.
È necessario PRENOTARE con anticipo la propria presenza per la partecipazione alle giornate. I posti letto sono limitati.

Lo spazio sarà libero da wi-fi (ad eccezione dei momenti con gli interventi da remoto) e chiederemo di spegnere i telefoni durante i dibattiti per tutelare le persone elettrosensibili (e tutte/i noi).

Per tutte le tre giornate esposizione delle opere di Cristiana Pivetti, banchetti con giornali, libri e materiale informativo. Porta il tuo materiale.

Aiutaci ad organizzare l’incontro al meglio, diffondendo il più possibile il programma.

Come arrivare:
In auto: Da Genova con l’autostrada per Alessandria si esce a Ovada, si procede verso Acqui Terme e poi si prende per Rivalta Bormida. Passati i paesi di Trisobbio e Rivalta Bormida al bivio per Cassine si prosegue per due kilometri e poi si trova l’indicazione per Caranzano. Da Milano si esce ad Alessandria sud e si seguono le indicazioni per Acqui e Cassine, dopo Cassine c’è il bivio per Caranzano. Da Torino stessa strada.
In treno: Treno per Acqui Terme, vi veniamo a prendere alla stazione, si prega di contattarci sulla email per accordarci con largo anticipo e di arrivare non durante gli orari degli interventi.

Qui la presentazione dell’incontro: https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/28-29-30-luglio-2023-tre-giornate-contro-le-tecno-scienze/

Qui il programma del precedente incontro:
https://www.resistenzealnanomondo.org/necrotecnologie/biotecnologie/programma-tre-giornate-contro-le-tecno-scienze-2/

Per informazioni, prenotazioni e contatti:
www.resistenzealnanomondo.org, info@resistenzealnanomondo.org
www.facebook.com/3giornatecontroletecnoscienze/ (in fase di aggiornamento)

In pdf da scaricare: